Genitori che non accettano la separazione da casa
Buongiorno.
Vi scrivo perché vorrei avere un quadro generale sulla situazione.
Allora io sono la più piccola di 3 sorelle e ho 25 anni.
Mie sorelle hanno rispettivamente 27 e 29 anni e quest’anno entrambe si stanno costruendo casa.
La più grande è sempre stata a casa con i miei genitori, ha trovato lavoro nel paese e quest’anno ha trovato anche il fidanzato nello stesso paese: andrà a trasferirsi a pochi metri da casa attuale, quindi sicuramente credo faccia fatica a lasciare il suo luogo sicuro.
Quella di 27 anni è il contrario: fin da piccola ha avuto una relazione che già la portava a stare via da casa per giorni, poi è già da un anno e mezzo che praticamente vive a casa dal fidanzato e ora si stanno costruendo casa insieme, e poi ci sono io che ne ho 25, che sono fidanzata da 5 anni con il mio compagno e che da un anno e mezzo è andato a vivere da solo e io qualche giorno sto da lui e qualche giorno sto a casa mia.
Io, a differenza loro, ho sviluppato ansia da separazione: mio papà nel 2019 ha avuto un’emorragia cerebrale per cui è quasi morto, che lo ha portato a 51 anni ad andare in pensione anticipata, a stravolgere la sua vita perché da capo di famiglia passava a dover dipendere in tutto da noi.
Ha smesso di guidare, di lavorare, ha smesso di uscire.
E poi c’è mia mamma, che è sempre stata dipendente da mio papà (non ha mai lavorato) e ha sempre avuto paura a rischiare e a lanciarsi nelle cose nuove, preferiva il monotono e la routine.
In tutto questo, mia mamma più volte ha detto che lei non vedeva alcun problema nello stare fino a 30 anni ancora a casa, che lei non vede alcun problema nel rimanere tutti nella stessa casa magari abitando in alloggi limitrofi.
Questa cosa mi fa arrabbiare tanto perché studio psicologia e ho capito che una madre sana è quella che è consapevole che un giorno i figli se ne andranno, che anzi fin da quando sono piccoli deve sostenere il distacco e infondere fiducia in esso.
Invece lei quando io vado giù dal mio fidanzato, a volte sembra quasi che ci rimanga male, a volte manifesta enorme dispiacere e questo mi porta ad arrabbiarmi molto con lei (dentro di me) quando sto per andare via e a rimanere in ansia e preoccupata quando non sono con loro a casa.
Anche io di mio faccio fatica perché dovrei avere pazienza e capirla, sono cambiamenti ed è sempre triste quando un figlio va via di casa, ma questa tristezza è contagiosa e ora come ora ci stiamo facendo del male a vicenda.
Come si può fare?
Grazie
Vi scrivo perché vorrei avere un quadro generale sulla situazione.
Allora io sono la più piccola di 3 sorelle e ho 25 anni.
Mie sorelle hanno rispettivamente 27 e 29 anni e quest’anno entrambe si stanno costruendo casa.
La più grande è sempre stata a casa con i miei genitori, ha trovato lavoro nel paese e quest’anno ha trovato anche il fidanzato nello stesso paese: andrà a trasferirsi a pochi metri da casa attuale, quindi sicuramente credo faccia fatica a lasciare il suo luogo sicuro.
Quella di 27 anni è il contrario: fin da piccola ha avuto una relazione che già la portava a stare via da casa per giorni, poi è già da un anno e mezzo che praticamente vive a casa dal fidanzato e ora si stanno costruendo casa insieme, e poi ci sono io che ne ho 25, che sono fidanzata da 5 anni con il mio compagno e che da un anno e mezzo è andato a vivere da solo e io qualche giorno sto da lui e qualche giorno sto a casa mia.
Io, a differenza loro, ho sviluppato ansia da separazione: mio papà nel 2019 ha avuto un’emorragia cerebrale per cui è quasi morto, che lo ha portato a 51 anni ad andare in pensione anticipata, a stravolgere la sua vita perché da capo di famiglia passava a dover dipendere in tutto da noi.
Ha smesso di guidare, di lavorare, ha smesso di uscire.
E poi c’è mia mamma, che è sempre stata dipendente da mio papà (non ha mai lavorato) e ha sempre avuto paura a rischiare e a lanciarsi nelle cose nuove, preferiva il monotono e la routine.
