Ansia e pianti liberatori
Per anni svolto un lavoro che mi lasciava molto, troppo tempo per pensare, e che non mi piaceva, e la cosa mi ha portato, col passare del tempo, ad essere sempre, troppo riflessivo fino a farmi divorare dai pensieri e dall'ansia, cosa che poi mi ha portato a numerosi attacchi di panico.
Al momento sono seguito da un terapeuta con cui ho imparato a gestire gli attacchi e l'ansia che ne segue... non è stato facile inizialmente.
Con lui ho già affrontato maggior parte delle mie problematiche, ma mi pare come di essere a un punto di stallo (o forse è giusto che ci stia in questo punto di stallo?).
Inizialmente volevo eliminare l'ansia, ho capito, strada facendo, che non è molto una questione di poterla eliminare, quanto di accettarla e saperla accettare ed eventualmente gestire.
Io spesso mi chiedevo (tutt'ora lo faccio) il perchè di queste mie ansie, pensando che risalgano a episodi spiacevoli del passato o a gravi mie mancanze, ma lungo il nostro percorso, ed analizzando tutte le mie sensazioni, sono arrivato, col terapeuta con il quale abbiamo evidenziato che non ci sono grandi questioni in sospeso, ma che è una cosa che io mi provoco da me, con annesse somatizzazioni (stomaco ed intestino il famoso secondo cervello.
Ho effettuato un sacco di analisi per escludere malattie fisiche, dagli esami tutto è collegabile alla situazione che vivo mi è stata diagnosticata la sindrome dell'intestino irritabile, anche se inizialmente avevo temuto fosse altro altra cosa che chiaramente non ha migliorato la situazione, ma credo che preoccuparsi di non aver gravi malattie sia abbastanza naturale)
Accetto queste situazioni (non le scaccio più, ed ho imparato, step by step, ad affrontare tutte quelle situazioni in cui avevo iniziato a tirarmi indietro).
Tutto ciò però mi lascia come una specie di strascico, per me ancora spiacevole, e spesso, in automatico, mi lascio a dei pianti liberatori che spesso mi portano un gran benessere (accetto l'emozione e lascio che mi porti dove mi deve portare, senza reprimerla).
Ho deciso ora di dare una svolta alla mia vita e di approfittare dell'estate (e di qualche risparmio), per far chiarezza su cosa voglio da me stesso e su cosa fare.
Però mi trovo davanti il nulla e questo spesso mi porta a delle vere e proprie crisi (che supero con i miei pianti liberatori e con dei momenti di meditazione).
Il mio terapeuta mi ha consigliato anche di trovare dei momenti fisici in cui rilassarmi (massaggi, magari un corso di yoga).
Al mattino comunque continuo a svegliarmi e a sentire un magone, che poi mi accompagna tutta la mattina, con tensioni e relativo disagio.
Dovrei non soffermarmi su queste cose ma agire, di riempire la mia giornata, di farmi un programma con le cose da fare e di evitare di soffermarmi a pensare... Però alla fine sembra quasi che io stesso sia alla ricerca di questi momenti di e adesso cosa faccio?
Spesso mi trovo a piangere per liberare questa emozione ma non so... Sono sulla strada giusta?
Al momento sono seguito da un terapeuta con cui ho imparato a gestire gli attacchi e l'ansia che ne segue... non è stato facile inizialmente.
Con lui ho già affrontato maggior parte delle mie problematiche, ma mi pare come di essere a un punto di stallo (o forse è giusto che ci stia in questo punto di stallo?).
Inizialmente volevo eliminare l'ansia, ho capito, strada facendo, che non è molto una questione di poterla eliminare, quanto di accettarla e saperla accettare ed eventualmente gestire.
Io spesso mi chiedevo (tutt'ora lo faccio) il perchè di queste mie ansie, pensando che risalgano a episodi spiacevoli del passato o a gravi mie mancanze, ma lungo il nostro percorso, ed analizzando tutte le mie sensazioni, sono arrivato, col terapeuta con il quale abbiamo evidenziato che non ci sono grandi questioni in sospeso, ma che è una cosa che io mi provoco da me, con annesse somatizzazioni (stomaco ed intestino il famoso secondo cervello.
Ho effettuato un sacco di analisi per escludere malattie fisiche, dagli esami tutto è collegabile alla situazione che vivo mi è stata diagnosticata la sindrome dell'intestino irritabile, anche se inizialmente avevo temuto fosse altro altra cosa che chiaramente non ha migliorato la situazione, ma credo che preoccuparsi di non aver gravi malattie sia abbastanza naturale)
Accetto queste situazioni (non le scaccio più, ed ho imparato, step by step, ad affrontare tutte quelle situazioni in cui avevo iniziato a tirarmi indietro).
