Vergine a 32 anni. come fare?
Buonasera a tutti.
Volevo esporvi il mio caso.
Premetto che sono già seguita da una psicologa, con cui stiamo iniziando ad affrontare questo tema nelle ultime sedute, ma stasera sento un groppo alla gola ed ho bisogno di scrivere e chiedere altri consigli.
Ho 32 anni e sono vergine.
In realtà il titolo è per catturare attenzione, la cosa che mi fa soffrire è non aver mai amato né esserlo stata.
Long story short, ho avuto delle difficoltà prettamente in campo sentimentale sin dall'adolescenza.
È difficile riassumere in poche righe il mio percorso, ma forse sarà utile per chiedere un consiglio.
Alle superiori non piacevo molto, probabilmente non ero bellissima e i ragazzi erano più attratti da altre ragazze, più carine e sicuramente più mature di me.
Dal mio canto, in quegli anni ho sviluppato un disturbo alimentare che ha alimentato da un lato la convinzione di non valere abbastanza da avere un ragazzo e dall'altro ero così concentrata sul cibo che il resto non esisteva.
All'Università sono fiorita evidentemente; non direi di aver avuto miliardi di ammiratori, ma un discreto numero.
Tutti rifiutati.
Dal primo all'ultimo.
Perché?
Perché pensavo mi prendessero in giro, perché io non volevo abbastanza, e avevo paura di una frequentazione perché... se mi avessero davvero conosciuta, sarebbero stati disgustati da me e mi avrebbero abbandonata e io ne sarei stata devastata.
In più, poche persone mi sono interessate, e comunque per lo stesso motivo, per la stessa insicurezza, non mi sono mai fatta avanti e ho continuato la mia esistenza solitaria fatta di rifiuti.
A un certo punto di questa esistenza, un mio amico si è innamorato di me.
Io non lo ero di lui.
Lui è diventato ossessionato, non è mai stato violento, ma ha sfiorato l'esser, anzi, per me è stato uno stalker.
Altro motivo per fuggire le relazioni.
In tutto questo sono uscita con dei ragazzi?
Sì.
Per una, due volte.
Poi mi convinceva che non andavano bene loro, e comunque io non andavo bene in ogni caso, e chiudevo la cosa, con anche una certa quota di senso di colpa.
Sono pure uscita con un ragazzo che mi piaceva! Con cui stava nascendo qualcosa! Ma nulla, mi sono convinta che gli facevo schifo e sono sparita.
Dopodiché il nulla.
Qualche uscita sporadica, rifiuti, ho direttamente smesso di uscire anche quell'unica volta.
E tutti i ragazzi che mi sono piaciuti... Beh, me la son fatta passare, fra molte sofferenze.
Ora mi ritrovo a 32 anni senza esperienza.
E da un lato ho l'enorme ansia "se esco con qualcuno devo dirglielo che sono così e sicuramente mi abbandonerà" e dall'altro ho così tanta voglia di innamorarmi e vivere.
Ma non ci riesco, ho una tremenda paura di soffrire e di essere rifiutata perché mi sento... rotta, sbagliata.
Ora ho una cotta enorme, gigante, per un mio collega.
Ci penso ogni istante, all'inizio pensavo fosse bello provare dei sentimenti, ora voglio solo non sentire più nulla perché a lui non penso di interessare e soffro e basta.
Cosa fare?
Volevo esporvi il mio caso.
Premetto che sono già seguita da una psicologa, con cui stiamo iniziando ad affrontare questo tema nelle ultime sedute, ma stasera sento un groppo alla gola ed ho bisogno di scrivere e chiedere altri consigli.
Ho 32 anni e sono vergine.
In realtà il titolo è per catturare attenzione, la cosa che mi fa soffrire è non aver mai amato né esserlo stata.
Long story short, ho avuto delle difficoltà prettamente in campo sentimentale sin dall'adolescenza.
È difficile riassumere in poche righe il mio percorso, ma forse sarà utile per chiedere un consiglio.
Alle superiori non piacevo molto, probabilmente non ero bellissima e i ragazzi erano più attratti da altre ragazze, più carine e sicuramente più mature di me.
Dal mio canto, in quegli anni ho sviluppato un disturbo alimentare che ha alimentato da un lato la convinzione di non valere abbastanza da avere un ragazzo e dall'altro ero così concentrata sul cibo che il resto non esisteva.
All'Università sono fiorita evidentemente; non direi di aver avuto miliardi di ammiratori, ma un discreto numero.
Tutti rifiutati.
Dal primo all'ultimo.
Perché?
Perché pensavo mi prendessero in giro, perché io non volevo abbastanza, e avevo paura di una frequentazione perché... se mi avessero davvero conosciuta, sarebbero stati disgustati da me e mi avrebbero abbandonata e io ne sarei stata devastata.
In più, poche persone mi sono interessate, e comunque per lo stesso motivo, per la stessa insicurezza, non mi sono mai fatta avanti e ho continuato la mia esistenza solitaria fatta di rifiuti.
A un certo punto di questa esistenza, un mio amico si è innamorato di me.
Io non lo ero di lui.
Lui è diventato ossessionato, non è mai stato violento, ma ha sfiorato l'esser, anzi, per me è stato uno stalker.
Altro motivo per fuggire le relazioni.
In tutto questo sono uscita con dei ragazzi?
Sì.
Per una, due volte.
Poi mi convinceva che non andavano bene loro, e comunque io non andavo bene in ogni caso, e chiudevo la cosa, con anche una certa quota di senso di colpa.
Sono pure uscita con un ragazzo che mi piaceva! Con cui stava nascendo qualcosa! Ma nulla, mi sono convinta che gli facevo schifo e sono sparita.
Dopodiché il nulla.
Qualche uscita sporadica, rifiuti, ho direttamente smesso di uscire anche quell'unica volta.
E tutti i ragazzi che mi sono piaciuti... Beh, me la son fatta passare, fra molte sofferenze.
Ora mi ritrovo a 32 anni senza esperienza.
E da un lato ho l'enorme ansia "se esco con qualcuno devo dirglielo che sono così e sicuramente mi abbandonerà" e dall'altro ho così tanta voglia di innamorarmi e vivere.
Ma non ci riesco, ho una tremenda paura di soffrire e di essere rifiutata perché mi sento... rotta, sbagliata.
Ora ho una cotta enorme, gigante, per un mio collega.
Ci penso ogni istante, all'inizio pensavo fosse bello provare dei sentimenti, ora voglio solo non sentire più nulla perché a lui non penso di interessare e soffro e basta.
Cosa fare?
[#1]
Negli anni '50 - '60 c'era una famosa trasmissione del maestro Manzi che insegnava a leggere e scrivere ad adulti analfabeti dal titolo "Non è mai troppo tardi". Mi sembra che come per loro, così anche per lei.
Una relazione è tanto più vera quanto più c'è una conoscenza reciproca e permettiamo quindi all'altro di conoscerci. Se non ci sveliamo, magari gradualmente chi e cosa conoscerà l'altro di noi? con chi o quale maschera si relazionerà?
Una relazione è tanto più vera quanto più c'è una conoscenza reciproca e permettiamo quindi all'altro di conoscerci. Se non ci sveliamo, magari gradualmente chi e cosa conoscerà l'altro di noi? con chi o quale maschera si relazionerà?
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.8k visite dal 26/08/2023.
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