Che cosa ho che non va?
Salve allora per farvi capire meglio il mio disagio, vi dico già da subito che ormai è da molto tempo che sono infelice, credo che siano passati 13 anni dall'ultima volta che ho sorriso.
Questa cosa è molto grave perché non sono mai stato allegro, persino il mio tono di voce è cambiato, è più fiacco e moscio come se fossi andato ad un funerale.
Vabbè chiarito questo, allora io ho lavorato ad un lavoro che un sociofobico come me non potrebbe mai fare, ho lavorato in un centro estivo per bambini.
Nonostante il mio stato di tristezza, qualche bambino ha preso comunque confidenza con me, soprattutto delle bambine vicino casa.
Con loro, facevo sempre un sorriso forzato con il labbro che mi tremava, per via che non sono abituato a sorridere però ho fatto parecchie cose con loro, ho giocato a nascondino, acchiapparello, sul trampolino e a pallavolo.
Non solo con queste bambine ma anche con qualche altro bambino in più, tipo il loro fratello, la loro cuginetta e due gemelli di un altro paese, ho fatto sempre queste cose, acchiapparello etc... adesso che non lavoro più, non potrò più vederli e a pensare che ci sono ancora qualche mio ex collega che invece potrà ancora lavorare con quei bambini mi viene tipo una specie di invidia.
Ogni tanto quando vado a fare qualche servizio li rivedo pure, però a ripensare all'anno scorso quando stavo con loro mi viene tipo un senso nostalgico depressivo.
Io voglio capire, sono un depravato?
Oppure è perché io in mancanza di affetto per tutti questi anni mi sono sentito bene perché qualcuno si è affezionato a me?
Cosa ho che non va?
Ditemelo per piacere voglio schiarirmi le idee
Questa cosa è molto grave perché non sono mai stato allegro, persino il mio tono di voce è cambiato, è più fiacco e moscio come se fossi andato ad un funerale.
Vabbè chiarito questo, allora io ho lavorato ad un lavoro che un sociofobico come me non potrebbe mai fare, ho lavorato in un centro estivo per bambini.
Nonostante il mio stato di tristezza, qualche bambino ha preso comunque confidenza con me, soprattutto delle bambine vicino casa.
Con loro, facevo sempre un sorriso forzato con il labbro che mi tremava, per via che non sono abituato a sorridere però ho fatto parecchie cose con loro, ho giocato a nascondino, acchiapparello, sul trampolino e a pallavolo.
Non solo con queste bambine ma anche con qualche altro bambino in più, tipo il loro fratello, la loro cuginetta e due gemelli di un altro paese, ho fatto sempre queste cose, acchiapparello etc... adesso che non lavoro più, non potrò più vederli e a pensare che ci sono ancora qualche mio ex collega che invece potrà ancora lavorare con quei bambini mi viene tipo una specie di invidia.
Ogni tanto quando vado a fare qualche servizio li rivedo pure, però a ripensare all'anno scorso quando stavo con loro mi viene tipo un senso nostalgico depressivo.
Io voglio capire, sono un depravato?
Oppure è perché io in mancanza di affetto per tutti questi anni mi sono sentito bene perché qualcuno si è affezionato a me?
Cosa ho che non va?
Ditemelo per piacere voglio schiarirmi le idee
[#1]
Gentile utente,
A fronte del suo affezionarsi a bambini e bambine, si chiede:
".. sono un depravato?
Oppure è perché io in mancanza di affetto per tutti questi anni mi sono sentito bene perché qualcuno si è affezionato a me?"
Immagino che con il termine di "depravato" intenda definire chi soffre del disturbo pedofilico; corretto?
Inoltre lei si descrive con il termine "sociofobico", che accenna ad una vera e propria patologia. A questo riguardo, ha ricevuto una diagnosi specialistica?
E poi ci pone una domanda:
"Cosa ho che non va?"
La risposta presuppone una diagnosi puntuale e precisa, possibile però solo e unicamente in presenza. Ha già percorso questo tratto di strada? Con quale esito?
In tutti questi anni come e in quale/i modo/i è stato curato?
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
A fronte del suo affezionarsi a bambini e bambine, si chiede:
".. sono un depravato?
Oppure è perché io in mancanza di affetto per tutti questi anni mi sono sentito bene perché qualcuno si è affezionato a me?"
Immagino che con il termine di "depravato" intenda definire chi soffre del disturbo pedofilico; corretto?
Inoltre lei si descrive con il termine "sociofobico", che accenna ad una vera e propria patologia. A questo riguardo, ha ricevuto una diagnosi specialistica?
E poi ci pone una domanda:
"Cosa ho che non va?"
La risposta presuppone una diagnosi puntuale e precisa, possibile però solo e unicamente in presenza. Ha già percorso questo tratto di strada? Con quale esito?
In tutti questi anni come e in quale/i modo/i è stato curato?
