Come poter tornare a vivere il nostro amore?
Buongiorno.
Da due mesi ho intrapreso una relazione con un ragazzo della mia età che si era separato da 2 mesi.
Io ho concluso la mia relazione di 5 anni con convivenza per lui.
È stato tutto bellissimo, io andavo cauta e chiedevo di andare con calma, ma lui era frettoloso e mi ha detto di amarmi più e più volte.
Entrambi avevamo la sensazione di aver trovato la persona giusta, ci capiamo alla perfezione sotto ogni punto di vista, siamo simili in tutto.
Da due giorni lui ha avuto un attacco di panico e ha voluto isolarsi da me perché dice che si sente male dentro, che non sta bene con se stesso, che il problema non sono io ma che non sta bene.
Ho una grandissima paura di perderlo, anche perché abbiamo fatto molte volte l'amore, abbiamo dormito 2 volte insieme, siamo stati bene e facevamo progetti (campati in aria, ma di come ci sarebbe piaciuto vivere il futuro).
Adesso lui dice che vorrebbe scappare via da tutti, anche dai suoi famigliari, su una montagna e isolarsi.
Il motivo da cui è scaturito tutto è che lui ha scoperto delle infedeltà della moglie con persone di sua conoscenza.
Io ci ho messo davvero tutto il mio sentimento, mi sono sentita legata, e in questi giorni anche pronta ad avere una relazione, come lui diceva da settimane.
Adesso riprenderà il percorso psicologico che stava facendo fino a 2 mesi fa, ma ho molta paura di perderlo.
Dal vivere le giornate in sintonia siamo passati al non sentirci più.
Ho paura, come posso muovermi nei suoi confronti?
Tornerà da me?
Da due mesi ho intrapreso una relazione con un ragazzo della mia età che si era separato da 2 mesi.
Io ho concluso la mia relazione di 5 anni con convivenza per lui.
È stato tutto bellissimo, io andavo cauta e chiedevo di andare con calma, ma lui era frettoloso e mi ha detto di amarmi più e più volte.
Entrambi avevamo la sensazione di aver trovato la persona giusta, ci capiamo alla perfezione sotto ogni punto di vista, siamo simili in tutto.
Da due giorni lui ha avuto un attacco di panico e ha voluto isolarsi da me perché dice che si sente male dentro, che non sta bene con se stesso, che il problema non sono io ma che non sta bene.
Ho una grandissima paura di perderlo, anche perché abbiamo fatto molte volte l'amore, abbiamo dormito 2 volte insieme, siamo stati bene e facevamo progetti (campati in aria, ma di come ci sarebbe piaciuto vivere il futuro).
Adesso lui dice che vorrebbe scappare via da tutti, anche dai suoi famigliari, su una montagna e isolarsi.
Il motivo da cui è scaturito tutto è che lui ha scoperto delle infedeltà della moglie con persone di sua conoscenza.
Io ci ho messo davvero tutto il mio sentimento, mi sono sentita legata, e in questi giorni anche pronta ad avere una relazione, come lui diceva da settimane.
Adesso riprenderà il percorso psicologico che stava facendo fino a 2 mesi fa, ma ho molta paura di perderlo.
Dal vivere le giornate in sintonia siamo passati al non sentirci più.
Ho paura, come posso muovermi nei suoi confronti?
Tornerà da me?
[#1]
Gentile utente,
la paura di perdere il suo ragazzo appare comprensibile e legittima.
Lei sente di avere investito molto in questa relazione ("ci ho messo davvero tutto il mio sentimento") e sicuramente lo ha fatto anche attraverso azioni concrete e importanti ("ho concluso la mia relazione di 5 anni con convivenza per lui"). Pertanto, sarebbe normale se provasse anche sentimenti non solo di delusione di aspettative, associati al contrasto tra l'avvio estremamente promettente del rapporto e la spiacevole situazione attuale; ma anche di confusione e disorientamento, legati alla contraddittorietà tra la fase precedente della storia, in cui lei si manifestava più cauta e il suo ragazzo più frettoloso, e la fase attuale, in cui invece i ruoli sembrano essersi invertiti.
