Strani dubbi
Salve,scrivo per chiedere un parere su strani dubbi che mi vengono.Infatti da qualche giorno mi interrogo sulla composizione della realtà e mi sono accorta che l'uomo chiama con nomi diversi oggetti in realtà uguali.Mi spiego meglio,l'uomo fa continue copie della natura circostante modificando rispetto all'originale il colore o il materiale di realizzazione ma l'idea di partenza è la stessa.Un fiore può essere disegnato,fotografato,diventare una stampa ma sempre fiore rimane.Ora mi chiedo,noi in realtà facciamo e vediamo sempre le stesse cose illudendoci della diversità di ognuna?Sembrerà una considerazione banale e scontata ma a me da fastidio il pensiero che la varietà del mondo è solo un illusione da noi creata.Forse sono io che prendo per il verso sbagliato la cosa?Forse dovrei cogliere le differenze nelle cose piuttosto che le somiglianze?Gidermi le singole cose senza pensare a cosa somigliano?Spero di ottenere un consiglio.Grazie
[#1]
Gentile ragazza, questo è un forum dove si tratta di quesiti a carattere clinico. Dal punto di vista clinico, le sue osservazioni, sebbene molto interessanti, mi sembrano denotare delle preoccupazioni di tipo un po' ossessivo.
Però non ho ben capito se queste sue idee le provocano molto disagio oppure se la sua era una semplice curiosità.
Cordiali saluti
Però non ho ben capito se queste sue idee le provocano molto disagio oppure se la sua era una semplice curiosità.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Ex utente
Salve,naturalmente mi provoca disagio,senò non scriverei per un consulto.Vorrei sapere come godermi di più la vita senza questi pensieri ossessivi,perchè io apprezzo quello che ho attorno ma se continuo a fare un aalisi a tutto quelo che vedo e faccio non riesco ad apprezzare le cose fino in fondo!Se mi sembra tutto uguale come posso farlo dopo tutto?La cosa che non mi spiego e se tutti gli uomini fanno queste considerazioni e non importa o se danno le cose per scontato e sono solo io che mi creo inutili problemi.Mi dispiace fare perdere tempo per questi problemi stupidi ma per me è fastidioso.Grazie
[#3]
Non è una perdita di tempo, stia tranquilla. È solo che se questi pensieri la fanno soffrire, dovrebbe consultare uno specialista di persona. Questi tipo di problemi non si risolve via email.
Si rivolga a uno psicologo, magari attraverso uno Sportello Giovani della sua ASL, oppure a settembre quando riaprirà la sua scuola o l'università, potrà rivolgersi allo psicologo che sicuramente ci sarà nella struttura.
Cordiali saluti
Si rivolga a uno psicologo, magari attraverso uno Sportello Giovani della sua ASL, oppure a settembre quando riaprirà la sua scuola o l'università, potrà rivolgersi allo psicologo che sicuramente ci sarà nella struttura.
Cordiali saluti
[#4]
Ex utente
Ma non è possibile risolverli da soli?Io ho letto di si,anche perchè credo sia una cosa di cui mi devo convincere da sola,non è un problema reale vero e proprio.Volevo solo sapere se c'era qualche tecnica da usare oppure un modo diverso di prendere le cose.Non potrebbe che la causa di questi dubbi sia un altra?Come tenere a bada l'ansia?Io sono una ragazza molto ansiosa e magari come difesa ha sviluppato questo problema.Cosa ne dice?
[#6]
signorina se le sue sono osservazioni esistenziali può risolverle attraverso la ricerca personale,leggendo libri di filosofia e o/psicologia, ma se questi pensieri le creano sofferenza e non riesce a tenereli a bada allora acquistano un significato patologico che non può essere corretto se non da uno specialista.
saluti
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#7]
Ex utente
Salve,riesco a tenere a bada i pensieri ma non riesco a non fareosservazioni su ciò che ho attorno!Credo che con il tempo sarà una cosa che accetterò,perchè mi ha turbato il fatto di scoprire che al mondo ci sono molte meno cose di quanto credevo,ma questo non vuol dire che non traggo piacere nel vderle o nel farle.Mi ha diciamo "sconvolto" la scoperta in sè e forse è per questo che ci penso ma forse con il tempo non ci farò più caso.
