Problemi sessuali e disturbo ansioso/ossessivo
Buongiorno cari dottori, sono un uomo di 35 anni e vorrei avere un vostro consulto in merito alla mia situazione che spiego di seguito.
All'età di 16 anni ho avuto il mio primo episodio di pensieri ossessivi di tipo aggressivo (verso le mie persone più care), rientrato dopo delle sedute di psicoterapia.
Nei 12-13 anni successivi ho avuto 3 relazioni serie (2 delle quali durate rispettivamente 4 e 3 anni), intrise di dubbi sia sulle relazioni che sui partner.
Da circa 6 anni, da quando ho conosciuto la mia attuale ragazza, è ripartito il loop ossessivo, con pensieri incentrati sulla relazione, sulla mia vita in generale e su molti altri aspetti (non valgo, non sono in grado, ecc...).
Inizialmente queste crisi duravano max un mesetto, per poi rientrare e tornare a vivere serenamente.
Ultimamente però i periodi di crisi si stanno allungando e quelli dove sto meglio si stanno accorciando, tanto è vero che non so più cosa significhino le parole "tranquillità", "felicità", ecc...
La mia ragazza mi supporta (e sopporta), è fantastica e non mi fa mancare mai il suo supporto e la sua comprensione, abbiamo un bellissimo rapporto.
Sono in psicoterapia da circa 5 anni dove svolgo sedute di emdr, essendo che le mie nevrosi sono su base traumatica (divorzio conflittuale dei miei genitori quando avevo 5 anni, madre successivamente presente/assente, padre molto ansioso e iperprotettivo).
Qualche passo avanti l'ho fatto ma queste crisi che si fanno più lunghe ed intense mi hanno costretto qualche settimana fa ad intraprendere anche la mia prima cura farmacologica con Sertralina, prescritta dopo alcune sedute con lo psichiatra che collabora con la mia terapeuta.
Ora, dopo questa introduzione, vorrei parlare di un problema che da anni mi affligge: la quasi totale assenza di stimoli sessuali nei confronti della mia ragazza.
All'inizio della nostra storia eravamo molto focosi, poi, in breve tempo, basta.
Come se la mia sessualità si fosse spenta.
Sembra che il fare sesso sia diventato quasi un dovere, più che un piacere (notare che però quelle rare volte che lo facciamo mi piace tantissimo, però spesso mi capita di eiaculare precocemente).
Spesso mi capita di rifiutare le avances della mia compagna e mi sento molto in colpa.
Anche durante i periodi dove stavo meglio (quasi privo di pensieri ossessivi) la mia sessualità latitava, talvolta preferivo l'autoerotismo ai rapporti e poi mi sentivo perennemente in colpa.
Vorrei sapere se queste mie modalità di funzionamento sessuale sono riconducibili alla ancora attuale presenza del mio disturbo ansioso/ossessivo o se potrebbe esserci dell'altro (es modalità di "difesa" verso una intimità sessuale più profonda?
Notare che anche nelle mie storie precedenti ho avuto problematiche simili).
Ho paura perché la mia ragazza soffre per questo fatto, ovviamente è umana anche lei.
Ne abbiamo parlato insieme e mi sento molto disorientato e agitato.
Vi ringrazio per le risposte, buona giornata.
All'età di 16 anni ho avuto il mio primo episodio di pensieri ossessivi di tipo aggressivo (verso le mie persone più care), rientrato dopo delle sedute di psicoterapia.
Nei 12-13 anni successivi ho avuto 3 relazioni serie (2 delle quali durate rispettivamente 4 e 3 anni), intrise di dubbi sia sulle relazioni che sui partner.
Da circa 6 anni, da quando ho conosciuto la mia attuale ragazza, è ripartito il loop ossessivo, con pensieri incentrati sulla relazione, sulla mia vita in generale e su molti altri aspetti (non valgo, non sono in grado, ecc...).
Inizialmente queste crisi duravano max un mesetto, per poi rientrare e tornare a vivere serenamente.
Ultimamente però i periodi di crisi si stanno allungando e quelli dove sto meglio si stanno accorciando, tanto è vero che non so più cosa significhino le parole "tranquillità", "felicità", ecc...
La mia ragazza mi supporta (e sopporta), è fantastica e non mi fa mancare mai il suo supporto e la sua comprensione, abbiamo un bellissimo rapporto.
