Non so più cosa fare

Salve a tutti.

Vi scrivo perchè come da titolo, io non so più cosa fare nè come comportarmi.
Ho 38 anni, sono/ero fidanzata con un ragazzo di 41, che non era della mia regione e che per vivere vicino, ha deciso di trasferirsi qui, anche perchè la nostra relazione è sempre stata altalenante data la distanza e i litigi e non era più sostenibile.

Voglio precisare che prima che venisse a vivere nella mia città, son andata io da lui, ma è finita malissimo tra litigi, lui che è sempre depresso già da prima di stare con me e alla fine, dato che vivevamo a casa di sua madre momentaneamente e continuavamo a litigare, ma senza fare scenate eccessive, son stata sbattuta fuori di casa con molta educazione, quando magari chiederlo avrebbe sortito lo stesso effetto, ma senza calpestare nessuno, dato che mi son sentita così.

Tornata nella mia città, ho cercato di riprendermi, sono una persona perbene e ho avuto serie difficoltà a recuperare l'autostima e mi sentivo davvero depressa per l'umiliazione ricevuta.
Dopo un mese da quella vicenda, dove lui si era anche gentilmente prodigato ad accompagnarmi in stazione perchè non sapeva dove farmi stare lì nel suo paese, eccolo che si ripresenta piangendo e dicendo che gli manco e non riesce a stare senza di me.
Decido di riaccettarlo, con la condizione che stavolta sarebbe venuto lui a vivere nella mia città, perchè non mi fidavo più, anche se ancora gli volevo bene.

Ora vive qui da due anni, in una stanza in affitto nella quale io ho fatto avanti e indietro tra casa dei miei e lì, per aiutarlo e facilitargli la vita e ha trovato un buon posto di lavoro.
Il problema è che poco dopo esser venuto qui, ho scoperto delle altre bugie che seppur non gravi, hanno ulteriormente minato la fiducia che già avevo perso dopo la storia del treno.
Da allora un continuo litigio perchè lui non ha mai cercato di riacquistare la fiducia persa, sa solo lamentarsi che viene criticato ed è stanco di sentirsi in "difetto" verso di me, il tutto accompagnato da pianti continui.
Alla fine ho avuto il coraggio di lasciarlo perchè ormai non ci comportavamo neanche più da fidanzati, non avevamo nemmeno più rapporti da 9 mesi e lui ha colto la palla in balzo per dirmi che non eravamo compatibili e quindi è meglio così, che non deve cambiare solo lui, ma anche io, che non devo sgridarlo sempre.
Il problema è che lui vuole continuare a vedermi e sentirmi da amici, cosa che io non voglio, ma purtroppo mi sento costretta perchè gli voglio sicuramente bene, ma sono altrettanto dispiaciuta che sia qui senza nemmeno un parente e non riesco ad allontanarmi da questa cosa.
Gli ho detto più volte che se ci teneva davvero, avremmo potuto provare a vedere di risolvere qualcosa, ma la sua risposta è sempre che le cose non andavano bene, quindi è inutile fare qualsiasi cosa.
Sta andando da uno psicologo, ma alla fine non aiuterà a risolvere la nostra situazione credo... Io non so cosa fare, non riesco ad essere così menefreghista...
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 374 4
Buon pomeriggio,


Ha quantomeno una visione ambivalente di quest'uomo, proviamo a chiarire: cosa c'è di positivo in lui? Cosa di negativo?

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[#2]
Utente
Utente

Salve dottore.

Allora io ho già stilato un elenco dei pro e dei contro di questa persona.

Purtroppo di pro, c'è solo il fatto che io comunque gli voglio bene, non riesco a capire neanche più in che modo perchè ne ho perso la fiducia per ciò che ho raccontato prima, ma anche per il fatto che trovo che sia una persona con poco carattere e quindi mi viene a mancare la stima. Quando l'ho conosciuto, lui sembrava la persona perfetta, ha attuato una sorta di love bombing, con regali, parole sdolcinate, presenza costante e bombardamento di complimenti come non li avevo mai ricevuti in vita mia.

Diciamo che in questi 3 anni ho studiato un pò e sono giunta alla conclusione che possa essere un narcisista covert. Ha gli stessi atteggiamenti, sempre depresso, non vuole essere criticato, non è empatico, molto vittima quando gli si sbattono le cose in faccia, anche in malo modo devo dire perchè ad un certo punto ho iniziato a scocciarmi e a trattarlo davvero male perchè mi sentivo ferita. E' la classica persona che non sa prendere decisioni, dice di essere dipendente affettivo e ha la paura dell'abbandono, quindi se non lo avessi lasciato, avrebbe continuato a star con me, anche se non mi faceva più nemmeno una carezza.

Se lo insulti, alza i muri, si distacca e se provi a dirgli che sei stanca e vuoi andartene, che non ne puoi più, inizia a piangere perchè sostiene di tenerci e di non riuscire a lasciar andare le persone. Ha preso la palla al balzo quando son stata io a lasciarlo, non lo avrebbe fatto altrimenti, ma comunque continua a comportarsi come gli ultimi 9 mesi nei quali siamo stati insieme. Mi manda messaggi tutto il giorno, ci vediamo per un caffè quasi ogni giorno dopo il lavoro, poi torna a casa a giocare alla playstation..

