Cardiophobia
Sono una ragazza di 21 anni, abbastanza solitaria.
A seguito di episodi traumatici (la perdita di mio padre quando avevo 8 anni), ho sempre sofferto di ansia che ultimamente è sfociata in attacchi di panico sempre più frequenti, legati ad ipocondria e cardiophobia.
Ho già seguito diversi percorsi psicologici quando ero piccola e adesso ne ho iniziato un altro.
La mia domanda è più che altro la richiesta di un consiglio:
i miei attacchi di panico iniziano sempre perchè percepisco fitte al petto o extrasistole e penso subito di star avendo un infarto, da lì nasce il panico e la paura di star morendo.
Sono sempre stata rassicurata da tutti di essere giovane e in salute, il mio medico di base che mi conosce da quando sono nata mi ha sempre detto che non corro alcun rischio di avere un infarto, che la mia è una paura che si autoalimenta... ma in quei momenti è davvero impossibile per me restare lucida, in più vivo nella costante paura di sentire extrasistoli o dolori al petto.
Mi hanno sempre detto di ignorare queste somatizzazioni ansiose, che andranno via quando smetterò di alimentarle... ma come si fa?
So che tutto questo dovrò superarlo tramite un percorso psicologico, ma in questo momento vorrei solo un consiglio, una rassicurazione per riuscire a mantenere la calma e la lucidità in quei momenti.
Vi ringrazio in anticipo per le risposte
A seguito di episodi traumatici (la perdita di mio padre quando avevo 8 anni), ho sempre sofferto di ansia che ultimamente è sfociata in attacchi di panico sempre più frequenti, legati ad ipocondria e cardiophobia.
Ho già seguito diversi percorsi psicologici quando ero piccola e adesso ne ho iniziato un altro.
La mia domanda è più che altro la richiesta di un consiglio:
i miei attacchi di panico iniziano sempre perchè percepisco fitte al petto o extrasistole e penso subito di star avendo un infarto, da lì nasce il panico e la paura di star morendo.
Sono sempre stata rassicurata da tutti di essere giovane e in salute, il mio medico di base che mi conosce da quando sono nata mi ha sempre detto che non corro alcun rischio di avere un infarto, che la mia è una paura che si autoalimenta... ma in quei momenti è davvero impossibile per me restare lucida, in più vivo nella costante paura di sentire extrasistoli o dolori al petto.
Mi hanno sempre detto di ignorare queste somatizzazioni ansiose, che andranno via quando smetterò di alimentarle... ma come si fa?
So che tutto questo dovrò superarlo tramite un percorso psicologico, ma in questo momento vorrei solo un consiglio, una rassicurazione per riuscire a mantenere la calma e la lucidità in quei momenti.
Vi ringrazio in anticipo per le risposte
[#1]
Gentile utente,
I sintomi da Lei descritti (sensazione di tachicardia, dolore al petto, timore di morire) sono sintomi tipici di un episodio di panico, come da Lei riferito.
Tentare di ignorarli non risolverebbe il problema, in quanto risulta molto difficile se non impossibile ignorare dei segnali di allarme così forti provenienti dal nostro corpo. Questo, inoltre, produrrebbe un evitamento, il che rischierebbe di alimentare ancora di più il disturbo.
Potrebbe essere per Lei utile, piuttosto, nelle circostanze in cui sente emergere i primi segni dell'attacco, focalizzarsi sui suoi pensieri e sulle sensazioni, vederne i legami e le differenze. Non è sicuramente un compito semplice ma con l'allenamento potrebbe tornare utile per gestire la crescita esponenziale della paura tipica di un attacco di panico.
In ogni caso, il collega con cui ha iniziato il percorso potrà sicuramente aiutarla a gestire ma anche a comprendere questo tipo di episodi.
Un altro piccolo consiglio che posso darLe è quello di cercare qualche esercizio di respirazione. Può risultare uno strumento molto potente per la gestione dell'ansia.
Le auguro il meglio per il Suo percorso! Se avesse ulteriori domande non esiti a scrivere.
I sintomi da Lei descritti (sensazione di tachicardia, dolore al petto, timore di morire) sono sintomi tipici di un episodio di panico, come da Lei riferito.
Tentare di ignorarli non risolverebbe il problema, in quanto risulta molto difficile se non impossibile ignorare dei segnali di allarme così forti provenienti dal nostro corpo. Questo, inoltre, produrrebbe un evitamento, il che rischierebbe di alimentare ancora di più il disturbo.
Potrebbe essere per Lei utile, piuttosto, nelle circostanze in cui sente emergere i primi segni dell'attacco, focalizzarsi sui suoi pensieri e sulle sensazioni, vederne i legami e le differenze. Non è sicuramente un compito semplice ma con l'allenamento potrebbe tornare utile per gestire la crescita esponenziale della paura tipica di un attacco di panico.
In ogni caso, il collega con cui ha iniziato il percorso potrà sicuramente aiutarla a gestire ma anche a comprendere questo tipo di episodi.
Un altro piccolo consiglio che posso darLe è quello di cercare qualche esercizio di respirazione. Può risultare uno strumento molto potente per la gestione dell'ansia.
Le auguro il meglio per il Suo percorso! Se avesse ulteriori domande non esiti a scrivere.
Dott.ssa Ingrid David
[#2]
Ex utente
La ringrazio per la gentile risposta e per la disponibilità.
Vorrei chiedere solo un ultimo consiglio, i miei attacchi iniziano nel 100% dei casi proprio perché avverto queste fitte al petto e ho paura di star avendo un infarto, quindi in quel momento non identifico il mio malessere con l’attacco di panico.
Esistono tecniche o metodi per riconoscere e distinguere il panico o almeno capire nell’immediato che si tratta di somatizzazioni ansiose?
