Verginità e senso di frustrazione
Salve a tutti, sono una ragazza, ho 25 anni e sono vergine.
Mi sono sempre reputata una bella ragazza, molte persone mi hanno chiesto di uscire, mi hanno fatto proposte anche un po' più spinte, molti mi fanno complimenti, ho molte conoscenze maschili e ho anche fatto la fotomodella.
La mia è stata una scelta perché ho sempre pensato di farlo con una persona che amassi e che amasse me, farlo quindi da innamorata.
Il problema è che non mi sono mai innamorata di nessuno.
Sono uscita con tantissimi uomini, ne ho baciati tanti, e ho anche fatto altre cose...meno intime del sesso.
In ogni caso ho sempre trovato dei pervertiti che mi hanno sempre vista come un oggetto del desiderio, volevano solo quello e basta, o che mi hanno proposto sesso occasionale giusto per e poi ognuno a casa sua, scialbi, vuoti, superficiali.
Ho sempre seguito i miei principi e valori e il fatto di farlo in modo occasionale e di vendermi non mi è mai piaciuto.
Quindi ho sempre detto di no.
E col tempo ho cominciato non dico a vergognarmi perché sarebbe troppo ma a sentirmi inferiore rispetto ad un'altra persona che l'avesse fatto, quella si è io no.
Un grandissimo senso di frustrazione e anche di ingiustizia dato che penso di essere molto meglio rispetto ad altre ragazze, sotto tanti punti di vista.
Ho anche provato invidia specialmente per chi aveva una relazione fissa e stabile da anni con un bravo ragazzo che oggi è quasi impossibile trovare.
C'è stato però un cambiamento.
Finalmente dopo 25 anni ho trovato il ragazzo dei miei sogni.
È nato tutto con una amicizia durata 1 anno e mezzo in cui lui si era lasciato dopo 12 anni di relazione e io avevo appena bloccato l'ultimo pervertito che mi aveva mandato la foto del suo pene in chat.
Abbiamo condiviso tanto e ora stiamo insieme da 2 mesi...e stavamo anche pensando di farlo.
Lui sa della mia verginità perché gliel'ho fatto capire.
E quindi detto ciò...di regola dovrei essere contenta, perché finalmente la perdo e finalmente la perdo con una persona della quale sono innamorata e mi fido al cento per cento.
Il problema è che ho paura che lui dato che sono vergine pensi che sia una, ovviamente inesperta e che magari possa fare paragoni fra me e l'altra sua ex con la quale ha perso la verginità a 22 anni, e che magari io possa rendere meno, o non farlo godere come lui voglia, mi sento inferiore rispetto all'altra solo da questo punto di vista, sono sempre stata una persona con alta autostima e perfezionista e sono sempre entrata in competizione con tutte le ragazze della mia età.
Ho provato anche a parlare sia con mia madre che mi ha rassicurata dicendomi che se è innamorato per lui sará sempre meglio con te e in modo particolare anche con lui che mi ha detto, ma stai tranquilla, non preoccuparti, tu per me sei il meglio sotto ogni punto di vista.
E niente...questo è tutto, scusatemi per il papiro, volevo sapere cosa ne pensate voi e come posso superare questo diciamo "problema" o meglio disagio ecco perché i problemi sono altri.
Mi sono sempre reputata una bella ragazza, molte persone mi hanno chiesto di uscire, mi hanno fatto proposte anche un po' più spinte, molti mi fanno complimenti, ho molte conoscenze maschili e ho anche fatto la fotomodella.
La mia è stata una scelta perché ho sempre pensato di farlo con una persona che amassi e che amasse me, farlo quindi da innamorata.
Il problema è che non mi sono mai innamorata di nessuno.
Sono uscita con tantissimi uomini, ne ho baciati tanti, e ho anche fatto altre cose...meno intime del sesso.
In ogni caso ho sempre trovato dei pervertiti che mi hanno sempre vista come un oggetto del desiderio, volevano solo quello e basta, o che mi hanno proposto sesso occasionale giusto per e poi ognuno a casa sua, scialbi, vuoti, superficiali.
Ho sempre seguito i miei principi e valori e il fatto di farlo in modo occasionale e di vendermi non mi è mai piaciuto.
Quindi ho sempre detto di no.
E col tempo ho cominciato non dico a vergognarmi perché sarebbe troppo ma a sentirmi inferiore rispetto ad un'altra persona che l'avesse fatto, quella si è io no.
Un grandissimo senso di frustrazione e anche di ingiustizia dato che penso di essere molto meglio rispetto ad altre ragazze, sotto tanti punti di vista.
Ho anche provato invidia specialmente per chi aveva una relazione fissa e stabile da anni con un bravo ragazzo che oggi è quasi impossibile trovare.
C'è stato però un cambiamento.