[#8]
Gentile Signorina,
Vorrei poterLe comunicare una considerazione senza però tentare di qualificarla, come ad esempio,consiglio, suggerimento, ecc..
Proviamo a riflettere che i sintomi di qualsiasi genere, per quanto fastidiosi o dolorosi, mi riferisco, naturalmente, a quelli di derivazione psichica, non necessariamente sono la conseguenza di una malattia. Inoltre ci sono anche sintomi positivi, come ad esempio l'irruzione nella coscienza di un senso di vaga felicità.
Ciò detto, vorrei riflettere insieme a Lei sulla possibilità di amplificare un poco i confini entro i quali siamo abituati a ragionare, in maniera, diciamo, convenzionale. Non Le sto proponendo di buttare alle ortiche tutto il sapere che abbiamo accumulato strada facendo. Sto semplicemente cercando di informarLa, se me lo consente, sulla possibilità di una interpretazione parallela ed integrativa del sintomo, quale esso sia.
In pratica, non pare infrequente assistere alla nascita di un sintomo la cui funzione è quella di mascherare qualcosa che con questo sintomo poco avrebbe a che fare nel qual caso sarebbe importante non interferire con questo processo e, ancorpiù, evitare nella maniera più assoluta la soppressione dello stesso sintomo. Naturalmente questa ultima eventualità andrebbe categoricamente discussa con uno specialista di Sua scelta.
Leggendo i Suoi interventi, mi sono fatto l'idea che Lei sia una persona in grado di elaborare qualsiasi esperienza in modo, questa volta sì, convenzionale. Mi riferisco alla circostanza che di fronte ad un problema, di natura non matematica, Lei saprebbe come cavarsela, nel senso di poter intuire che a volte le soluzioni potrebbero essere diverse e non una sola, quale, ad esempio la risoluzione immediata del problema.
A volte, infatti, sarà opportuno rimandare a domani l'incombenza. Altre volte, confrontandosi con un interlocutore ostico, non sarà male dargli ragione, anche se non ce l'ha. Un'altra, e qui siamo all'Università della comunicazione umana, cercare un giusto compromesso, sancirà il livello di maturità ed equilibrio quantomeno sufficiente dei due interlocutori.
Continuando le considerazioni sulle varie funzioni di un sintomo devo dirLe una cosa che forse La sorprenderà; "Il sintomo rappresenta un tentativo spontaneo di autocura" .
Mi scuso se dovesse avere l'impressione che La sto spingendo verso un atto di fede, ma é solo una questione momentanea.
Nell'eventualità che Lei avvertisse la necessità di chiarimenti, anche se, non é escluso che tutto Le sia abbastaza chiaro, non indugi, se crede, ad informarmi.
Prima di congedarmi da Lei, mi consenta qualche ulteriore riflessione in chiusura.
1.- A volte il sintomo é come un cane che abbaia per segnalare qualcosa che l'essere umano non avverte.
2.- Ogni volta che un sintomo le busserà alla porta, si concentri sul possibile significato sommerso con una precauzione: "Senta, ma non ascolti".
3.- Non perda mai la pazienza, anche se dovesse sperimentare spontaneamente l'impressione di una realtà parallela o alternativa, in quanto ciò avviene per l'instancabile lavoro dei sintomi, entità abilissime nel depistare l'attenzione.
4.- Perché? Credo di conoscere solo in parte la risposta. Per aiutarLa ad imboccare il sentiero della vita nel migliore dei modi, anche quando l'alba poteva sembrare un tramonto. Anche quando una tepida giornata di sole sembra più costruita che spontaneamente vissuta.
Cordialità. Willy Murgolo
Vorrei poterLe comunicare una considerazione senza però tentare di qualificarla, come ad esempio,consiglio, suggerimento, ecc..
