Opinione psicologica

Buongiorno dottori, vorrei chiedere un opinione su una situazione che a volte mi fa pensare e mi rattrista.
Ho 34 anni e vivo nella casa di famiglia con mio padre e mia madre.
Nella mia infanzia abbiamo cambiato molte case e io ne ho sempre risentito, non solo per la casa ma per le abitudini che mi creavo gli hobby e gli amici (poiché non sono molto socievole, sempre molto difficile).
Ma l'argomento principale e quello della convivenza con i miei, A me non danno particolare fastidio, la convivenza si e evoluta con leta, e almeno per quanto mi riguarda, la vivo come se fossimo coinquilini dividendo le spese e cercando di essere d'aiuto qualora avessero necessità (essendo anziani a volte necessitano di un accompagno per le visite mediche lontane).
Però la vivo come se fosse sbagliato stare in questa condizione, anche se la situazione attuale non permette evoluzioni.
Non sono fidanzato, e non ho un lavoro stabile.
Tentai anni fa di andare in condomio in affitto, ma non mi sono trovato bene per vari motivi.
Per esempio non sopporto i condominii per i rumori e la mancanza di rispetto reciproca fra i condomini, inoltre l'affitto non mi permetterebbe di vivere con lo stipendio che ho.
Queste sono comunque cose cui avrei potuto passare sopra ma la cosa su cui non transigo sono le mie abitudini.
Nella casa di famiglia mi sono costruito un garage, un laboratorio per lavoro, e ho necessità di questo luogo dove posso sfogarmi e creare.
Inoltre ho una terra dove passo la maggior parte del mio tempo libero per lavori agricoli sempre hobby.
Ho affrontato questi discorsi con amici parenti ecc ma quando li faccio mi sembra di sentire i loro pensieri, come se pensassero che sono meno uomo perché sono ancora nello stabile di famiglia.
Ma non sono né il figlioccio preferito, ne viziato né altro in quanto vivo la mia vita molto distaccato dai miei genitori.
A volte mi fermo a pensarci e mi dico, che me ne vado a vivere da solo in un appartamento che non mi piace, con gente che mi fa innervosire costantemente, con un potere d'acquisto di gran lunga inferiore (senza possibilità di acquisto casa nulla) , senza spazi verdi, senza animali.
A me piacerebbe si un distacco da casa (o meglio dai miei) , ma con una casa che mi piaccia che abbia le caratteristiche che richiedo io.
Ovviamente se avessi altre necessità, esempio ragazza o figli non ci penserei due volte ad andare in condominio.
È sbagliato il mio pensiero?
Sono meno uomo perché vivo con i miei e cerco di risparmiare per comprare una casa in campagna solo mia?
Perché se non è sbagliato sento comunque un malessere generale o il giudizio degli altri su di me?
Finisco precisando che ho trascorso da solo circa due anni nell'esercito (non sono stato male male ma tutto spesato) e che a casa gestisco i conti e le spese nonché le tasse.
Spero di ricevere opinioni costruttive, grazie
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
analizziamo la sua domanda: "Perché se non è sbagliato sento comunque un malessere generale o il giudizio degli altri su di me?"
In pratica i problemi sembrano due: il suo malessere generale e il giudizio degli altri.
Lei avrà notato che oggi la permanenza nella casa di famiglia, soprattutto per i figli maschi, si prolunga molto, a volte anche per tutta l'esistenza dei genitori.
Perché dunque questo a lei dà "un malessere generale"? Cosa c'è di sbagliato nel fare i conti con le sue reali risorse economiche e con gli elementi di comodità presenti nella casa in cui vive, che perderebbe andando altrove?
E soprattutto, perché le sembra di "sentire i pensieri negativi" al riguardo di parenti e amici? Cosa dicono queste persone, e a lei cosa importa?
In ultima analisi sembrerebbe che la persona sotterraneamente scontenta della situazione non siano gli altri (chi di noi potrebbe piacere a tutti?) ma lei stesso.
Provi a vedere se qualcuna delle cose che ha e che fa la fanno sentire non realizzato, e se la individua, si adoperi per fare di meglio.
