Ho 24 anni e mi sento una fallita

Buongiorno,
Premetto che ho già fatto psicoterapia tramite i circuiti ASL per ben due volte e per quanto essi siano stati piacevoli e utili finiscono e, parliamoci chiaro, gli psicologi oggigiorno costano davvero molto.

Ho quasi 24 anni, sono sempre stata una ragazza introversa ma circondata da affetto.
Ho dei genitori fantastici e sono figlia unica, come loro, ed ho sempre apprezzato, fin da bambina, il silenzio e la solitudine.

Tutti mi hanno sempre riempito di complimenti sul mio bell'aspetto, sulla mia dolcezza e gentilezza e sulla mia diligenza a scuola.
Ho sempre amato studiare, forse proprio perchè era il mio modo di impiegare il mio tempo in solitaria.
O forse perchè sognavo di andarmene dal paesino in cui sono tutt'ora bloccata.

L'unico problema, che da sempre caratterizza la mia vita, è la situazione economica della mia famiglia.
Credo che tutti i miei traumi e le mie preoccupazioni, le miei ansie che ho negli anni curato con antidepressivi e ansiolitici (li ho da poco eliminati) derivino dal giorno in cui ho saputo, quando avevo 8 anni, che mio padre era stato licenziato per la chiusura fabbrica in cui lavorava.

Dal lontano 2008 ad oggi mio padre, (ha studiato ingegneria ma non si è laureato, ora a 62 anni, mia madre, anche lei quasi laureata in architettura aveva una attività che ha dovuto chiudere dopo il licenziamento di mio padre) ha cambiato quasi un centinaio di lavori per farci sopravvivere, quest'anno ha finalmente trovato un lavoro fisso.
1000 euro al mese grazie ad una raccomandazione.

Questo ha limitato la mia scelta universitaria e innalzato la mia negatività e le mia consapevolezza sul mondo lavorativo italiano.
Non potevo trasferirmi e vivevo troppo lontano dalle città, quindi ho studiato quello che era più nelle mie corde e vicino a casa (amo quello che studio ma ora ho i dubbi).
Non sono mai stata un genio sono solo molto disciplinata.
(Credo per questo mio forte senso del dovere)
Ora ho una laurea in lettere e beni culturali di cui so già che mi farò poco, non so se continuare con il mio sogno di studiare storia dell'arte o se adeguarmi a un lavoro qualsiasi, come in fondo ha sempre fatto mio padre.
Non ho mai lavorato perchè i miei mi hanno chiesto di scegliere tra patente (che ha i suoi costi, la sto prendendo solo ora visto che sono in un anno vuoto post laurea presa qualche mese fa, ci ho messo un anno in più e me ne faccio tanto una colpa) e l'università.
Senza patente nelle mie zone è impossibile lavorare.
Ora sono ad un bivio, continuare a sognare nonostante io mi senta una fallita (o forse sono solo tanto depressa e scoraggiata visto che ho in eredità tantissime case invendibili e che alzano le mie tasse universitarie alle stelle) o se schiaffeggiarmi ed adeguarmi a questa vita mediocre.
Ho pensato più di una volta a gesti estremi e me ne vergogno.
Scusate lo sfogo, probabilmente questo messaggio sembrerà più uno sterile flusso di coscienza piuttosto che una vera domanda a cui dare una effettiva soluzione
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 374 4
Buonasera,


Anche assumendo che la sua condizione derivi da problemi economici il suo interesse dovrebbe più concisamente andare verso le conseguenze psicologiche; in altre parole, per stare meglio ha bisogno di passare l'attenzione dal fatto oggettivo a quello soggettivo al fine di comprendere meglio sé stessa ed in che modo non sta riuscendo a portare la sua vita nella direzione che avrebbe voluto prendesse

Apprezza il silenzio e la solitudine; cosa la attrae di ciò?

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