La ringrazio ancora per la disponibilità
Vorrei chiedere solo un ultimo consiglio, i miei attacchi iniziano nel 100% dei casi proprio perché avverto queste fitte al petto e ho paura di star avendo un infarto, quindi in quel momento non identifico il mio malessere con l’attacco di panico.
Esistono tecniche o metodi per riconoscere e distinguere il panico o almeno capire nell’immediato che si tratta di somatizzazioni ansiose?
La ringrazio ancora per la disponibilità
[#3]
Gentile utente,
La sintomatologia di un attacco ansioso è in realtà piuttosto diversa da quella che può presentare una patologia cardiaca (es: infarto). Non mi dilungherò a riguardo non possedendo le competenze mediche per farlo in maniera esaustiva, ma potrà leggere di più a riguardo e osservare come le fitte al petto o le extrasistole da Lei descritte non siano (nemmeno temporalmente) sovrapponibili con i sintomi portati da un infarto.
Comprendo che queste motivazioni non saranno sicuramente sufficienti a tranquillizzarla, in quanto bisognerebbe indagare meglio gli episodi da Lei riferiti (emozioni connesse, durata temporale, strategie di controllo ecc..), ma spero di averLe dato qualche spunto di riflessione.
Posso infine consigliarLe di provare a mettere in atto degli esercizi di respirazione nel momento in cui percepisce questo aumento della frequenza cardiaca.
La sintomatologia di un attacco ansioso è in realtà piuttosto diversa da quella che può presentare una patologia cardiaca (es: infarto). Non mi dilungherò a riguardo non possedendo le competenze mediche per farlo in maniera esaustiva, ma potrà leggere di più a riguardo e osservare come le fitte al petto o le extrasistole da Lei descritte non siano (nemmeno temporalmente) sovrapponibili con i sintomi portati da un infarto.
Comprendo che queste motivazioni non saranno sicuramente sufficienti a tranquillizzarla, in quanto bisognerebbe indagare meglio gli episodi da Lei riferiti (emozioni connesse, durata temporale, strategie di controllo ecc..), ma spero di averLe dato qualche spunto di riflessione.
Posso infine consigliarLe di provare a mettere in atto degli esercizi di respirazione nel momento in cui percepisce questo aumento della frequenza cardiaca.
Dott.ssa Ingrid David
[#4]
Ex utente
Buon pomeriggio
Le scrivo ancora per avere un consiglio su una situazione che da qualche giorno mi sta tenendo con il fiato sospeso, purtroppo adesso non posso sentire la mia psicologa ma ho bisogno davvero di un consiglio.
Qualche mese fa decisi di fare uno scherzo ad un mio amico, una delle persone a cui tengo di più nella mia vita e lui tiene molto a me.
Ma da quello scherzo che credevo essere innocente e fine a se stesso, la nostra relazione si è consolidata e ci siamo uniti molto, la situazione mi è sfuggita di mano e mi sono costretta a continuare a dire bugie, seppur innocenti che non hanno assolutamente compromesso nulla, anzi abbiamo iniziato a divertirci insieme e a ridere di più e da allora allontanai completamente la questione ma da qualche giorno questa mi si è ripresentata e sono stata -costretta- a mentire di nuovo.
Adesso il senso di colpa mi sta uccidendo, sento da giorni un peso sul petto, non riesco a mangiare e sento un nodo alla gola. Inizio anche a pensare che questo sia stato il motivo dell’accentuarsi dei miei attacchi di panico.
Non voglio parlargliene perchè ho paura di perderlo, la nostra amicizia va avanti da nove anni e non è assolutamente nata per questo -scherzo-, la mia idea era di lasciarlo alle spalle e buttare tutta la vicenda nel dimenticatoio e poi di dirgli la verità un giorno, più in la.
Ma mi sento male, mi sento la persona peggiore del mondo e a volte penso che questo peso al petto e queste emozioni potrebbero anche uccidermi.
Come posso attenuare questo senso di colpa? Come posso alleggerire questo peso al petto?
Le scrivo ancora per avere un consiglio su una situazione che da qualche giorno mi sta tenendo con il fiato sospeso, purtroppo adesso non posso sentire la mia psicologa ma ho bisogno davvero di un consiglio.
Qualche mese fa decisi di fare uno scherzo ad un mio amico, una delle persone a cui tengo di più nella mia vita e lui tiene molto a me.
Ma da quello scherzo che credevo essere innocente e fine a se stesso, la nostra relazione si è consolidata e ci siamo uniti molto, la situazione mi è sfuggita di mano e mi sono costretta a continuare a dire bugie, seppur innocenti che non hanno assolutamente compromesso nulla, anzi abbiamo iniziato a divertirci insieme e a ridere di più e da allora allontanai completamente la questione ma da qualche giorno questa mi si è ripresentata e sono stata -costretta- a mentire di nuovo.
Adesso il senso di colpa mi sta uccidendo, sento da giorni un peso sul petto, non riesco a mangiare e sento un nodo alla gola. Inizio anche a pensare che questo sia stato il motivo dell’accentuarsi dei miei attacchi di panico.
Non voglio parlargliene perchè ho paura di perderlo, la nostra amicizia va avanti da nove anni e non è assolutamente nata per questo -scherzo-, la mia idea era di lasciarlo alle spalle e buttare tutta la vicenda nel dimenticatoio e poi di dirgli la verità un giorno, più in la.
Ma mi sento male, mi sento la persona peggiore del mondo e a volte penso che questo peso al petto e queste emozioni potrebbero anche uccidermi.
Come posso attenuare questo senso di colpa? Come posso alleggerire questo peso al petto?
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.4k visite dal 03/08/2023.
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