Vittima di una madre manipolatrice? narcisista?
Buongiorno,
sono in procinto di sposarmi e purtroppo ho a che fare con genitori separati e quella che mi da i problemi è mia madre.
Lei ne viene da un infanzia / adolescenza distrutta (madre morta per depressione), un matrimonio andato a male dopo 15 anni (da cui sono nato io e mio fratello minore), un lutto del padre (mio nonno) alcuni anni fa, mai superato e un altro matrimonio della durata di circa 12 anni con un Bipolare / forse Narcisista che l'ha trattata molto male, a sua detta, negli ultimi anni.
Ultimamente, più altri 1000 problemi che mia madre mi provoca, a volte coinvolgendo la mia futura moglie (dato che mi vede triste e cerca di aiutarmi), stanno nascendo discussioni perchè la presenza di mio padre (ovvero ex-marito) al matrimonio le darà fastidio dato che, a detta sua, questo non si è preso cura di me e di mio fratello da quando se n'è andato.
Quando le ho dato la notizia del matrimonio non è nata nessuna discussione, adesso che la data è vicina, mi sta dando un sacco di problemi.
Discutere con mia madre è molto difficile, fa la vittima, alza la voce, straparla, distorce la realtà, nonostante io cerchi di farla ragionare, non da ascolto ma pretende che siano gli altri ad ascoltare lei, nei casi estremi si mette a piangere (io ho fatto questo, quello per voi, vostro padre non c'è mai stato, vi ho cresciuta io ecc ecc)
Da Febbraio scorso sono seguito da uno psicologo dato che ultimamente mia madre non faceva altro che litigare con il marito Bipolare e la cosa mi ha provocato un disagio estremo.
Il percorso non sta dando i frutti sperati e quindi a breve cambierò Dottore.
Nel frattempo vorrei capire con chi ho a che fare e come posso difendermi, senza paura delle conseguenze (non invitare più mia madre al matrimonio?
oppure mio padre?).
Io credo di avere a che fare con una "pazza", una persona che distorce la realtà, sia con me sia con gli altri (e che a quanto pare a volte le danno ragione), mia madre sarebbe la prima che avrebbe bisogno di aiuto ma non ascolta nessuno.
Mi cerca solamente quando ha bisogno di sfogarsi perchè il destino è stato tanto crudele con lei...Ma io sono dell'idea che la fosse se la sia scavata da sola.
E spesso mi fa preoccupare, facendo leva sul suo stato di salute "fragile" (bulimica, mangia pochissimo, pressione costantemente bassa, problemi sul suo lavoro) perchè sa che "io" ci sono.
Un grazie a chi mi vorrà rispondere (avevo già aperto un consulto simile a Marzo, ricevendo risposta ma ora la situazione è cambiata ulteriormente)
Cordiali saluti.
sono in procinto di sposarmi e purtroppo ho a che fare con genitori separati e quella che mi da i problemi è mia madre.
Lei ne viene da un infanzia / adolescenza distrutta (madre morta per depressione), un matrimonio andato a male dopo 15 anni (da cui sono nato io e mio fratello minore), un lutto del padre (mio nonno) alcuni anni fa, mai superato e un altro matrimonio della durata di circa 12 anni con un Bipolare / forse Narcisista che l'ha trattata molto male, a sua detta, negli ultimi anni.
Ultimamente, più altri 1000 problemi che mia madre mi provoca, a volte coinvolgendo la mia futura moglie (dato che mi vede triste e cerca di aiutarmi), stanno nascendo discussioni perchè la presenza di mio padre (ovvero ex-marito) al matrimonio le darà fastidio dato che, a detta sua, questo non si è preso cura di me e di mio fratello da quando se n'è andato.
Quando le ho dato la notizia del matrimonio non è nata nessuna discussione, adesso che la data è vicina, mi sta dando un sacco di problemi.
Discutere con mia madre è molto difficile, fa la vittima, alza la voce, straparla, distorce la realtà, nonostante io cerchi di farla ragionare, non da ascolto ma pretende che siano gli altri ad ascoltare lei, nei casi estremi si mette a piangere (io ho fatto questo, quello per voi, vostro padre non c'è mai stato, vi ho cresciuta io ecc ecc)
Da Febbraio scorso sono seguito da uno psicologo dato che ultimamente mia madre non faceva altro che litigare con il marito Bipolare e la cosa mi ha provocato un disagio estremo.
