Lui lavora e studia e io mi sento un po’ persa

Buongiorno,
Sono fidanzata con il mio ragazzo da 7 anni e da circa un anno conviviamo.
Abbiamo entrambi 25 anni.
Abbiamo sempre condiviso tutto insieme, viaggi, vacanze, scuola, università.
Da maggio di quest’anno lui ha deciso di intraprendere insieme al percorso universitario anche quello lavorativo.
Da maggio ha cominciato a lavorare tutti i giorni dalle 9 alle 19 e la sera quando tornava a casa studiava per gli esami.
Dopo 2 settimane che è andato a lavorare ho cominciato a soffrire di ansia, mi sentivo persa senza di lui.
Sono entrata in depressione, mi sentivo complemente spostata dal mio centro e dalla mia vita.
Parallelamente molti miei colleghi e amici sono partiti per l’erasmus e io mi sono ritrovata a passare molto tempo in casa da sola.
Così ho deciso di tornare dai miei per l’estate.
Il mio stato psicologico è migliorato nonostante io senta comunque ancora ansia che si è trasformata in un’ansia generalizzata.
Ora che devo tornare mi fa molta paura pensare di tornare alla situazione di prima.
Io lo amo ma le cose da quando lavora sono cambiate, mi sono sentita totalmente abbandonata e il suo lavoro ho cominciato ad odiarlo.

Cosa posso fare?
Non è giusto fargli pesare questa situazione perché devo lasciarlo libero di realizzarsi ma parallelamente questa situazione mi ha gettato nello sconforto più assoluto
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

la situazione di cui si parla non è nuova: ben 6 (sei) anni fa, nel primo dei suoi consulti qui, lei ci diceva:
"Negli ultimi 5 mesi però ho cominciato ad avvertire come la fobia di perderlo e di perdere questa serenità che lui mi aveva dato". Aggiungendo che forse si trattava di una dipendenza.

Nel Consulto di due mesi fa, il CollegaLe rispondeva di parlarne con la sua terapeuta, con questa frase:
".. Ne deve parlare con la sua terapeuta, a questo serve pagare per andare in terapia."
Lo ha poi fatto?

Saluti cordiali.
dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 374 4
Buon pomeriggio,


Dai precedenti consulti si è confrontata con colleghi che hanno parlato di disturbi d'ansia; quel che le succede oggi potrebbe aver superato la sua soglia di tollerabilità per via di problemi precedenti, per cui soluzioni percorribili oggi le sono precluse da appunto questioni passate che il suo presente ha solo esacerbato, riportato a galla diciamo

Non potrebbe mai arrivare da noi un consiglio relativo al mantenere o meno questa relazione, è una sua scelta e tale rimarrà; le faccio notare piuttosto che ha percepito una perdita e può essere utile capire meglio cosa effettivamente sente di aver perduto. Cosa le viene in mente?

Psicologo Online/Presenza
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[#3]
Utente
Utente
Buongiorno ringrazio per le risposte. Si mi sono recata da una terapeuta e tuttora sono seguita. Il mio percorso di terapia è molto difficile in quanto i miei pensieri sono un fiume in piena’ e abbracciano tantissimi ambiti. come ricordava la dottoressa Brunialti ben 6 anni fa presentavo un problema rispetto alla paura di perderlo, ad oggi presento invece un grande tumulto scaturito dalla sua mancanza che mi ha fatto arrivare addirittura a manifestare un DOC da relazione con pensieri ossessivi del tipo lo amo o non lo amo?’ Che sono assurdi rispetto a quelli che avevi sei anni fa e rispetto alla mia totale dipendenza da lui. Scrivo qui per provare a fare chiarezza anche nel momento in cui esprimo i miei pensieri alla psicologa. Come è possibile che il suo andare a lavorare abbia scaturito tutto questo tumulto psicologico in me?
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

perché scrivendo qui desidera ".. provare a fare chiarezza anche nel momento in cui esprimo i miei pensieri alla psicologa "? Perché non mostrare alla Sua psicologa quella matassa ingarbugliata che talvolta sentiamo dentro, e portarle unicamente il gomitolo già riavvolto?
E' (anche) questo che serve in una psicoterapia: far diventare la propria Psy punto di riferimento che non prevede interventi di esterni; essi peraltro indeboliscono la relazione terapeutica e possono distrarre dal filone di ricerca che si sta costruendo insieme.

Con questi ulteriori chiarimenti auspico di essere risultata chiara.

Si consiglia di far leggere alla propria Psy questo scambio.
Se invece si provassero resistenze nel farlo, ci si chieda il perché,
e il motivo per cui lo si vuole tenere segreto nei confronti della curante verso la quale non dovrebbero esserci segreti.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 374 4
Sono d'accordo con la collega: i suoi contenuti sono sintomi, riportarli a noi anziché alla sua psicologa curante è pari ad avere un problema al cuore e riportare al proprio cardiologo metà dei sintomi e l'altra metà in chat anonima sul web

Se il suo interesse è invece di avere un secondo parere sulle sue condizioni, può provare a svolgere visite quantomeno neurologiche ed endocrinologiche al fine di verificare se parte dei suoi sintomi sono secondari ad altra condizione medica, ed eventualmente cambiare terapeuta per avere una ulteriore diagnosi ma sempre a patto che vi si rechi di persona, perché qui non potremmo darle l'attenzione necessaria per un quadro, peraltro, molto complesso

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