Finalmente dopo 25 anni ho trovato il ragazzo dei miei sogni.
È nato tutto con una amicizia durata 1 anno e mezzo in cui lui si era lasciato dopo 12 anni di relazione e io avevo appena bloccato l'ultimo pervertito che mi aveva mandato la foto del suo pene in chat.
Abbiamo condiviso tanto e ora stiamo insieme da 2 mesi...e stavamo anche pensando di farlo.
Lui sa della mia verginità perché gliel'ho fatto capire.
E quindi detto ciò...di regola dovrei essere contenta, perché finalmente la perdo e finalmente la perdo con una persona della quale sono innamorata e mi fido al cento per cento.
Il problema è che ho paura che lui dato che sono vergine pensi che sia una, ovviamente inesperta e che magari possa fare paragoni fra me e l'altra sua ex con la quale ha perso la verginità a 22 anni, e che magari io possa rendere meno, o non farlo godere come lui voglia, mi sento inferiore rispetto all'altra solo da questo punto di vista, sono sempre stata una persona con alta autostima e perfezionista e sono sempre entrata in competizione con tutte le ragazze della mia età.
Ho provato anche a parlare sia con mia madre che mi ha rassicurata dicendomi che se è innamorato per lui sará sempre meglio con te e in modo particolare anche con lui che mi ha detto, ma stai tranquilla, non preoccuparti, tu per me sei il meglio sotto ogni punto di vista.
E niente...questo è tutto, scusatemi per il papiro, volevo sapere cosa ne pensate voi e come posso superare questo diciamo "problema" o meglio disagio ecco perché i problemi sono altri.
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Gentile utente,
mi permetto di obiettare alla frase con cui conclude la sua richiesta di consulto, considerando che il suo "problema" è tranquillamente degno di essere chiamato e rispettato come tale, se come tale lei lo sta vivendo. Quando si tratta di questioni psicologiche o relazionali, non ci sono problemi superiori e inferiori, maggiori e minori, di serie A e di serie B: ognuno ha il pieno diritto di patire i propri problemi e di percepirli come tali relativamente alla propria persona e alla propria storia. Innanzitutto, la invito dunque a non negarsi la possibilità di avere un "problema", poiché non c'è niente di male né anormale in questo: anzi, riconoscerlo, ammetterlo e accettarlo è il primo cruciale passo per affrontarlo e risolverlo. Come lei stessa riferisce, infatti, sua madre e il suo ragazzo stessi non si sono fatti scrupoli ad accogliere la sua esigenza di supporto quando gliel'ha manifestata.
La fedeltà mantenuta finora verso la sua scelta valoriale - perdere la verginità solo e soltanto con una persona amata che l'amasse a sua volta - le fa onore e suggerisce la presenza in lei di caparbietà, determinazione, costanza e lealtà, che sono risorse importanti su cui poter fare leva quando si tratta di superare un ostacolo. Per questo, il fatto di non avere perso la verginità non la rende in alcun modo inferiore rispetto alle sue coetanee che l'hanno persa: in questo ambito, è lecito e assolutamente non motivo di vergogna il fatto che ciascuno abbia i propri tempi individuali, i propri bisogni soggettivi e le proprie ragioni specifiche.
D'altra parte, le propongo anche di riflettere sulle insidie che i principi troppo saldi possono celare, poiché talvolta questi possono irrigidirci nei comportamenti e farci provare paura verso esperienze potenzialmente intense - come avere un rapporto sessuale per la prima volta - che magari potrebbero rivelarsi fonte di un piacere la cui mancata soddisfazione può generare, appunto, un senso di frustrazione e invidia nei confronti di chi invece questo piacere riesce ad ottenerlo. Inoltre, la incoraggio a valutare i rischi che possono nascondersi dietro ad aspettative e ideali molto elevati (ad esempio, il ragazzo "dei suoi sogni"), poiché talvolta la realtà non riesce a mantenersi alla loro altezza.
Adesso lei si trova davanti all'occasione che ha tanto sperato e a cui ha aspirato per lungo tempo, ma si sente bloccata dal timore di non essere, da un lato, all'altezza delle aspettative del suo ragazzo sessualmente più esperto di lei, e dall'altro, all'altezza delle prestazioni sessuali della ex del suo ragazzo potenzialmente migliori di quelle che lei potrebbe offrirgli. Bisogna essere onesti: a dispetto delle rassicurazioni che sua madre e il suo ragazzo le hanno fornito con le migliori intenzioni perché evidentemente le vogliono bene, oggettivamente nulla può garantire che la prima prestazione sessuale della sua vita sia pienamente soddisfacente tanto per il suo ragazzo quanto per lei stessa, o sicuramente migliore di quelle vissute da lui in precedenza. Come molti altri, il campo sessuale è un terreno di formazione e apprendimento progressivo, che dipende dalla pazienza, dalla pratica e dalla graduale esplorazione e conoscenza del corpo proprio e di quello del partner. Rimanere "delusi dalla prima volta" è un fenomeno diffusissimo, poiché si compie un atto che non si era mai compiuto prima e che bisogna imparare ad affinare secondo la scoperta dei propri gusti e di quelli della persona con cui lo si consuma.