Noi siamo qui.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
La ringrazio per la risposta e una Delle sue domande mi ha fatto un certo effetto e cioè che il malessere generale forse non e dato da questa cosa ma da qualcos'altro che non riesco a comprendere neanche io ma che magari inconsciamente penso sia legato a questo . Le spiego ho provato a trasferirmi , il problema e che mi sono trasferito sempre nello stesso paese dove ho casa di famiglia , e terreno . Sono molto legato a queste due.Quando provai ad andarmene , ciò che mi mancava a livello materiale era il mio laboratorio , e il mio terreno( agricolo) .per questo provai a andare altrove ma avevo comunque necessità di tornare sia per le faccende agricole e sia per il laboratorio che anche se può sembrare strano mi ha dato sempre un senso di libertà . Ho investito anche denaro nella casa poiché quando tornai dall'esercito mio fratello aveva avuto una bambina e io ho dovuto trasferirmi e ristrutturare la parte sotto della casa , con i miei . Inoltre ho investito anche nel terreno e mi scoccia abbandonare tutti i miei sforzi di migliorare ciò che si ha . Ha ragione non si dovrebbe dar conto alle voci , ma spesso ci si lascia influenzare da ciò . Andando altrove perderei tutte quelle attività esterne a casa e agli affetti che mi fanno stare bene . E soprattutto non sento la necessità almeno per l'attuale mia situazione di andare via , per tutti i motivi citati sopra .Una Delle cose che mi fanno sentire poco realizzato? Ce ne sono molte purtroppo non so dire quale sia predominante . Vorrei avere un lavoro stabile che mi dia serenità e tranquillità economica ( odio con tutte le mie forze l'attuale lavoro , ma sono cosciente che dove mi trovo non c'è altro di meglio solo peggio) Vorrei avere una ragazza con cui costruire una famiglia per supportare i a vicenda e per ricevere un minimo di amore . Purtroppo non ho molte amicizie , e non riesco a farne di nuove , anche a scuola ho avuto molti problemi , ne ho cambiate moltissime a causa del lavoro di mio padre , ricominciare sempre da zero . E le scuole più importanti le superiori avrei dovuto essere più socievole ora lo so , sarei dovuto andare a ogni gita , sarei dovuto uscire più spesso la sera . Ma stavo bene solo , anche oggi a volte sto bene, altre penso che non avrò mai neanche un solo obbiettivo raggiunto nella vita . Ha senso per lei quello che ho scritto?

Concludo dicendo che forse il problema sono io , non mi sono mai accettato non transigo sui miei sbagli ed errori e sono sempre molto severo con me stesso . Non pensavo di avere anche qualche problema psicologico riscontrando somiglianze con lo spettro autistico asperger , ma non l'ho mai " certificato" da un esperto .
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
lei fa una bella analisi di sé e di quello che le manca, ma anche di quello che possiede e che ama: il suo terreno agricolo, il suo laboratorio, la sua famiglia.
Dell'asperger non sappiamo nulla finchè non viene diagnosticato, ma se anche lo fosse non le impedirebbe di incrementare con delle cose belle una vita che già possiede alcuni fondamentali punti di forza.
Dice che odia il suo avoro attuale. Dovrebbe proprio cercare di cambiarlo, forse andando nella direzione di quelli che per ora sono hobby ma che sente di amare: coltivazione dei campi (nella sua zona si possono fare colture specializzate anche su piccoli appezzamenti) e laboratorio... di che genere?
Lei crede di sapere che nella sua zona non c'è niente di meglio: quasi sempre se si ha il coraggio di guardare appena dietro l'angolo scopriamo invece che qualcosa di meglio
c'è, e cambiando lavoro le si apriranno anche nuove prospettive di conoscenze.
Tenga però conto che oggi gli incontri, anche tra giovanissimi, avvengono per lo più online.
Il vero ostacolo al realizzarsi può consistere nel mantenere un presente in parte sgradevole (il lavoro che odia, l'attenzione eccessiva alle critiche), un passato ricordato solo negli aspetti negativi (il suo isolamento, i numerosi cambi di scuola), ma soprattutto un futuro privo di progetti.
Nessuno può vivere senza aspettative. Il suo amore per i campi le ha insegnato com'è bello seminare, aspettare che spunti il germoglio, assecondarne la crescita, raccogliere i frutti. Tutta la nostra vita, fino all'ultimo giorno, dovrebbe svolgersi così.
Perché non iniziare intanto a valutare qualche lavoro più piacevole (lavorare in un bar per esempio le garantirebbe molti incontri) e lanciare online la sua ricerca di amici e amiche?