D'altra parte, se il suo ragazzo le dice di non stare bene con se stesso e che il problema non è lei, probabilmente è così, come gli elementi della situazione suggerirebbero: il percorso psicologico, la recentissima e ancora fresca (appena due mesi!) separazione dalla moglie infedele, i tradimenti della moglie con persone conosciute, sono tutti fattori che possono spiegare un malessere psicologico che, nel caso del suo ragazzo, si sta esprimendo nella necessità di chiudersi e isolarsi, forse come strategia difensiva per lui, e chissà se non anche protettiva per lei stessa in qualche modo...
Se il suo ragazzo tornerà da lei, questo uno psicologo non è in grado di prevederlo. Posso tuttavia offrirle il mio punto di vista e tentate di supportarla nel mettere in prospettiva la situazione considerando che:
- la storia con il suo ragazzo è anch'essa recentissima e fresca (anche qui, appena due mesi). Pertanto, al di là del travolgimento iniziale che caratterizza tutte le relazioni erotiche, forse la vostra coppia ha ancora bisogno di approfondire la conoscenza degli aspetti psicologici reciproci e delle modalità di comportamento tipiche di ciascuna delle due persone che la compongono;
- la vicenda dell'attacco di panico e reazioni seguenti si è verificata da appena due giorni. Forse potrebbe essere utile per lei interrogarsi e riflettere sulle ragioni di una preoccupazione tanto forte da non riuscire ad avere la pazienza di attendere che la situazione possa subire qualche mutamento positivo nel breve e medio termine;
- proprio per la scarsità di indicazioni su come muoversi derivante dalla necessità ancora insoddisfatta di approfondire la conoscenza reciproca, un'opzione di approccio potrebbe essere semplicemente quella di rispettare la richiesta esplicita del suo ragazzo, ovvero di lasciargli lo spazio e il tempo che gli serve per riordinare pensieri ed emozioni, manifestandogli però, il più chiaramente possibile, che lei è disponibile (se lo è) ad accogliere il suo disagio parlandone quando volesse e che sarà presente per lui (se vuole esserlo) nel momento in cui decidesse di tornare da lei.
Rimaniamo a sua disposizione.
Cordialmente,
la paura di perdere il suo ragazzo appare comprensibile e legittima.
Lei sente di avere investito molto in questa relazione ("ci ho messo davvero tutto il mio sentimento") e sicuramente lo ha fatto anche attraverso azioni concrete e importanti ("ho concluso la mia relazione di 5 anni con convivenza per lui"). Pertanto, sarebbe normale se provasse anche sentimenti non solo di delusione di aspettative, associati al contrasto tra l'avvio estremamente promettente del rapporto e la spiacevole situazione attuale; ma anche di confusione e disorientamento, legati alla contraddittorietà tra la fase precedente della storia, in cui lei si manifestava più cauta e il suo ragazzo più frettoloso, e la fase attuale, in cui invece i ruoli sembrano essersi invertiti.
D'altra parte, se il suo ragazzo le dice di non stare bene con se stesso e che il problema non è lei, probabilmente è così, come gli elementi della situazione suggerirebbero: il percorso psicologico, la recentissima e ancora fresca (appena due mesi!) separazione dalla moglie infedele, i tradimenti della moglie con persone conosciute, sono tutti fattori che possono spiegare un malessere psicologico che, nel caso del suo ragazzo, si sta esprimendo nella necessità di chiudersi e isolarsi, forse come strategia difensiva per lui, e chissà se non anche protettiva per lei stessa in qualche modo...
Se il suo ragazzo tornerà da lei, questo uno psicologo non è in grado di prevederlo. Posso tuttavia offrirle il mio punto di vista e tentate di supportarla nel mettere in prospettiva la situazione considerando che:
- la storia con il suo ragazzo è anch'essa recentissima e fresca (anche qui, appena due mesi). Pertanto, al di là del travolgimento iniziale che caratterizza tutte le relazioni erotiche, forse la vostra coppia ha ancora bisogno di approfondire la conoscenza degli aspetti psicologici reciproci e delle modalità di comportamento tipiche di ciascuna delle due persone che la compongono;
- la vicenda dell'attacco di panico e reazioni seguenti si è verificata da appena due giorni. Forse potrebbe essere utile per lei interrogarsi e riflettere sulle ragioni di una preoccupazione tanto forte da non riuscire ad avere la pazienza di attendere che la situazione possa subire qualche mutamento positivo nel breve e medio termine;
- proprio per la scarsità di indicazioni su come muoversi derivante dalla necessità ancora insoddisfatta di approfondire la conoscenza reciproca, un'opzione di approccio potrebbe essere semplicemente quella di rispettare la richiesta esplicita del suo ragazzo, ovvero di lasciargli lo spazio e il tempo che gli serve per riordinare pensieri ed emozioni, manifestandogli però, il più chiaramente possibile, che lei è disponibile (se lo è) ad accogliere il suo disagio parlandone quando volesse e che sarà presente per lui (se vuole esserlo) nel momento in cui decidesse di tornare da lei.
