Fobia strana

Carissimi e stimati medici, sono Marco, ho 21 anni. Purtroppo da circa due anni soffro di una fobia strana di cui non riesco a capire la causa ed è causa di malessere e di tristezza. Ho paura di dormire in altri posti diversi da casa mia.. Può sembrare stupido ma l’idea mi atterrisce.. però sono stato fuori per gite o esperienze la scorsa estate e lo scorso ottobre e sono stato bene.. solo che ho questa paura forte che mi atterrisce che mi crea ansia e non capisco da dove nasce.. sono stato da una psicoterapeuta per diversi mesi e abbiamo capito che forse alla base c’è una iperprotezione della mia famiglia che si incontra con la mia fragilità e mi crea questi disagi.. però io ci sto davvero molto male!!vorrei fare tante cose perché ho un desiderio nel cuore che vorrei realizzare ma che mi porta ad allontanarmi da casa e dormire spesso in luoghi diversi e questo mi deprime molto e mi assale la tristezza.. prendo anche mezza eutimil dopo pranzo e mezza alprazolam 0,25 tre volte al dì. Non immaginate quanto combattimento c’è in me quando vorrei fare un fine settimana fuori da solo per rilassarmi un po’ ma questo mi blocca e allora rimando, rimando e rimando ancora e rimango sempre in questa sofferenza …Vi prego di aiutarmi a capire come posso superare questa forte fobia perché mi impedisce di realizzare il sogno della mia vita che porto nel cuore…aiutatemi a realizzarlo vi prego.
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Dr. Silvio Presta Psichiatra, Farmacologo 464
Gentile utente,
è possibile che lei soffra di un disturbo chiamato ansia di separazione. Si tratta di un diffuso disturbo d'ansia ad esordio infantile-adolescenziale, imparentato con il disturbo da attacchi di panico.
Le interpretazioni psicologiche che le sono state proposte sono banalità (moltissimi genitori sono iperprotettivi ma questo non necessariamente da luogo al disturbo; 'fragilità' non è un termine scientifico e non fornisce alcuna concreta indicazione diagnostica o terapeutica), perciò lasci perdere.
Inoltre, la sua terapia farmacologica è priva di senso, poichè lei assume l'Eutimil (farmaco peraltro non molto efficace sul suo disturbo) ad un dosaggio non terapeutico (la dose MINIMA efficace in senso generale è pari a 20 mg/die, cioè 1 cp/die) ed assume in modo continuativo l'alprazolam (che è una benzodiazepina, cioè una classe di ansiolitici in grado di indurre una sindrome da dipendenza proprio se assunti in modo continuativo), che non ha alcuna indicazione nel suo problema, ed infine anch'esso comunque a dosi 'omeopatiche'.
Le consiglio perciò di rivalutare tutto il quadro con uno specialista competente in clinica e farmacoterapia dei disturbi d'ansia e, se opportuno, intraprendere una reale percorso di psicoterapia ad indirizzo cognitivo-comportamentale, indicata per il suo problema.
Cari saluti
Silvio Presta

www.silvio-presta-psichiatra.tk

Silvio Presta

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
il collega Presta ben riassume la situazione clinica in cui lei si trova in questo momento.
Verosimilmente anche io deporrei a favore di una diagnosi di disturbo d'ansia, ma non mi spingo oltre, poichè per quanto mi riguarda fare diagnosi complete on-line senza di fronte il paziente è piuttosto complicato.

Dalle informazioni che lei ci riferisce probabilmente lei è in cura da una psicoterapeuta ad indirizzo "psicodinamico", che forse (e sottolineo) nel suo caso non è proprio indicato.

Se si trassasse infatti di un disturbo d'ansia con episodi di simil-panico, o comunque fobici, sarebbe davvero indicata una psicoterapia ad indirizzo cognitivo-comportamentale, che coniughi aspetti di esplorazione cognitiva (=idee, pensieri, emozioni) con tecniche di esposizione comportamentale alla situazione temuta.

Per curiosità lei potrebbe effetuare un solo colloquio presso uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale della sua zona di residenza (potrebbe consultare internet) e vedere che cosa ne esce, poi decidere.

Per quanto riguarda la farmacoterapia, concordo col dottor Presta sulla necessità di un reset presso uno psichiatra.

Cordialmente

Daniel Bulla
dbulla@libero.it
[#3]
Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicoterapeuta, Psicologo 648 21
Gentile Utente,
concordo pienamente con quanto affemato dai miei colleghi.
Anche io ritengo che possa trattarsi di un disturbo d'ansia e quindi di un problema risolvibile.
Credo che rivedere il piano di trattamento farmacologico cui è stato sottoposto e consultare uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale sia il primo passo da fare nella sua situazione.

Aggiungerei che la prognosi, vista la giovane età, dovrebbe essere favorevole anche in tempi brevi, ovviamente passando da alcuni sacrifici.

Cordialmente

Ilenia Sussarellu

i.sussarellu@libero.it

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

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Attivo dal 2007 al 2007
Ex utente
Pensate che la psicoanalisi per questo tipo di problemi non va bene? Io non me ne intendo quindi vi prego di aiutarmi
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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicoterapeuta, Psicologo 648 21
La psicanalisi nel suo caso va bene solo per quanto riguarda lo stabilire una relazione importante ed empatica con un professionista che possa essere di supporto.
Come le ha invece ricordato il Collega Bulla, servirebbero (condizionale d'obbligo) nel suo caso una serie di strategie comportamentali per aiutarla nella gestione quotidiana del sintomo d'ansia, strategie che a quanto sembra non le sono state fornite, vista la sua richiesta d'aiuto a noi (e oltretutto vedo che non è la prima volta)

Il consiglio rimane quello di provare almeno una volta ad effettuare un colloquio presso un collega esperto in terapia cognitivo-comportamentale

Cordialmente

Ilenia Sussarellu
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Dr.ssa Flavia Ilaria Passoni Psicologo, Psicoterapeuta 163 1
Gentile utente,
una terapia psicodinamica non è decisamente cosigliata per disturbi ansiosi (sprattutto per fobie sociali e specifiche o DAP ) meno che meno la psicoanalisi che giunge, nel migliore dei casi, solo ad un buon quadro psicodiagnostico. Ma oltre c'è tutto un lavoro da fare di ristrutturazione cognitiva, di recupero delle sue risorse e apprendimento di tecnche specifiche, se davvero si vuole giungere alla risoluzione del problema. Le terapie più efficaci in questo senso ( come posoono essere la cognitivo-comportamentale, la strategica o la neo-ericksoniana) si focalizzano proprio su questi aspetti considerando in misura decisamente minore l'individuazione dell'eziologia esatta del problema. Considerato che ha ottenuo scarsi se non nulli benefici da questo approccio e dalla farmacoterapia in corso è d'obbligo una revisione del percorso in atto.

Con i migliori auguri
F.i.Passoni
studiopsicologia@hotmail.it

F.I.Passoni
Dir. di SYNESIS, Centro di Consulenza Psicologica, Psicoterapia & Ipnosi Clinica

studiopsicologia@hotmail.it

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