Tuttavia, a parte il fatto che fin quando lei non consumerà questo atto i suoi dubbi non potranno essere sciolti, sembra comunque legittimo aspettarsi che il suo ragazzo sia preparato e pronto ad accogliere l'eventualità di un esito "non ideale": lei lo ha informato della sua verginità e lui è rimasto, quando invece avrebbe potuto tranquillamente andarsene, magari in cerca di altre ragazze sessualmente più esperte; lui stesso la esorta a non preoccuparsi del suo giudizio, perché in tutta probabilità lui non la giudicherà, perché lui vuole stare con lei e farlo con lei, alla quale è legato affettivamente. Se anche poi dovesse andare particolarmente male, sarebbe un'evenienza di cui preoccuparsi soltanto qualora dovesse verificarsi, e su cui interrogarsi preventivamente non giova ad alcuna utilità.
La decisione di perdere la verginità spetta esclusivamente a lei, in base ai requisiti che considera importanti ai fini del compimento di questo atto: l'affetto sincero, la fiducia nei confronti dell'altra persona. Cionondimeno, non si può eliminare il fatto che qualsiasi decisione implica dei rischi, anche quando si tratta di un atto potenzialmente portatore di gioia, di piacere, di affiatamento e di rinsaldamento della relazione. Sta a lei valutare se è disposta a correre questi rischi nella prospettiva di un futuro possibilmente positivo.
Malgrado lei affermi di essere "una persona con alta autostima", a mio avviso proprio l'autostima potrebbe invece essere una chiave su cui riflettere per sbloccare la sua situazione. Quando si affretta a sottolineare insistentemente che
- "Mi sono sempre reputata una bella ragazza, molte persone mi hanno chiesto di uscire, mi hanno fatto proposte anche un po' più spinte, molti mi fanno complimenti, ho molte conoscenze maschili e ho anche fatto la fotomodella",
- "Sono uscita con tantissimi uomini, ne ho baciati tanti, e ho anche fatto altre cose",
- "sono sempre stata una persona con alta autostima e perfezionista e sono sempre entrata in competizione con tutte le ragazze della mia età",
queste affermazioni suscitano piuttosto il sospetto e l'ipotesi di una scarsa sicurezza di sé: in particolare, il perfezionismo (provare di essere capace di cose eccellenti) e la competizione (provare di essere migliore delle altre) sono due classiche strategie che si mettono in atto per provare ad auto-convincersi di avere un valore. Forse le sue preoccupazioni hanno un legame con ciò? A lei passo la palla su questo per tentare di guardarsi dentro e darsi eventuali risposte.
Rimaniamo a sua disposizione.
Cordialmente,
mi permetto di obiettare alla frase con cui conclude la sua richiesta di consulto, considerando che il suo "problema" è tranquillamente degno di essere chiamato e rispettato come tale, se come tale lei lo sta vivendo. Quando si tratta di questioni psicologiche o relazionali, non ci sono problemi superiori e inferiori, maggiori e minori, di serie A e di serie B: ognuno ha il pieno diritto di patire i propri problemi e di percepirli come tali relativamente alla propria persona e alla propria storia. Innanzitutto, la invito dunque a non negarsi la possibilità di avere un "problema", poiché non c'è niente di male né anormale in questo: anzi, riconoscerlo, ammetterlo e accettarlo è il primo cruciale passo per affrontarlo e risolverlo. Come lei stessa riferisce, infatti, sua madre e il suo ragazzo stessi non si sono fatti scrupoli ad accogliere la sua esigenza di supporto quando gliel'ha manifestata.
La fedeltà mantenuta finora verso la sua scelta valoriale - perdere la verginità solo e soltanto con una persona amata che l'amasse a sua volta - le fa onore e suggerisce la presenza in lei di caparbietà, determinazione, costanza e lealtà, che sono risorse importanti su cui poter fare leva quando si tratta di superare un ostacolo. Per questo, il fatto di non avere perso la verginità non la rende in alcun modo inferiore rispetto alle sue coetanee che l'hanno persa: in questo ambito, è lecito e assolutamente non motivo di vergogna il fatto che ciascuno abbia i propri tempi individuali, i propri bisogni soggettivi e le proprie ragioni specifiche.
