Burnout genitoriale

Buongiorno Dottori.

Mi rivolgo a Voi come ultima risorsa, dopodiché non so più che fare.

Ho passato gli ultimi anni in modo molto difficile (aborto, infertilità, fecondazione assistita, gravidanza a rischio, parto prematuro, tint, controlli continui di salute di mia figlia, che ora ha due anni e mezzo e sta bene), ho chiesto aiuto ad una psichiatra, ad una psicoterapeuta ed ad una psicoterapeuta di coppia, prendo sertralina 50 da ottobre e xanax.

Mi sto impegnando per uscire da una situazione, ma non vedo frutti.

Il "problema", se si può definire problema una persona, è mio marito.

Cercherò di essere più obiettiva possibile, con i limiti della propriocezione.

Lui è convinto di essere molto collaborativo e lo è sul piano pratico. Cucina (anche se cibi precotti/estremamente semplici), fa la spesa online, paga le bollette, ovviamente con il denaro comune, guadagnato da entrambi.

Si circonda di quest'aura di martire, come se lui facesse tutto e io nulla, nel più completo vittimismo anche quando siamo in terapia, così io divento quella cattiva che urla e si arrabbia.

Eppure non è di aiuto affatto.

Avrei bisogno che mi sollevasse dalle continue attenzioni della bambina, che vuole sempre e solo me, vuoi perché è piccolina, vuoi perché il padre passa le giornate a guardare il cellulare e ovviamente lei cerca la persona che la segue, gioca con lei, le fa leggere libri e l'abbraccia.

Per me è estremamente frustrante "dover" dedicare attenzione costante senza che nessuno mi possa sollevare un po' da questo carico. Ho ovviamente provato a parlarne, ma nessun risultato.

L'ultimo episodio ieri sera, quando, esausta dopo avergli chiesto più volte di darmi una mano con la bambina, lei è corsa in camera e lui ha detto "la seguo io". Due minuti dopo la bambina è tornata con i miei occhiali e li ha rotti.

Sono sbottata, perché dopo aver chiesto per favore di darmi una mano non è stato in grado di seguirla nemmeno per 10 minuti e ovviamente lui ha dato la colpa a me, che avevo lasciato gli occhiali accessibili.

Il problema è che non c'è MAI ammissione di qualche responsabilità. Non se ne esce.

Vedo la separazione come sola soluzione, ma mi piacerebbe salvare il salvabile per nostra figlia.
Anche se forse è un'utopia.

Vi ringrazio anticipatamente
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598

Gentile utente,

lei nel consulto ci parla soprattutto di suo marito, inadeguato a suo dire;
ma il titolo ci parla soprattutto di Lei: "Burnout genitoriale".

Non posso sapere se la specialista che Vi segue nella terapia di coppia sia
. realmente una psicoterapeuta (è necessario per poter curare),
. è realmente specializzata in terapia familiare (quadriennale).
1. Il dubbio viene dal caso riportato e successo ieri sera, nel quale la prescrizione classica sarebbe stata che Lei in quei 10 minuti doveva uscire di casa, per non interferire con l'accudimento da parte di Suo marito verso la bambina.
2. Ed inoltre: la terapia del burnout prevede un certo temporaneo distanziamento emotivo (mi riferisco a quei 10 minuti di cui ci parla); ma spesso è proprio la persona colpita dal burnout a non riuscire a farlo; perché pensa che: gli altri non sappiano fare al posto suo oppure che non siano bravi e competenti come se stess*.

E qui mi fermo, dato che attraverso un consulto online non possiamo certo avere la pretesa illusoria e onnipotente di dire qualcosa di più efficace a fronte di una psicoterapia in atto.

Se ritiene ci dia un riscontro rispetto alle due riflessioni presentate.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Grazie Dottoressa per la sua gentile risposta.
Non mi è mai stata data indicazione di andarmene e lasciare effettivamente la bambina alle cure di mio marito, benché sia seguita da un csm e quindi, suppongo, da professionisti in possesso delle qualifiche delle quali mi ha parlato.
Sicuramente sono convinta che nessuno sappia seguire la bambina come la seguo io, ma se la bambina volesse io la lascerei pure, perché ne sento proprio la necessità. Ho bisogno di staccare la testa per un momento.
Invece lei è legatissima a me, vuole solo me e mio marito non fa niente per inserirsi in questo legame, ma passa il tempo a guardare il cellulare... di conseguenza non vedo altre possibilità che continuare ad occuparmene io :-(
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

Qualche ulteriore riflessione su queste Sue frasi:

1. ".. ma se la bambina volesse io la lascerei pure.."
2. ".. Invece lei è legatissima a me, vuole solo me.."
3. ".. mio marito non fa niente per inserirsi in questo legame.."

1. Non è certo la bambina a decidere quello che le fa bene (cosa ne sa la piccola?); bensì la *competenza genitoriale* che sta in capo ai due genitori.

2. Sulla base della competenza genitoriale, l'educatore/trice è consapevole che il legame esclusivo madre-figlia non è produttivo per la crescita di una figlia.
Con la fantasia, faccia un salto di 25 anni leggendo questo consulto: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/985241-vacanza-a-27-anni-e-madre-iperprotettiva.html .

3. Nessun padre riesce ad "inserirsi" nel rapporto madre-figlia, dentro un rapporto viscerale esclusivo di chi ha tenuto nella pancia l'altr* per dei mesi.
Per il padre va messo a disposizione uno spazio esclusivo, creato dalla madre che si ritira di un passo, iniziando da tempi brevi, lasciando padre e figlia da soli; affinché possano conoscersi e creare un rapporto tra loro.
Tale spazio risulta più difficile nel caso di PMA, quando la madre si è guadagnata il/la figli* sulla propria pelle, nella propria carne: metodiche invasive, stimolazione ormonale, ecc.. Sono dinamiche che noi - che ci occupiamo in specifico di ciò - conosciamo bene.

Come vede ho parlato sempre in generale: il padre, la madre, il/la figli*. Questo perchè non Vi conosco in concreto; e dunque non mi permetto di mettere questa risposta in competizione con le indicazioni del CSM che La segue da tempo in presenza.


Veda un po' Lei, ora, cosa farne delle indicazioni che le forniamo.
Tenga sempre presente il bene evolutivo della piccola, ben differente da quello che ora la bimba "vuole" e pretende!
Ed inoltre faccia i conti con il proprio burnout, forse non attribuibile nè alla bimba, nè al padre. Gli studi sul burnout, infatti, mettono in evidenza le caratteristiche personologiche di chi ne soffre.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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