Ho un gran bisogno di un consiglio, non riesco ad andare avanti cosí
Salve Dottori/Dottoresse, ho 30 anni e da circa 5 mi sono accorto di avere dei grossi problemi ad affrontare sia il lavoro che la vita di tutti i giorni, ovvero tutto ciò che richiede responsabilitá ed ha a che fare col mondo degli adulti.
Mi vergogno tanto della mia situazione ma la racconto per estrema necessitá:
Già da piccolo, da parte di mio padre, mi sono sentito dire spesso che non valgo nulla, che non so fare niente nella vita e sono stato giornalmente insultato in malo modo, entrambi i miei genitori non mi lasciavano fare nulla in autonomia e nemmeno mi istruivano, facevano sempre tutto loro, e come se non bastasse ho vissuto episodi di bullismo, minacce e ricatti per tutto il periodo scolastico delle scuole medie inferiori.
Tutto ciò ha avuto gravi ripercussioni su di me: già da bambino avevo problemi a relazionarmi con gli altri, mi sentivo incapace in ogni cosa e percepivo gli altri come "persone normali" a differenza mia.
Crescendo, questa sensazione mi è rimasta dentro, tutt'ora non riesco a non vedermi come una persona incapace in ogni cosa.
Ora che sono adulto, sono consapevole del fatto che dovrei soltanto prendere la mia vita in mano e lasciare il passato alle spalle, affrontando la vita con un'ottica da persona adulta e non da bambino, ma il problema è che non riesco a prendere il controllo in nessun modo, non sento di essere una persona adulta nonostante la mia età.
Da qualche anno sto continuamente scappando dai lavori che riesco a trovare, perchè non riuscendo a sentirmi in grado di svolgere quelle mansioni, l'ansia mi divora e non mi permette di dormire finchè non sono riuscito a lasciarli, ho provato tante volte a propormi nel mondo del lavoro ed a stringere i denti ma nulla, l'ansia ha sempre vinto, il problema ancora piú grave di questo è che penso coscientemente di non essere adatto a lavorare, di non riuscire a farmi piacere un lavoro o almeno a sopportare l'idea di lavorare per tutta la vita ed a prendermi le responsabilitá che dovrei avere (mantenermi economicamente, farmi la patente, vivere da solo, socializzare con le persone e mantenere vivi i rapporti col mondo esterno ecc).
Non riesco piú ad uscire con amici in modo frequente, con loro mi sento fuori posto, sia perchè non sono piú socievole come prima, dato che ho un aspetto triste e rassegnato per via della mia situazione, sia perchè loro a differenza mia si sono realizzati nella vita e ciò mi fa sentire costantemente fuori posto.
Da quasi un anno sto facendo delle sedute di psicoterapia cognitivo-comportamentale ed ho provato pure il metodo EMDR, ma non ho riscontrato esiti positivi perchè continuo a giudicarmi molto negativamente ed a basarmi su quell'ottica che avevo da bambino, anche perchè non ho mai affrontato in autonomia esperienze che richiedono particolari responsabilitá.
Posso avere qualche vostro consiglio su cosa potrei fare per riuscire a prendere il controllo della mia vita e sentirmi finalmente una persona adulta?
Grazie in anticipo
Mi vergogno tanto della mia situazione ma la racconto per estrema necessitá:
Già da piccolo, da parte di mio padre, mi sono sentito dire spesso che non valgo nulla, che non so fare niente nella vita e sono stato giornalmente insultato in malo modo, entrambi i miei genitori non mi lasciavano fare nulla in autonomia e nemmeno mi istruivano, facevano sempre tutto loro, e come se non bastasse ho vissuto episodi di bullismo, minacce e ricatti per tutto il periodo scolastico delle scuole medie inferiori.
Tutto ciò ha avuto gravi ripercussioni su di me: già da bambino avevo problemi a relazionarmi con gli altri, mi sentivo incapace in ogni cosa e percepivo gli altri come "persone normali" a differenza mia.
Crescendo, questa sensazione mi è rimasta dentro, tutt'ora non riesco a non vedermi come una persona incapace in ogni cosa.
Ora che sono adulto, sono consapevole del fatto che dovrei soltanto prendere la mia vita in mano e lasciare il passato alle spalle, affrontando la vita con un'ottica da persona adulta e non da bambino, ma il problema è che non riesco a prendere il controllo in nessun modo, non sento di essere una persona adulta nonostante la mia età.
