Mi sento in colpa per la morte del mio cane

lunedì scorso è morto il mio cane... cane cardiopatico con problema alla valvola del cuore scoperta a febbraio prendeva pastiglie per il cuore e diuretici... 9 somministrazioni al giorno totali mi sento in colpa perché quel lunedì L ho portato al lavoro come spesso facevo, (anche con l altra cagnolina che ho) a giorni alterni, per non lasciarli sempre a casa, soprattutto perché a lui piaceva sempre venire in giro e stare con me, anche semplicemente in ufficio... con lui avevo un rapporto di simbiosi, sempre appiccicati, mi guardava mentre parlavo, mentre dormivo, mi asciugava le lacrime quando piangevo lui mi guardava come dicendomi vengo anch io dai, non lasciarmi a casa anche oggi!! quel giorno poi è svenuto due volte e poi forse dovuto ad una piccola emozione, alla terza volta non si è più rialzato e i miei tentativi di rianimazione sono stati inutili è morto tra le mie braccia, per terra in giardino, non di casa mia ma di mia mamma dove era cresciuto i primi anni e si emozionava sempre tornare ogni tanto li
penso che se invece quel giorno L avessi lasciato a casa magari non sveniva, e non si agitava e non sarebbe morto mi sento in colpa non riesco a darmi pace
però poi penso e se L avessi lasciato a casa e moriva da solo?! forse il destino avrebbe fatto succedere la stessa cosa?
Comunque mi stavo già preparando perché sapevo che la sua malattia era già abbastanza importante e che prima o poi sarebbe successo che da qualche svenimento non si sarebbe più rialzato e così è stato ma io pensavo che sarebbe rimasto in vita con tutti i nostri impegni economici e di tempo e di sacrifici insieme... cure medicine e visite attenzioni ecc pensavo un altro annetto almeno.
Invece quel giorno è arrivato in un giorno in cui forse ho sbagliato magari non mi sono accorta che avrei dovuto lasciarlo a casa tranquillo?
Ma lui mi guardava sempre pronto a stare con me.
Sto male sono confusa e non riesco a darmi pace l altra cagnolina non sembra soffrire o forse loro si erano già parlati e preparati e capiti aiutatemi sono sotto un treno, non riesco a mangiare, a smettere di piangere
[#1]
Dr.ssa Mariateresa Di Taranto Psicologo 189 19
Gentile utente,

comprendo il suo dolore; la morte di un animale domestico costituisce una perdita spesso non meno dolorosa e sofferta di quella di una persona.
Nel legame col proprio animale domestico infatti, si possono vivere momenti di intima affinità che rientrano tra quelli in cui più a fondo ci si è avvicinati al proprio animo.
Inoltre, nel rapporto con l'animale mancano i risentimenti, i rimproveri più o meno silenziosi, le delusioni. L'animale non domanda, non pretende, non desidera da noi nulla, non si aspetta qualcosa di più di ciò che possiamo dargli. Ci ama anche se non siamo belli, magri, desiderabili, talentuosi, simpatici. Ci ama e basta; con lui possiamo fare l'esperienza dell'amore che prescinde da tutto e che non passa attraverso la strettoia della domanda, dell'aspettativa e della pretesa.

Come rinunciare a tutto questo? Come superare ciò che appare insuperabile?
Col tempo, con pazienza, accettando il dolore, la solitudine, il buio dell'assenza e della mancanza.
Il lato positivo del rapporto con gli animali rispetto a quello con le persone è che nonostante anch'essi siano unici e abbiano le loro caratteristiche e peculiarità che li rendono inconfondibili e irripetibili, è forse più facile instaurare e reinstaurare un nuovo legame dopo una perdita. Cioè, forse sappiamo aprire con più facilità il nostro cuore ferito ad un animale che ad una persona. Forse un animale, scomparendo dalla nostra vita, ci svuota meno della nostra capacità di amare.
O comunque, col tempo, ci rendiamo conto che anche se pensavamo che non avremmo più potuto amare allo stesso modo e con la medesima intensità un altro cucciolo, scopriamo che invece, sorprendentemente, possiamo amarlo; in modo diverso, per altre caratteristiche, ma comunque possiamo amarlo! Le parlo per esperienza professionale e personale.
Lei come ultimo ricordo del suo cane adesso ha quello del suo corpo senza vita, della sua vita che si è spenta tra le sue braccia.
Col tempo le torneranno alla mente altri momenti, ricordi belli che hanno costellato il vostro legame e che custodirà per sempre nel suo cuore.

Inoltre, ci si può preparare ad oltranza alla morte di chi si ama, ma di fronte alla stessa ci si scoprirà sempre e comunque insufficientemente preparati.
E per quanto riguarda il senso di colpa, è inevitabile che esso sopraggiunga, è qualcosa che nasce da un sottofondo di dispiacere, rimprovero e doloroso dubbio di non aver fatto abbastanza.
Ma come acutamente ha osservato lei, se quel giorno l'avesse lasciato a casa, a quest'ora si sentirebbe in colpa per averlo lasciato solo.
La verità è che non può eludere la colpa e la desolazione della perdita.
Si autorizzi a pensare di aver fatto tutto il possibile, che non avrebbe potuto fare altro, perché è la verità. Si autorizzi a disfarsi della sua colpa!

Faccia tesoro per quel che riesce della sua consapevolezza; arriveranno momenti migliori.
Inoltre, la morte in taluni casi può farci imparare qualcosa; nel suo caso potrebbe farla riflettere sul motivo per cui aveva instaurato un legame simbiotico col suo cane. Forse un bisogno a lungo insoddisfatto di intimità, una paura dell'isolamento o del legame con una persona che avrebbe potuto essere deludente, respingente, indisponibile, o forse lo è già stata.
Uno psicologo potrebbe aiutarla ad attraversare questo doloroso momento, a dar voce alle sue parti ferite, a farle riscoprire risorse inedite della sua persona.

Auguri di cuore.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it