Convivenza
Buongiorno e grazie per il vostro tempo.
Sono una donna di 37 anni fidanzata da 4 con un suo coetaneo.
Vivo in una città e lui in un'altra a circa 35km di distanza.
Abbiamo entrambi avuto precedenti esperienze di convivenza andate male (lui una, io due).
Sono due anni che cerco con lui un confronto per cercare di capire se ci sia un interesse ed, eventualmente, la relativa logistica (dove vivere?) per una convivenza.
Lui quando può rifugge il confronto, dice che non ha voglia di parlarne ma che vuole stare con me (...), che le cose vengono da sole, che io mi faccio problemi che non esistono.
Davanti a questa situazione di indifferenza ad una tematica alla quale tengo, mi sento rifiutata, svilita.
L'unica volta che sono riuscita ad entrare nel tema mi ha detto che nella città in cui vivo io, lui che sarebbe l'unico dei due a poter chiedere un trasferimento, non ci vivrebbe non perché non gli piaccia ma perchè "se poi ci lasciamo non so se mi ritrasferiscono".
Io trovo assurdo affrontare così un rapporto da persone adulte.
Faccio presente che le chiavi di casa sua le ho chieste per un anno, per evitare di stare fuori ad aspettare quando faceva tardi a lavoro, faceva di tutto per non darmele per quanto io sia una persona estremamente riservata che mai è andata da lui senza avvisare.
un dettaglio forse da non sottovalutare è che casa sua dista 50m da quella dei genitori, dove a livello effettivo vive, in casa sua dorme e basta (pulizie, cibo, panni sporchi, fa tutto mamma).
Io con lui sto bene (per il tempo che stiamo insieme che si riduce al weekend e le vacanze) ma mi chiedo spesso se quello che sto facendo abbia senso per la mia vita, sono stanca di essere prima di tutto ignorata ed essere la fidanzatina del fine settimana a quest'età.
Mi ripropongo di lasciarlo ma non riesco.
Chiedo un vostro consulto, grazie.
Sono una donna di 37 anni fidanzata da 4 con un suo coetaneo.
Vivo in una città e lui in un'altra a circa 35km di distanza.
Abbiamo entrambi avuto precedenti esperienze di convivenza andate male (lui una, io due).
Sono due anni che cerco con lui un confronto per cercare di capire se ci sia un interesse ed, eventualmente, la relativa logistica (dove vivere?) per una convivenza.
Lui quando può rifugge il confronto, dice che non ha voglia di parlarne ma che vuole stare con me (...), che le cose vengono da sole, che io mi faccio problemi che non esistono.
Davanti a questa situazione di indifferenza ad una tematica alla quale tengo, mi sento rifiutata, svilita.
L'unica volta che sono riuscita ad entrare nel tema mi ha detto che nella città in cui vivo io, lui che sarebbe l'unico dei due a poter chiedere un trasferimento, non ci vivrebbe non perché non gli piaccia ma perchè "se poi ci lasciamo non so se mi ritrasferiscono".
Io trovo assurdo affrontare così un rapporto da persone adulte.
Faccio presente che le chiavi di casa sua le ho chieste per un anno, per evitare di stare fuori ad aspettare quando faceva tardi a lavoro, faceva di tutto per non darmele per quanto io sia una persona estremamente riservata che mai è andata da lui senza avvisare.
un dettaglio forse da non sottovalutare è che casa sua dista 50m da quella dei genitori, dove a livello effettivo vive, in casa sua dorme e basta (pulizie, cibo, panni sporchi, fa tutto mamma).
Io con lui sto bene (per il tempo che stiamo insieme che si riduce al weekend e le vacanze) ma mi chiedo spesso se quello che sto facendo abbia senso per la mia vita, sono stanca di essere prima di tutto ignorata ed essere la fidanzatina del fine settimana a quest'età.
Mi ripropongo di lasciarlo ma non riesco.
Chiedo un vostro consulto, grazie.
[#1]
Gentilissima,
dice "mi ripropongo di lasciarlo ma non riesco". Credo possa partire da qua: cosa la blocca? cosa teme?
Finché lei si adatta alla situazione, lui non avrà motivazione a fare cambiamenti... forse a lui va bene così. Ma a lei no "mi chiedo spesso se quello che sto facendo abbia senso per la mia vita, sono stanca di essere prima di tutto ignorata ed essere la fidanzatina del fine settimana a quest'età"; ed è questo da far valere, mettendo però in conto una possibile chiusura della relazione.
Accenna a due precedenti esperienze andate male: rifletta se ci sono punti in comune nella sua modalità relazionale (es. difficoltà ad affermare i suoi bisogni? adattarsi alle richieste dell'altro?); una riflessione che potrebbe aiutarla non solo in questo momento ma, piu' in generale, nella sua vita.
Un caro saluto
dice "mi ripropongo di lasciarlo ma non riesco". Credo possa partire da qua: cosa la blocca? cosa teme?
Finché lei si adatta alla situazione, lui non avrà motivazione a fare cambiamenti... forse a lui va bene così. Ma a lei no "mi chiedo spesso se quello che sto facendo abbia senso per la mia vita, sono stanca di essere prima di tutto ignorata ed essere la fidanzatina del fine settimana a quest'età"; ed è questo da far valere, mettendo però in conto una possibile chiusura della relazione.
Accenna a due precedenti esperienze andate male: rifletta se ci sono punti in comune nella sua modalità relazionale (es. difficoltà ad affermare i suoi bisogni? adattarsi alle richieste dell'altro?); una riflessione che potrebbe aiutarla non solo in questo momento ma, piu' in generale, nella sua vita.
Un caro saluto
Dr.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Psicoterapeuta
www.centropianetapsicologia.com
www.psicologasestosangiovanni.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 375 visite dal 19/09/2023.
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