27 anni, non ho mai neanche abbracciato una ragazza, sono un maschio di serie b, un mezzo uomo?

Questa situazione mi brucia e mi logora ogni giorno, penso quotidianamente ad atti autolesionisti, per non dire di peggio.
Non ho una macchina, ho la terza media (mi dovetti ritirare dalla scuola per l'eccessivo bullismo e per la grande depressione), ho il viso coperto da acne con un naso arrossato ridicolo, sono uno scarto genetico.
Una volta a scuola chiesi ad una ragazza di uscire e lei mi disse:" piuttosto che mettermi con te mi butto dal terzo piano" con tutti nella classe che si misero a ridere, da quel giorno ho sviluppato una fobia cronica verso il genere femminile.
Non riesco nemmeno a masturbarmi serenamente perché mi sento come se facessi ribrezzo a qualsiasi ragazza e non riesco a gioire neanche di questo atto.
I miei conoscenti mi bullizzano per questo, mi fanno sentire un mezzo uomo, un evirato, uno che non vale nulla, uno da compatire e deridere.
Secondo voi ho ancora qualche speranza oppure mi consigliate di fare qualche operazione per azzerare la mia libido?
Vi ringrazio, se avrete la gentilezza di rispondermi.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Caro utente,
al contrario di alcuni che ci scrivono lei usa correttamente la scrittura, il che è indice di capacità da non sottovalutare.
Dal momento che ci chiede "mi consigliate di fare qualche operazione per azzerare la mia libido?" le risponderò che anziché mutilarsi, se lei è disposto a impiegare tempo e soldi ed è anche disposto a qualche sacrificio, deve migliorare il suo aspetto e la sua condizione culturale e professionale.
Ma per fare questo, ritengo indispensabile che lei acquisisca prima una differente visione di sé stesso, dei suoi diritti come essere umano, della sua possibilità di amare e di essere amato.
Ritengo che non sia facile farlo senza la guida di un professionista esperto.
A lei la scelta.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
La ringrazio per la risposta, Dottoressa, tuttavia fin da quando ero piccolo sono sempre stato ritenuto da tutti un essere umano di bassa qualità: picchiato e giudicato costantemente dai miei genitori, usato da loro come valvola di sfogo, bullizzato alle elementari, alle medie, alle superiori per il mio aspetto fisico ripugnante sia da maschi e sia da femmine, a tal punto da farmi sprofondare in una devastante depressione e ansia sociale che mi hanno costretto ad abbandonare gli studi. Evidentemente se tutti mi hanno sempre ritenuto così debole e schifoso, probabilmente avevano ragione. Nessun dermatologo è mai riuscito a curare la mia acne severa(o forse non hanno voluto, nel 2023 l'uomo è già riuscito ad andare sulla luna ma non è ancora riuscito a debellare l'acne, forse vogliono solo speculare sui poveri disgraziati come facendo loro acquistare cremine inconcludenti per tutta la vita?). Sono giunto alla conclusione che non ci sia più nessuna speranza per me: non ho un diploma, non ho un lavoro, sono schifato e disprezzato da tutti compreso me stesso, il sesso opposto mi ha sempre calpestato e schifato fin da quando ero un bambino, ho il viso sfigurato dall'acne da quando avevo 12 anni, non ho amici, non ho una macchina. Dubito che qualche pillolina prescritta da uno psicologo a caso possa cambiare una situazione così insanabile. Vorrei solo smettere di esistere e sprofondare nel nulla eterno della mo.rte.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
eliminiamo per prima cosa gli equivoci.
Gli psicologi non prescrivono pillole perché il loro lavoro si basa sulla psiche come destinataria e nello stesso tempo come strumento: curano per mezzo della parola, degli esercizi, delle esperienze, della rieducazione delle emozioni; a volte anche tramite il recupero del passato, se questo è necessario per gestire un trauma complesso.
Lei parlando di "qualche pillolina prescritta a caso" aveva in mente gli psicofarmaci. Ma quelli sono precritti dagli psichiatri e non certo "a caso"; anzi in molte occasioni sono ottimi coadiutori dell'intervento dello psicologo.