D'altra parte, le propongo anche di riflettere sulle insidie che i principi troppo saldi possono celare, poiché talvolta questi possono irrigidirci nei comportamenti e farci provare paura verso esperienze potenzialmente intense - come avere un rapporto sessuale per la prima volta - che magari potrebbero rivelarsi fonte di un piacere la cui mancata soddisfazione può generare, appunto, un senso di frustrazione e invidia nei confronti di chi invece questo piacere riesce ad ottenerlo. Inoltre, la incoraggio a valutare i rischi che possono nascondersi dietro ad aspettative e ideali molto elevati (ad esempio, il ragazzo "dei suoi sogni"), poiché talvolta la realtà non riesce a mantenersi alla loro altezza.
Adesso lei si trova davanti all'occasione che ha tanto sperato e a cui ha aspirato per lungo tempo, ma si sente bloccata dal timore di non essere, da un lato, all'altezza delle aspettative del suo ragazzo sessualmente più esperto di lei, e dall'altro, all'altezza delle prestazioni sessuali della ex del suo ragazzo potenzialmente migliori di quelle che lei potrebbe offrirgli. Bisogna essere onesti: a dispetto delle rassicurazioni che sua madre e il suo ragazzo le hanno fornito con le migliori intenzioni perché evidentemente le vogliono bene, oggettivamente nulla può garantire che la prima prestazione sessuale della sua vita sia pienamente soddisfacente tanto per il suo ragazzo quanto per lei stessa, o sicuramente migliore di quelle vissute da lui in precedenza. Come molti altri, il campo sessuale è un terreno di formazione e apprendimento progressivo, che dipende dalla pazienza, dalla pratica e dalla graduale esplorazione e conoscenza del corpo proprio e di quello del partner. Rimanere "delusi dalla prima volta" è un fenomeno diffusissimo, poiché si compie un atto che non si era mai compiuto prima e che bisogna imparare ad affinare secondo la scoperta dei propri gusti e di quelli della persona con cui lo si consuma.
Tuttavia, a parte il fatto che fin quando lei non consumerà questo atto i suoi dubbi non potranno essere sciolti, sembra comunque legittimo aspettarsi che il suo ragazzo sia preparato e pronto ad accogliere l'eventualità di un esito "non ideale": lei lo ha informato della sua verginità e lui è rimasto, quando invece avrebbe potuto tranquillamente andarsene, magari in cerca di altre ragazze sessualmente più esperte; lui stesso la esorta a non preoccuparsi del suo giudizio, perché in tutta probabilità lui non la giudicherà, perché lui vuole stare con lei e farlo con lei, alla quale è legato affettivamente. Se anche poi dovesse andare particolarmente male, sarebbe un'evenienza di cui preoccuparsi soltanto qualora dovesse verificarsi, e su cui interrogarsi preventivamente non giova ad alcuna utilità.
La decisione di perdere la verginità spetta esclusivamente a lei, in base ai requisiti che considera importanti ai fini del compimento di questo atto: l'affetto sincero, la fiducia nei confronti dell'altra persona. Cionondimeno, non si può eliminare il fatto che qualsiasi decisione implica dei rischi, anche quando si tratta di un atto potenzialmente portatore di gioia, di piacere, di affiatamento e di rinsaldamento della relazione. Sta a lei valutare se è disposta a correre questi rischi nella prospettiva di un futuro possibilmente positivo.
Malgrado lei affermi di essere "una persona con alta autostima", a mio avviso proprio l'autostima potrebbe invece essere una chiave su cui riflettere per sbloccare la sua situazione. Quando si affretta a sottolineare insistentemente che
- "Mi sono sempre reputata una bella ragazza, molte persone mi hanno chiesto di uscire, mi hanno fatto proposte anche un po' più spinte, molti mi fanno complimenti, ho molte conoscenze maschili e ho anche fatto la fotomodella",
- "Sono uscita con tantissimi uomini, ne ho baciati tanti, e ho anche fatto altre cose",
- "sono sempre stata una persona con alta autostima e perfezionista e sono sempre entrata in competizione con tutte le ragazze della mia età",
queste affermazioni suscitano piuttosto il sospetto e l'ipotesi di una scarsa sicurezza di sé: in particolare, il perfezionismo (provare di essere capace di cose eccellenti) e la competizione (provare di essere migliore delle altre) sono due classiche strategie che si mettono in atto per provare ad auto-convincersi di avere un valore. Forse le sue preoccupazioni hanno un legame con ciò? A lei passo la palla su questo per tentare di guardarsi dentro e darsi eventuali risposte.
Rimaniamo a sua disposizione.
