Depressione e difficoltà a vivere
Buonasera.
Scrivo perché vorrei un consiglio su come procedere rispetto a dei miei vissuti depressivi, ormai costanti da anni e che probabilmente sono presenti in me sin dall'adolescenza.
Ho concluso un percorso terapeutico abbastanza lungo (5 anni) attraverso cui sono riuscita a superare tantissime difficoltà emotive e caratteriali; sono contenta del percorso, ma ad un certo punto ho dovuto concluderlo anche per difficoltà economiche.
Purtroppo ad oggi (a distanza di circa 3 anni), mi rendo conto che la mia tendenza alla depressione continua in maniera quasi inesorabile.
Per certi versi sento che fa parte di me come "stile" caratteriale, però talvolta penso che un aiuto farmacologico potrebbe aiutarmi a vivere meglio.
Infatti, nella vita di tutti i giorni mi sembra di non riuscire a fare una vita "normale": dalle cose banali (es fare pulizie in casa), alla cura di me (talvolta ai minimi sindacali) alla vita sociale (ridotta quasi a zero per la mia scarsissima voglia di uscire), mi sembra che se dall esterno sembra che "funziono" bene (vado a lavoro, non risulto triste), so che in realtà tanto bene non sto: qualche volta mi capita di pensare alla morte in maniera insistente (non a livello di suicidio, ma proprio come tema che si impadronisce di me nei momenti più bui), ho notevoli e quasi costanti difficoltà a fare qualsiasi cosa che non sia un obbligo (vado ogni giorno a lavoro, ma sono secoli che non ho la "forza" di uscire di casa per comprare delle scarpe nuove) e in generale sono stanca di sopportare questo mio stato emotivo.
Ciò che vi chiedo è: mi consigliate di andare da uno psichiatra per vedere se un aiuto farmacologico può sbloccare questa situazione (se dal punto di vista terapeutico comunque non funziona), oppure di fare una nuova psicoterapia sperando che funzioni su questo tema?
Ps.
Ho un po di "antipatie" all idea di andare da uno psichiatra, perché spero sempre di farcela senza farmaci.
Per cui il fatto che lo chiedo qui a psicologi forse già è perche preferirei non andare.
Però ecco: pensate che con i farmaci riuscirei a dare un po una svolta a questa situazione?
Scusate per la lunghezza.
Scrivo perché vorrei un consiglio su come procedere rispetto a dei miei vissuti depressivi, ormai costanti da anni e che probabilmente sono presenti in me sin dall'adolescenza.
Ho concluso un percorso terapeutico abbastanza lungo (5 anni) attraverso cui sono riuscita a superare tantissime difficoltà emotive e caratteriali; sono contenta del percorso, ma ad un certo punto ho dovuto concluderlo anche per difficoltà economiche.
Purtroppo ad oggi (a distanza di circa 3 anni), mi rendo conto che la mia tendenza alla depressione continua in maniera quasi inesorabile.
Per certi versi sento che fa parte di me come "stile" caratteriale, però talvolta penso che un aiuto farmacologico potrebbe aiutarmi a vivere meglio.
Infatti, nella vita di tutti i giorni mi sembra di non riuscire a fare una vita "normale": dalle cose banali (es fare pulizie in casa), alla cura di me (talvolta ai minimi sindacali) alla vita sociale (ridotta quasi a zero per la mia scarsissima voglia di uscire), mi sembra che se dall esterno sembra che "funziono" bene (vado a lavoro, non risulto triste), so che in realtà tanto bene non sto: qualche volta mi capita di pensare alla morte in maniera insistente (non a livello di suicidio, ma proprio come tema che si impadronisce di me nei momenti più bui), ho notevoli e quasi costanti difficoltà a fare qualsiasi cosa che non sia un obbligo (vado ogni giorno a lavoro, ma sono secoli che non ho la "forza" di uscire di casa per comprare delle scarpe nuove) e in generale sono stanca di sopportare questo mio stato emotivo.
Ciò che vi chiedo è: mi consigliate di andare da uno psichiatra per vedere se un aiuto farmacologico può sbloccare questa situazione (se dal punto di vista terapeutico comunque non funziona), oppure di fare una nuova psicoterapia sperando che funzioni su questo tema?
Ps.
Ho un po di "antipatie" all idea di andare da uno psichiatra, perché spero sempre di farcela senza farmaci.
Per cui il fatto che lo chiedo qui a psicologi forse già è perche preferirei non andare.
Però ecco: pensate che con i farmaci riuscirei a dare un po una svolta a questa situazione?
Scusate per la lunghezza.
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Buonasera,
La decisione di prendere farmaci è indipendente dalla sua scelta di guarire, nel senso che comunque permetterebbero solo di gestire meglio i sintomi. Il percorso psicologico già compiuto le permetterà di trarre in fretta il massimo beneficio dal nuovo percorso
La decisione di prendere farmaci è indipendente dalla sua scelta di guarire, nel senso che comunque permetterebbero solo di gestire meglio i sintomi. Il percorso psicologico già compiuto le permetterà di trarre in fretta il massimo beneficio dal nuovo percorso
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