Da qualche anno sto continuamente scappando dai lavori che riesco a trovare, perchè non riuscendo a sentirmi in grado di svolgere quelle mansioni, l'ansia mi divora e non mi permette di dormire finchè non sono riuscito a lasciarli, ho provato tante volte a propormi nel mondo del lavoro ed a stringere i denti ma nulla, l'ansia ha sempre vinto, il problema ancora piú grave di questo è che penso coscientemente di non essere adatto a lavorare, di non riuscire a farmi piacere un lavoro o almeno a sopportare l'idea di lavorare per tutta la vita ed a prendermi le responsabilitá che dovrei avere (mantenermi economicamente, farmi la patente, vivere da solo, socializzare con le persone e mantenere vivi i rapporti col mondo esterno ecc).
Non riesco piú ad uscire con amici in modo frequente, con loro mi sento fuori posto, sia perchè non sono piú socievole come prima, dato che ho un aspetto triste e rassegnato per via della mia situazione, sia perchè loro a differenza mia si sono realizzati nella vita e ciò mi fa sentire costantemente fuori posto.
Da quasi un anno sto facendo delle sedute di psicoterapia cognitivo-comportamentale ed ho provato pure il metodo EMDR, ma non ho riscontrato esiti positivi perchè continuo a giudicarmi molto negativamente ed a basarmi su quell'ottica che avevo da bambino, anche perchè non ho mai affrontato in autonomia esperienze che richiedono particolari responsabilitá.
Posso avere qualche vostro consiglio su cosa potrei fare per riuscire a prendere il controllo della mia vita e sentirmi finalmente una persona adulta?
Grazie in anticipo
[#1]
Gentile utente,
cosa dice la sua psicoterapeuta al riguardo? Dopo un anno di sedute qualche risultato si potrebbe pure vedere.
Oppure ci sono stati degli esiti positivi, ma non ce li riferisce in quanto sovrastati dalle problematiche che tuttora lamenta?
Dal suo consulto non riusciamo a capire
se la terapia è tuttora in svolgimento,
se lei si impegna in essa al massimo che le è possibile,
se - al contrario - questo tratto di percorso si è concluso per quel che poteva darle;
e se dunque sia il caso di cambiare approccio.
Anche in questo eventualità lo/a psicoterapeuta che la conosce in presenza è il professionista più adatto per fornirle una indicazione.
Il nostro Codice Deontologico al riguardo afferma che, nel caso la psicoterapia proposta/in atto non produca risultati, sarà lo/la psicoterapeuta stesso ad aiutare il paziente a individuare un approccio più adatto e uno specialista consono.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
cosa dice la sua psicoterapeuta al riguardo? Dopo un anno di sedute qualche risultato si potrebbe pure vedere.
Oppure ci sono stati degli esiti positivi, ma non ce li riferisce in quanto sovrastati dalle problematiche che tuttora lamenta?
Dal suo consulto non riusciamo a capire
se la terapia è tuttora in svolgimento,
se lei si impegna in essa al massimo che le è possibile,
se - al contrario - questo tratto di percorso si è concluso per quel che poteva darle;
e se dunque sia il caso di cambiare approccio.
Anche in questo eventualità lo/a psicoterapeuta che la conosce in presenza è il professionista più adatto per fornirle una indicazione.
Il nostro Codice Deontologico al riguardo afferma che, nel caso la psicoterapia proposta/in atto non produca risultati, sarà lo/la psicoterapeuta stesso ad aiutare il paziente a individuare un approccio più adatto e uno specialista consono.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Buonasera Dott.ssa, la ringrazio tanto per la risposta.
La psicoterapia è attualmente in svolgimento e mi sto impegnando costantemente nell'espormi a ciò che piú mi fa provare paura/ansia e ad usare le tecniche che mi sono state insegnate per la gestione dell'ansia, ma non riesco a gestirla nel lungo periodo, specialmente se si tratta del lavoro (al massimo ultimamente sono riuscito a lavorare per 9 giorni, tutte le altre volte ho lasciato dopo 1-2 giorni, altrimenti dopo il colloquio conoscitivo).
Preciso che anni prima di essersi presentata questa grossa "tristezza" dovuta alla consapevolezza di essere un adulto disadattato, ho svolto due lavori che sono durati vari mesi, e nonostante non riuscissi a sentirmi appagato, a sentire quei lavori come parte integrante della mia vita, non provavo nessun tipo di paura o ansia durante le ore lavorative, questo problema apparentemente ingestibile si è presentato all'improvviso solo qualche anno fa.
Poi la psicoterapia mi ha aiutato nel perdonare e capire i miei genitori per il loro modo di avermi cresciuto, e pure nel provare a mettermi in gioco nelle cose che ultimamente mi mettono ansia, diciamo che grazie alla PT ho fatto pace col mio passato ma non col presente.