Proviamo a riflettere che i sintomi di qualsiasi genere, per quanto fastidiosi o dolorosi, mi riferisco, naturalmente, a quelli di derivazione psichica, non necessariamente sono la conseguenza di una malattia. Inoltre ci sono anche sintomi positivi, come ad esempio l'irruzione nella coscienza di un senso di vaga felicità.
Ciò detto, vorrei riflettere insieme a Lei sulla possibilità di amplificare un poco i confini entro i quali siamo abituati a ragionare, in maniera, diciamo, convenzionale. Non Le sto proponendo di buttare alle ortiche tutto il sapere che abbiamo accumulato strada facendo. Sto semplicemente cercando di informarLa, se me lo consente, sulla possibilità di una interpretazione parallela ed integrativa del sintomo, quale esso sia.
In pratica, non pare infrequente assistere alla nascita di un sintomo la cui funzione è quella di mascherare qualcosa che con questo sintomo poco avrebbe a che fare nel qual caso sarebbe importante non interferire con questo processo e, ancorpiù, evitare nella maniera più assoluta la soppressione dello stesso sintomo. Naturalmente questa ultima eventualità andrebbe categoricamente discussa con uno specialista di Sua scelta.
Leggendo i Suoi interventi, mi sono fatto l'idea che Lei sia una persona in grado di elaborare qualsiasi esperienza in modo, questa volta sì, convenzionale. Mi riferisco alla circostanza che di fronte ad un problema, di natura non matematica, Lei saprebbe come cavarsela, nel senso di poter intuire che a volte le soluzioni potrebbero essere diverse e non una sola, quale, ad esempio la risoluzione immediata del problema.
A volte, infatti, sarà opportuno rimandare a domani l'incombenza. Altre volte, confrontandosi con un interlocutore ostico, non sarà male dargli ragione, anche se non ce l'ha. Un'altra, e qui siamo all'Università della comunicazione umana, cercare un giusto compromesso, sancirà il livello di maturità ed equilibrio quantomeno sufficiente dei due interlocutori.
Continuando le considerazioni sulle varie funzioni di un sintomo devo dirLe una cosa che forse La sorprenderà; "Il sintomo rappresenta un tentativo spontaneo di autocura" .
Mi scuso se dovesse avere l'impressione che La sto spingendo verso un atto di fede, ma é solo una questione momentanea.
Nell'eventualità che Lei avvertisse la necessità di chiarimenti, anche se, non é escluso che tutto Le sia abbastaza chiaro, non indugi, se crede, ad informarmi.
Prima di congedarmi da Lei, mi consenta qualche ulteriore riflessione in chiusura.
1.- A volte il sintomo é come un cane che abbaia per segnalare qualcosa che l'essere umano non avverte.
2.- Ogni volta che un sintomo le busserà alla porta, si concentri sul possibile significato sommerso con una precauzione: "Senta, ma non ascolti".
3.- Non perda mai la pazienza, anche se dovesse sperimentare spontaneamente l'impressione di una realtà parallela o alternativa, in quanto ciò avviene per l'instancabile lavoro dei sintomi, entità abilissime nel depistare l'attenzione.
4.- Perché? Credo di conoscere solo in parte la risposta. Per aiutarLa ad imboccare il sentiero della vita nel migliore dei modi, anche quando l'alba poteva sembrare un tramonto. Anche quando una tepida giornata di sole sembra più costruita che spontaneamente vissuta.
