Non sono soddisfatta della mia vita, università e ansia
Gentili dottori, vi scrivo perché da qualche settimana l’ansia e l’angoscia mi tormentano.
Tutto è iniziato dopo il mio ultimo esame della sessione estiva a fine luglio, che è andato molto bene.
Contentissima di aver finito gli esami, ero pronta a godermi l’estate quando in realtà nei giorni seguenti la mia mente ha iniziato ad avere pensieri negativi.
Ho 22 anni e sono al quarto anno di medicina.
Sono sempre stata una ragazza molto studiosa, mi sono diplomata con il massimo dei voti e lode, tutti i professori ancora oggi si ricordano di me e mi scrivono.
Questo mi ha resa sempre felice.
Anche al primo anno di università (facoltà di biotecnologie) ero molto brava.
A medicina la situazione è cambiata un po’, pur avendo oggi una buona media (26), mi è capitato di accettare voti bassi e di arretrarmi qualche esame; così ho iniziato a sentirmi inferiore ai miei compagni di corso, molti dei quali in regola con gli esami e con una media molto più alta della mia.
Inoltre mi sento proprio una bambina, mi giro e vedo attorno a me ragazze di 22 anni molto più intraprendenti.
Non guido pur avendo la patente a causa dei miei limiti mentali, perché in realtà so guidare bene con qualcuno al mio fianco ma da sola non riesco e questo mi fa sentire stupida.
A ciò si aggiunge il fatto che non mi piaccio più fisicamente.
Non sono mai stata magra, ma ho sempre avuto un bel fisico, addirittura ragazze mi chiedevano cosa mangiassi e come facessi a mantenermi così in forma, tuttavia a causa della mia sedentarietà negli ultimi anni ho messo su un po’ di chili.
Non sono in sovrappeso, ma comunque non mi sento bene con me stessa.
Mi è capitato di sentirmi dire da persone che non vedevo da anni "sei cambiata", frasi che mi hanno fatta stare male.
Così sono diventata una persona insicura.
Non mi sento più bella, non mi sento più brava, non mi sento più capace.
E non è finita qui, sono fidanzata da due anni e mezzo e da 1 anno il mio fidanzato lavora fuori perché è nell’arma, sono una persona estremamente gelosa e proprio recentemente mi è capitato di litigare con lui per mie paure e insicurezze, ho paura che possa tradirmi, ho paura che possa fare qualcosa alle mie spalle.
Anche se lui non mi ha MAI dato modo di pensarlo.
Anzi, mi ha sempre dimostrato quanto io fossi importante per lui.
Il rapporto con i miei genitori non è sempre ottimale, quando cerco di parlare con loro in questi miei periodi mi rispondono sempre con un: non sono questi i problemi", "devi solo studiare e ti lamenti", inoltre mi fanno sentire in colpa perché mi hanno regalato una macchina ma non la uso.
Ho tanta voglia di cambiare la mia vita, vorrei cercare di vedere le cose con più positività invece sono sempre molto lamentosa, vorrei circondarmi di persone positive, all’università non si è creato un bell’ambiente, ho conosciuto molte persone false.
Adesso che sono finite le vacanze al solo pensiero di rinchiudermi in casa per studiare dalla mattina alla sera mi fa stare male.
Cosa dovrei fare?
Tutto è iniziato dopo il mio ultimo esame della sessione estiva a fine luglio, che è andato molto bene.
Contentissima di aver finito gli esami, ero pronta a godermi l’estate quando in realtà nei giorni seguenti la mia mente ha iniziato ad avere pensieri negativi.
Ho 22 anni e sono al quarto anno di medicina.
Sono sempre stata una ragazza molto studiosa, mi sono diplomata con il massimo dei voti e lode, tutti i professori ancora oggi si ricordano di me e mi scrivono.
Questo mi ha resa sempre felice.
Anche al primo anno di università (facoltà di biotecnologie) ero molto brava.
A medicina la situazione è cambiata un po’, pur avendo oggi una buona media (26), mi è capitato di accettare voti bassi e di arretrarmi qualche esame; così ho iniziato a sentirmi inferiore ai miei compagni di corso, molti dei quali in regola con gli esami e con una media molto più alta della mia.
Inoltre mi sento proprio una bambina, mi giro e vedo attorno a me ragazze di 22 anni molto più intraprendenti.
Non guido pur avendo la patente a causa dei miei limiti mentali, perché in realtà so guidare bene con qualcuno al mio fianco ma da sola non riesco e questo mi fa sentire stupida.