Sono in psicoterapia da circa 5 anni dove svolgo sedute di emdr, essendo che le mie nevrosi sono su base traumatica (divorzio conflittuale dei miei genitori quando avevo 5 anni, madre successivamente presente/assente, padre molto ansioso e iperprotettivo).
Qualche passo avanti l'ho fatto ma queste crisi che si fanno più lunghe ed intense mi hanno costretto qualche settimana fa ad intraprendere anche la mia prima cura farmacologica con Sertralina, prescritta dopo alcune sedute con lo psichiatra che collabora con la mia terapeuta.
Ora, dopo questa introduzione, vorrei parlare di un problema che da anni mi affligge: la quasi totale assenza di stimoli sessuali nei confronti della mia ragazza.
All'inizio della nostra storia eravamo molto focosi, poi, in breve tempo, basta.
Come se la mia sessualità si fosse spenta.
Sembra che il fare sesso sia diventato quasi un dovere, più che un piacere (notare che però quelle rare volte che lo facciamo mi piace tantissimo, però spesso mi capita di eiaculare precocemente).
Spesso mi capita di rifiutare le avances della mia compagna e mi sento molto in colpa.
Anche durante i periodi dove stavo meglio (quasi privo di pensieri ossessivi) la mia sessualità latitava, talvolta preferivo l'autoerotismo ai rapporti e poi mi sentivo perennemente in colpa.
Vorrei sapere se queste mie modalità di funzionamento sessuale sono riconducibili alla ancora attuale presenza del mio disturbo ansioso/ossessivo o se potrebbe esserci dell'altro (es modalità di "difesa" verso una intimità sessuale più profonda?
Notare che anche nelle mie storie precedenti ho avuto problematiche simili).
Ho paura perché la mia ragazza soffre per questo fatto, ovviamente è umana anche lei.
Ne abbiamo parlato insieme e mi sento molto disorientato e agitato.
Vi ringrazio per le risposte, buona giornata.
[#1]
Gentile utente,
la sua domanda, accompagnata dal dettagliato racconto dei fatti e degli stati d'animo, è questa: "Vorrei sapere se queste mie modalità di funzionamento sessuale sono riconducibili alla ancora attuale presenza del mio disturbo ansioso/ossessivo o se potrebbe esserci dell'altro (es modalità di "difesa" verso una intimità sessuale più profonda?"
C'è una persona precisa che deve accogliere questa domanda, ed è la sua attuale curante.
Se lei continuerà a non portare in terapia i suoi problemi reali, a far mancare alla curante le informazioni essenziali, a negarle la sua piena fiducia, non potrà guarire.
La invito perciò caldamente a farle leggere la lettera che ha inviato a noi.
Buone cose.
la sua domanda, accompagnata dal dettagliato racconto dei fatti e degli stati d'animo, è questa: "Vorrei sapere se queste mie modalità di funzionamento sessuale sono riconducibili alla ancora attuale presenza del mio disturbo ansioso/ossessivo o se potrebbe esserci dell'altro (es modalità di "difesa" verso una intimità sessuale più profonda?"
C'è una persona precisa che deve accogliere questa domanda, ed è la sua attuale curante.
Se lei continuerà a non portare in terapia i suoi problemi reali, a far mancare alla curante le informazioni essenziali, a negarle la sua piena fiducia, non potrà guarire.
La invito perciò caldamente a farle leggere la lettera che ha inviato a noi.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#3]
Gentile utente,
non si può restare sul vago riguardo ad un quesito ricco e circostanziato come il suo; per questo la invito a farlo leggere così com'è alla curante.
Si può certamente evitare di darne una diagnosi clinica, e lei in parte sembra chiedere proprio questo; si può non indagarne le radici remote - quelle prossime certamente sì.
Quello che è sicuro è che il terapeuta, se lei gli ha espresso con la stessa chiarezza che ha usato con noi il suo problema, cercherà assieme a lei la soluzione. Lei stesso vede che la sua ragazza comincia a stancarsi della situazione.
Mentre leggevo il suo quesito pensavo alle molte domande di chiarimento da porre, alle molte ipotesi da discutere con lei sulla natura, la causa, la soluzione del disturbo; ma da qui, oltretutto essendoci ben due curanti a lei dedicati (c'è anche uno psichiatra, ha scritto) risulterebbe imprecisa e fuorviante qualunque risposta.
Auguri.
non si può restare sul vago riguardo ad un quesito ricco e circostanziato come il suo; per questo la invito a farlo leggere così com'è alla curante.
Si può certamente evitare di darne una diagnosi clinica, e lei in parte sembra chiedere proprio questo; si può non indagarne le radici remote - quelle prossime certamente sì.