Cordialità. Willy Murgolo
Dr. Willy Murgolo
Psicologo-Psicoterapeuta
Ipnosi Clinica-Sessuologia
[#9]
Ex utente
Salve,molto interessante la sua risposta,per quanto riguarda il fatto che sotto un sintomo si nasconde un altro ne sono consapevole,anche perchè devo frequentare il quinto anno di liceo sociopsicopedagogico e studio psicologia con molto interesse,quindi sò che è una difesa tipica dell'uomo quello di sfogare l'ansia in un modo meno doloroso rispetto alla fonte originaria.Io credo che i miei dubbi deriviano in parte dal mio carattere estremamnete razionale,perchè tendo a studiare tutti i fenomeni attorno a me,ma in parte credo da un periodo di vita non troppo felice che magari i fa svalutare il significato e l'unicità di ciò che mi circonda.Comunque riflettendoci meglio ho trovato una soluzione se così si può definire al problema,molto scontata ma da me ignorata.Come posso pretendere che gli oggetti intorno a noi siano infiniti?Le idee delle cose sono finite ed è normale che l'uomo utilizzi queste in vari modi,ritornando all'esempio del fiore.Ho anche riflettuto sul fatto che non è la varietà di cose a renderci felici ma l'uso che ne facciamo e il modo di vederle,uindi se mi sento infelice non dipende dal fato che vedo sempre le stesse cose ma dal fatto di non apprezzarle e già questa considerazione mi traquillizza e cambia la mia prospettiva.Spero abbia capito cosa intendo dire e se vuole mi risponda con sue considerazioni.Grazie
[#10]
Gentile ragazza, una maniera forse più appropriata per descrivere ciò che le sta succedendo potrebbe essere questa: lei è una persona che tiene a bada la sua ansia attraverso dei pensieri ossessivi.
Tenga presente che il pensiero razionale, anche quando è molto razionale, può prendere delle cantonate colossali. Questo per avvertirla che non è attraverso la razionalità che risolverà i suoi dubbi. "Non esistono risposte intelligenti a domande stupide", diceva qualcuno per sintetizzare.
Come le abbiamo già detto, se i suoi dubbi non la fanno soffrire particolarmente, dovrebbe solo ignorarli. Se invece le provocano davvero disagio, dovrebbe rivolgersi a un professionista per una valutazione e un'eventuale cura.
Cordiali saluti
Tenga presente che il pensiero razionale, anche quando è molto razionale, può prendere delle cantonate colossali. Questo per avvertirla che non è attraverso la razionalità che risolverà i suoi dubbi. "Non esistono risposte intelligenti a domande stupide", diceva qualcuno per sintetizzare.
Come le abbiamo già detto, se i suoi dubbi non la fanno soffrire particolarmente, dovrebbe solo ignorarli. Se invece le provocano davvero disagio, dovrebbe rivolgersi a un professionista per una valutazione e un'eventuale cura.
Cordiali saluti
[#12]
Ex utente
Salve,in questi giorni ho riflettuto meglio sul problema e sono arrivata alla conclusione che a darmi fastidio non è il pensiero in se,per la sua ossessività,ma per la scoperta in sè.é come se non riuscissi a scorgere la novità e le differenze nelle cose,mi attacco al concetto di idea di cosa e anche se riesco ad elencare le differenze tra 2 fiori ad esempio,mi attacco al fatto che sempre di fiore si tratta!Non saprei dire cosa mi infastidisce di preciso,è come se,anche se provo sensazioni di fronte alle cose,una parte di me non riuscisse a capire come posso considerare diverse due cose che hanno la stessa idea!Come se tutto sia svuotato da un senso nella mia parte razionale,ma quella emotiva risponde sempre agli stimoli!Vorrei spiegarmi meglio ma è difficile,volevo solo dire che non è un disturbo ossessivo perchè il pensiero in sè non mi provoca fastidio,sarà forse una crisi esistenziale dovuta all'adolescenza?Guardo i miei coetanei e quasi li invidio per i loro normali problemi sui ragazzi o su cosa indossare mentre io mi faccio caso a elementi sconatti per il resto delle persone...
[#13]
Nella sua replica #2:
>>> naturalmente mi provoca disagio,senò non scriverei per un consulto.
>>>
Adesso:
>>> non è un disturbo ossessivo perchè il pensiero in sè non mi provoca fastidio
>>>
Mi sembra che qui ci sia una contraddizione che dovrebbe chiarire prima di tutto a se stessa. Altrimenti rischiamo tutti quanti di perdere del tempo inutilmente.
