Rapporto impossibile con la mia famiglia che non accetta le mie scelte a 31 anni
Salve, mi chiamo Antonia ed ho 31 anni.
Dopo la laurea sono andata a Torino per lavoro ed ho ottenuto la mia indipendenza economica solo a 28 anni.
Fin da subito i miei si sono opposti perché il lavoro propostomi è stato l'insegnamento presso una scuola pubblica al nord, hanno cercato di dissuadermi dicendo che con la mia laurea (legge) avrei dovuto fare il magistrato e che quel lavoro era un'umiliazione.
Ancora oggi mi rinfacciano il "lavoro mediocre" che svolgo.
Ad ogni modo, sono partita, lì sul posto di lavoro ho conosciuto un ragazzo bellissimo e dolcissimo, eravamo tutti e due molto timidi ma dopo i primi impicci ci siamo messi insieme.
Io uscivo da una relazione di 4 anni con un ragazzo che mi ha fatto soffrire tantissimo e anche da una brutta situazione familiare, grazie anche a lui pian piano ho trovato il sorriso.
Quale sia il problema?
Mia madre all'inizio era felice, poi ha iniziato a minacciarmi se non lo avessi lasciato perché mio fratello le ha detto che questo ragazzo non era raccomandabile poiché i suoi genitori sono poco abbienti mentre noi abbiamo migliori prospettive economiche, ha detto che la sua laurea (informatica) è inutile e che non potrà avere prospettive di carriera, che è brutto, che è un alcolizzato (cosa assolutamente non vera), un delirio che mia madre ha condiviso senza battere ciglio, ora vivo un inferno perché non passa giorno che non mi gridi al telefono (o di presenza quando torno a casa) che devo lasciarlo e che se non lo faccio rovinerò la famiglia perché mio fratello non lo vuole, poi inizia a fare scenate isteriche e a gridare...controlla i miei movimenti e si informa sui miei spostamenti, se sa che lui è con me inizia di nuovo, non vuole che faccia vacanze insieme a lui e nemmeno che la gente sappia della nostra relazione.
Adesso stiamo insieme da un anno e siamo felici, ci piacerebbe eventualmente anche convivere nel futuro, secondo voi sarebbe giusto rinunciare a vivere questa relazione solo perché mia madre si è fatta influenzare dalla prepotenza di mio fratello?
(Persona tra l altro molto egoista e cattiva da sempre) sembrerebbe una domanda sciocca ma l alternativa è continuare a vivere l inferno o lasciare per sempre casa.
Grazie
Dopo la laurea sono andata a Torino per lavoro ed ho ottenuto la mia indipendenza economica solo a 28 anni.
Fin da subito i miei si sono opposti perché il lavoro propostomi è stato l'insegnamento presso una scuola pubblica al nord, hanno cercato di dissuadermi dicendo che con la mia laurea (legge) avrei dovuto fare il magistrato e che quel lavoro era un'umiliazione.
Ancora oggi mi rinfacciano il "lavoro mediocre" che svolgo.
Ad ogni modo, sono partita, lì sul posto di lavoro ho conosciuto un ragazzo bellissimo e dolcissimo, eravamo tutti e due molto timidi ma dopo i primi impicci ci siamo messi insieme.
Io uscivo da una relazione di 4 anni con un ragazzo che mi ha fatto soffrire tantissimo e anche da una brutta situazione familiare, grazie anche a lui pian piano ho trovato il sorriso.
Quale sia il problema?