Il percorso non sta dando i frutti sperati e quindi a breve cambierò Dottore.
Nel frattempo vorrei capire con chi ho a che fare e come posso difendermi, senza paura delle conseguenze (non invitare più mia madre al matrimonio?
oppure mio padre?).
Io credo di avere a che fare con una "pazza", una persona che distorce la realtà, sia con me sia con gli altri (e che a quanto pare a volte le danno ragione), mia madre sarebbe la prima che avrebbe bisogno di aiuto ma non ascolta nessuno.
Mi cerca solamente quando ha bisogno di sfogarsi perchè il destino è stato tanto crudele con lei...Ma io sono dell'idea che la fosse se la sia scavata da sola.
E spesso mi fa preoccupare, facendo leva sul suo stato di salute "fragile" (bulimica, mangia pochissimo, pressione costantemente bassa, problemi sul suo lavoro) perchè sa che "io" ci sono.
Un grazie a chi mi vorrà rispondere (avevo già aperto un consulto simile a Marzo, ricevendo risposta ma ora la situazione è cambiata ulteriormente)
Cordiali saluti.
[#1]
Gentile utente,
comprendo la sua dolorosa situazione. Storie e famiglie come la sua, pur nella loro unicità, complessità e singolarità, si assomigliano tutte. Così diverse eppure così simili, segnate da abbandoni, separazioni, lacune e vuoti difficilmente colmabili; ferite e fragilità individuali e familiari che contribuiscono a creare rotture e disgregazioni.
Ritengo che il suo dolore, a cui non ha mai trovato sollievo, stia riaffiorando ora, proprio nel momento in cui, in procinto di sposarsi, si sta almeno apparentemente svincolando da sua madre, legandosi ufficialmente ad un' altra persona: la sua compagna.
Il matrimonio infatti, rappresenta un vincolo affettivo ed evoca o viene vissuto dai genitori e dai figli come una separazione dal nucleo familiare di origine.
La storia personale e familiare di sua madre, sicuramente l' ha segnata nel profondo, procurandole delle lacerazioni.
Credo che abbia fatto bene a rivolgersi ad uno psicologo, e a tal proposito la inviterei a parlare in seduta con lui delle sue percezioni, perplessità, della sua sensazione di restare, suo malgrado, ancorato ad una storia familiare e ad un trascorso doloroso.
Credo che a questo punto della sua vita, dovrebbe cercare di separarsi da sua madre, non solo fisicamente, ma anche emotivamente.
Rispetto alle domande poste, deve essere lei a decidere chi invitare al suo matrimonio, pur sapendo che il non vedere o frequentare una persona, non equivale ad essere libero dalla stessa, o dal rancore, dalla rabbia e dalla sofferenza che si nutre nei suoi confronti. E che non esiste in questi casi un giusto in assoluto, ma ciò che vi si avvicina di più, sta molto probabilmente nel mezzo, ossia nella moderazione di posizioni e comportamenti.
Credo che sia importante che elabori la sua storia, la racconti, ripercorrendola con l' aiuto di uno psicologo, come sta facendo.
A mio parere dovrebbe riconoscerla e accettarla, guardando alla sua famiglia come il suo luogo di provenienza, un luogo nel quale ha iniziato ad essere, ad esistere come persona, da cui è partito, incamminandosi per la sua vita, ma da cui deve allontanarsi, per trovare la sua strada.
Questo implica lo scovare nuove prospettive e angolature dalle quali osservarsi, pensarsi, percepirsi; cioè non solo e non tanto come figlio di una madre fragile, sofferente o problematica, da voler salvare e da cui volersi salvare ad ogni costo. Ma anche e soprattutto come individuo. Un individuo che porta in sé i segni e le cicatrici del suo passato, ma che può fare in modo che essi non si tramutino in un marchio indelebile.
So che è difficile, ma è possibile.
In effetti, lo scopo del percorso psicologico è anche questo: lavorare o far nascere possibilità; in questo caso possibilità di impedire a schemi familiari disfunzionali di reiterarsi; possibilita' di separarsi, differenziarsi, ripartire.