Il mio problema è che oltre alle "voci estremamente giudicanti" non ho una "mia voce personale" per via del fatto che non mi sento adulto e che non ho autostima, nè tantomeno un modello da seguire, perchè non riesco ad associare nessun modello di persona che stimo a me, dato che ho avuto un percorso estremamente differente dagli altri e non ci trovo un nesso, dunque con la psicoterapia non sto riscontrando risvolti positivi (a causa esclusivamente mia) in quanto tutte le cose ragionevolissime che mi dice/mi consiglia la mia psicoterapeuta, non riesco a sentirle "mie", ma le vedo purtroppo come dei consigli da seguire forzatamente per tentare di essere parte integrante della societá, e di questo pensiero/sensazione me ne vergogno un sacco perchè, data la mia etá, dovrei già avere un'identitá integrata alla societá, come tutti.
Ovviamente ne ho parlato fin da subito con la professionista che mi segue, ma credo che proprio su questo punto non riusciamo a capirci perchè nonostante lei ritenga opportuno ribadirmi per mesi i discorsi ed i consigli ragionevoli che mi dà, io non riesco ad integrarli nella mia vita.
La psicoterapia è attualmente in svolgimento e mi sto impegnando costantemente nell'espormi a ciò che piú mi fa provare paura/ansia e ad usare le tecniche che mi sono state insegnate per la gestione dell'ansia, ma non riesco a gestirla nel lungo periodo, specialmente se si tratta del lavoro (al massimo ultimamente sono riuscito a lavorare per 9 giorni, tutte le altre volte ho lasciato dopo 1-2 giorni, altrimenti dopo il colloquio conoscitivo).
Preciso che anni prima di essersi presentata questa grossa "tristezza" dovuta alla consapevolezza di essere un adulto disadattato, ho svolto due lavori che sono durati vari mesi, e nonostante non riuscissi a sentirmi appagato, a sentire quei lavori come parte integrante della mia vita, non provavo nessun tipo di paura o ansia durante le ore lavorative, questo problema apparentemente ingestibile si è presentato all'improvviso solo qualche anno fa.
Poi la psicoterapia mi ha aiutato nel perdonare e capire i miei genitori per il loro modo di avermi cresciuto, e pure nel provare a mettermi in gioco nelle cose che ultimamente mi mettono ansia, diciamo che grazie alla PT ho fatto pace col mio passato ma non col presente.
Il mio problema è che oltre alle "voci estremamente giudicanti" non ho una "mia voce personale" per via del fatto che non mi sento adulto e che non ho autostima, nè tantomeno un modello da seguire, perchè non riesco ad associare nessun modello di persona che stimo a me, dato che ho avuto un percorso estremamente differente dagli altri e non ci trovo un nesso, dunque con la psicoterapia non sto riscontrando risvolti positivi (a causa esclusivamente mia) in quanto tutte le cose ragionevolissime che mi dice/mi consiglia la mia psicoterapeuta, non riesco a sentirle "mie", ma le vedo purtroppo come dei consigli da seguire forzatamente per tentare di essere parte integrante della societá, e di questo pensiero/sensazione me ne vergogno un sacco perchè, data la mia etá, dovrei già avere un'identitá integrata alla societá, come tutti.
Ovviamente ne ho parlato fin da subito con la professionista che mi segue, ma credo che proprio su questo punto non riusciamo a capirci perchè nonostante lei ritenga opportuno ribadirmi per mesi i discorsi ed i consigli ragionevoli che mi dà, io non riesco ad integrarli nella mia vita.
[#3]
Gentile utente,
francamente la descrizione dei progressi che lei ha compiuto attraverso la psicoterapia è ammirevole.
Per il tratto di percorso che le rimane da compiere, e che la fa soffrire, forse non è giunto ancora il tempo?
Sia dia ancora qualche mese, e poi parli con la professionista riguardo alla opportunità di cambiare approccio.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
francamente la descrizione dei progressi che lei ha compiuto attraverso la psicoterapia è ammirevole.
Per il tratto di percorso che le rimane da compiere, e che la fa soffrire, forse non è giunto ancora il tempo?
Sia dia ancora qualche mese, e poi parli con la professionista riguardo alla opportunità di cambiare approccio.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.6k visite dal 26/06/2023.
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Approfondimento su Bullismo
Il bullismo comprende una serie di comportamenti violenti intenzionali di tipo fisico o verbale ripetuti nel tempo nei confronti di una determinata persona. Si può manifestare anche in modo virtuale online e sui social network (cyberbullismo).