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
No non ho seguito alcun tipo di cura. Con il termine depravato intendo dire che non vorrei che questo "attaccamento"che ho avuto, sia dovuto dal fatto che ho qualche rotella fuori posto se avete capito cosa intendo. Con il termine sociofobico mi riferisco al fatto che non riesco a stare a contatto con le persone ma per un motivo particolare, diciamo che io preferisco allontanarmi perché non voglio farmi giudicare male per via della mia tristezza evidente. Come i sociofobici che non voglio stare a contatto sociale io ho una ragione specifica ma non è questo il punto. Voglio sapere ma questa specie di angoscia che provo è dovuta dal fatto che sono triste? E che sono privo di affetto? Siccome le.ho detto che è da più di 13 anni che mi sento così. Il fatto che i bambini mi saltavano addosso, mi tiravano le braccia per giocare e a me faceva stare bene è dovuto da questo? Oppure perché semplicemente sono un ritardato maniaco pazzoide?
[#3]
Gentile utente,
attraverso un breve consulto online non si può dare certo risposte alle sue domande.
Però meraviglia che è da più di 13 anni che Lei si sente male, eppure non ha mai chiesto aiuto; a che cosa lo attribuisce?
E poi, quale è stata la molla che L'ha spinta a cercare lavoro in un "centro estivo per bambini"?
Dott. Brunialti
attraverso un breve consulto online non si può dare certo risposte alle sue domande.
Però meraviglia che è da più di 13 anni che Lei si sente male, eppure non ha mai chiesto aiuto; a che cosa lo attribuisce?
E poi, quale è stata la molla che L'ha spinta a cercare lavoro in un "centro estivo per bambini"?
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#5]
Gentile utente,
Proprio ora pensa al suicidio? proprio ora che si è reso conto che a certe condizioni Lei potrebbe "stare bene"?
Dispiace molto delle Sue parole, anche perchè i Suoi disagi possono essere sicuramente alleviati e forse anche risolti.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Proprio ora pensa al suicidio? proprio ora che si è reso conto che a certe condizioni Lei potrebbe "stare bene"?
Dispiace molto delle Sue parole, anche perchè i Suoi disagi possono essere sicuramente alleviati e forse anche risolti.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#6]
Utente
Veramente non proprio ora, mi scuso per le mie parole infatti ho riaperto questo sito solo perché volevo cacellare lo scorso messaggio. Io volevo solo una breve opinione, non un analisi profonda da psicologo, ma in un certo caso neanche serve. Io non mi sento un maniaco, depravato, stalker , almeno non ancora quindi per il fatto che io mi sentivo bene con loro è dovuto che non ho mai provato nulla del genere. Apparte l'affetto materno, nessuno all'infuori di mia madre si era rivolto a me, anche semplicemente per giocare, mi sono sentito una persona rilevante, essendo pure che nel mio paese vengo considerato uno spettro, uno che non esiste. Ripensando che non lo vedrò più, e che sono geloso di quello che ancora lavorano, è dovuto proprio a questo, non sperimenterò più quella sensazione, ritorno allo stato primario. Non so perchè volevo un opinione se in fin dei conti già so il motivo ma comunque grazie di aver speso tempo per uno come me.
[#7]
Gentile utente,
quella "breve opinione" che Lei auspicava ricevere da noi, non sarebbe affatto professionale sulla base unicamente dei pochissimi elementi che possediamo. Era questo il motivo per il quale La indirizzavo ad una consulenza in presenza, dispiaciuta di cuore del Suo mal-vivere; e più ancora in quanto tale situazione sarebbe probabilmente migliorabile.
Riguardo alla esperienza con i bambini e le bambine,
essa Le ha detto una cosa importantissima dal mio punto di vista:
che un briciolo di gioia c'è ancora nel suo animo, sia pure rincantucciata, (la gioia), impaurita, timorosa di dover ancora e nuovamente soffrire; eppure viva, pronta ad uscire pur "..con il labbro che mi tremava..".
Perchè non dare credito al movimento interiore che l'esperienza del centro estivo ha messo in atto dentro di Lei?
Capisco che non sia facile prendere il cell. per chiedere un appuntamento in presenza, eppure quella piccola e impaurita gioia che Lei ha provato suo magrado (e forse anche con stupore), è proprio essa a chiederglielo. E' rimasta fin troppo chiusa nel ripostiglio. E non merita che Lei butti la chiave.
Dott. Brunialti
quella "breve opinione" che Lei auspicava ricevere da noi, non sarebbe affatto professionale sulla base unicamente dei pochissimi elementi che possediamo. Era questo il motivo per il quale La indirizzavo ad una consulenza in presenza, dispiaciuta di cuore del Suo mal-vivere; e più ancora in quanto tale situazione sarebbe probabilmente migliorabile.
Riguardo alla esperienza con i bambini e le bambine,
essa Le ha detto una cosa importantissima dal mio punto di vista:
che un briciolo di gioia c'è ancora nel suo animo, sia pure rincantucciata, (la gioia), impaurita, timorosa di dover ancora e nuovamente soffrire; eppure viva, pronta ad uscire pur "..con il labbro che mi tremava..".
Perchè non dare credito al movimento interiore che l'esperienza del centro estivo ha messo in atto dentro di Lei?
Capisco che non sia facile prendere il cell. per chiedere un appuntamento in presenza, eppure quella piccola e impaurita gioia che Lei ha provato suo magrado (e forse anche con stupore), è proprio essa a chiederglielo. E' rimasta fin troppo chiusa nel ripostiglio. E non merita che Lei butti la chiave.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.2k visite dal 13/09/2023.
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