A ciò si aggiunge il fatto che non mi piaccio più fisicamente.
Non sono mai stata magra, ma ho sempre avuto un bel fisico, addirittura ragazze mi chiedevano cosa mangiassi e come facessi a mantenermi così in forma, tuttavia a causa della mia sedentarietà negli ultimi anni ho messo su un po’ di chili.
Non sono in sovrappeso, ma comunque non mi sento bene con me stessa.
Mi è capitato di sentirmi dire da persone che non vedevo da anni "sei cambiata", frasi che mi hanno fatta stare male.
Così sono diventata una persona insicura.
Non mi sento più bella, non mi sento più brava, non mi sento più capace.
E non è finita qui, sono fidanzata da due anni e mezzo e da 1 anno il mio fidanzato lavora fuori perché è nell’arma, sono una persona estremamente gelosa e proprio recentemente mi è capitato di litigare con lui per mie paure e insicurezze, ho paura che possa tradirmi, ho paura che possa fare qualcosa alle mie spalle.
Anche se lui non mi ha MAI dato modo di pensarlo.
Anzi, mi ha sempre dimostrato quanto io fossi importante per lui.
Il rapporto con i miei genitori non è sempre ottimale, quando cerco di parlare con loro in questi miei periodi mi rispondono sempre con un: non sono questi i problemi", "devi solo studiare e ti lamenti", inoltre mi fanno sentire in colpa perché mi hanno regalato una macchina ma non la uso.
Ho tanta voglia di cambiare la mia vita, vorrei cercare di vedere le cose con più positività invece sono sempre molto lamentosa, vorrei circondarmi di persone positive, all’università non si è creato un bell’ambiente, ho conosciuto molte persone false.
Adesso che sono finite le vacanze al solo pensiero di rinchiudermi in casa per studiare dalla mattina alla sera mi fa stare male.
Cosa dovrei fare?
[#1]
Gentile utente,
ho letto anche i suoi precedenti consulti, dai quali ho appreso che da tempo sta attraversando delle difficoltà quali la pressione dello studio, la relazione col suo fidanzato, col quale non può più condividere percorso universitario e sogni futuri, che si associano a profonde inquietudini personali.
Innanzitutto complimenti per il traguardo dell'accesso alla facoltà di medicina che con impegno ha raggiunto. Si conceda il godersi dei risultati raggiunti, invece di accantonarli e dedicarsi all'obiettivo successivo, come secondo me ha la tendenza a fare.
Dalle sue parole posso ipotizzare che l'ansia e la pressione che prova prima di sostenere un esame e che a volte la fanno precipitare in sensazioni di paura e sconforto, sono le stesse che, paradossalmente, la trattengono e la sorreggono, impedendole forse di precipitare in sensazioni ed emozioni ancor più spiacevoli o preoccupanti, presenti dentro di lei.
Infatti, i pensieri negativi sono sopraggiunti proprio quando ha terminato gli esami, forse proprio a testimonianza della sua impossibilità di godersi la calma, la serenità, oppure perché il non avere nulla per cui impegnarsi e affannarsi fa sorgere in lei l'angoscia del vuoto, del contatto col proprio mondo interno sconosciuto e quindi spaventoso.
Inoltre, il suo fidanzato che prima condivideva il suo stesso percorso, si è allontanato, cambiando vita e ciò ha probabilmente generato una distanza tra di voi, allontanandola dall'unica persona da cui forse si sentiva vicina o compresa.
Sta attraversando molte difficoltà: la guida, il rapporto con gli altri, inclusi i suoi coetanei, il suo fidanzato e i suoi genitori che involontariamente svalutano ciò prova, unite ad una profonda sensazione di inadeguatezza che investe quel che è fuori, nel corpo, ma anche quel che è dentro, nelle sue capacità e nell'interezza della sua persona.
Tuttavia, credo che il suo dolore non nasca solo da tali motivi, ma da qualcosa di più profondo, che origina dentro di lei, come lo scollamento con quello che desidera veramente, con quello che è veramente, che sente; dall'incapacità di gioire, di essere felice al di là delle prestazioni, dall'impossibilità di tollerare l'imperfezione, l'inciampo, il non essere all'altezza delle aspettative.
Credo che uno psicologo potrebbe accompagnarla in questo momento così delicato della sua vita, cercando di aiutarla a raggiungere una serenità interiore che passa attraverso la conoscenza e accettazione di sé, del suo mondo interno, di desideri, sogni, speranze che prescindono dai risultati.