In tutto questo, mia mamma più volte ha detto che lei non vedeva alcun problema nello stare fino a 30 anni ancora a casa, che lei non vede alcun problema nel rimanere tutti nella stessa casa magari abitando in alloggi limitrofi.
Questa cosa mi fa arrabbiare tanto perché studio psicologia e ho capito che una madre sana è quella che è consapevole che un giorno i figli se ne andranno, che anzi fin da quando sono piccoli deve sostenere il distacco e infondere fiducia in esso.
Invece lei quando io vado giù dal mio fidanzato, a volte sembra quasi che ci rimanga male, a volte manifesta enorme dispiacere e questo mi porta ad arrabbiarmi molto con lei (dentro di me) quando sto per andare via e a rimanere in ansia e preoccupata quando non sono con loro a casa.
Anche io di mio faccio fatica perché dovrei avere pazienza e capirla, sono cambiamenti ed è sempre triste quando un figlio va via di casa, ma questa tristezza è contagiosa e ora come ora ci stiamo facendo del male a vicenda.
Come si può fare?
Grazie
[#1]
Gentile utente,
gli studi e la autoanalisi la portano ad essere lucida su quello che sta accadendo:
- lei, pur con fatica, riesce ad andare dal suo fidanzato;
- sua madre - a fronte del suo distanziamento - ci rimane male, "manifesta enorme dispiacere".
Purtroppo, essendo lei parte in causa, non può aiutare la sua mamma ad elaborare la separazione; anche perché sua madre ha una propria teoria: "non vede alcun problema nel rimanere tutti nella stessa casa fino ai trent'anni".
Ma noi Psy sappiamo che dai 30 si passa ai 40; e poi si rimane lì - nella famiglia d'origine -per accudire i genitori nell'invecchiamento.
O il bambino impara a camminare a 10-13 mesi, oppure ciò diventerà molto difficile.
"Come si può fare?", ci chiede.
Risposta:
.centrando su di sè.
.Sapendo che il suo compito evolutivo risiede nel distanziamento della famiglia di origine.
.Essendo consapevole che lei non può aiutare sua madre ad elaborare e accettare il lutto del distanziamento dai figli: "Quando la freccia scocca dall'arco e vola lontano, l'arco è felice: ha adempiuto il proprio compito" (Gibran).
Stia serena.
Percorra la sua strada evolutiva senza lasciarsi troppo condizionare, anche nelle emozioni e nei sentimenti.
I figli non sono colpevoli dell'eccesso di invischiamento dei genitori; al contrario se ne devono difendere.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
gli studi e la autoanalisi la portano ad essere lucida su quello che sta accadendo:
- lei, pur con fatica, riesce ad andare dal suo fidanzato;
- sua madre - a fronte del suo distanziamento - ci rimane male, "manifesta enorme dispiacere".
Purtroppo, essendo lei parte in causa, non può aiutare la sua mamma ad elaborare la separazione; anche perché sua madre ha una propria teoria: "non vede alcun problema nel rimanere tutti nella stessa casa fino ai trent'anni".
Ma noi Psy sappiamo che dai 30 si passa ai 40; e poi si rimane lì - nella famiglia d'origine -per accudire i genitori nell'invecchiamento.
O il bambino impara a camminare a 10-13 mesi, oppure ciò diventerà molto difficile.
"Come si può fare?", ci chiede.
Risposta:
.centrando su di sè.
.Sapendo che il suo compito evolutivo risiede nel distanziamento della famiglia di origine.
.Essendo consapevole che lei non può aiutare sua madre ad elaborare e accettare il lutto del distanziamento dai figli: "Quando la freccia scocca dall'arco e vola lontano, l'arco è felice: ha adempiuto il proprio compito" (Gibran).
Stia serena.
Percorra la sua strada evolutiva senza lasciarsi troppo condizionare, anche nelle emozioni e nei sentimenti.
I figli non sono colpevoli dell'eccesso di invischiamento dei genitori; al contrario se ne devono difendere.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Gentile utente,
è stato gradito il positivo riscontro.
Con l'occasione Le segnalo questo consulto su tematica analoga:
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/981890-mia-madre-mi-tratta-come-un-bambino.html .
Saluti cari.
Dott. Brunialti
è stato gradito il positivo riscontro.
Con l'occasione Le segnalo questo consulto su tematica analoga:
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/981890-mia-madre-mi-tratta-come-un-bambino.html .
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.1k visite dal 27/06/2023.
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