Fino a che punto l'egoismo si può considerare sano?
Salve, vi chiedo un consiglio perché sto cercando di superare la mia situazione attuale.
Ho 23 anni e sono sempre stata molto passiva. A causa di questo ho fatto molte scelte di cui me ne sono pentita amaramente, dalla scelta della scuola superiore consigliatami da una prof, fino a quando il mio ragazzo pretendeva sempre di avere rapporti non protetti, io alla fine crollavo sempre perché metteva il muso o insisteva, di conseguenza ad oggi mi ritrovo con un figlio di 2 anni.
Alla notizia della gravidanza lui è sempre stato contento, io mi sono sentita delusa, arrabbiata, presa in giro ma in fondo ne ero anche un po' felice.
Non ho potuto interrompere la gravidanza dato che era già in stato avanzato.
Ad oggi mi ritrovo in una convivenza che ho accettato per il bene del bambino, quando c'è anche il padre del bambino con me sono quasi sempre passivo aggressiva, abbiamo pochissimi contatti di qualsiasi tipo, ma lui sa come mi sento su tutto e ignora la cosa.
Lui è sempre via tra lavoro e hobbies, mentre io oltre ad andare dai miei genitori o al parco con mio figlio sono perennemente in casa.
Dentro non faccio altro che pensare a come starei se avessi approfittato di certe occasioni nella mia vita anziché aver detto di no perché "direbbero chissà cosa di me" o "non voglio scomodare gli altri per tenermi il bambino perché sarei un peso".
Dico questo anche perché abito in un paesino e non riesco a trovare lavoro, quindi mi converrebbe usare un bus per andare in città.
Questo mi mette ansia perché non mi sento incoraggiata da nessuna delle parti, perché per lui io dovrei pensare sempre e solo al bambino e lui, ma da tanto non faccio altro che a pensare a come posso andare via da questa casa e nutrire dei miei interessi, essere indipendente totalmente e fare nuove amicizie.
C'è anche da dire che c'è chi non supporta la nostra relazione per i comportamenti di lui e mi è stato detto di aprire gli occhi e che ora devo pensare al bene mio e di mio figlio e che devo agire subito.
Intorno a me vedo mamme perennemente arrabbiate, anche se lavorano, forse perché avrebbero voluto fare di più in ambito lavorativo, donne che tradiscono perché si sentono trascurate dai mariti sempre via e mariti che tradiscono perché vogliono la giovane in forma e amichevole.
Mamme con bambini piccoli che si fanno in quattro per occuparsi di figli e lavoro.
Vedendo ciò mi verrebbe da pensare "chi me la fa fare ad essere sempre nervosa per gli altri quando potrei essere felice sola ed avere conoscenze non tossiche?
" Ma questo avrebbe il costo di non avere nessuno vicino (soprattutto emotivamente) ed io sono una persona timida.
Cosa mi consigliereste?
Ringrazio chi mi risponderà.
Ho 23 anni e sono sempre stata molto passiva. A causa di questo ho fatto molte scelte di cui me ne sono pentita amaramente, dalla scelta della scuola superiore consigliatami da una prof, fino a quando il mio ragazzo pretendeva sempre di avere rapporti non protetti, io alla fine crollavo sempre perché metteva il muso o insisteva, di conseguenza ad oggi mi ritrovo con un figlio di 2 anni.
Alla notizia della gravidanza lui è sempre stato contento, io mi sono sentita delusa, arrabbiata, presa in giro ma in fondo ne ero anche un po' felice.
Non ho potuto interrompere la gravidanza dato che era già in stato avanzato.
Ad oggi mi ritrovo in una convivenza che ho accettato per il bene del bambino, quando c'è anche il padre del bambino con me sono quasi sempre passivo aggressiva, abbiamo pochissimi contatti di qualsiasi tipo, ma lui sa come mi sento su tutto e ignora la cosa.
Lui è sempre via tra lavoro e hobbies, mentre io oltre ad andare dai miei genitori o al parco con mio figlio sono perennemente in casa.
Dentro non faccio altro che pensare a come starei se avessi approfittato di certe occasioni nella mia vita anziché aver detto di no perché "direbbero chissà cosa di me" o "non voglio scomodare gli altri per tenermi il bambino perché sarei un peso".
Dico questo anche perché abito in un paesino e non riesco a trovare lavoro, quindi mi converrebbe usare un bus per andare in città.
Questo mi mette ansia perché non mi sento incoraggiata da nessuna delle parti, perché per lui io dovrei pensare sempre e solo al bambino e lui, ma da tanto non faccio altro che a pensare a come posso andare via da questa casa e nutrire dei miei interessi, essere indipendente totalmente e fare nuove amicizie.
C'è anche da dire che c'è chi non supporta la nostra relazione per i comportamenti di lui e mi è stato detto di aprire gli occhi e che ora devo pensare al bene mio e di mio figlio e che devo agire subito.
Intorno a me vedo mamme perennemente arrabbiate, anche se lavorano, forse perché avrebbero voluto fare di più in ambito lavorativo, donne che tradiscono perché si sentono trascurate dai mariti sempre via e mariti che tradiscono perché vogliono la giovane in forma e amichevole.
Mamme con bambini piccoli che si fanno in quattro per occuparsi di figli e lavoro.
Vedendo ciò mi verrebbe da pensare "chi me la fa fare ad essere sempre nervosa per gli altri quando potrei essere felice sola ed avere conoscenze non tossiche?
" Ma questo avrebbe il costo di non avere nessuno vicino (soprattutto emotivamente) ed io sono una persona timida.
Cosa mi consigliereste?
Ringrazio chi mi risponderà.
[#1]
Cara Signora,
Vedo dalla sua scheda che un mio collega in data 23.11.2021 le ha risposto e consigliato.
La sua situazione e’ complessa e non può essere risolta da un consiglio che tra l’altro in questa sede a suo tempo già ebbe.
Vedo tuttavia che lei persiste nel non prendere decisioni; innanzitutto assumersi la responsabilità di scelte e non scelte fatte.
Comprendo che a volte non e’ facile ma arriva un momento nella vita in cui per dovere verso se stessi ed i figli bisogna farlo; bisogna diventare adulti.
Si rivolga ad uno/a psicoterapeuta e intraprenda un percorso di psicoterapia.
Le Auguro di risolvere,
Cordialmente,
Dott.ssa Angela Montuori
Psicologa /Psicoterapeuta
Vedo dalla sua scheda che un mio collega in data 23.11.2021 le ha risposto e consigliato.
La sua situazione e’ complessa e non può essere risolta da un consiglio che tra l’altro in questa sede a suo tempo già ebbe.
Vedo tuttavia che lei persiste nel non prendere decisioni; innanzitutto assumersi la responsabilità di scelte e non scelte fatte.
Comprendo che a volte non e’ facile ma arriva un momento nella vita in cui per dovere verso se stessi ed i figli bisogna farlo; bisogna diventare adulti.
Si rivolga ad uno/a psicoterapeuta e intraprenda un percorso di psicoterapia.
Le Auguro di risolvere,
Cordialmente,
Dott.ssa Angela Montuori
Psicologa /Psicoterapeuta
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 989 visite dal 06/10/2023.
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