Mia madre all'inizio era felice, poi ha iniziato a minacciarmi se non lo avessi lasciato perché mio fratello le ha detto che questo ragazzo non era raccomandabile poiché i suoi genitori sono poco abbienti mentre noi abbiamo migliori prospettive economiche, ha detto che la sua laurea (informatica) è inutile e che non potrà avere prospettive di carriera, che è brutto, che è un alcolizzato (cosa assolutamente non vera), un delirio che mia madre ha condiviso senza battere ciglio, ora vivo un inferno perché non passa giorno che non mi gridi al telefono (o di presenza quando torno a casa) che devo lasciarlo e che se non lo faccio rovinerò la famiglia perché mio fratello non lo vuole, poi inizia a fare scenate isteriche e a gridare...controlla i miei movimenti e si informa sui miei spostamenti, se sa che lui è con me inizia di nuovo, non vuole che faccia vacanze insieme a lui e nemmeno che la gente sappia della nostra relazione.
Adesso stiamo insieme da un anno e siamo felici, ci piacerebbe eventualmente anche convivere nel futuro, secondo voi sarebbe giusto rinunciare a vivere questa relazione solo perché mia madre si è fatta influenzare dalla prepotenza di mio fratello?
(Persona tra l altro molto egoista e cattiva da sempre) sembrerebbe una domanda sciocca ma l alternativa è continuare a vivere l inferno o lasciare per sempre casa.
Grazie
[#1]
Gentile utente,
legga le parole tra virgolette come se le sentisse pronunciare da una sua conoscente che descrive la propria madre: "non passa giorno che non mi gridi al telefono (o di presenza quando torno a casa) che devo lasciarlo e che se non lo faccio rovinerò la famiglia perché mio fratello non lo vuole, poi inizia a fare scenate isteriche e a gridare...controlla i miei movimenti e si informa sui miei spostamenti, se sa che lui è con me inizia di nuovo, non vuole che faccia vacanze insieme a lui e nemmeno che la gente sappia della nostra relazione".
Non si accorge che sta descrivendo una manipolatrice, ma soprattutto una persona aliena dal senso della realtà?
E non vede che alla sua età cedere a queste richieste è come rinunciare ad essere diventata adulta?
E poi, cosa può aspettarsi da questa persona? Affetto? Solidarietà? Sostegno? O piuttosto, per una sorta di viltà, le vuole sottomettere la propria vita a causa del timore, nato nell'infanzia, delle sue urla e della sua violenza?
Mi avevano già colpita le parole: "con la mia laurea (legge) avrei dovuto fare il magistrato e che quel lavoro era un'umiliazione".
Mi perdoni, ma non vede quanta ignoranza rivela chi considera un'umiliazione la professione di insegnante? E in più dice che con la laurea in Legge si deve fare per forza il magistrato, e che la laurea in Informatica è senza sbocchi?
Sua madre e suo fratello in cosa sono laureati? E hanno scelto professioni che considerano prestigiose o particolarmente redditizie?
In ogni caso questa gara ad apparire, oltre ad essere una corsa senza fine con lo scopo irraggiungibile di mostrare di essere sempre qualcosa più degli altri, nasce in genere da un grande complesso di inferiorità, per quanto accuratamente nascosto.
Lei sa che suo fratello è "Persona tra l altro molto egoista e cattiva da sempre".
Sua madre invece le sembra affettuosa, saggia e benevola?
E in tutto questo, suo padre cosa dice? Lui in che cosa è laureato?
Lei conclude: "l alternativa è continuare a vivere l inferno o lasciare per sempre casa".
C'è una terza via: uscire dal timore infantile che si portano dentro le persone che hanno avuto una madre aggressiva e tagliar corto con un bel sorriso e molta decisione alle ingerenze indebite nella sua vita.
Cominci da subito ad annunciare che non tollererà alcuna frase meno che rispettosa sull'uomo che frequenta e su tutte le sue scelte.
Annunci che sta andando in vacanza col suo uomo e scelga una meta lontana da casa dei suoi.
Limiti le sue visite a quella casa, e riparta immediatamente se si accorge che il clima affettivo non è ideale.
Impari, in poche parole, a riconoscere i suoi diritti e a prendere il coltello dalla parte del manico.
Se ha bisogno di aiuto, ricordi che gli psicologi esistono proprio per questo: meno per curare malati che per supportano i sani.
