Superare la fine di una relazione violenta

Salve,
Da un mese è finita la mia relazione, in modo improvviso.
C'erano già stati alti e bassi ed episodi di violenza (verbale e fisica) da parte di lui, ma io non sono mai stata "zitta".
Non ho mai provato gelosia quando usciva, anzi, ero io a dirgli di passare più tempo con amici e non stare al telefono con me quando era fuori.
Però non mi sono mai fidata, mi aveva detto bugie dall'inizio della relazione, mentiva su relazioni passaste (durata della relazione, ad esempio) e non ho mai capito il perché.
Io purtroppo gli ho guardato il telefono diverse volte; mi ha alzato le mani a causa delle liti che nascevano, perché ciò che trovavo non coincideva con le cose raccontate da lui in precedenza.
Il primo episodio di violenza fisica è accaduto dopo che era stato molto violento verbalmente, dicendomi una frase in particolare: "è la volta buona che ti tiro una testata".
A casa si è scusato, ma si è innervosito quando non ho voluto fare pace.
Quella volta non c'entrava la mia "gelosia".
Si era innervosito perché aveva pipì per strada e non gli andava bene nessun posto in cui lo portavo.
Lì è stata la prima volta che mi ha sbattuto al muro e sputato in faccia.
Però altre volte era molto premuroso con me.
Io ho sbagliato: l'ultima volta abbiamo litigato perché ho trovato dei commenti poco carini sul suo telefono, anche commenti su di me (erano frasi su di me dette ai suoi amici ad inizio frequentazione).
Si vantava di avermi già portato a letto, ovviamente non con queste parole.
Ho provato a non arrabbiarmi, ma non ce l'ho fatta.
Abbiamo iniziato a discutere, lui però rimaneva calmo.
Sono uscita per calmarmi, ma quando sono tornata ho iniziato di nuovo la discussione.
Purtroppo io dal nervoso e come a dire "preferisci persone più magre di me", ho aperto il frigo e ho lanciato del cibo a terra e un tomino l'ho sbriciolato su di lui, che era nel letto.
Da lì ha perso la pazienza e mi ha dato degli schiaffi in faccia e dei calci sulle cosce.
Mi ha lanciato sul letto e sputato in faccia.
Io ho reagito graffiandogli le braccia.
Ci eravamo fermati.
Ma poi ha preso il mio telefono e ha letto dei messaggi di un tipo che lavora al cud.
Io, per ferirlo, gli avevo detto che come lui faceva cose innocue sui social, allora anche io potevo fare lo stesso.
Così ha letto i messaggi, veramente senza malizia, si parlava anche del 730, ma ormai gli avevo messo la pulce nell'orecchio.
Ha perso la pazienza di nuovo e mi ha dato delle cuscinate in faccia, poi mi ha lanciato sul letto ed è salito sulla mia schiena dandomi dei piccoli calci.
Poi, lanciandomi il telefono in faccia, mi ha rotto una palpebra e un dente.
Il fatto è che io penso di aver comunque sbagliato tutto.
Non dovevo dubitare di lui, alla fine c'erano un sacco di momenti belli.
Si, a volte si arrabbiava per cose futili, ma forse è solo carattere.
Forse è il mio carattere il vero problema, perché con le sue ex non credo abbia mai avuto questi problemi.

Grazie.
[#1]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 374 4
Buon pomeriggio,


Ho notato che non ha espresso una vera e propria richiesta nei nostri confronti

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[#2]
Utente
Utente
Buonasera,
Il problema è che non so come uscirne. Al momento mi sembra che sia tutta colpa mia, che il mio carattere lo abbia esasperato. Non faccio più nulla. Vado al lavoro, torno a casa, non mangio un granché. Sto trascurando casa da un mese. Non so da dove iniziare per "guarire".
Sto andando in un centro antiviolenza, però mi sembra di non fare nessun passo avanti.
[#3]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 374 4
Nuovamente: ha parlato di non sapere come uscirne senza riferimento al qualcosa da cui vorrebbe uscire; non credo sia un caso sicché le chiedo cosa pensa sia il suo problema e quale parte della sua vita vorrebbe venisse interessata da un cambiamento

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[#4]
Utente
Utente
Vorrei uscire da questa dipendenza affettiva. Ma non so da dove partire. Penso sia colpa mia quello che è successo.Ora, dopo un mese, continuo a piangere, non mangiare, uscire pochissimo...
Voglio uscire da questo vortice, da questa dipendenza.
[#5]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 374 4
È un problema complesso che richiede più attenzione di quanta potremmo darne qui online, dovrà affrontare un percorso psicologico adeguato

Affrontare una simile situazione richiederà anche un aiuto esterno alla terapia in quanto la situazione in cui verte comprende suo marito, ovvero non potrà immaginare questo percorso aspettandosi realisticamente che ne avrà la possibilità senza che il suo presente non interferisca; mantenga i rapporti con il centro antiviolenza per avere supporto anche da questo punto di vista

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[#6]
Utente
Utente
Buonasera,
Non è mio marito, non stiamo più insieme da un mese.
Mi sembra che qualsiasi cosa io faccia, non ci sia una reale via d'uscita.
[#7]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 374 4
Si è dunque separata ed è andata in un centro anti-violenza?

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[#8]
Utente
Utente
Lui abitava da me, quindi è andato via. Una mia amica ha chiamato la polizia, la quale mi ha dato dei numeri di alcuni centri antiviolenza. Una volta a settimana vado al centro per parlare con un'operatrice.
[#9]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 374 4
Perché sente che non c'è via di uscita?

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[#10]
Utente
Utente
Perché è più di un mese che penso alle stesse cose. Alla litigata, alle frasi dette. Oltre al lavoro, non faccio nulla di che, esco pochissimo, trascuro la casa.
Mi annienta il fatto che non so con chi sia stata per un anno. Una persona a volte gentile, altre volte rabbiosa.
[#11]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 374 4
Cominci a mettere in dubbio queste sue sensazioni: l'ambivalenza che la lega a quest'uomo deriva dal profondo; le consiglio nuovamente un percorso presso uno Psicologo per comprendere meglio la natura di questo suo annientamento

In altre parole la dipendenza affettiva che indica la riporterà sempre da lui o non l'avrebbe lei stessa chiamata "dipendenza", e per cambiare le cose dovrà porre in frustrazione questo suo atteggiamento, ovvero cominciare a pensare ed agire diversamente

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