So bene che le mie parole non possono farle capire la natura e l'efficacia del lavoro psicologico, ma questo vale per tutte le professioni specialistiche, dal cardiologo al fisico, dal meccanico all'idraulico.
Siccome tutti siamo portatori di una psiche, crediamo tutti di sapere anche come curarla e perfino se si possa o meno curare.
Però, mi dica: lei crede ugualmente di sapere come si ripara il motore di un'auto, o un ponte, o un'aorta affetta da aneurisma?
Questo per dirle che non può sapere in che modo uno psicologo potrebbe ribaltare la visione negativa che lei ha di sé stesso.
Non voglio adesso riassumere tutte le cose dolorose che ci ha scritto, vorrei puntare su due sole: l'aspetto e il titolo di studio.
Per quest'ultimo, iscriversi ad una scuola serale o anche diurna, prendere lezioni private se preferisce, la metterà abbastanza presto in condizione di avere un diploma. Anziché lamentarsi, in questo campo è meglio agire.
Quanto all'aspetto, le ricordo che non è costituito solo dalla pelle del viso, ma dalla struttura, dall'abbigliamento, dall'espressione del viso e anche dai modi. Queste quattro cose si possono migliorare, anche moltissimo.
Veniamo all'acne. Mi chiedo se ha seguito scrupolosamente le prescrizioni specialistiche, le quali non si basano su "cremine inconcludenti" ma su farmaci, su regole dietetiche e su comportamenti igienici molto precisi.
Ho visto una persona che aveva su tutto il viso pustole e crateri tornare alla piena normalità, certamente non in un giorno. A suo tempo, più di dieci anni fa, questa persona si affidò al policlinico Gemelli di Roma e fu poi precisissima nel seguire le prescrizioni. Oggi è probabile che le stesse cure siano attuate nel reparto dermatologia di tutti gli ospedali.
La persona di cui parlo, però, aveva amici, una famiglia protettiva e benevola, e soprattutto aveva abbastanza simpatia per sé stessa.
"Fortunata", dirà adesso lei. Certamente: senonché, quello che manca alla fortuna può restituirlo la volontà. Finché lei si adagerà nel pensiero "sono schifato e disprezzato da tutti compreso me stesso", certamente non migliorerà.
Provi invece a pensare a sé stesso come ad una creatura che le è stata affidata; un bambino, per esempio, che non può contare su nessun altro che lei.
Lei disprezzerà questa creatura, la lascerà andare alla deriva?
Pensa di averne il diritto?
Rifletta.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Cara Dottoressa( mi scuso innanzitutto per la risposta tardiva), la mia vita è stata infernale fin dal principio: sono cresciuto vedendo i miei litigare, mia madre si ammalò di tumore quando avevo 11 anni, ho passato tutta la mia prima adolescenza in un clima pesantissimo dove mia madre era gravemente depressa e malata, spesso minacciava il suicidio, mio padre mi ha spesso picchiato e giudicato costantemente, mi ha sempre schifato per la mia acne trattandomi come un appestato. Quando mia madre morì(avevo 16 anni) dovetti abbandondare gli studi perchè non sarei riuscito a sopportare tutto quello stress. Il rapporto con l'altro sesso è stato nullo o pessimo(pochissimi approcci in cui sono stato pesantemente bullizzato e umiliato), d'altronde la ragazza media adora i bulli, i prepotenti, i palestrati, i ricchi e schifa gi introversi, poveri, brutti e sensibili come me. Non so nemmeno io perchè ho iniziato questa discussione su questo sito, probabilmente volevo solo sfogarmi. Non ho deciso io di partecipare a questo giochetto perverso, violento, ingiusto e sadico chiamato vita. Le soluzioni da lei paventate le ho già vagliate e tentate in tutti questi anni, il punto è che non ho più la forza e la voglia di lottare, vorrei solo ritirarmi dal "gioco" e sparire per sempre, si vorrei tanto accedere all'eutanasia. Questa roba non è per me, non lo sarà mai. Cordialità.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
lei ha una sua angusta visione della vita, che definisce "giochetto perverso, violento, ingiusto e sadico".