Quello che è sicuro è che il terapeuta, se lei gli ha espresso con la stessa chiarezza che ha usato con noi il suo problema, cercherà assieme a lei la soluzione. Lei stesso vede che la sua ragazza comincia a stancarsi della situazione.
Mentre leggevo il suo quesito pensavo alle molte domande di chiarimento da porre, alle molte ipotesi da discutere con lei sulla natura, la causa, la soluzione del disturbo; ma da qui, oltretutto essendoci ben due curanti a lei dedicati (c'è anche uno psichiatra, ha scritto) risulterebbe imprecisa e fuorviante qualunque risposta.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#5]
Gentile utente,
quella che lei chiama "la questione ansioso/ossessiva" dovrebbe aver ricevuto una precisa diagnosi (disturbo ossessivo-compulsivo? ansia generalizzata?) e come tale dovrebbe essere stato già curato.
Però nella sua prima email lei parla anche di "nevrosi su base traumatica".
In genere un trauma complesso rende più difficile l'approccio alla soluzione degli altri disturbi, ma si tratta, qui come in tutti i disturbi, quelli mentali come quelli fisici, di volersi curare e di ricorrere all'intervento e quindi allo specialista idoneo.
Cinque anni di EMDR mi sembrano tanti, specie se hanno sortito l'effetto di rendere più frequenti i suoi momenti negativi e di portarla ad accedere a colloqui psichiatrici e Sertralina.
Lei certamente sa che con il proprio curante si stabiliscono delle mete e si fa periodicamente il punto della situazione, anche rivalutando gli obiettivi: un problema sessuale come il suo va affrontato, nel corso della terapia globale, ma anche in maniera mirata.
Valuti bene se è deciso a guarire e se sente di volersi affidare agli attuali curanti.
Nel caso di trauma complesso, degli schemi disfunzionali si sono formati nella mente infantile, e rimuoverli è doloroso. Molti preferiscono tenersi qualche disturbo minore piuttosto che affrontare il problema alla radice, tramite una rivisitazione della realtà che può risultare devastante.
Tutto questo, però, va affrontato con il proprio curante.
Auguri.
quella che lei chiama "la questione ansioso/ossessiva" dovrebbe aver ricevuto una precisa diagnosi (disturbo ossessivo-compulsivo? ansia generalizzata?) e come tale dovrebbe essere stato già curato.
Però nella sua prima email lei parla anche di "nevrosi su base traumatica".
In genere un trauma complesso rende più difficile l'approccio alla soluzione degli altri disturbi, ma si tratta, qui come in tutti i disturbi, quelli mentali come quelli fisici, di volersi curare e di ricorrere all'intervento e quindi allo specialista idoneo.
Cinque anni di EMDR mi sembrano tanti, specie se hanno sortito l'effetto di rendere più frequenti i suoi momenti negativi e di portarla ad accedere a colloqui psichiatrici e Sertralina.
Lei certamente sa che con il proprio curante si stabiliscono delle mete e si fa periodicamente il punto della situazione, anche rivalutando gli obiettivi: un problema sessuale come il suo va affrontato, nel corso della terapia globale, ma anche in maniera mirata.
Valuti bene se è deciso a guarire e se sente di volersi affidare agli attuali curanti.
Nel caso di trauma complesso, degli schemi disfunzionali si sono formati nella mente infantile, e rimuoverli è doloroso. Molti preferiscono tenersi qualche disturbo minore piuttosto che affrontare il problema alla radice, tramite una rivisitazione della realtà che può risultare devastante.
Tutto questo, però, va affrontato con il proprio curante.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#6]
Utente
La ringrazio dottoressa, forse non mi ero spiegato molto bene e me ne scuso..io ho un disturbo ossessivo/compulsivo dato da ossessioni pure (ora soprattutto, se non del tutto, riguardanti la sfera relazionale; 20 anni fa avevo avuto un episodio durato circa 6 mesi con ossessioni aggressive), con compulsioni a livello mentale o tramite ricerca online.
Il lavoro con EMDR lo sto svolgendo con sedute ogni 15 gg, con però diverse interruzioni anche di mesi dovute alle mie ricadute.
