Mio marito non sa più cosa prova e vuole lasciarmi
Buongiorno,
vi scrivo perché sto vivendo una situazione di profonda sofferenza e non so come affrontarla nel modo giusto.
Circa un mese fa, mio marito (37 anni), a seguito d'insistenza da parte mia per aver notato nell'ultimo periodo un certo distacco, confessa di essere stufo, confuso e di non sapere più se vuole stare con me.
Premetto che negli ultimi mesi abbiamo provato ad avere un bambino, nonostante lui non fosse molto concorde.
Purtroppo il bambino non è arrivato e io ho sofferto molto dopo ogni tentativo vano.
Mio marito aveva ammesso di provarci solo per la mia felicità.
Siamo sposati da 4 anni e siamo giunti al matrimonio in fretta, dopo solo due anni di fidanzamento e il nostro rapporto, dopo il matrimonio, è stato spesso scosso da forti litigi, dovuti alle famiglie rispettive (molto presenti e molto diverse tra loro) e alla mia gelosia, che spesso mi portava a non dargli spazio o a impedirgli di fare cose banali come un aperitivo con amici o una partita di beach volley in cui fossero presenti altre donne.
Lui sostiene ora che questi due elementi, litigi e gelosia, hanno progressivamente fatto venir meno l'amore che provava per me, fin quasi a cancellarlo.
Inizialmente mi ha chiesto tempo e silenzio per pensare, ma era palese che non volesse più condividere esperienze con me.
Al che ho iniziato a fargli domande, a chiedere conferme e qui le cose sono peggiorate: ha iniziato a non tornare a casa per cena, a passare i week-end da solo, tornando solo per dormire o per cena, sostenendo che io sia oppressiva.
Ora dice di essere certo di non provare più nulla per me.
Mi chiedo se sia davvero così o se forse non sia la rabbia a portarlo a sostenere di non voler più stare con me.
Io sono pronta a cambiare, a fidarmi e lasciargli libertà e a lasciar correre tante piccole cose che in passato ci hanno fatto discutere.
Lui però sostiene che le cose non cambieranno e che ora vuole solo stare solo e riprendere in mano la sua vita, perché in questi anni l'ho soffocato.
Cosa posso fare?
È corretto secondo voi provare a restargli accanto o sarebbe preferibile separarsi per un periodo?
La cosa che più mi spaventa è coinvolgere le famiglie, entrambe molto presenti e protettive.
D'altra parte un periodo di separazione non potrebbe essere nascosto.
Al momento stiamo vivendo in casa insieme.
Ci sono momenti in cui facciamo piccole cose insieme, ma sempre con una certa insofferenza da parte sua, che dopo un po' vuole stare da solo o uscire a fare un giro.
Come dovrei comportarmi secondo voi?
È davvero tutto finito o il silenzio e il tempo potrebbero aiutare?
Credo molto nel matrimonio e nella nostra unione e l'idea della separazione mi sconvolge, ma non vorrei continuare a vivere nell'illusione e nell'angoscia.
Vi ringrazio in anticipo per il tempo che mi dedicherete.
vi scrivo perché sto vivendo una situazione di profonda sofferenza e non so come affrontarla nel modo giusto.
Circa un mese fa, mio marito (37 anni), a seguito d'insistenza da parte mia per aver notato nell'ultimo periodo un certo distacco, confessa di essere stufo, confuso e di non sapere più se vuole stare con me.
Premetto che negli ultimi mesi abbiamo provato ad avere un bambino, nonostante lui non fosse molto concorde.
Purtroppo il bambino non è arrivato e io ho sofferto molto dopo ogni tentativo vano.
Mio marito aveva ammesso di provarci solo per la mia felicità.
Siamo sposati da 4 anni e siamo giunti al matrimonio in fretta, dopo solo due anni di fidanzamento e il nostro rapporto, dopo il matrimonio, è stato spesso scosso da forti litigi, dovuti alle famiglie rispettive (molto presenti e molto diverse tra loro) e alla mia gelosia, che spesso mi portava a non dargli spazio o a impedirgli di fare cose banali come un aperitivo con amici o una partita di beach volley in cui fossero presenti altre donne.
Lui sostiene ora che questi due elementi, litigi e gelosia, hanno progressivamente fatto venir meno l'amore che provava per me, fin quasi a cancellarlo.
Inizialmente mi ha chiesto tempo e silenzio per pensare, ma era palese che non volesse più condividere esperienze con me.
Al che ho iniziato a fargli domande, a chiedere conferme e qui le cose sono peggiorate: ha iniziato a non tornare a casa per cena, a passare i week-end da solo, tornando solo per dormire o per cena, sostenendo che io sia oppressiva.
Ora dice di essere certo di non provare più nulla per me.