Torna ossessivamente a un passato doloroso verso il quale nutre rabbia e rancore, anche se adesso è nella piena giovinezza, padrone di sé e in grado di costruire altro.
Considera "ragazza media", e quindi auspicabile compagna, quella che "adora i bulli, i prepotenti, i palestrati, i ricchi e schifa gli introversi, poveri, brutti e sensibili".
Certamente se mira a questo genere di ragazze non potrà intendersi con gli psicologi: noi le ragazze così le curiamo, non le proponiamo come modello. Le basterebbe leggere le storie che ci vengono raccontate su Medicitalia per capire che la maggior parte delle ragazze vuole, come lei, soprattutto amore.
Infine lei scrive: "Le soluzioni da lei paventate le ho già vagliate e tentate in tutti questi anni".
A parte l'errore lessicale, forse un lapsus freudiano (io non ho "paventato", ma al contrario "prospettato" soluzioni) se lei avesse agito nella direzione che ho indicata a questo punto almeno due problemi sarebbero risolti: avrebbe il diploma e non avrebbe più l'acne.
Ma diciamo la verità: non ha agito. Dolore e rancore possono diventare carichi pesanti, ma anche comodi alibi per l'inerzia.
Al momento può ancora trovare tutte le strade aperte, dalle cure dermatologiche a quelle psicologiche nelle strutture pubbliche, fino alle scuole serali messe a disposizione dallo Stato.
Può provare a leggere libri di auto-aiuto che le sveleranno molte cose di sé; le propongo, di Young e Klosko, "Reinventa la tua vita".
Il problema è trovare l'energia e il coraggio, o se preferisce per sua abitudine chiamare le cose al negativo, sottrarsi all'inerzia e alla paura che paralizzano la sua vita.
Mi faccia capire: per lei essere un uomo "sensibile" vorrebbe dire essere un fifone?

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Molti anni fa provai ad iscrivermi di nuovo a scuola sotto pressione di mio padre, tuttavia a causa dell'enorme stress(mi dovevo alzare alle 7 di mattina e ritornare alle 15), ansia sociale alle stelle dovuta all'acne, etichetta di "bocciato", altro bullismo, ecc... non riuscii a sostenere quel contesto e anche in quel caso mi dovetti ritirare. Da quel momento mio padre si arrabbiò tantissimo con me e rinunciai completamente. Ero e sono così fragile davanti ai miei coetanei, era impossibile sostenere quel clima di competizione tutti i giorni. Per quanto riguarda l'acne provai vari dermatologi, mi dissero di smettere di mangiare cioccolata, dolci, salumi, pizza, pasta. Praticamente dovevo scegliere tra diventare vegetariano-anoressico o pieno di brufoli. Mi prescrissero creme su creme(in tutta la mia vita avrò speso più di 2000 euro per questo problema!), tra l'altro ho sofferto e soffro tutt'ora anche di acne rosacea sul naso, che è una malattia cronica che rende il naso rosso, gonfio e ridicolo. Niente ha funzionato, non avrei mai rinunciato a tutti quei cibi solo per qualche miglioramento. Gli altri bevono, fumano, si drogano(mai fatto nessuna di queste 3 cose) mangiano schifezze dalla mattina alla sera e sono perfetti in viso. Mi dica, questo non basta per dire che la vita sia proprio ingiusta? Mi scuso poi per il cattivo uso del termine paventare, non sono un professionista laureato come lei, sono solo un povero disgraziato con la terza media più morto che vivo. Mi definisco sensibile proprio perchè sono troppo suscettibile e indifeso davanti ai giudizi degli altri, forse lei crede che chiamarmi fifone possa smuovere il mio orgoglio verso un possibile cambiamento, il problema è che io non ho più nessun orgoglio, non sono mai stato orgoglioso di me stesso. Voglio solo smettere di soffrire, l'unico modo per ottenere la pace è il nulla, il buio eterno della morte. Non mi interessa essere pavido o coraggioso, vorrei solo tranquillità, cosa che in questa vita non posso ottenere evidentemente.
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