Le mie modalità di funzionamento (che ora voglio cambiare) hanno risentito fino ad ora di eventi traumatici accaduti nella mia infanzia (divorzio conflittuale, lotte fra i miei genitori durate anni e anni) che poi hanno influenzato tutta la mia vita fino ad adesso, sia nelle scelte, negli atteggiamenti e nelle modalità di attaccamento. Ora voglio cambiare perché è arrivato il momento di farlo, anche grazie e soprattutto alla mia ragazza (futura moglie) che mi ha insegnato e mi insegna tuttora cosa vuol dire amare incondizionatamente.
La ringrazio ancora, dottoressa, buona giornata!
Il lavoro con EMDR lo sto svolgendo con sedute ogni 15 gg, con però diverse interruzioni anche di mesi dovute alle mie ricadute.
Le mie modalità di funzionamento (che ora voglio cambiare) hanno risentito fino ad ora di eventi traumatici accaduti nella mia infanzia (divorzio conflittuale, lotte fra i miei genitori durate anni e anni) che poi hanno influenzato tutta la mia vita fino ad adesso, sia nelle scelte, negli atteggiamenti e nelle modalità di attaccamento. Ora voglio cambiare perché è arrivato il momento di farlo, anche grazie e soprattutto alla mia ragazza (futura moglie) che mi ha insegnato e mi insegna tuttora cosa vuol dire amare incondizionatamente.
La ringrazio ancora, dottoressa, buona giornata!
[#7]
Gentile utente,
lei si era spiegato benissimo fin dalla prima email.
Le ripeto che quello che lei descrive così: "Le mie modalità di funzionamento (che ora voglio cambiare) hanno risentito fino ad ora di eventi traumatici accaduti nella mia infanzia (divorzio conflittuale, lotte fra i miei genitori durate anni e anni) che poi hanno influenzato tutta la mia vita fino ad adesso, sia nelle scelte, negli atteggiamenti e nelle modalità di attaccamento" tecnicamente si chiama TRAUMA COMPLESSO, il che appunto implica delle resistenze al cambiamento e degli schemi disfunzionali, quello di cui le parlavo in #5.
Non è che non si possa guarirne, ma il percorso è diverso da quello che può fare un non traumatizzato.
Sono lieta che lei abbia incontrato una persona come la sua futura moglie, che certamente è un grande stimolo verso la guarigione.
Anche per amor suo lei troverà certamente le parole per accordarsi con i suoi curanti sulla cura del disturbo sessuale per il quale ci ha scritto, e anche degli altri suoi disturbi.
La invito però a riflettere su queste sue affermazioni: "Il lavoro con EMDR lo sto svolgendo con sedute ogni 15 gg, con però diverse interruzioni anche di mesi dovute alle mie ricadute".
Una terapia efficace, con qualunque metodo condotta, non viene sospesa perché il paziente ha delle ricadute. Sarebbe come dire che il paziente iperteso che prende le pillole per la pressione, se la pressione sale a livelli parossistici deve smettere di prenderle, e poi ricomincia con le stesse pillole fino a stare male di nuovo.
Buone cose.
lei si era spiegato benissimo fin dalla prima email.
Le ripeto che quello che lei descrive così: "Le mie modalità di funzionamento (che ora voglio cambiare) hanno risentito fino ad ora di eventi traumatici accaduti nella mia infanzia (divorzio conflittuale, lotte fra i miei genitori durate anni e anni) che poi hanno influenzato tutta la mia vita fino ad adesso, sia nelle scelte, negli atteggiamenti e nelle modalità di attaccamento" tecnicamente si chiama TRAUMA COMPLESSO, il che appunto implica delle resistenze al cambiamento e degli schemi disfunzionali, quello di cui le parlavo in #5.
Non è che non si possa guarirne, ma il percorso è diverso da quello che può fare un non traumatizzato.
Sono lieta che lei abbia incontrato una persona come la sua futura moglie, che certamente è un grande stimolo verso la guarigione.
Anche per amor suo lei troverà certamente le parole per accordarsi con i suoi curanti sulla cura del disturbo sessuale per il quale ci ha scritto, e anche degli altri suoi disturbi.
La invito però a riflettere su queste sue affermazioni: "Il lavoro con EMDR lo sto svolgendo con sedute ogni 15 gg, con però diverse interruzioni anche di mesi dovute alle mie ricadute".
Una terapia efficace, con qualunque metodo condotta, non viene sospesa perché il paziente ha delle ricadute. Sarebbe come dire che il paziente iperteso che prende le pillole per la pressione, se la pressione sale a livelli parossistici deve smettere di prenderle, e poi ricomincia con le stesse pillole fino a stare male di nuovo.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2k visite dal 15/10/2023.
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