Cordialmente,
Dott. Davide Giusino, Psicologo | davide.giusino@libero.it
https://psicologipuglia.it/albo-psicologi/r/giusino-davide/
[#2]
Ex utente
Buongiorno Dott. , la ringrazio per la sua risposta e per la disponibilità. In realtà io sono sempre stata una persona sicura di me per quanto riguarda l'aspetto fisico, e non solo, università , famiglia, soldi, ho sempre avuto tutto, e non ho mai invidiato niente a nessuno, anzi non credo di avere qualche problema di autostima. Penso invece di sentirmi insicura, molto insicura (e non so se ci sia una correlazione fra insicurezza e autostima) come ha detto lei alla fine, ma la mia insicurezza riguarda solo l'ambito sessuale e basta, non avendo mai avuto esperienza. Poi dato che molte persone mi considerano bella, seducente, mangia uomini, mi hanno dato anche l'appellativo di vamp e femme fatale, mi darebbe molto fastidio, anzi, mi da molto ma molto fastidio che poi una persona così non sappia farlo, e che magari in quel preciso momento sia impreparata, poichè inesperta e quindi senza il suo scudo, fragile e vulnerabile e che quindi in questo caso sia lui ad insegnare qualcosa a me e non io a lui, dato che sono stata maestra di molte cose. Insegnare beh, si perchè tutti sappiamo come si fa, se ne parla e si può anche vedere su qualche piattaforma... E' ammettere questo che mi fa stare male e sento questo disagio, nuoce alla mia persona. Non so se sia una questione di carattere o di presunzione, non ne ho idea. E poi...come ho aggiunto poi, data l'inesperienza, ho paura di fare una pessima performance e che sia a lui, sia a me non possa piacere e che poi lui possa fare confronti con l'altra. Anche questo mi darebbe fastidio, dato che io ambisco sempre al massimo su tutto e l'ho sempre ottenuto in ogni campo della vita. Non so se questa ultima riflessione legata un po' alla competizione ex/gelosia retroattiva possa essere qualcosa di veritiero, o una mia semplice elugubrazione mentale.
[#3]
Ex utente
Volevo aggiungere, quando scrivo "questo caso sia lui ad insegnare qualcosa a me e non io a lui, dato che sono stata maestra di molte cose. Insegnare beh, si perchè tutti sappiamo come si fa, se ne parla e si può anche vedere su qualche piattaforma..." perchè un conto è saperlo, perchè si sa o perchè si vede da qualche parte, un conto è farlo dal vivo, veramente, alla fine tecnicamente non lo saprei fare, è lui che dovrebbe insegnarmelo, è la prima volta che lo faccio a differenza sua. In ogni caso credo che come sceive lei non ha senso preoccuparsi, e interrogarsi e farsi in certi casi elucubrazioni mentali...credo che l'unica cosa da fare, benchè difficile sia accettare tutto questo che mi mette disagio e aspettare il momento in cui l'argomento di cui stavamo trattando si consumerà.
[#4]
Gentile utente,
grazie per aver ampliato e puntualizzato la descrizione della sua situazione, poiché questo ci aiuta a precisare, ribadire e sviluppare meglio alcuni aspetti della riflessione.
Il fatto che lei possa vantare un'elevata autostima è un dato positivo: l'autostima e la sicurezza di sé sono risorse personali molto importanti per il mantenimento del benessere psicologico. Ed è normale e comprensibile che lei abbia paura, disagio e si senta insicura in relazione all'ambito sessuale, visto che non ne ha un'esperienza diretta: tutti proviamo il timore di non essere bravi in qualcosa che non abbiamo mai fatto prima. E aggiungo, a vantaggio della modulazione delle sue aspettative, che quello che "si può anche vedere su qualche piattaforma" spesso è falso, distorto e mitizzato: il sesso vero non è quello che si vede nei film pornografici, che patinano e idealizzano in maniera irrealistica una realtà che invece spesso si rivela umanamente molto più modesta e imperfetta.
Proprio questa percezione di eccellere in tutti gli ambiti della sua vita (aspetto fisico, università, famiglia, soldi) meno che in quello sessuale sembra bloccarla per la paura di:
- da un lato, tradire l'immagine di "femme fatale" che gli altri (non lei, giusto?) le hanno affibbiato;
- dall'altro, non riuscire a dare il massimo, cui ha sempre ambito su tutto.
Alcune domande che le propongo di porsi sono le seguenti. È pronta a correre il rischio di non essere all'altezza della sua reputazione? Se no, perché no? Quale bisogno le consente di soddisfare il fatto di essere vista come "bella, seducente e mangia-uomini" e perché le viene difficile rinunciarvi? Inoltre, è pronta ad accettare l'idea che per una volta nella sua vita, in un ambito di cui lei stessa si dice poco pratica, potrà non dare il massimo?
Parla di uno scudo senza il quale si sentirebbe fragile e vulnerabile. Da che cosa la difende o protegge questo scudo? Perché ne ha bisogno? A quali pericoli andrebbe incontro senza lo scudo?
Infine, è disposta a cedere il ruolo di maestra che ha sempre interpretato e, per una volta, concedersi l'atteggiamento di colei che apprende da chi è più esperto?
Le offro questi spunti nel tentativo che possano stimolare le sue prospettive sulla questione.