Buone cose. Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Prima di tutto dottoressa la ringrazio per questo ascolto che mi sta concedendo . Il lavoro , purtroppo vivo in un paesino su una montagna e so che al di fuori posso trovare qualcosa ma se voglio restare qui con tutto quello che concerne vi è questo , e di cambiare per peggiorare non ne ho intenzione . Dico così perché prima stavo su un'altra fabbrica , anch'essa non mi piaceva ma abbozzavo con il pensiero che era rivolto altrove . Ero sicuro di un'altra chiamata lavorativa e lasciai quel lavoro , alla fine non mi chiamo nessuno e l'azienda non mi riassunse , andai in questa attuale e ovviamente a peggiorare ma per necessità ci si adatta e si fa anche ciò che non piace. Continuero sempre a cercare un alternativa , ma sono cosciente che la probabilità che accada sia molto bassa. Si come dice anche lei il settore ristorazione potrebbe essere un buon settore , ma in tutta franchezza non mi piace molto stare al pubblico ( e preciso nella ristorazione ) .Inoltre ho un intolleranza alimentare a tutto ciò che viene dal mare mi basta l'odore e mi sento soffocare e ho ansia a panico in aumento. Non so perché mi accade forse qualche ricordi negativo associato a quegli odori o a quel cibo .

Per quanto riguarda gli hobby , spesso costruisco mobilio lavoro il legno , faccio intagli e sculture a mano libera o costruisco cose ..mi piace l'artigianato e mi piacerebbe l'idea di avere un attività che mi dia reddito in totale autosufficienza ( inteso come , dal legname prodotto al prodotto finale ). Ma sono piccoli lavoretti , che purtroppo non posso trasformare in lavoro . Mi piacerebbe avere un negozio di antiquariato ,vintage o modernariato, mi piace molto girare per mercati dell'usato o dell'artigianato. Ma la cosa che realmente mi piace fare e la trattativa che ne segue , il fatto di acquistare , vendere oggetti .Sono unici posto dove faccio quattro chiacchiere , ma converrà con me che le ragazze in questi posti sono rare , anche se sarebbe bello trovare questo punto in comune con una potenziale .altri luoghi che frequento i musei e affini. Ho provato anche con l'agricoltura si , qualche mese fa stavo per mettermi in proprio ma mi e stato soffiato un appezzamento di terra che volevo in acquisto per accrescere ciò che già c'era .Ovviamente continuerò sempre con quello che ho ma sono cosciente che non basta per vivere . L'ultimo hobby erano escursioni e arrampicate nel bosco , mi piace stare nel verde per la pace e la tranquillità , spesso con i cani . Se non fosse imposto dalla società il fatto di vivere in una determinata maniera , vivrei da solo in una casa di campagna con molti animali e creando reddito da solo , anche solo per sopravvivenza ma almeno sarei sereno.
Riferito al moderno on line invece , sono cresciuto negli anni 90 e come tale non ho mai accettato il fatto di conoscere con una chat , anche se a poco a poco mi sto adattando .Anche qui non sembra naturale usare un profilo internet per conoscere qualcuno perché tutti creano sul web la persona che vorrebbero essere ma non quella che sono . Penso sempre , è possibile che siano così importanti i social? Possibile che se non si carica una foto o un video di un posto un luogo o altro su un social è come se quella esperienza non l'avessimo vissuta ? Il mondo attuale e di totale apparenza. Come possiamo parlare di infischiarsene di ciò che pensano gli altri di noi , quando per solo comunicare o dire un " ciao " in chat c'è bisogno che l'altra persona creda che sei ciò che vuole lei e non ciò che sei .Non so se ho scritto bene spero si capisca ciò che intendo dire .
infine ha ragione senza un progetto o un obbiettivo e ancora più difficile proseguire l'attuale vita , e diventa più un sopportarla anziché viverla .
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Utente
Utente
Buonasera dottoressa , integro la precedente risposta dicendo che mi sento in trappola , poiché da un lato c'è un lavoro che seppur odio mi permette di stare dove voglio , dall'altro questo stesso lavoro non sarà mai fisso quindi malgrado sia odioso non posso farci affidamento . E una situazione difficile da capire , una realtà di piccoli paesi dove si cerca di sopportare la vita .
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
ha certo notato che non ho risposto alla sua precedente replica.
In quella, e ancora nell'odierno aggiornamento, lei respingeva fino all'assurdo ogni possibile ipotesi di miglioramento; dico 'fino all'assurdo' perché parlando delle conoscenze in chat afferma cose contraddittorie ed esordisce con le parole: "Riferito al moderno on line invece , sono cresciuto negli anni 90 e come tale non ho mai accettato il fatto di conoscere con una chat".
Io sono cresciuta quarant'anni prima e uso regolarmente i social, per lavoro e per relazioni private.
Le dico questo per cercare di dimostrarle che resistere ad ogni cambiamento migliorativo non solo non le fa bene, ma è indice di una condizione depressiva che come tale non le fa vedere la realtà se non attraverso lenti grigie, e potrebbe essere curata e migliorata.
La vita è sua, ed è nelle sue mani. Ne faccia un uso assennato.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
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Ha ragione