Vorrei sapere cosa mi succede
Buongiorno,
ho 53 anni, sono sposata, ho due figlie di 15 e 10 anni.
Vivo da tre anni una forte depressione per la quale sono in terapia.
Da pochi mesi si è aggiunta una psicoterapia.
Sono entrata in terapia per la depressione presso il CSM, dove sono seguita dalla psichiatra, non credo di potere parlare con lei dei disagi che vado descrivere, disagi che non penso abbiano a che fare con la depressione.
Per di più il servizio è pubblico e con la terapeuta affrontiamo solo i problemi che hanno scatenato la forte depressione.
Non mi é facile, oltretutto, parlare di ciò...
Oltre a tutti i miei problemi, in questo momento provo una repulsione per il mondo al maschile, avvicinandomi sempre più a quello femminile, sotto tutti gli aspetti.
Sono arrivata al punto di sognare un avvicinamento "intimo" e piacevole con una donna (non identificabile nel sogno).
Ad onor del vero, devo confessare che non è la prima volta che sono attratta da una donna.
La prima attrazione è stata mentale, ma confesso che, anche se in un momento successivo, l'attrazione si è spostata altresì sul piano fisico.
Tutto ciò mi ha inizialmente sconvolto, non perché ci trovassi alcunchè di negativo, anzi, solo perché mi chiedo come sia possibile capiti tutto ciò.
È come se la sfera intima, attualmente molto silenziosa, si stia piano piano riaprendo, ma verso orizzonti differenti.
Che non posso negare essere piacevoli.
Sarò grata a chi mi darà anche solo una breve spiegazione.
ho 53 anni, sono sposata, ho due figlie di 15 e 10 anni.
Vivo da tre anni una forte depressione per la quale sono in terapia.
Da pochi mesi si è aggiunta una psicoterapia.
Sono entrata in terapia per la depressione presso il CSM, dove sono seguita dalla psichiatra, non credo di potere parlare con lei dei disagi che vado descrivere, disagi che non penso abbiano a che fare con la depressione.
Per di più il servizio è pubblico e con la terapeuta affrontiamo solo i problemi che hanno scatenato la forte depressione.
Non mi é facile, oltretutto, parlare di ciò...
Oltre a tutti i miei problemi, in questo momento provo una repulsione per il mondo al maschile, avvicinandomi sempre più a quello femminile, sotto tutti gli aspetti.
Sono arrivata al punto di sognare un avvicinamento "intimo" e piacevole con una donna (non identificabile nel sogno).
Ad onor del vero, devo confessare che non è la prima volta che sono attratta da una donna.
La prima attrazione è stata mentale, ma confesso che, anche se in un momento successivo, l'attrazione si è spostata altresì sul piano fisico.
Tutto ciò mi ha inizialmente sconvolto, non perché ci trovassi alcunchè di negativo, anzi, solo perché mi chiedo come sia possibile capiti tutto ciò.
È come se la sfera intima, attualmente molto silenziosa, si stia piano piano riaprendo, ma verso orizzonti differenti.
Che non posso negare essere piacevoli.
Sarò grata a chi mi darà anche solo una breve spiegazione.
[#1]
Gentile utente,
sappiamo molto poco di Lei che ci scrive.
Ma in linea di massima possiamo dire che l’orientamento sessuale può modificarsi nel corso della vita. Oppure quel che per vari motivi era rimasto celato, ad un certo punto si svela.
Quello che ci sorprende non è tanto questo, evento/ processo che può succedere senza alcuna connotazione patologica.
Quanto piuttosto il fatto che Lei non ne intenda parlare con la Sua Psicoterapeuta.
Ciò che lei sta vivendo, qualora diventasse materiale di approfondimento in psicoterapia, potrebbe gettare luce forse anche sulla sua depressione.
E sicuramente non parlandogliene, priverà la Sua curante di un tassello importantissimo della Sua vita psichica.
La incoraggiamo dunque ad affrontare tale tasto.
Nel caso non ne abbia proprio il coraggio, stampi questo scambio tra noi e lo consegni alla professionista.
Se ritiene, ce ne dia notizia.
Dott. Brunialti
sappiamo molto poco di Lei che ci scrive.
Ma in linea di massima possiamo dire che l’orientamento sessuale può modificarsi nel corso della vita. Oppure quel che per vari motivi era rimasto celato, ad un certo punto si svela.
Quello che ci sorprende non è tanto questo, evento/ processo che può succedere senza alcuna connotazione patologica.
Quanto piuttosto il fatto che Lei non ne intenda parlare con la Sua Psicoterapeuta.
Ciò che lei sta vivendo, qualora diventasse materiale di approfondimento in psicoterapia, potrebbe gettare luce forse anche sulla sua depressione.
E sicuramente non parlandogliene, priverà la Sua curante di un tassello importantissimo della Sua vita psichica.
La incoraggiamo dunque ad affrontare tale tasto.
Nel caso non ne abbia proprio il coraggio, stampi questo scambio tra noi e lo consegni alla professionista.
Se ritiene, ce ne dia notizia.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Gentilissima Dottoressa,
grazie per la cortese e sollecita risposta.
Se la situazione fosse differente, prenderei un bel respiro e ne parlerei con la terapeuta.
Vorrei provare a spiegarle il motivo per cui non riesco a parlarne.