Rimaniamo a sua disposizione.
Cordialmente,
Dott. Davide Giusino, Psicologo | davide.giusino@libero.it
https://psicologipuglia.it/albo-psicologi/r/giusino-davide/
[#2]
Utente
Buonasera , la ringrazio molto per la sua risposta esauriente. In effetti quello che ho detto a lui oggi è che io ci sono se ha bisogno di supporto di qualunque tipo, come lui c'è stato per me nel momento del mio bisogno e che non vorrei perderlo e lui mi risponde grazie. Inoltre oggi gli ho detto che capisco il suo stare male perché non ha ancora superato la separazione, di vivere questo dolore e cercare di superarlo, sapendo che non è solo e che anche se non ci vediamo lui nel cuore sa.
Quando gli ho detto che lo aspetterò lui si è voltato perché gli veniva da piangere. Dice che deve trovare la serenità e poi pensare perché adesso non è in grado di fare nulla, non si sente in sé . Mi assicura di non avermi preso in giro e che tutto quello che mi ha detto è vero. Dice di non essere in grado di avere una relazione né una storia , e di riuscire a malapena a badare a se stesso.
Secondo lei come sarebbe giusto muoversi in questo momento ? Non scrivergli e non stressarlo fino a che non dà un segno, oppure provare ogni tanto a scrivergli ?
Ho davvero una grandissima paura che possa non voler continuare la relazione anche nel momento in cui starà meglio.
Quando gli ho detto che lo aspetterò lui si è voltato perché gli veniva da piangere. Dice che deve trovare la serenità e poi pensare perché adesso non è in grado di fare nulla, non si sente in sé . Mi assicura di non avermi preso in giro e che tutto quello che mi ha detto è vero. Dice di non essere in grado di avere una relazione né una storia , e di riuscire a malapena a badare a se stesso.
Secondo lei come sarebbe giusto muoversi in questo momento ? Non scrivergli e non stressarlo fino a che non dà un segno, oppure provare ogni tanto a scrivergli ?
Ho davvero una grandissima paura che possa non voler continuare la relazione anche nel momento in cui starà meglio.
[#3]
Gentile utente,
complimenti per la maniera comprensiva e accogliente con cui ha reagito al momento di disagio del suo ragazzo: questa non è affatto scontata, perché talvolta la delusione, la frustrazione e la paura possono trasformarsi in una rabbia che, prendendo il sopravvento, annebbia la lucidità e impedisce la gestione funzionale della situazione sentimentale: ma non è questo il suo caso e ciò può costituire una preziosa risorsa su cui far leva per procedere verso il benessere della coppia e la risoluzione dell'impasse che questa sta attualmente vivendo.
Dal suo racconto, mi sembra emerga la necessità di due ulteriori risorse fondamentali: il tempo e la pazienza. "Vivere il dolore e cercare di superarlo", per usare le sue stesse parole, non è un'impresa facile e, come tale, non può compiersi dall'oggi al domani: richiede piuttosto un'elaborazione interiore profonda, autoriflessiva e introspettiva che è, per natura, lenta, graduale e progressiva.
Non spetta a me stabilire come sia giusto che lei si comporti in questo momento: questa è una scelta che deve prendere lei in modo autonomo, responsabile e consapevole. Posso tuttavia assolvere il mio compito di psicologo invitandola a riflettere sul fatto che ci sono varie opzioni possibili (scrivergli frequentemente, scrivergli raramente, non scrivergli affatto, e così via) e che ognuna di queste probabilmente implica pro e contro, vantaggi e svantaggi, benefici e rischi. La incoraggio dunque a interrogarsi: quali pro e contro identifica in ciascuno scenario? Quanto pesano i pro e i contro in ciascuna opzione? Sulla base di questa analisi, quale le pare infine la soluzione migliore?
