Fidanzato che soffre di depressione

Salve, sono fidanzata da 3 anni e ci conosciamo da 8, io 31 anni, lui 36.
Il problema principale della nostra relazione è il suo lavoro.
Mi spiego, lavora per L azienda di famiglia, padre rigido e che lui ammira molto.
Viaggia moltissimo in giro per il mondo, da 10 anni ormai, tutti i mesi.
Da qui una serie di problemi, ernia alla cervicale, forte stress, insonnia praticamente cronica, nausea e stomaco chiuso.
È in cura da una psicologa, ha fatto una cura di farmaci per un periodo e che poi ha scalato piano piano.
In più il suo ruolo nell azienda non gli va più bene, visti i ritmi insostenibili ormai anche fisicamente e sembra non esserci una soluzione a lui gradita, quindi ha una mezza intenzione di licenziarsi.
Lui nella vita è sempre stato più o meno single, molto indipendente, era anche più solare e giocherellone, questa è la prima relazione seria per entrambi.
È un ragazzo molto razionale e che non si lascia trasportare dalle emozioni (anche se dentro è molto sensibile) per cui i suoi sentimenti li dimostra quando è con me.
E qui il problema, ci vediamo solo il weekend, non conviviamo.
E quando è stressato cambia completamente, è assente, non affettuoso, sembra di stare con uno zombie a volte.
Oppure ha bisogno di momenti da solo o con gli amici.
Di conseguenza per me è difficile, mi sento spesso messa da parte, non voluta, confusa perché non c’è una progettualità nel nostro rapporto.
Eppure quando è un po’ più sereno è molto più affettuoso, non mi molla un secondo... io so che il sentimento che prova per me è molto forte, come capisco la sua situazione.
Però ecco, come per me lui è una priorità sempre e comunque, vorrei che fosse così anche da parte sua, a volte non mi sembra che lo sia.
Sto avendo molta pazienza, gli lascio i suoi spazi, non sono invadente, non pretendo mai nulla.
Ci sono stati dei confronti, partiti da me, dove lui ha sempre analizzato tutto in modo razionale, dandomi ragione e chiedendomi cosa avrebbe potuto fare per migliorare, devo dire poi facendolo.
Però quando lo stress sale, torna come prima.
E io mi ritrovo in questi sali/scendi dove un momento è tutto perfetto e quello dopo non lo riconosco più.
C’è stato per esempio il nostro anniversario settimana scorsa, lui era in viaggio, gliel ho ricordato io, mi ha risposto che avremmo festeggiato al suo ritorno, cosa che ovviamente non è successa.
Spesso mi chiedo se vale la pena andare avanti, se le cose cambieranno o se sarà sempre cosi.
Ora è uno di quei momenti, devo fare finta di nulla?
Devo affrontarlo di nuovo?
Sapendo che così facendo si stressa ancora di più?
Non so davvero più cosa fare...
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
vediamo gli elementi più significativi del suo racconto. "Lui nella vita è sempre stato più o meno single, molto indipendente, era anche più solare e giocherellone, questa è la prima relazione seria per entrambi".
Essere arrivato a trentatre anni senza una "relazione seria" potrebbe indicare la propensione a mettere al primo posto il lavoro, gli amici, le attività da scapolo, insomma altre cose che una relazione con progetti di convivenza e di famiglia.
Lei però scrive: "per me è difficile, mi sento spesso messa da parte, non voluta, confusa perché non c’è una progettualità nel nostro rapporto".
Eppure lo conosceva da anni, da prima di essere la sua partner. Cosa le ha fatto credere che si sarebbe trasformato in un fidanzato tutto dedito ad una relazione d'amore?
A complicare il tutto -o forse in concomitanza significativa con gli alti e bassi del vostro rapporto- arriva lo stress del lavoro, e qui sembra che lui non sappia conciliare l'impegno lavorativo con le esigenze della salute: si procura "ernia alla cervicale, forte stress, insonnia praticamente cronica, nausea e stomaco chiuso", malgrado l'aiuto di una psicologa.
Lei dà rilievo al vostro anniversario, che vorrebbe celebrare come una fidanzatina adolescente, e lui prima lo dimentica, poi evita di festeggiarlo.
Lei si chiede se valga la pena di andare avanti, pur sapendo che vi amate, che lui ci tiene a lei, che ascolta le sue richieste e cerca di venirle incontro.
La domanda andrebbe riformulata così: dove esattamente state andando? Lei è d'accordo sulla meta?
E occorre aggiungere: lei è disposta ad accettare una presenza affettiva che le sembra discontinua?
E infine: sarebbe più felice con un fidanzato sempre presente, attento agli anniversari, prodigo di attenzioni e meno preso da tutto il resto?
A volte l'armonia tra due persone consiste nel riconoscere i reali bisogni e desideri di ciascuna, e quando è possibile, accoglierli.
Non sempre è facile, me ne rendo conto, lo vediamo tutti i giorni in terapia: ci sono partner che accettano lacerandosi di dolore le menzogne e i tradimenti del compagno ma non lo lasciano a nessun costo; altri che impongono il regalino a Natale, al compleanno e all'anniversario come se fossero tasse e considerando un gelido egoista chi non rispetta questi diktat si separano.
Bisogna guardare in sé stessi, chiedersi cosa si desidera davvero, al di fuori delle mode e delle prescrizioni sociali, e cosa si è disposti a dare.
Se la confusione è troppa, qualche breve consultazione psicologica può essere una salvezza.
Auguri. Se le fa piacere, ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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