Auguri di cuore.
ho letto anche i suoi precedenti consulti, dai quali ho appreso che da tempo sta attraversando delle difficoltà quali la pressione dello studio, la relazione col suo fidanzato, col quale non può più condividere percorso universitario e sogni futuri, che si associano a profonde inquietudini personali.
Innanzitutto complimenti per il traguardo dell'accesso alla facoltà di medicina che con impegno ha raggiunto. Si conceda il godersi dei risultati raggiunti, invece di accantonarli e dedicarsi all'obiettivo successivo, come secondo me ha la tendenza a fare.
Dalle sue parole posso ipotizzare che l'ansia e la pressione che prova prima di sostenere un esame e che a volte la fanno precipitare in sensazioni di paura e sconforto, sono le stesse che, paradossalmente, la trattengono e la sorreggono, impedendole forse di precipitare in sensazioni ed emozioni ancor più spiacevoli o preoccupanti, presenti dentro di lei.
Infatti, i pensieri negativi sono sopraggiunti proprio quando ha terminato gli esami, forse proprio a testimonianza della sua impossibilità di godersi la calma, la serenità, oppure perché il non avere nulla per cui impegnarsi e affannarsi fa sorgere in lei l'angoscia del vuoto, del contatto col proprio mondo interno sconosciuto e quindi spaventoso.
Inoltre, il suo fidanzato che prima condivideva il suo stesso percorso, si è allontanato, cambiando vita e ciò ha probabilmente generato una distanza tra di voi, allontanandola dall'unica persona da cui forse si sentiva vicina o compresa.
Sta attraversando molte difficoltà: la guida, il rapporto con gli altri, inclusi i suoi coetanei, il suo fidanzato e i suoi genitori che involontariamente svalutano ciò prova, unite ad una profonda sensazione di inadeguatezza che investe quel che è fuori, nel corpo, ma anche quel che è dentro, nelle sue capacità e nell'interezza della sua persona.
Tuttavia, credo che il suo dolore non nasca solo da tali motivi, ma da qualcosa di più profondo, che origina dentro di lei, come lo scollamento con quello che desidera veramente, con quello che è veramente, che sente; dall'incapacità di gioire, di essere felice al di là delle prestazioni, dall'impossibilità di tollerare l'imperfezione, l'inciampo, il non essere all'altezza delle aspettative.
Credo che uno psicologo potrebbe accompagnarla in questo momento così delicato della sua vita, cercando di aiutarla a raggiungere una serenità interiore che passa attraverso la conoscenza e accettazione di sé, del suo mondo interno, di desideri, sogni, speranze che prescindono dai risultati.
Auguri di cuore.
Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it
[#2]
Utente
Gentile dottoressa,
La ringrazio per la risposta,
È vero, è da un po’ di anni che mi capita di vivere questi periodi ansiosi" in cui non ho voglia di studiare e mi sento apatica così durante queste fasi mi impongo sempre di cambiare la mia vita, di iniziare a guidare, andare in palestra, fare più amicizie tuttavia quando passano questi periodi non metto mai in atto ciò che mi ero imposta, perché ritorno a sentirmi "bene" (o almeno mi sento felice, soddisfatta e ho voglia di dare sempre il massimo ). Ovviamente però, non avendo fatto nulla per cambiare, l’ansia e l’angoscia dopo un po’ di tempo si presentano nuovamente.
Per esempio, ricordo un periodo particolarmente felice della mia vita al primo anno di università a biotecnologie, avevo tutto quello che desideravo: un gruppo di amici all’università, iniziavo ad uscire più spesso, cercavo di dare il massimo per il test di medicina, avevo un’autostima alta e mi sentivo felice, non ho avuto nessun periodo ansioso (per 2 anni e mezzo ) e stavo bene con me stessa. Qui poi ho conosciuto anche il mio fidanzato. Anche nel periodo Covid, paradossalmente, non ho avuto alcun problema, mi allenavo a casa, studiavo, facevo le videochiamate con gli amici
Sicuramente iniziare un percorso psicologico mi farebbe bene, però vorrei anche cominciare a fare qualcosa per cambiare effettivamente la situazione in cui mi trovo e vedere se comunque queste sensazioni spiacevoli siano generate da questi motivi.