Mi sento una stupida perchè so che anche se non è una cattiva persona, non ha nulla che attualmente mi faccia pensare che possa essere la persona giusta.. Forse come ho sempre pensato, sono aggrappata al ricordo di come l'ho conosciuto e non di come effettivamente è.

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Utente
Utente
Voglio aggiungere un'ultima cosa allo sproloquio che ho scritto.. Io per mesi l'ho minacciato di lasciarlo, sperando in una reazione che non c'è mai stata, perchè a detta sua, stava solo aspettando il momento in cui lo avrei abbandonato.. Non riesco a ragionare in modi così illogici, io penso che se una persona ci tiene e sente dirsi che le cose non vanno bene e se continua così viene lasciato, magari cerca di risolverle le discussioni in qualche modo, perchè noi per 3 anni abbiamo discusso sempre per le solite cose, non c'è stato mai verso di risolverle perchè lui oltre a chiedere scusa, con i fatti, non ha fatto nulla se non venire qui, per poi continuare a mentirmi, sapendo che a me ferisce molto la bugia, perchè mi porta a non potermi fidare più delle persone.
Io sono bloccata in questa situazione, ma non perchè sia lui a chidermelo, lui piange e basta quando apro l'argomento, ma sono io che non riesco ad abbandonare una persona che vedo così debole, apatica, molto introversa e soprattutto non è di qua. Ho provato a dirgli di tornarsene al suo paese, ma non c'è verso suppongo per il lavoro a questo punto.. Ma ciò avrebbe reso tutto più facile perchè io mi sento come responsabile e non riesco ad andare avanti nella mia vita, non esco, non incontro nessuno, sono semplicemente chiusa in questa situazione che non so come sbrogliare ed è questo il motivo che mi ha spinto a contattarvi, non so che fare e ho davvero bisogno di aiuto... Grazie....
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 374 4
Per quanto possa sembrare contro-intuitivo, questa figura deve avere per lei un qualcosa di positivo perché altrimenti lo avrebbe rigettato; questo "positivo" non va inteso in senso comune bensì in merito alla sua persona, in merito al perché il suo apparato psichico ha deciso che questa figura stia servendo e dunque percepisce come una minaccia la definitiva separazione

Sapendo che non è la stima a legarla provi a guardare a qualcos'altro: cosa la lega a lui? Proviamo da un altro punto di vista altrimenti: qual è il punto della questione se lui torna al suo Paese?

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Utente
Utente
Dottore ciò che mi lega al lui, è il fatto che gli voglio comunque bene, ma mi rendo conto che la situazione è complessa da gestire. Come le ho detto prima, forse sono legata principalmente alla persona che è stata con me inizialmente, per circa 2 mesi e mi vengono i dubbi che forse è colpa mia se non lo è stato più, dato che lui stesso ha scaricato più volte su di me il suo cambio di atteggiamento. Ho come un conflitto interiore, perchè non son stata una cattiva persona, semplicemente ho un modo di reagire alla disonestà aggressivo, ma lui sapeva dal principio che preferivo brutte verità che bugie impacchettate. Ho fatica a credere che possa essere stato il mio arrabbiarmi di fronte alle sue bugie a fargli cambiare atteggiamento, non riesco a crederci, la vedo più come una scusa sinceramente, anche perchè non glielo aveva ordinato il dottore di mentire, sapendo che era una cosa che mi feriva parecchio. Per quanto riguarda il tornare nel suo paese, è come se fosse una soluzione drastica per chiudere questo ciclo dato che lui continua a volermi vedere e sentire e io comunque ho fatica a dover chiudere ogni legame, ci ho provato, ma i sensi di colpa mi divorano...
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 374 4
Parla di senso di colpa, sembra che la leghi a lui una sorta di rimorso, anzitutto, e relativa rivalsa. Per comprendere meglio queste dinamiche una buona idea è un percorso psicologico, anche online, che permetta di arrivare nel profondo; quando sarà più chiaro il senso di questa sofferenza, sarà più chiaro anche cosa fare

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Utente
Utente
Dottore questo ragazzo si era trasferito nella mia città per me, lui abitava a 800 km di distanza, diciamo che non è dietro l'angolo. Ho sensi di colpa perchè qui ha solo me. Non ha amici, non ha parenti, non ha niente se non me. Sicuramente valuterò un percorso psicologico, perchè ritengo di averne bisogno (sennò non avrei mai scritto qui), ma penso sia anche normale preoccuparsi per chi si vuole bene e si vede debole psicologicamente.
Lui sta già andando da uno psicologo (consigliato ripetutamente da me), però si vede che non sta bene psicologicamente. Io non ho rimorsi verso di lui, ciò che mi lega è semplicemente l'affetto in primis e il vedere una persona così inerme e tormentata, che ho fatica ad abbandonare e mi rendo conto che questa situazione mi sta impedendo di vivere la mia vita. Io non voglio far del male a nessuno, il problema è che me ne sto facendo io perchè ho fatica a passare dallo stare insieme all'essere "amici" dal giorno alla notte.
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 374 4
Il punto è che la situazione ha superato la sua soglia di tollerabilità e quindi le sta impedendo di vivere serenamente; le consiglio di prendere in questo momento le distanze da una valutazione che potrebbe essere morale o sociale della faccenda al fine di concentrarsi su cosa si è scatenato nella sua mente nello specifico. In Psicologia non è raro partire da qui ed arrivare da tutt'altra parte non appena si comincia la lavorare nel profondo della persona

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