Cugino estremamente invadente che mina la mia serenità
Buongiorno, spero di essere abbastanza chiara nello spiegare il mio problema.
Ho un cugino di secondo grado che per me è diventato un incubo: è una persona estremamente pesante e impicciona e io non so più come gestirla.
Mi spiego: già anni fa fintanto che era vivo mio padre (questa persona e mio padre erano cugini primi), era alquanto invadente, ma era limitato al periodo delle vacanze estive ed era una situazione che mi coinvolgeva solo in parte perché bene o male finite le ferie di mio padre tornavamo in città e lo vedevo sporadiche volte l'anno (fino a due mesi fa abitavo in città, ora abito in campagna nella casa ereditata da mia nonna, e il problema è che lui abita accanto a me).
Da quando è morto mio padre e io ho preso in mano le redini della mia famiglia, il comportamento di questo cugino è peggiorato: non sono padrona di trascorrere del tempo in giardino, mangiare all'aperto o anche solo farmi gli affari miei senza che lui imponga la sua costante presenza, costellata di opinioni non richieste e quasi imposizioni (telefona a tizio, fai questo ecc).
Mi alzo la mattina (che siano le sei del mattino o le undici, non fa differenza) e lo trovo seduto sulla panchina fuori casa, se mi azzardo a uscire di casa e andare in giardino magari a leggere, lui si accorge che sono uscita, mi segue e impone la sua presenza.
Non riesco a mangiare o parlare con mia madre o mia sorella senza che lui arrivi, ascolti e intervenga.
Nemmeno l'essere al telefono con qualcuno lo ferma, semplicemente lui si siede, guarda e ascolta tutto ciò che faccio e dico.
Sono arrivata al punto di non uscire di casa se non per fare un giro in bicicletta o andare a fare compere, e se voglio stare in pace sono costretta a scendere in cantina e chiudermi dentro perché altrimenti non riesco a togliermelo di torno e stare da sola.
Ho provato a fargli capire che nessuno può prendere il posto di mio padre, che sono una donna adulta di 36 anni e che non ho bisogno della protezione di nessuno, ma lui ha come un paraocchi e va dritto per la sua strada: nemmeno l'intervento di mia sorella, che ha un carattere meno paziente del mio, è servito.
Vorrei aggiungere che non è solo, è sposato e ha un fratello e una sorella.
Non voglio essere fraintesa, ma sento la necessità di trascorrere del tempo da sola, soprattutto dopo una giornata di lavoro o nell'unico giorno libero che ho durante la settimana: quando sento scattare il suo portone, che di solito anticipa il suo arrivo, inizio subito a sentire una morsa allo stomaco, spesso accompagnato da irritabilità, voglia di dare di stomaco, palpitazioni e agitazione, mi sento in trappola e non so come uscirne.
Vorrei evitare di assumere calmanti perchè non sarebbe che un palliativo e sicuramente non una soluzione fissa.
É brutto da dire, ma vorrei non averlo tra i piedi di continuo.
Mi sento come se fossi agli arresti domiciliari da innocente, senza aver fatto del male a nessuno, e la cosa sta distruggendo la mia serenità.
Non so cosa fare.
Ho un cugino di secondo grado che per me è diventato un incubo: è una persona estremamente pesante e impicciona e io non so più come gestirla.
Mi spiego: già anni fa fintanto che era vivo mio padre (questa persona e mio padre erano cugini primi), era alquanto invadente, ma era limitato al periodo delle vacanze estive ed era una situazione che mi coinvolgeva solo in parte perché bene o male finite le ferie di mio padre tornavamo in città e lo vedevo sporadiche volte l'anno (fino a due mesi fa abitavo in città, ora abito in campagna nella casa ereditata da mia nonna, e il problema è che lui abita accanto a me).
Da quando è morto mio padre e io ho preso in mano le redini della mia famiglia, il comportamento di questo cugino è peggiorato: non sono padrona di trascorrere del tempo in giardino, mangiare all'aperto o anche solo farmi gli affari miei senza che lui imponga la sua costante presenza, costellata di opinioni non richieste e quasi imposizioni (telefona a tizio, fai questo ecc).