La ringrazio per la risposta,
È vero, è da un po’ di anni che mi capita di vivere questi periodi ansiosi" in cui non ho voglia di studiare e mi sento apatica così durante queste fasi mi impongo sempre di cambiare la mia vita, di iniziare a guidare, andare in palestra, fare più amicizie tuttavia quando passano questi periodi non metto mai in atto ciò che mi ero imposta, perché ritorno a sentirmi "bene" (o almeno mi sento felice, soddisfatta e ho voglia di dare sempre il massimo ). Ovviamente però, non avendo fatto nulla per cambiare, l’ansia e l’angoscia dopo un po’ di tempo si presentano nuovamente.
Per esempio, ricordo un periodo particolarmente felice della mia vita al primo anno di università a biotecnologie, avevo tutto quello che desideravo: un gruppo di amici all’università, iniziavo ad uscire più spesso, cercavo di dare il massimo per il test di medicina, avevo un’autostima alta e mi sentivo felice, non ho avuto nessun periodo ansioso (per 2 anni e mezzo ) e stavo bene con me stessa. Qui poi ho conosciuto anche il mio fidanzato. Anche nel periodo Covid, paradossalmente, non ho avuto alcun problema, mi allenavo a casa, studiavo, facevo le videochiamate con gli amici
Sicuramente iniziare un percorso psicologico mi farebbe bene, però vorrei anche cominciare a fare qualcosa per cambiare effettivamente la situazione in cui mi trovo e vedere se comunque queste sensazioni spiacevoli siano generate da questi motivi.
[#3]
Gentile utente,
per cambiare la situazione è necessario cominciare da qualche parte. Io credo che il supporto psicologico potrebbe essere un inizio.
Forse il suo intento di voler prima cominciare a vedere qualche cambiamento, potrebbe essere un pretesto per restare ferma, lì dov' è ora, ancorata ad un' angoscia che per quanto spiacevole, rappresenta probabilmente il conosciuto, il previsto e prevedibile e dunque controllabile, nonché una difesa verso qualcos' altro. Forse il vuoto, il non sentirsi nulla, il contatto col suo mondo interno.
Potrà trovare nel percorso psicologico tali risposte, insieme a nuovi significati, nuovi modi per definirsi, guardarsi, riscoprirsi.
Comprendo la felicità e l' appagamento che avverte nella riuscita, quando si sente capace, quando riesce ad eccellere, ma questo meccanismo dovrebbe essere scardinato, in quanto la rende vittima e dipendente dalla prestazione, dal dover dare sempre il massimo e forse mantiene intatta l'illusione che dimostrandosi capace potrà essere amata, riconosciuta, apprezzata. In questo modo potra' controllare il suo rapporto con l' altro, la sua vita, le sue emozioni e sensazioni, mitigando la paura e l' inadeguatezza.
La sua possibilità di vivere, gioire, riconciliarsi con la sua parte interna che esige risultati sempre più elevati, è ora, proprio mentre lei si domanda come smettere di soffrire e ritornare sulla vetta più alta.
Spero di esserle stata utile.
per cambiare la situazione è necessario cominciare da qualche parte. Io credo che il supporto psicologico potrebbe essere un inizio.
Forse il suo intento di voler prima cominciare a vedere qualche cambiamento, potrebbe essere un pretesto per restare ferma, lì dov' è ora, ancorata ad un' angoscia che per quanto spiacevole, rappresenta probabilmente il conosciuto, il previsto e prevedibile e dunque controllabile, nonché una difesa verso qualcos' altro. Forse il vuoto, il non sentirsi nulla, il contatto col suo mondo interno.
Potrà trovare nel percorso psicologico tali risposte, insieme a nuovi significati, nuovi modi per definirsi, guardarsi, riscoprirsi.
Comprendo la felicità e l' appagamento che avverte nella riuscita, quando si sente capace, quando riesce ad eccellere, ma questo meccanismo dovrebbe essere scardinato, in quanto la rende vittima e dipendente dalla prestazione, dal dover dare sempre il massimo e forse mantiene intatta l'illusione che dimostrandosi capace potrà essere amata, riconosciuta, apprezzata. In questo modo potra' controllare il suo rapporto con l' altro, la sua vita, le sue emozioni e sensazioni, mitigando la paura e l' inadeguatezza.
La sua possibilità di vivere, gioire, riconciliarsi con la sua parte interna che esige risultati sempre più elevati, è ora, proprio mentre lei si domanda come smettere di soffrire e ritornare sulla vetta più alta.
Spero di esserle stata utile.
Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.2k visite dal 14/08/2023.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.