Una parafilia del partner può essere considerata tradimento se ferisce?

Buongiorno, sono una ragazza di 23 anni.
Da circa un anno sto assieme con il mio partner, 28 anni, anche se siamo stati migliori amici per diversi anni.
Da anni so che lui ha una parafilia, il devotismo, quindi prova attrazione e pratica autoerotismo su donne e uomini disabili.
Mi ha descritto questa parafilia come una necessità di praticare autoerotismo sul devotismo, tant'è che succede anche più volte al giorno.
Lui mi dice, però, che il fulcro del suo piacere sono io e che pratica autoerotismo anche su di me.
Il sesso va discretamente bene, però questa situazione mi fa stare molto male perché il fatto che lui senta la necessità di trarre piacere regolarmente da una categoria specifica, me lo fa sentire come tradimento.
Può essere considerato tradimento?
Ho il diritto di starci male?
Ne parliamo, lui sa del mio malessere, e talvolta mi sento anche in colpa perché so che una parafilia non l si cerca, ma semplicemente la si ha.
Le parafilie come questa possono essere trattate, si può uscirne?
O devo accettare questa situazione per sempre?
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Dr. Francesco Febbraio Psicologo 4
Gentile Utente,

Da quel che leggo, lei racconta di aver già riferito al suo partner il suo malessere emotivo nel sapere che più volte al giorno pratica autoerotismo su devotismo. La risposta del suo partner sembra più un tentativo di mitigare gli effetti che queste gesta hanno sulle sue emozioni e poter continuare nella sua pratica, piuttosto che una presa di consapevolezza che questo effettivamente le provoca malessere emotivo e voler porre rimedio.

Sarebbe opportuno approfondire la parafilia del suo partner in quanto, da come lei la descrive, ha degli effetti importanti sia sulla vostra relazione che sulla vita del suo partner. Questo perché una pratica di masturbazione ripetuta più volte al giorno a prescindere che sia una parafilia, è già di per sé un segnale di forte malessere del suo compagno.

Dalle parafilie è complesso guarire soprattutto se il suo partner, da come mi dice, mette in pratica atteggiamenti difensivi volti a negare che questo sia un comportamento patologico. Ma questo non significa che non ci siano opportunità di intervento sia psicoterapico che farmacologico.

Le consiglio quindi di sentire un professionista psicoterapeuta nella vostra area di riferimento sia per il suo compagno che per Lei, perché oltre che intervenire sull'impatto che il comportamento del suo compagno ha sulla vostra relazione e su di sé, c'è bisogno di un importante supporto psicologico per lavorare sul suo senso di colpa, in quanto, il fatto che il suo partner abbia una parafilia non rende Lei automaticamente responsabile di questa condizione.

Cordialmente,

Dr. Febbraio