Anche le cose belle della vita implicano dei rischi e talvolta ci richiedono una ridefinizione di noi stessi sia nella nostra vita interiore sia in rapporto con il mondo esterno. A lei tocca stabilire se per lei vale la pena di correre questi rischi e se per lei il gioco vale la candela. Ad esempio, il suo ragazzo le trasmette la sicurezza sufficiente a correre questi rischi con relativa prudenza? Oppure, lei si sente abbastanza sicura di voler perdere la verginità con questo ragazzo da ammettere la possibilità di andare incontro a certi rischi?
In questo senso, specifico che non credo che non abbia senso preoccuparsi e interrogarsi: anzi, penso che riflettere e provare a formulare risposte agli interrogativi che riguardano la nostra vita psicologica e relazionale possa essere molto utile per esercitare la nostra consapevolezza e quindi prendere decisioni informate e comportarci in maniere responsabili e convinte.
Rimaniamo a sua disposizione.
Cordialmente,
grazie per aver ampliato e puntualizzato la descrizione della sua situazione, poiché questo ci aiuta a precisare, ribadire e sviluppare meglio alcuni aspetti della riflessione.
Il fatto che lei possa vantare un'elevata autostima è un dato positivo: l'autostima e la sicurezza di sé sono risorse personali molto importanti per il mantenimento del benessere psicologico. Ed è normale e comprensibile che lei abbia paura, disagio e si senta insicura in relazione all'ambito sessuale, visto che non ne ha un'esperienza diretta: tutti proviamo il timore di non essere bravi in qualcosa che non abbiamo mai fatto prima. E aggiungo, a vantaggio della modulazione delle sue aspettative, che quello che "si può anche vedere su qualche piattaforma" spesso è falso, distorto e mitizzato: il sesso vero non è quello che si vede nei film pornografici, che patinano e idealizzano in maniera irrealistica una realtà che invece spesso si rivela umanamente molto più modesta e imperfetta.
Proprio questa percezione di eccellere in tutti gli ambiti della sua vita (aspetto fisico, università, famiglia, soldi) meno che in quello sessuale sembra bloccarla per la paura di:
- da un lato, tradire l'immagine di "femme fatale" che gli altri (non lei, giusto?) le hanno affibbiato;
- dall'altro, non riuscire a dare il massimo, cui ha sempre ambito su tutto.
Alcune domande che le propongo di porsi sono le seguenti. È pronta a correre il rischio di non essere all'altezza della sua reputazione? Se no, perché no? Quale bisogno le consente di soddisfare il fatto di essere vista come "bella, seducente e mangia-uomini" e perché le viene difficile rinunciarvi? Inoltre, è pronta ad accettare l'idea che per una volta nella sua vita, in un ambito di cui lei stessa si dice poco pratica, potrà non dare il massimo?
Parla di uno scudo senza il quale si sentirebbe fragile e vulnerabile. Da che cosa la difende o protegge questo scudo? Perché ne ha bisogno? A quali pericoli andrebbe incontro senza lo scudo?
Infine, è disposta a cedere il ruolo di maestra che ha sempre interpretato e, per una volta, concedersi l'atteggiamento di colei che apprende da chi è più esperto?
Le offro questi spunti nel tentativo che possano stimolare le sue prospettive sulla questione.
Anche le cose belle della vita implicano dei rischi e talvolta ci richiedono una ridefinizione di noi stessi sia nella nostra vita interiore sia in rapporto con il mondo esterno. A lei tocca stabilire se per lei vale la pena di correre questi rischi e se per lei il gioco vale la candela. Ad esempio, il suo ragazzo le trasmette la sicurezza sufficiente a correre questi rischi con relativa prudenza? Oppure, lei si sente abbastanza sicura di voler perdere la verginità con questo ragazzo da ammettere la possibilità di andare incontro a certi rischi?
In questo senso, specifico che non credo che non abbia senso preoccuparsi e interrogarsi: anzi, penso che riflettere e provare a formulare risposte agli interrogativi che riguardano la nostra vita psicologica e relazionale possa essere molto utile per esercitare la nostra consapevolezza e quindi prendere decisioni informate e comportarci in maniere responsabili e convinte.
Rimaniamo a sua disposizione.
