Il mio ragazzo è sempre impegnato. io mi sento trascurata. chi ha ragione? cosa dovremmo fare?
Buongiorno,
sono una ragazza di 25 anni.
Ho avuto una relazione felice che è durata 4 anni e che poi si è conclusa.
Ad aprile 2023, dopo due anni di pausa, mi sono innamorata di nuovo di un ragazzo della mia età, mio compagno di studi da anni (entrambi frequentiamo il sesto anno e a breve ci laureeremo).
Questa relazione è iniziata con dei buonissimi propositi: siamo amici da sempre oltre che compagni di classe, abbiamo condiviso molto tempo insieme (sia impegni universitari, che svago), nei momenti in cui ci vediamo il rapporto va a gonfie vele ed entrambi ci sentiamo amati.
Ciò che mi è sempre piaciuto di lui è la delicatezza che ha sempre avuto nei miei confronti e la simpatia.
Ultimamente però ho la sensazione di sentirmi un po' trascurata, come se fossi "data per scontato" e di conseguenza anche il mio comportamento si sta facendo sempre più "freddo e distaccato" perché non mi sento amata, non per cattiveria.
Purtroppo abbiamo la sfortuna di essere sommersi da impegni universitari; se prima tornavamo tutti i giorni a casa insieme dopo le lezioni (quindi c'era l'occasione di condividere almeno una mezz'ora al giorno per poterci guardare negli occhi, ridere assieme e scambiarci un abbraccio), ora non ci vediamo quasi mai, la mattina non viene più a lezione perché impegnato nel tirocinio per tesi, in lavoretti saltuari e nello studio; nel week end ognuno torna a casa propria (siamo studenti fuori sede), quindi di fatto comunichiamo solo via messaggi e ci incontriamo saltuariamente qualche ora, una volta alla settimana, in base ai suoi impegni.
Mi manca da morire la sua presenza fisica (non dietro ad uno schermo), l'amico che avevo prima, il tempo trascorso assieme, il contatto fisico di un abbraccio.
Non so come muovermi, da una parte so che è importante la comunicazione, ma dall'altra non voglio passare per la fidanzata pretenziosa e nemmeno voglio che faccia troppe rinunce con i suoi amici per me.
Ho cercato di fargli capire in modo non esplicito che avrei bisogno di un pochino in più del suo tempo, ma sembra non capire.
Quando siamo assieme poi, ultimamente, mi piacerebbe ci fosse "con la testa", e purtroppo è sempre immerso nei suoi pensieri di studio, esami, lavoro e tesi.
È giusto sentirmi come mi sento?
È giusto chiedergli del tempo in più per me, oppure è meglio che io accetti la situazione così com'è e soprattutto lui così com'è?
È giusto pensare che, prima di prendersi tutti questi impegni, avrebbe potuto pensare anche un po' a me e al fatto che, con tutti questi suoi impegni, non ci saremmo più visti come prima?
Da una parte mi sento un'egoista, dall'altra non posso evitare di ammettere che mi sentivo più amata e felice da "amica", piuttosto che da "fidanzata", è orribile.
Grazie.
sono una ragazza di 25 anni.
Ho avuto una relazione felice che è durata 4 anni e che poi si è conclusa.
Ad aprile 2023, dopo due anni di pausa, mi sono innamorata di nuovo di un ragazzo della mia età, mio compagno di studi da anni (entrambi frequentiamo il sesto anno e a breve ci laureeremo).
Questa relazione è iniziata con dei buonissimi propositi: siamo amici da sempre oltre che compagni di classe, abbiamo condiviso molto tempo insieme (sia impegni universitari, che svago), nei momenti in cui ci vediamo il rapporto va a gonfie vele ed entrambi ci sentiamo amati.
Ciò che mi è sempre piaciuto di lui è la delicatezza che ha sempre avuto nei miei confronti e la simpatia.
Ultimamente però ho la sensazione di sentirmi un po' trascurata, come se fossi "data per scontato" e di conseguenza anche il mio comportamento si sta facendo sempre più "freddo e distaccato" perché non mi sento amata, non per cattiveria.
Purtroppo abbiamo la sfortuna di essere sommersi da impegni universitari; se prima tornavamo tutti i giorni a casa insieme dopo le lezioni (quindi c'era l'occasione di condividere almeno una mezz'ora al giorno per poterci guardare negli occhi, ridere assieme e scambiarci un abbraccio), ora non ci vediamo quasi mai, la mattina non viene più a lezione perché impegnato nel tirocinio per tesi, in lavoretti saltuari e nello studio; nel week end ognuno torna a casa propria (siamo studenti fuori sede), quindi di fatto comunichiamo solo via messaggi e ci incontriamo saltuariamente qualche ora, una volta alla settimana, in base ai suoi impegni.
Mi manca da morire la sua presenza fisica (non dietro ad uno schermo), l'amico che avevo prima, il tempo trascorso assieme, il contatto fisico di un abbraccio.
Non so come muovermi, da una parte so che è importante la comunicazione, ma dall'altra non voglio passare per la fidanzata pretenziosa e nemmeno voglio che faccia troppe rinunce con i suoi amici per me.
Ho cercato di fargli capire in modo non esplicito che avrei bisogno di un pochino in più del suo tempo, ma sembra non capire.
Quando siamo assieme poi, ultimamente, mi piacerebbe ci fosse "con la testa", e purtroppo è sempre immerso nei suoi pensieri di studio, esami, lavoro e tesi.
È giusto sentirmi come mi sento?
È giusto chiedergli del tempo in più per me, oppure è meglio che io accetti la situazione così com'è e soprattutto lui così com'è?
È giusto pensare che, prima di prendersi tutti questi impegni, avrebbe potuto pensare anche un po' a me e al fatto che, con tutti questi suoi impegni, non ci saremmo più visti come prima?
Da una parte mi sento un'egoista, dall'altra non posso evitare di ammettere che mi sentivo più amata e felice da "amica", piuttosto che da "fidanzata", è orribile.
Grazie.
[#1]
Gentile utente,
la capacità di amare in maniera adulta prevede che si riesca (gradualmente, ma in modo sempre più competente) a suddividere adeguatamente il proprio tempo di vita in tre settori:
il tempo per il lavoro,
il tempo per la coppia,
il tempo per sè.
La percentuale di ognuno di essi va negoziata con l'altra persona della coppia, con attenzione, con amore, con empatia.
Se, anziché crescere, tale equilibrio personale e relazionale diminuisce, occorre seriamente interrogarsi su cosa sta succedendo.
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
la capacità di amare in maniera adulta prevede che si riesca (gradualmente, ma in modo sempre più competente) a suddividere adeguatamente il proprio tempo di vita in tre settori:
il tempo per il lavoro,
il tempo per la coppia,
il tempo per sè.
La percentuale di ognuno di essi va negoziata con l'altra persona della coppia, con attenzione, con amore, con empatia.
Se, anziché crescere, tale equilibrio personale e relazionale diminuisce, occorre seriamente interrogarsi su cosa sta succedendo.
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 6.1k visite dal 12/10/2023.
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