Un CSM è un ambiente particolare. I tre psichiatri, la psicologa, l'assistente sociale ed i numerosi infermieri psichiatrici lavorano in équipe e settimanalmente si riuniscono per confrontarsi sui casi che stanno seguendo. Come mi ha spiegato la psichiatra, questo è molto importante, perché in caso di bisogno ed in assenza del proprio specialista di riferimento, gli altri specialisti possono intervenire essendo comunque a conoscenza del caso.
Mi è capitato di parlare di me sotto certi aspetti con la psichiatra che mi segue e di ritrovare le mie parole in un confronto con un altro degli specialisti. Si fosse trattato di una questione legata profondamente alla depressione non ci sarebbero stati problemi, ma non era così. Ciò di cui ho avuto il coraggio di scrivere per questo consulto è strettamente personale e molto intimo. Penso sia comprensibile il fatto che non desidererei ne venisse a conoscenza tutto il personale presente nel centro. Personale che ormai mi conosce. So che esiste il segreto professionale, ma facendo riferimento a questo, la dottoressa mi ha parlato di trasmissione del segreto.
Mi rendo conto del fatto che potrebbe essere importante... Non so come agire... È un periodo estremamente difficile, psicologicamente pesantissimo. A volte la vita mi sembra essere solo un inutile percorso...
grazie per la cortese e sollecita risposta.
Se la situazione fosse differente, prenderei un bel respiro e ne parlerei con la terapeuta.
Vorrei provare a spiegarle il motivo per cui non riesco a parlarne.
Un CSM è un ambiente particolare. I tre psichiatri, la psicologa, l'assistente sociale ed i numerosi infermieri psichiatrici lavorano in équipe e settimanalmente si riuniscono per confrontarsi sui casi che stanno seguendo. Come mi ha spiegato la psichiatra, questo è molto importante, perché in caso di bisogno ed in assenza del proprio specialista di riferimento, gli altri specialisti possono intervenire essendo comunque a conoscenza del caso.
Mi è capitato di parlare di me sotto certi aspetti con la psichiatra che mi segue e di ritrovare le mie parole in un confronto con un altro degli specialisti. Si fosse trattato di una questione legata profondamente alla depressione non ci sarebbero stati problemi, ma non era così. Ciò di cui ho avuto il coraggio di scrivere per questo consulto è strettamente personale e molto intimo. Penso sia comprensibile il fatto che non desidererei ne venisse a conoscenza tutto il personale presente nel centro. Personale che ormai mi conosce. So che esiste il segreto professionale, ma facendo riferimento a questo, la dottoressa mi ha parlato di trasmissione del segreto.
Mi rendo conto del fatto che potrebbe essere importante... Non so come agire... È un periodo estremamente difficile, psicologicamente pesantissimo. A volte la vita mi sembra essere solo un inutile percorso...
[#3]
Gentile utente,
Comprendo benissimo cosa significhi la condivisione della cartella clinica nel servizio pubblico.
Ma ... Noi, qui, senza conoscerla in presenza, come possiamo aiutarla secondo lei? Ci piacerebbe poterlo fare, e al contempo lo troviamo altrettanto difficile. Ci faccia capire meglio.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Comprendo benissimo cosa significhi la condivisione della cartella clinica nel servizio pubblico.
Ma ... Noi, qui, senza conoscerla in presenza, come possiamo aiutarla secondo lei? Ci piacerebbe poterlo fare, e al contempo lo troviamo altrettanto difficile. Ci faccia capire meglio.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Utente
Grazie infinite Dottoressa. Comprendo la difficoltà di aiutare qualcuno a distanza e senza conoscere del tutto la situazione. In realtà sapere già comunque che le sensazioni di "cambiamento" (o di riscoperta come ha suggerito lei) non sono patologiche ma possono accadere è di conforto.
Dopo tre anni di cure e di farmaci sono convinta che oramai non tornerò più la persona solare e piena di iniziativa che ero prima che tutto precipitasse 3 anni fa. L'aspetto depressivo permea ogni passo della mia vita. La vita stessa ha perso ogni significato. Ciò che mi tiene qui sono le mie figlie e il bisogno che loro hanno ancora di me. Vorrei poter ritrovare l'entusiasmo, la progettualità che spinge ad andare avanti. Mi sento sola, (anche se materialmente non lo sono), vorrei poter comunicare e parlare con qualcuno senza limiti di sorta. Senza vergogna, senza giudizi, sentire anche solo un abbraccio di conforto, una voce che mi dica che c'é ancora vita e che c'è tanto da fare, ma senza dirmi come fanno tanti (e come fa mio marito purtroppo) che devo tirarmi su e trovare le forze in me... Perché sapere di non averle queste forze, mi intristisce ancora di più..
Dopo tre anni di cure e di farmaci sono convinta che oramai non tornerò più la persona solare e piena di iniziativa che ero prima che tutto precipitasse 3 anni fa. L'aspetto depressivo permea ogni passo della mia vita. La vita stessa ha perso ogni significato. Ciò che mi tiene qui sono le mie figlie e il bisogno che loro hanno ancora di me. Vorrei poter ritrovare l'entusiasmo, la progettualità che spinge ad andare avanti. Mi sento sola, (anche se materialmente non lo sono), vorrei poter comunicare e parlare con qualcuno senza limiti di sorta. Senza vergogna, senza giudizi, sentire anche solo un abbraccio di conforto, una voce che mi dica che c'é ancora vita e che c'è tanto da fare, ma senza dirmi come fanno tanti (e come fa mio marito purtroppo) che devo tirarmi su e trovare le forze in me... Perché sapere di non averle queste forze, mi intristisce ancora di più..
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.1k visite dal 06/08/2023.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.