Comprendo la paura di perdere il suo ragazzo e che lui "possa non voler continuare la relazione anche nel momento in cui starà meglio". L'esperienza di una perdita nell'ambito relazionale è sempre un evento spiacevole. Tuttavia, bisogna essere oggettivi e ammettere che anche questo è un esito possibile del processo di elaborazione attualmente in corso sia all'interno della psiche del suo ragazzo sia nella dinamica della vostra coppia. Dato che questa conclusione non è evidentemente ciò che lei desidera, le auguro sentitamente che non si verifichi. D'altra parte, mi permetto di considerare che può essere utile arrivare preparati a una simile eventualità che, per quanto emotivamente sgradevole, potrà informare entrambi, lei e il suo ragazzo, se avevate davvero "trovato la persona giusta".
D'altra parte ancora, l'incertezza della situazione presente offre a lei e al suo ragazzo un'opportunità positiva poco apparente ma esistente e importante, ovvero quella di definire e imprimere in modo decisivo la direzione che ritenete migliore tanto per la coppia quanto per i singoli individui che la compongono. Nelle vostre mani sta l'occasione di cogliere e coltivare tale opportunità secondo quelli che sono i desideri autentici e sinceri di ciascuno e di entrambi.
Rimaniamo a sua disposizione.
Cordialmente,
complimenti per la maniera comprensiva e accogliente con cui ha reagito al momento di disagio del suo ragazzo: questa non è affatto scontata, perché talvolta la delusione, la frustrazione e la paura possono trasformarsi in una rabbia che, prendendo il sopravvento, annebbia la lucidità e impedisce la gestione funzionale della situazione sentimentale: ma non è questo il suo caso e ciò può costituire una preziosa risorsa su cui far leva per procedere verso il benessere della coppia e la risoluzione dell'impasse che questa sta attualmente vivendo.
Dal suo racconto, mi sembra emerga la necessità di due ulteriori risorse fondamentali: il tempo e la pazienza. "Vivere il dolore e cercare di superarlo", per usare le sue stesse parole, non è un'impresa facile e, come tale, non può compiersi dall'oggi al domani: richiede piuttosto un'elaborazione interiore profonda, autoriflessiva e introspettiva che è, per natura, lenta, graduale e progressiva.
Non spetta a me stabilire come sia giusto che lei si comporti in questo momento: questa è una scelta che deve prendere lei in modo autonomo, responsabile e consapevole. Posso tuttavia assolvere il mio compito di psicologo invitandola a riflettere sul fatto che ci sono varie opzioni possibili (scrivergli frequentemente, scrivergli raramente, non scrivergli affatto, e così via) e che ognuna di queste probabilmente implica pro e contro, vantaggi e svantaggi, benefici e rischi. La incoraggio dunque a interrogarsi: quali pro e contro identifica in ciascuno scenario? Quanto pesano i pro e i contro in ciascuna opzione? Sulla base di questa analisi, quale le pare infine la soluzione migliore?
Comprendo la paura di perdere il suo ragazzo e che lui "possa non voler continuare la relazione anche nel momento in cui starà meglio". L'esperienza di una perdita nell'ambito relazionale è sempre un evento spiacevole. Tuttavia, bisogna essere oggettivi e ammettere che anche questo è un esito possibile del processo di elaborazione attualmente in corso sia all'interno della psiche del suo ragazzo sia nella dinamica della vostra coppia. Dato che questa conclusione non è evidentemente ciò che lei desidera, le auguro sentitamente che non si verifichi. D'altra parte, mi permetto di considerare che può essere utile arrivare preparati a una simile eventualità che, per quanto emotivamente sgradevole, potrà informare entrambi, lei e il suo ragazzo, se avevate davvero "trovato la persona giusta".
D'altra parte ancora, l'incertezza della situazione presente offre a lei e al suo ragazzo un'opportunità positiva poco apparente ma esistente e importante, ovvero quella di definire e imprimere in modo decisivo la direzione che ritenete migliore tanto per la coppia quanto per i singoli individui che la compongono. Nelle vostre mani sta l'occasione di cogliere e coltivare tale opportunità secondo quelli che sono i desideri autentici e sinceri di ciascuno e di entrambi.
Rimaniamo a sua disposizione.
Cordialmente,
Dott. Davide Giusino, Psicologo | davide.giusino@libero.it
https://psicologipuglia.it/albo-psicologi/r/giusino-davide/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.2k visite dal 01/09/2023.
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