Cordialmente,
Dott. Davide Giusino, Psicologo | davide.giusino@libero.it
https://psicologipuglia.it/albo-psicologi/r/giusino-davide/
[#5]
Ex utente
Buongiorno, ho capito quello che scrive, e ho anche capito il mio disagio e la sua natura e ora sto meglio perchè lo sto accettando probabilmente. Non serve che io corra il rischio di non essere all'altezza della mia reputazione. Perché pensandoci io so di persone che lo fanno spesso e non sono brave e non sono in grado di far godere il proprio partner. (Anche se pensandoci, cosa c'è da imparare?) come ci sono persone che magari hanno poca esperienza ma magari sono brave e ci sono portate per natura. Potrò anche non dare il massimo ma chi lo sa.... Col mio ragazzo sto facendo cose nuove che non avevo mai fatto con nessuno e a lui piacciono, gode e si eccita, quindi mi viene da pensare che forse potrei eventualmente esserci portata, mi vengono spontanee, aggiungendo anche il fatto che io sia una persona estremamente passionale e "calda". Certo, non nego che mi risulterebbe molto difficile cedere il ruolo di maestra, e non so perché. Può anche darsi che a me venga tutto spontaneo e che io sia brava per natura come allo stesso tempo può anche essere che all'inizio mi bloccherò un po' e che alla terza o quarta volta che lo farò potrò essere all'altezza della mia reputazione e dei nomignoli che altri mi danno e che sinceramente io condivido perchè mi ci rivedo. Lei mi chiede il mio scudo da cosa mi protegge? Beh dalle mie insicurezze, da qualcosa che non ho fatto e sul quale non so se sia o meno brava, in questo caso, sesso, io però mi fido del mio ragazzo e sono pronta a correre questi rischi.
Poi per la questione gelosia retroattiva/competizione sessuale con ex fidanzata è scemato un po' tutto devo dire. Certo, sono sempre gelosa del fatto che con lei faceva sesso e che ha trascorso dodici anni di vita quello si. Ma sono venuta a conoscenza di alcuni dettagli intimi un po' pesanti, ovvero la sua ex sia prima che durante la penetrazione gli si è scaraventata addosso, molto bruscamente (tenendo conto che era obesa) e gli ha fratturato il pene...facendolo diventare nero/violaceo costringendolo alla circoncisione, motivo per il quale il mio ragazzo prova disagio e vergogna , non facendosi mai la doccia in palestra, tra interventi, forte dolore, punti etc... Per cui, per quanto possa aver fatto sesso, o possa aver goduto , gli ha sempre fratturato il pene...e quindi lo ha sempre traumatizzato per cui non mi sembra cosí brava questa ex...e sinceramente non la temo piú.
Poi per la questione gelosia retroattiva/competizione sessuale con ex fidanzata è scemato un po' tutto devo dire. Certo, sono sempre gelosa del fatto che con lei faceva sesso e che ha trascorso dodici anni di vita quello si. Ma sono venuta a conoscenza di alcuni dettagli intimi un po' pesanti, ovvero la sua ex sia prima che durante la penetrazione gli si è scaraventata addosso, molto bruscamente (tenendo conto che era obesa) e gli ha fratturato il pene...facendolo diventare nero/violaceo costringendolo alla circoncisione, motivo per il quale il mio ragazzo prova disagio e vergogna , non facendosi mai la doccia in palestra, tra interventi, forte dolore, punti etc... Per cui, per quanto possa aver fatto sesso, o possa aver goduto , gli ha sempre fratturato il pene...e quindi lo ha sempre traumatizzato per cui non mi sembra cosí brava questa ex...e sinceramente non la temo piú.
[#6]
Gentile utente,
sono lieto che si senta meglio, che abbia acquisito nuove consapevolezze sul suo disagio e che stia imparando ad accettarlo. Questo la aiuterà a superarlo molto più di quanto non riuscirebbe a fare se lo negasse e allontanasse da lei: per risolvere i problemi, bisogna saperci convivere e riflettere su. Mi complimento con lei per questo primo ma notevole progresso.
Gli esempi che riporta (persone che fanno sesso frequentemente ma senza soddisfare il partner, la ex del suo ragazzo che gli frattura il pene, il suo ragazzo che prova vergogna per la cironcisione) esprimono un concetto importante: tutti abbiamo motivi di imbarazzo, insicurezza e vulnerabilità, e questi motivi sono più o meno nascosti agli altri, al di là delle apparenze - che invece, ingannevolmente, ci raccontano come forti e infallibili. Perciò, se da un lato è normale provare paura per qualcosa di cui non abbiamo mai fatto esperienza, dall'altro siamo autorizzati anche a non sottovalutare le nostre potenziali capacità o qualità. Forse un aspetto della questione è anche quello di domandarsi quale senso abbia mantenere delle apparenze che non ci mostrano nella nostra autenticità e che piuttosto alimentano timori e preoccupazioni.
Condivido il suo spirito: come andrà il suo primo incontro sessuale, lo saprà soltanto una volta consumatolo. Magari si scoprirà più abile di quanto non creda o magari dovrà perfezionarsi con la pratica. Anche il sesso rappresenta una sorta di laboratorio in cui si sperimenta insieme col partner - lei stessa afferma che "col mio ragazzo sto facendo cose nuove che non avevo mai fatto con nessuno e a lui piacciono, gode e si eccita". Talvolta gli esperimenti hanno successo, talvolta conducono alla formulazione di soluzioni alternative. In ogni caso, è fondamentale che questo spazio di sperimentazione condivisa si basi su quella rete di sicurezza di coppia che è la fiducia reciproca - che sembra non mancare quando lei afferma appunto che "io però mi fido del mio ragazzo e sono pronta a correre questi rischi".