Mi chiedo se sia davvero così o se forse non sia la rabbia a portarlo a sostenere di non voler più stare con me.
Io sono pronta a cambiare, a fidarmi e lasciargli libertà e a lasciar correre tante piccole cose che in passato ci hanno fatto discutere.
Lui però sostiene che le cose non cambieranno e che ora vuole solo stare solo e riprendere in mano la sua vita, perché in questi anni l'ho soffocato.
Cosa posso fare?
È corretto secondo voi provare a restargli accanto o sarebbe preferibile separarsi per un periodo?
La cosa che più mi spaventa è coinvolgere le famiglie, entrambe molto presenti e protettive.
D'altra parte un periodo di separazione non potrebbe essere nascosto.
Al momento stiamo vivendo in casa insieme.
Ci sono momenti in cui facciamo piccole cose insieme, ma sempre con una certa insofferenza da parte sua, che dopo un po' vuole stare da solo o uscire a fare un giro.
Come dovrei comportarmi secondo voi?
È davvero tutto finito o il silenzio e il tempo potrebbero aiutare?
Credo molto nel matrimonio e nella nostra unione e l'idea della separazione mi sconvolge, ma non vorrei continuare a vivere nell'illusione e nell'angoscia.
Vi ringrazio in anticipo per il tempo che mi dedicherete.
[#1]
Gentile utente,
lei si dichiara pronta a cambiare, ma forse dovreste essere entrambi a modificare il vostro modo di stare insieme:
litigi, coinvolgimento delle famiglie d'origine, desiderio unilaterale di un figlio, tutti elementi che hanno messo a dura prova la vostra relazione, soprattutto per quanto riguarda lui.
Prendersi un periodo di pausa senza un progetto non serve a nulla, perché non cambia le carte.
Avreste bisogno, a mio parere, di una terapia di coppia.
E non è un modo di dire, di noi psicolog*, che raccomandiamo a tutti una terapia; non è proprio così. Quando nella coppia si creano barriere comunicative o emotive, i due -che sono proprio loro la coppia che le hanno create- non sono in grado di sbrogliarle. Ma un espert* sì, perché è in grado di fare una diagnosi, suggerire i comportamenti migliorativi, di supportare il cambiamento con tutte le ovvie difficoltà che ciò comporta.
È in grado anche di individuare se si tratta di "rabbia", oppure di esaurimento dell'amore.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
lei si dichiara pronta a cambiare, ma forse dovreste essere entrambi a modificare il vostro modo di stare insieme:
litigi, coinvolgimento delle famiglie d'origine, desiderio unilaterale di un figlio, tutti elementi che hanno messo a dura prova la vostra relazione, soprattutto per quanto riguarda lui.
Prendersi un periodo di pausa senza un progetto non serve a nulla, perché non cambia le carte.
Avreste bisogno, a mio parere, di una terapia di coppia.
E non è un modo di dire, di noi psicolog*, che raccomandiamo a tutti una terapia; non è proprio così. Quando nella coppia si creano barriere comunicative o emotive, i due -che sono proprio loro la coppia che le hanno create- non sono in grado di sbrogliarle. Ma un espert* sì, perché è in grado di fare una diagnosi, suggerire i comportamenti migliorativi, di supportare il cambiamento con tutte le ovvie difficoltà che ciò comporta.
È in grado anche di individuare se si tratta di "rabbia", oppure di esaurimento dell'amore.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Gent.ma Dottoressa,
grazie per il prezioso consiglio.
Segnalo solo di aver già proposto a mio marito la possibilità di un percorso di coppia, ma lui sostiene dj non averne bisogno perché lui sa cosa prova e non necessita di qualcuno che gli dica come comportarsi. Sostiene che la sola cosa che può aiutarlo a riflettere, pur non avendo lui speranze di ritrovare il sentimento, sono la solitudine e il silenzio.
Proverò nuovamente a proporgli un percorso di terapia di coppia, benché sia molto fermo sulle sue convinzioni.
La ringrazio ancora
Saluti
grazie per il prezioso consiglio.
Segnalo solo di aver già proposto a mio marito la possibilità di un percorso di coppia, ma lui sostiene dj non averne bisogno perché lui sa cosa prova e non necessita di qualcuno che gli dica come comportarsi. Sostiene che la sola cosa che può aiutarlo a riflettere, pur non avendo lui speranze di ritrovare il sentimento, sono la solitudine e il silenzio.
Proverò nuovamente a proporgli un percorso di terapia di coppia, benché sia molto fermo sulle sue convinzioni.
La ringrazio ancora
Saluti
[#3]
Provi nuovamente, magari partendo da Suo bisogno, di Lei che ci scrive proprio per questo.
Saluti cordiali.
Dott. Brunailti
Saluti cordiali.
Dott. Brunailti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.3k visite dal 18/09/2023.
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