Noia persisente

Salve, sono un ragazzo di 21 anni frequento il terzo anno di ingegneria tra problemi personali sono rimasto un po' indietro, ma adesso sto recuperando.

Vi scrivo perché ho finito la sessione da un paio di giorni, ho recuperato l'anno perso e di questo sono contento.
Tuttavia, adesso vorrei concedermi un po' di divertimento soprattutto per il fatto che credo di meritarmi un po' di sano divertimento, ma anche semplici come andare al mare.
Solo che c'è un problema, io essendo studente non ho dipendenza economica (e devo dire che è una cosa che mi fa soffrire parecchio) però cerco in tutti i modi di evitare di chiedere soldi ai miei e quindi limitarmi in qualsiasi cosa.
Non sono spendaccione, però quando capitano periodi in cui in famiglia abbiamo parecchie spesate e capita che magari io possa chiedere semplicemente 20 euro ai miei, mio padre (al quale ringrazio di avermi passato tutte le sue paranoie) si innervosisce come se fosse colpa nostra (di me e mio fratello) se ha delle spese.
Così da tutta la vita pure quando chiedevo 10 euro per fare un regalo ad un compleanno, e chiaramente non sono andato mai in un posto con la mente fresca.
Ora ammetto che i miei non sono tipi da vita mondana, perché sembra che non gli sia mai interessato, Però quando si tratta di cose altrui tipo inviti al matrimonio boom come se fossimo ricchi.
Trovo un controsenso in tutto ciò, non abbiamo mai avuto una condizione economica disastrosa ma quello che mi viene trasmesso è che si lavora solo per gli agli i nostri bisogni come se fossero messi in secondo piano e questo mi irrita.
Tra l'altro è sempre stato passato, in famiglia, il messaggio che si nasce per lavorare non per divertirsi e questo mi disturba, così non ci trovo un senso alla vita.
Tra l'altro quando litigo con mio padre e gli dico che preferirei avere una mia indipendenza economica è come se ci restasse male, ma allo stesso tempo trasmette il messaggio che non ci vuole mantenere più.
Sono confuso, io mi limito il più possibile (figuriamoci che l'anno scorso mi sono pagato per un anno la psicologa con la mia borsa di studio, sempre per ricollegarci al fatto che soddisfare gli altri viene prima).
Capisco, anche che pure i genitori erano figli e chiaramente vengono da ciclo di famiglia disfunzionale.
Potrebbe sembrare tutto questo un capriccio o altro, ma sono realmente confuso e annoiatissimo nell'ultimo periodo.
Non so come riuscire ad accettare questa condizione, ma sento che a quest'età mi sto perdendo una parte di vita tra impegni in inverno e problemin di questa natura in estate.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

lei dice, rispetto a Suo padre:
".. quando litigo con mio padre gli dico che preferirei avere una mia indipendenza economica.."

Mi sembra semplicemente ovvio, anche quando NON si litiga.

Tutt* noi, che abbiamo affrontato un iter prolungato di studi fino a 25-30 anni, come sarà nel caso Suo del resto, abbiamo sofferto per la dipendenza economica fuori età;
quella che i nostri compagni di classe della scuola elementare certamente non avevano, dato che lavoravano da tempo: muratori, camerieri, ecc..

D'altra parte, oggi è (fortunatamente) l'epoca in cui anche studenti universitari/e magari da 30 e lode si cercano dei lavoretti estivi (barista, dog sitter, ecc.), pur di avere a disposizione un *argent de poche*, ossia una modesta somma di denaro/gruzzoletto, da utilizzare per le piccole spese personali.
Possono scegliere di lavorare un mese - ad es. agosto, molto richiesto per motivi turistici anche in regioni lontane del nord - per sostenersi per il resto dell'anno nelle piccole spese senza dipendere dai genitori.
Orgogliosi/e del proprio coraggio e del proprio spirito di iniziativa.

Ci ha mai pensato?

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/