Cordiali saluti
>>> naturalmente mi provoca disagio,senò non scriverei per un consulto.
>>>
Adesso:
>>> non è un disturbo ossessivo perchè il pensiero in sè non mi provoca fastidio
>>>
Mi sembra che qui ci sia una contraddizione che dovrebbe chiarire prima di tutto a se stessa. Altrimenti rischiamo tutti quanti di perdere del tempo inutilmente.
Cordiali saluti
[#15]
Ex utente
Salve,ho pensato al mio problema e sono arrivata alla conclusione che il problema è la mia insicurezza,infatti il problema non stà tanto nella considerazione scontata che ho fatto ma nell' accettare che sia davvero così.Mi spiego meglio,mi dico le idee delle cose sono poche ma l'uomo le modifica e personalizza a piacimento in modo da creare effetti diversi,in modo da scatenare nuove sensazioni,perchè l'uomo alla fine vive di sensazioni.Fin qui tutto ok,ma è come se non credessi ai miei stessi pensieri!è difficile da spiegare,è come se io sò che ogni minima differenza tra le cose crea sensazioni diverse ma è come se la mia mente non si fidasse di questa opinione e si fermasse al fatto dell'analisi delle idee senza valutare il lato delle sensazioni,come se avessi dei dubbi su quello che io stessa penso!Spero che abbia capito e mi dia una risposta.Grazie
[#16]
Gentile ragazza, dire che si è insicuri sulla realtà delle cose è sinonimo di un dubbio ossessivo. In ogni caso stiamo parlando sempre di ansia e, come vede, stiamo continuando a girare in tondo. Ovvero proprio ciò che si fa quando si è preda di ossessioni.
Ma non è detto che questo sia il suo caso: potrà saperlo solo consultando uno specialista, perché qui si può solo parlare per ipotesi.
Cordiali saluti
Ma non è detto che questo sia il suo caso: potrà saperlo solo consultando uno specialista, perché qui si può solo parlare per ipotesi.
Cordiali saluti
[#17]
Gentile Signorina,
potrebbe anche solo accennare, oltre a ciò che ha già espresso, quali sono gli aspetti della Sua vita che potrebbe definire gratificanti ? A titolo di esempio, frequenta una compagnia ? Ha un ragazzo ? Quale é l'attività preferita che le piace ? In pratica, potrebbe descrivere solo le cose positive che ha sperimentato dall'infanzia ad oggi ?
Grazie e saluti cordiali. Willy Murgolo.
potrebbe anche solo accennare, oltre a ciò che ha già espresso, quali sono gli aspetti della Sua vita che potrebbe definire gratificanti ? A titolo di esempio, frequenta una compagnia ? Ha un ragazzo ? Quale é l'attività preferita che le piace ? In pratica, potrebbe descrivere solo le cose positive che ha sperimentato dall'infanzia ad oggi ?
Grazie e saluti cordiali. Willy Murgolo.
[#18]
Ex utente
Ho avuto un gruppo fino a un mese fa,ma poi sono tutti partiti perchè non sono della mia città e ora sono senza amici praticamente,un ragazzo ce l'avveo anche fino a un mese fa ma poi è partito anche lui e io ci sono rimasta malissimo e bè,la cosa più gratificante che ho per ora è il tennis che pratico regolarmente.Ho pensato che magari tutti questi dubbi e pensieri sorgono dal fatto che io non ho qualcos'altro a cui pensare!Potrebbe essere?Anche se sono abbastanza sicura che a influire su questa situazione sia stata la delusione d'amore che mi ha fatta passare da uno stato di felicità estrema a uno di sconforto e quindi vedo le cose più vuote di quello che sono in realtà...Per cose positive nella mia infanzia posso elencare i miei voti scolastici sempre alti,i tanti viaggi che ho fatto,mia sorella che è la mia migliore amica e tante altre cose,la mia infazia è stat bella.
Questo consulto ha ricevuto 18 risposte e 2.5k visite dal 13/08/2009.
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