Tutto ciò però mi lascia come una specie di strascico, per me ancora spiacevole, e spesso, in automatico, mi lascio a dei pianti liberatori che spesso mi portano un gran benessere (accetto l'emozione e lascio che mi porti dove mi deve portare, senza reprimerla).
Ho deciso ora di dare una svolta alla mia vita e di approfittare dell'estate (e di qualche risparmio), per far chiarezza su cosa voglio da me stesso e su cosa fare.
Però mi trovo davanti il nulla e questo spesso mi porta a delle vere e proprie crisi (che supero con i miei pianti liberatori e con dei momenti di meditazione).
Il mio terapeuta mi ha consigliato anche di trovare dei momenti fisici in cui rilassarmi (massaggi, magari un corso di yoga).
Al mattino comunque continuo a svegliarmi e a sentire un magone, che poi mi accompagna tutta la mattina, con tensioni e relativo disagio.
Dovrei non soffermarmi su queste cose ma agire, di riempire la mia giornata, di farmi un programma con le cose da fare e di evitare di soffermarmi a pensare... Però alla fine sembra quasi che io stesso sia alla ricerca di questi momenti di e adesso cosa faccio?
Spesso mi trovo a piangere per liberare questa emozione ma non so... Sono sulla strada giusta?
[#1]
L'ansia è molto affine alla paura, con la differenza che mentre l'oggetto che scatena la paura è ben evidente, questo non avviene per l'ansia: il motivo soggiacente all'ansia rimane più oscuro alla coscienza. Sarebbe bene che lo psicologo lo individuasse e lo neutralizzasse perché altrimenti si rischia fortemente che questa emozione continui a manifestarsi. Si possono poi spesso riconoscere fattori remoti predisponenti ed altri più recenti che hanno scatenato la sintomatologia.
Oltre la psicoterapia, anche eventi di vita, anche se molto più raramente, possono attenuare o forse persino risolvere un disturbo d'ansia, salva la possibilità per esso di ripresentarsi qualora ci si trovi nuovamente in un ambiente meno rassicurante e protettivo. Come la paura si giova della presenza di altre persone cui chiedere aiuto, così generalmente anche l'ansia si giova della compagnia degli altri. Queste indicazioni penso dovrebbero darle dei suggerimenti per i suoi comportamenti e le sue future scelte.
Oltre la psicoterapia, anche eventi di vita, anche se molto più raramente, possono attenuare o forse persino risolvere un disturbo d'ansia, salva la possibilità per esso di ripresentarsi qualora ci si trovi nuovamente in un ambiente meno rassicurante e protettivo. Come la paura si giova della presenza di altre persone cui chiedere aiuto, così generalmente anche l'ansia si giova della compagnia degli altri. Queste indicazioni penso dovrebbero darle dei suggerimenti per i suoi comportamenti e le sue future scelte.
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#2]
Utente
La ringrazio della risposta. Spero di poter riuscire a scovare anche il motivo per cui tutto ciò accade, più che altro perché sento che, nonostante riesca a gestire queste emozioni, la mia vita non è più la stessa, o almeno io ho questa sensazione. Ne parlo sempre con il terapeuta, ma si arriva sempre alla conclusione che è la vita, e che devo essere io a dare una svolta e prima o poi succederà ... Quanto lo vorrei... Non so da dove partire... Abbiamo girato e rigirato il mio passato, l'infanzia, il presente - e da lì ho capito che la mia vita aveva bisogno di un cambiamento, quale ancora non so... Nel frattempo resto qui... Così...
[#4]
Uno degli assunti su cui si basa la terapia Breve Strategica è che non è necessario/utle occuparsi delle "cause" di un disturbo. Benché questo indirizzo terapeutico abbia ideato protocolli molto efficaci contro l'ansia, è evidente da ciò che ho scritto che ritengo i risultati precari se essi non riescono a neutralizzare quelle "cause", che possono anche non essere esplicitate al paziente, ma che comunque sono il motore del disturbo stesso.
Se non sono sono stata chiara può leggere un paio di miei articoli, pubblicati su questo sito, sulla terapia del Disturbo da Attacchi di Panico. Molte considerazioni ivi espresse infatti sono applicabili ai disturbi d'ansia in generale.
Se non sono sono stata chiara può leggere un paio di miei articoli, pubblicati su questo sito, sulla terapia del Disturbo da Attacchi di Panico. Molte considerazioni ivi espresse infatti sono applicabili ai disturbi d'ansia in generale.
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
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Mi accorgo di averle detto che su Medicitalia ci sono due miei articoli sul panico, in realtà ce n'è uno solo, l'altro: "Stategie efficaci contro gli attacchi di panico" è precedente e si trova su un altro portale. Il contenuto comunque dei due articoli è simile.
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.1k visite dal 19/06/2023.
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