Rimaniamo a sua disposizione.
Cordialmente,
sono lieto che si senta meglio, che abbia acquisito nuove consapevolezze sul suo disagio e che stia imparando ad accettarlo. Questo la aiuterà a superarlo molto più di quanto non riuscirebbe a fare se lo negasse e allontanasse da lei: per risolvere i problemi, bisogna saperci convivere e riflettere su. Mi complimento con lei per questo primo ma notevole progresso.
Gli esempi che riporta (persone che fanno sesso frequentemente ma senza soddisfare il partner, la ex del suo ragazzo che gli frattura il pene, il suo ragazzo che prova vergogna per la cironcisione) esprimono un concetto importante: tutti abbiamo motivi di imbarazzo, insicurezza e vulnerabilità, e questi motivi sono più o meno nascosti agli altri, al di là delle apparenze - che invece, ingannevolmente, ci raccontano come forti e infallibili. Perciò, se da un lato è normale provare paura per qualcosa di cui non abbiamo mai fatto esperienza, dall'altro siamo autorizzati anche a non sottovalutare le nostre potenziali capacità o qualità. Forse un aspetto della questione è anche quello di domandarsi quale senso abbia mantenere delle apparenze che non ci mostrano nella nostra autenticità e che piuttosto alimentano timori e preoccupazioni.
Condivido il suo spirito: come andrà il suo primo incontro sessuale, lo saprà soltanto una volta consumatolo. Magari si scoprirà più abile di quanto non creda o magari dovrà perfezionarsi con la pratica. Anche il sesso rappresenta una sorta di laboratorio in cui si sperimenta insieme col partner - lei stessa afferma che "col mio ragazzo sto facendo cose nuove che non avevo mai fatto con nessuno e a lui piacciono, gode e si eccita". Talvolta gli esperimenti hanno successo, talvolta conducono alla formulazione di soluzioni alternative. In ogni caso, è fondamentale che questo spazio di sperimentazione condivisa si basi su quella rete di sicurezza di coppia che è la fiducia reciproca - che sembra non mancare quando lei afferma appunto che "io però mi fido del mio ragazzo e sono pronta a correre questi rischi".
Rimaniamo a sua disposizione.
Cordialmente,
Dott. Davide Giusino, Psicologo | davide.giusino@libero.it
https://psicologipuglia.it/albo-psicologi/r/giusino-davide/
[#7]
Ex utente
La ringrazio per la sua replica, ho capito ciò che dice e lo condivido. Non ha senso rimuginare su cose passate o pensare al futuro. Preoccuparsi alla fine è solo una perdita di tempo che non giova a nulla, magari non ci fa solo godere del presente. Non dovremmo né sottovalutarci e né tantomeno sopravvalutarci. Magari col tempo imparerò come ho fatto adesso ad abbassare quello scudo da "spaccona" spavalda, maestrina e perfettina su tutto, rendendomi anche io vulnerabile e con qualche insicurezza. Poiché credo che cosí facendo e accettando quelle che sono le nostre frustazioni, disagi, paure sto meglio.
[#8]
Gentile utente,
concordo con lei: rimuginare e ruminare nuocono alla sua sanità mentale e possono privarla di opportunità e occasioni di benessere.
La incoraggio comunque a coltivare il suo atteggiamento curioso e riflessivo nei confronti dei fenomeni e delle situazioni della vita: è una risorsa importante per acquisire nuove prospettive e compiere scelte consapevoli.
Le auguro davvero di stare meglio accettandosi per quello che è autenticamente. Se lo ritiene, può anche valutare la possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia, con un* professionista in carne ed ossa, per approfondire questi ed ulteriori aspetti della sua vita psichica e relazionale.
Rimaniamo a sua disposizione.
Cordialmente,
concordo con lei: rimuginare e ruminare nuocono alla sua sanità mentale e possono privarla di opportunità e occasioni di benessere.
La incoraggio comunque a coltivare il suo atteggiamento curioso e riflessivo nei confronti dei fenomeni e delle situazioni della vita: è una risorsa importante per acquisire nuove prospettive e compiere scelte consapevoli.
Le auguro davvero di stare meglio accettandosi per quello che è autenticamente. Se lo ritiene, può anche valutare la possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia, con un* professionista in carne ed ossa, per approfondire questi ed ulteriori aspetti della sua vita psichica e relazionale.
Rimaniamo a sua disposizione.
Cordialmente,
Dott. Davide Giusino, Psicologo | davide.giusino@libero.it
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