Blocco nel cambiare la mia vita
Gentili specialisti, come da titolo mi trovo in una situazione in cui non so che fare della mia vita.
Sono un ragazzo di 25 anni e soffro d'ansia, vivo con mia madre mentre, il suo compagno, con cui ho un buon rapporto sta fuori per lavoro.
Nella fase adolescenziale ho avuto molti problemi, tra cui proprio nel rapporto con mia madre, però ora essendo cresciuto abbastanza capisco che non era per nulla facile crescere un figlio da sola, inoltre lei avendo compreso i suoi errori è cambiata molto nei miei confronti, però purtroppo alcune ferite non si rimarginano mai del tutto.
Uno dei miei problemi riguarda il mio percorso di studi, sono prossimo alla laurea in scienza e tecnologie farmaceutiche.
I primi 2 anni sono andati alla grande, mentre dal terzo in poi con lo scoppio della pandemia è come se avessi mollato tutto, sono ritornato alla vita passata, abbandonando quella universitaria, non riuscendo più a dare esami.
Infatti, attualmente, seppur prossimo alla laurea sono fuoricorso di ben 3 anni e ho il rimorso di aver buttato un sacco di tempo e di essere un peso per la mia famiglia, che però mi sostiene sempre e mi comprende davvero molto, sgridandomi quando tiro fuori questo argomento e dicendomi che non sono assolutamenteun peso.
In pandemia, come per lo studio, anche la cura del mio corpo è andata a mancare, infatti prima ero in ottima forma fisica, palestrato ecco, mentre ora ho preso un sacco di peso, che grava molto sulla mia autostima.
Non appena finirò gli studi vorrei partire per fare nuove esperienze anche all'estero, ma l'idea di lasciare la mia città e soprattutto i miei nonni (con i quali ho un legame di ferro) mi fa stare male e mi fa da freno.
Purtroppo lasciare la mia città è quasi d'obbligo, in quanto qui il lavoro è inesistente.
È difficile scrivere tutto in poche righe, vorrei tornare a quando stavo molto meglio, ero in pace con me e con il mio corpo ma non so davvero come ritrovare la forza.
Sono un ragazzo di 25 anni e soffro d'ansia, vivo con mia madre mentre, il suo compagno, con cui ho un buon rapporto sta fuori per lavoro.
Nella fase adolescenziale ho avuto molti problemi, tra cui proprio nel rapporto con mia madre, però ora essendo cresciuto abbastanza capisco che non era per nulla facile crescere un figlio da sola, inoltre lei avendo compreso i suoi errori è cambiata molto nei miei confronti, però purtroppo alcune ferite non si rimarginano mai del tutto.
Uno dei miei problemi riguarda il mio percorso di studi, sono prossimo alla laurea in scienza e tecnologie farmaceutiche.
I primi 2 anni sono andati alla grande, mentre dal terzo in poi con lo scoppio della pandemia è come se avessi mollato tutto, sono ritornato alla vita passata, abbandonando quella universitaria, non riuscendo più a dare esami.
Infatti, attualmente, seppur prossimo alla laurea sono fuoricorso di ben 3 anni e ho il rimorso di aver buttato un sacco di tempo e di essere un peso per la mia famiglia, che però mi sostiene sempre e mi comprende davvero molto, sgridandomi quando tiro fuori questo argomento e dicendomi che non sono assolutamenteun peso.
In pandemia, come per lo studio, anche la cura del mio corpo è andata a mancare, infatti prima ero in ottima forma fisica, palestrato ecco, mentre ora ho preso un sacco di peso, che grava molto sulla mia autostima.
Non appena finirò gli studi vorrei partire per fare nuove esperienze anche all'estero, ma l'idea di lasciare la mia città e soprattutto i miei nonni (con i quali ho un legame di ferro) mi fa stare male e mi fa da freno.
Purtroppo lasciare la mia città è quasi d'obbligo, in quanto qui il lavoro è inesistente.
È difficile scrivere tutto in poche righe, vorrei tornare a quando stavo molto meglio, ero in pace con me e con il mio corpo ma non so davvero come ritrovare la forza.
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Gentile utente,
le diagnosi non si fanno per email e senza neppure aver parlato con la persona; tuttavia nel suo caso trovo utile ipotizzare una forma depressiva, da accertare ovviamente con l'esame clinico.
Si rivolga allo psicologo presente nella sua università, o a quello delle ASL o del Centro di Salute Mentale o del Consultorio, tutti servizi gratuiti o a prezzo di ticket. Ha a disposizione anche il bonus psicologi.
Quello che le raccomando è di agire prontamente, perché le varie forme della depressione (legga in rete i sintomi della distimia) possono solo peggiorare, se trascurate, inquinando progressivamente i vari campi che assicurano la voglia di vivere: fanno trascurare il proprio corpo, le amicizie, i legami sentimentali, i progetti, il futuro.
Non penso sia opportuno aggiungere altro.
Il suo sentirsi un peso per i familiari, ma anche la sua incapacità di progettare un futuro relativamente lontano dagli affetti più cari (non sono i chilometri ad affievolire gli affetti o ad interrompere la comunicazione) fa parte di questo stato di "malattia" da combattere.
Le suggerisco di accedere ai colloqui psicologici senza parlarne in famiglia: questo può essere il suo primo gesto di autonomia.
Le faccio molti auguri.
le diagnosi non si fanno per email e senza neppure aver parlato con la persona; tuttavia nel suo caso trovo utile ipotizzare una forma depressiva, da accertare ovviamente con l'esame clinico.
Si rivolga allo psicologo presente nella sua università, o a quello delle ASL o del Centro di Salute Mentale o del Consultorio, tutti servizi gratuiti o a prezzo di ticket. Ha a disposizione anche il bonus psicologi.
Quello che le raccomando è di agire prontamente, perché le varie forme della depressione (legga in rete i sintomi della distimia) possono solo peggiorare, se trascurate, inquinando progressivamente i vari campi che assicurano la voglia di vivere: fanno trascurare il proprio corpo, le amicizie, i legami sentimentali, i progetti, il futuro.
Non penso sia opportuno aggiungere altro.
Il suo sentirsi un peso per i familiari, ma anche la sua incapacità di progettare un futuro relativamente lontano dagli affetti più cari (non sono i chilometri ad affievolire gli affetti o ad interrompere la comunicazione) fa parte di questo stato di "malattia" da combattere.
Le suggerisco di accedere ai colloqui psicologici senza parlarne in famiglia: questo può essere il suo primo gesto di autonomia.
Le faccio molti auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 714 visite dal 11/10/2023.
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