Buone cose. Ci tenga al corrente.
legga le parole tra virgolette come se le sentisse pronunciare da una sua conoscente che descrive la propria madre: "non passa giorno che non mi gridi al telefono (o di presenza quando torno a casa) che devo lasciarlo e che se non lo faccio rovinerò la famiglia perché mio fratello non lo vuole, poi inizia a fare scenate isteriche e a gridare...controlla i miei movimenti e si informa sui miei spostamenti, se sa che lui è con me inizia di nuovo, non vuole che faccia vacanze insieme a lui e nemmeno che la gente sappia della nostra relazione".
Non si accorge che sta descrivendo una manipolatrice, ma soprattutto una persona aliena dal senso della realtà?
E non vede che alla sua età cedere a queste richieste è come rinunciare ad essere diventata adulta?
E poi, cosa può aspettarsi da questa persona? Affetto? Solidarietà? Sostegno? O piuttosto, per una sorta di viltà, le vuole sottomettere la propria vita a causa del timore, nato nell'infanzia, delle sue urla e della sua violenza?
Mi avevano già colpita le parole: "con la mia laurea (legge) avrei dovuto fare il magistrato e che quel lavoro era un'umiliazione".
Mi perdoni, ma non vede quanta ignoranza rivela chi considera un'umiliazione la professione di insegnante? E in più dice che con la laurea in Legge si deve fare per forza il magistrato, e che la laurea in Informatica è senza sbocchi?
Sua madre e suo fratello in cosa sono laureati? E hanno scelto professioni che considerano prestigiose o particolarmente redditizie?
In ogni caso questa gara ad apparire, oltre ad essere una corsa senza fine con lo scopo irraggiungibile di mostrare di essere sempre qualcosa più degli altri, nasce in genere da un grande complesso di inferiorità, per quanto accuratamente nascosto.
Lei sa che suo fratello è "Persona tra l altro molto egoista e cattiva da sempre".
Sua madre invece le sembra affettuosa, saggia e benevola?
E in tutto questo, suo padre cosa dice? Lui in che cosa è laureato?
Lei conclude: "l alternativa è continuare a vivere l inferno o lasciare per sempre casa".
C'è una terza via: uscire dal timore infantile che si portano dentro le persone che hanno avuto una madre aggressiva e tagliar corto con un bel sorriso e molta decisione alle ingerenze indebite nella sua vita.
Cominci da subito ad annunciare che non tollererà alcuna frase meno che rispettosa sull'uomo che frequenta e su tutte le sue scelte.
Annunci che sta andando in vacanza col suo uomo e scelga una meta lontana da casa dei suoi.
Limiti le sue visite a quella casa, e riparta immediatamente se si accorge che il clima affettivo non è ideale.
Impari, in poche parole, a riconoscere i suoi diritti e a prendere il coltello dalla parte del manico.
Se ha bisogno di aiuto, ricordi che gli psicologi esistono proprio per questo: meno per curare malati che per supportano i sani.