Mi alzo la mattina (che siano le sei del mattino o le undici, non fa differenza) e lo trovo seduto sulla panchina fuori casa, se mi azzardo a uscire di casa e andare in giardino magari a leggere, lui si accorge che sono uscita, mi segue e impone la sua presenza.
Non riesco a mangiare o parlare con mia madre o mia sorella senza che lui arrivi, ascolti e intervenga.
Nemmeno l'essere al telefono con qualcuno lo ferma, semplicemente lui si siede, guarda e ascolta tutto ciò che faccio e dico.
Sono arrivata al punto di non uscire di casa se non per fare un giro in bicicletta o andare a fare compere, e se voglio stare in pace sono costretta a scendere in cantina e chiudermi dentro perché altrimenti non riesco a togliermelo di torno e stare da sola.
Ho provato a fargli capire che nessuno può prendere il posto di mio padre, che sono una donna adulta di 36 anni e che non ho bisogno della protezione di nessuno, ma lui ha come un paraocchi e va dritto per la sua strada: nemmeno l'intervento di mia sorella, che ha un carattere meno paziente del mio, è servito.
Vorrei aggiungere che non è solo, è sposato e ha un fratello e una sorella.
Non voglio essere fraintesa, ma sento la necessità di trascorrere del tempo da sola, soprattutto dopo una giornata di lavoro o nell'unico giorno libero che ho durante la settimana: quando sento scattare il suo portone, che di solito anticipa il suo arrivo, inizio subito a sentire una morsa allo stomaco, spesso accompagnato da irritabilità, voglia di dare di stomaco, palpitazioni e agitazione, mi sento in trappola e non so come uscirne.
Vorrei evitare di assumere calmanti perchè non sarebbe che un palliativo e sicuramente non una soluzione fissa.
É brutto da dire, ma vorrei non averlo tra i piedi di continuo.
Mi sento come se fossi agli arresti domiciliari da innocente, senza aver fatto del male a nessuno, e la cosa sta distruggendo la mia serenità.
Non so cosa fare.
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Gentile utente, tollerare e sopportare l'invadenza altrui è compito arduo e sicuramente è un nostro diritto pretendere di avere degli spazi nostri.
E' evidente che questo cugino non abbia limiti e non percepisca gli spazi altrui. Se parlargli chiaramente non ha funzionato, il passaggio successivo è di mandarlo via in modo chiaro quando si avvicina.
Questi significherebbe fargli capire in modo netto e deciso qual è la sua volontà. Non mi soffermerei a fare grandi "spiegoni", ma semplicemente agirei in modo chiaro la mia volontà.
Spesso il comportamento degli altri varia al variare del nostro: senza rendercene conto può capitare che diamo alle altre persone la possibilità di invadere i nostri spazi senza mettere i giusti paletti. Essere fermi e decisi e sicuramente un buon modo per non farsi mettere i piedi in testa. Soprattutto se questo le provoca tanto malessere e disagio.
Se anche questo non dovesse funzionare, potrebbe provare fare leva su qualche persona a lui vicina e che lui possa ascoltare e che possa fungere da risorsa.
Sperando di esserle stata utile, le auguro un buon proseguimento.
E' evidente che questo cugino non abbia limiti e non percepisca gli spazi altrui. Se parlargli chiaramente non ha funzionato, il passaggio successivo è di mandarlo via in modo chiaro quando si avvicina.
Questi significherebbe fargli capire in modo netto e deciso qual è la sua volontà. Non mi soffermerei a fare grandi "spiegoni", ma semplicemente agirei in modo chiaro la mia volontà.
Spesso il comportamento degli altri varia al variare del nostro: senza rendercene conto può capitare che diamo alle altre persone la possibilità di invadere i nostri spazi senza mettere i giusti paletti. Essere fermi e decisi e sicuramente un buon modo per non farsi mettere i piedi in testa. Soprattutto se questo le provoca tanto malessere e disagio.
Se anche questo non dovesse funzionare, potrebbe provare fare leva su qualche persona a lui vicina e che lui possa ascoltare e che possa fungere da risorsa.
Sperando di esserle stata utile, le auguro un buon proseguimento.
Dott.ssa Lisa Cerri - Psicologa
Consulenze presso studio privato e online
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.4k visite dal 13/08/2023.
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