Auguri di cuore.
comprendo la sua dolorosa situazione. Storie e famiglie come la sua, pur nella loro unicità, complessità e singolarità, si assomigliano tutte. Così diverse eppure così simili, segnate da abbandoni, separazioni, lacune e vuoti difficilmente colmabili; ferite e fragilità individuali e familiari che contribuiscono a creare rotture e disgregazioni.
Ritengo che il suo dolore, a cui non ha mai trovato sollievo, stia riaffiorando ora, proprio nel momento in cui, in procinto di sposarsi, si sta almeno apparentemente svincolando da sua madre, legandosi ufficialmente ad un' altra persona: la sua compagna.
Il matrimonio infatti, rappresenta un vincolo affettivo ed evoca o viene vissuto dai genitori e dai figli come una separazione dal nucleo familiare di origine.
La storia personale e familiare di sua madre, sicuramente l' ha segnata nel profondo, procurandole delle lacerazioni.
Credo che abbia fatto bene a rivolgersi ad uno psicologo, e a tal proposito la inviterei a parlare in seduta con lui delle sue percezioni, perplessità, della sua sensazione di restare, suo malgrado, ancorato ad una storia familiare e ad un trascorso doloroso.
Credo che a questo punto della sua vita, dovrebbe cercare di separarsi da sua madre, non solo fisicamente, ma anche emotivamente.
Rispetto alle domande poste, deve essere lei a decidere chi invitare al suo matrimonio, pur sapendo che il non vedere o frequentare una persona, non equivale ad essere libero dalla stessa, o dal rancore, dalla rabbia e dalla sofferenza che si nutre nei suoi confronti. E che non esiste in questi casi un giusto in assoluto, ma ciò che vi si avvicina di più, sta molto probabilmente nel mezzo, ossia nella moderazione di posizioni e comportamenti.
Credo che sia importante che elabori la sua storia, la racconti, ripercorrendola con l' aiuto di uno psicologo, come sta facendo.
A mio parere dovrebbe riconoscerla e accettarla, guardando alla sua famiglia come il suo luogo di provenienza, un luogo nel quale ha iniziato ad essere, ad esistere come persona, da cui è partito, incamminandosi per la sua vita, ma da cui deve allontanarsi, per trovare la sua strada.
Questo implica lo scovare nuove prospettive e angolature dalle quali osservarsi, pensarsi, percepirsi; cioè non solo e non tanto come figlio di una madre fragile, sofferente o problematica, da voler salvare e da cui volersi salvare ad ogni costo. Ma anche e soprattutto come individuo. Un individuo che porta in sé i segni e le cicatrici del suo passato, ma che può fare in modo che essi non si tramutino in un marchio indelebile.
So che è difficile, ma è possibile.
In effetti, lo scopo del percorso psicologico è anche questo: lavorare o far nascere possibilità; in questo caso possibilità di impedire a schemi familiari disfunzionali di reiterarsi; possibilita' di separarsi, differenziarsi, ripartire.
Auguri di cuore.
Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it
[#2]
Utente
Buongiorno,
La ringrazio per il Suo intervento.
Aggiungo che al momento ho cambiato spacialista, nella speranza che cambiando anche metologia circa il trattamento della mia sofferenza psicologica, possa migliorare il mio umore.
Aggiorno dicendo che il Dottore a cui mi rivolgo adesso sospetta che mia madre soffra di un qualche malessere di tipo "Disturbo Bipolare Borderline" e chiaramente strutturerà le sedute in modo di aiutarmi ad avere a che fare con questo genere di persona.
Un cordiale saluto.
La ringrazio per il Suo intervento.
Aggiungo che al momento ho cambiato spacialista, nella speranza che cambiando anche metologia circa il trattamento della mia sofferenza psicologica, possa migliorare il mio umore.
Aggiorno dicendo che il Dottore a cui mi rivolgo adesso sospetta che mia madre soffra di un qualche malessere di tipo "Disturbo Bipolare Borderline" e chiaramente strutturerà le sedute in modo di aiutarmi ad avere a che fare con questo genere di persona.
Un cordiale saluto.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 7k visite dal 23/08/2023.
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