Buone cose. Ci tenga al corrente.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Grazie mille per la sua solerzia e professionalità. Ha perfettamente ragione, ho cercato di lasciare i panni della figlia ed ho cercato di ripercorrere questi fatti come se fossi un'estranea, non le nascondo che effettivamente fa specie , mi è parsa una vera e propria violenza morale. Mia madre non ha nemmeno la laurea ha sempre lavorato a scuola ma non come professoressa, mio padre era un normalissimo dipendente statale (oggi purtroppo non c'è più) e mio fratello ambisce a diventare magistrato ma ad oggi fa il mio stesso lavoro con molta frustrazione. Effettivamente la mia famiglia ha sempre vissuto dei complessi sociali, con grandissima ammirazione per coloro che hanno una condizione economica molto agitata e disprezzo per i ceti sociali economicamente meno abbienti . La nostra non è una famiglia ricca, al più benestante come si potrebbe essere con due stipendi statali. Il mio ragazzo lavora è responsabile ed ha il suo stipendio come ce l ho io. Non sento di svolgere un lavoro mediocre, anzi a volte penso che ciò che faccio non è mai sufficiente per le grandi responsabilità connesse al mio lavoro . Spero di riuscire a trovare la forza di ribellarmi a questi soprusi , non è facile perché a volte lei minaccia , nelle sue crisi, anche di volersi fare del male, e onestamente ho timore per lei. Mia madre è molto apprensiva al limite dell' iperprotezione e sono convinta che pensa di operare per il mio bene (a torto) mio fratello invece opera in mala fede ma ha un ascendente così forte su mia madre da plagiarla come meglio crede (specie dopo la morte di mio padre) . La ringrazio sempre tantissimo per la sua gentilezza e professionalità, non ho mai avuto un confronto diretto con uno psicologo e sto prendendo seriamente in considerazione l'idea di iniziare un percorso per abbandonare tutte le mie paure da bambina ..
[#3]
Gentile utente,
la ringrazio delle sue parole di apprezzamento.
La invito ancora a liberarsi della visione ereditata dall'infanzia, il che avverrà solo quando si libererà dell'idea che sua madre "pensa di operare per il mio bene" (come? dicendole che sbaglia tutto, dalla professione al partner?) e che "è molto apprensiva al limite dell' iperprotezione".
Meglio chiamare le cose col loro nome: sua madre vuole dominare gli altri e avere una propria rivalsa sulla vita attraverso i figli. Non può riuscirci con suo fratello perché lui si mostra troppo prepotente, e forse perché sua madre lo percepisce meno capace di lei che ci scrive.
Tanto vuol dominare che "a volte lei minaccia , nelle sue crisi, anche di volersi fare del male"; e il brutto è che lei ci casca!
Un serio percorso psicologico le farebbe rivedere le prospettive erronee, le idee accettate acriticamente, e le farebbe considerare che tutti abbiamo bisogno prima di tutto di rispetto.
Prima ancora di sentirsi dire "brava" per le sue scelte in linea coi diktat materno-fraterni, lei ha bisogno di prendere coscienza del suo diritto di sbagliare, come tutti, e di essere appoggiata e amata lo stesso. Il che vuol dire, scegliere di ascoltare solo le persone in grado di appoggiarla e amarla.
Infiniti auguri. Pensi al suo bene e a quello di chi le sta vicino davvero.
la ringrazio delle sue parole di apprezzamento.
La invito ancora a liberarsi della visione ereditata dall'infanzia, il che avverrà solo quando si libererà dell'idea che sua madre "pensa di operare per il mio bene" (come? dicendole che sbaglia tutto, dalla professione al partner?) e che "è molto apprensiva al limite dell' iperprotezione".
Meglio chiamare le cose col loro nome: sua madre vuole dominare gli altri e avere una propria rivalsa sulla vita attraverso i figli. Non può riuscirci con suo fratello perché lui si mostra troppo prepotente, e forse perché sua madre lo percepisce meno capace di lei che ci scrive.
Tanto vuol dominare che "a volte lei minaccia , nelle sue crisi, anche di volersi fare del male"; e il brutto è che lei ci casca!
Un serio percorso psicologico le farebbe rivedere le prospettive erronee, le idee accettate acriticamente, e le farebbe considerare che tutti abbiamo bisogno prima di tutto di rispetto.
Prima ancora di sentirsi dire "brava" per le sue scelte in linea coi diktat materno-fraterni, lei ha bisogno di prendere coscienza del suo diritto di sbagliare, come tutti, e di essere appoggiata e amata lo stesso. Il che vuol dire, scegliere di ascoltare solo le persone in grado di appoggiarla e amarla.
Infiniti auguri. Pensi al suo bene e a quello di chi le sta vicino davvero.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.6k visite dal 18/07/2023.
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