Si può mettere in dubbio il proprio orientamento sessuale a 34 anni?
Buonasera.
Scrivo per chiedere un supporto su una cosa che mi è successa.
Vengo da un periodo di grande stress, legato principalmente a problemi lavorativi.
Frequentavo una ragazza fino al mese di novembre ma poi le cose non sono andate come speravo e abbiamo preso strade diverse.
La cosa mi ha turbato un po' e ho cominciato a perdere interesse per le faccende amorose.
A marzo ho poi conosciuto una nuova ragazza e siamo usciti un paio di volte.
Mi sono affezionato subito e ho sperato di poter ripartire.
Giunti al momento del nostro primo rapporto sessuale io ho perso l'erezione e la sua reazione non è stata certo delicata.
Non mi ha parlato, ha messo un muro, mi ha addirittura chiesto se fossi gay.
Io ho desiderato morire, scomparire, mi sono sentito svuotato, quasi mi mancava il respiro.
Per tornare a casa ho dovuto viaggiare qualche ora in auto e ho dei vuoti di memoria.
Non ricordo l'intero tragitto tanto stavo male.
Il giorno dopo ho cominciato a dubitare della mia sessualità.
Un pensiero continuo, un dubbio incessante.
Da quel momento è cominciato l'inferno.
Non provo più nessuna attrazione per le ragazze e per strada ho cominciato a guardare solo i ragazzi, convincendomi che sono attratto da loro.
Più mi oppongo all'idea e più mi sento male.
Monitoro i miei atteggiamenti e mi chiedo se sembro effeminato agli occhi degli altri.
Ho anche visionato immagini di ragazzi nudi per studiare le reazioni ma mi sento male, mi viene l'ansia, e interpreto questo come la negazione di un orientamento omosessuale che ho represso.
Faccio fatica a stare nei luoghi affollati perché passo in rassegna tutti i ragazzi e se li giudico belli comincio a stare male.
È un comportamento che non controllo più e attuo in modo automatico.
Tuttavia mi sembra di lottare con un orientamento che cerca di emergere e per questo mi dispero.
Tengo il mio corpo in monitoraggio continuo e questo mi toglie tante energie.
A volte vorrei rassegnarmi ma poi non ci riesco.
Ho avuto rapporti con ragazze ma non mi ha aiutato.
Ho cominciato a chiedermi se mi è piaciuto abbastanza e mi sembra di non riuscire a capire me stesso.
Ripasso in rassegna la mia vita sentimentale e ho l'impressione di aver sottovalutato qualche segno della mia omosessualità, di aver tralasciato qualcosa.
Anche i sentimenti che ho provato in passato, solo per ragazze, mi sembrano sbiaditi e distanti.
Vorrei solo capire perché prima non ho mai dubitato e ora il mio passato mi sembra una grande bugia.
Spero possiate aiutarmi.
Scrivo per chiedere un supporto su una cosa che mi è successa.
Vengo da un periodo di grande stress, legato principalmente a problemi lavorativi.
Frequentavo una ragazza fino al mese di novembre ma poi le cose non sono andate come speravo e abbiamo preso strade diverse.
La cosa mi ha turbato un po' e ho cominciato a perdere interesse per le faccende amorose.
A marzo ho poi conosciuto una nuova ragazza e siamo usciti un paio di volte.
Mi sono affezionato subito e ho sperato di poter ripartire.
Giunti al momento del nostro primo rapporto sessuale io ho perso l'erezione e la sua reazione non è stata certo delicata.
Non mi ha parlato, ha messo un muro, mi ha addirittura chiesto se fossi gay.
Io ho desiderato morire, scomparire, mi sono sentito svuotato, quasi mi mancava il respiro.
Per tornare a casa ho dovuto viaggiare qualche ora in auto e ho dei vuoti di memoria.
Non ricordo l'intero tragitto tanto stavo male.
Il giorno dopo ho cominciato a dubitare della mia sessualità.
Un pensiero continuo, un dubbio incessante.
Da quel momento è cominciato l'inferno.
Non provo più nessuna attrazione per le ragazze e per strada ho cominciato a guardare solo i ragazzi, convincendomi che sono attratto da loro.
Più mi oppongo all'idea e più mi sento male.
Monitoro i miei atteggiamenti e mi chiedo se sembro effeminato agli occhi degli altri.
Ho anche visionato immagini di ragazzi nudi per studiare le reazioni ma mi sento male, mi viene l'ansia, e interpreto questo come la negazione di un orientamento omosessuale che ho represso.
Faccio fatica a stare nei luoghi affollati perché passo in rassegna tutti i ragazzi e se li giudico belli comincio a stare male.
È un comportamento che non controllo più e attuo in modo automatico.
Tuttavia mi sembra di lottare con un orientamento che cerca di emergere e per questo mi dispero.
Tengo il mio corpo in monitoraggio continuo e questo mi toglie tante energie.
A volte vorrei rassegnarmi ma poi non ci riesco.
Ho avuto rapporti con ragazze ma non mi ha aiutato.
Ho cominciato a chiedermi se mi è piaciuto abbastanza e mi sembra di non riuscire a capire me stesso.
Ripasso in rassegna la mia vita sentimentale e ho l'impressione di aver sottovalutato qualche segno della mia omosessualità, di aver tralasciato qualcosa.
Anche i sentimenti che ho provato in passato, solo per ragazze, mi sembrano sbiaditi e distanti.
Vorrei solo capire perché prima non ho mai dubitato e ora il mio passato mi sembra una grande bugia.
Spero possiate aiutarmi.
[#1]
Buonasera,
L'orientamento sessuale è un concetto complesso che non ha mai trovato la giusta attenzione nella cultura comune quindi spesso si fa confusione: questo infatti pertiene il concetto di identificazione e questa a sua volta può dipendere da fattori relativamente indipendenti dalla sessualità in senso stretto; in ogni caso, nell'ambito della sessualità, un omosessuale è contraddistinto dal non riuscire ad avere rapporti con una persona del sesso opposto e non dal fatto in sé di avere rapporti con o interesse per lo stesso sesso; per confronto, riuscire con entrambi implicherebbe una bisessualità piuttosto
Invece di analizzare ricordi e sentimenti le suggerirei di fare attenzione a come definisce sé stesso: come si vede? Come percepisce sé stesso nello spazio e nelle relazioni?
L'orientamento sessuale è un concetto complesso che non ha mai trovato la giusta attenzione nella cultura comune quindi spesso si fa confusione: questo infatti pertiene il concetto di identificazione e questa a sua volta può dipendere da fattori relativamente indipendenti dalla sessualità in senso stretto; in ogni caso, nell'ambito della sessualità, un omosessuale è contraddistinto dal non riuscire ad avere rapporti con una persona del sesso opposto e non dal fatto in sé di avere rapporti con o interesse per lo stesso sesso; per confronto, riuscire con entrambi implicherebbe una bisessualità piuttosto
Invece di analizzare ricordi e sentimenti le suggerirei di fare attenzione a come definisce sé stesso: come si vede? Come percepisce sé stesso nello spazio e nelle relazioni?
Psicologo Online/Presenza
Prenota un Consulto Gratuito: www.miodottore.it/alessio-fogliamanzillo
Sito Web: www.afpsicologonlineoinpresenza.it
[#2]
Utente
Dottore la ringrazio per la risposta. Spero di interpretare bene la sua domanda sul modo in cui mi percepisco. Ora sento un forte disagio nelle interazioni sociali, come se ci fosse qualcosa di inadeguato in me per il fatto di avere questo dubbio. Sono sempre stato un tipo solare e allegro, un punto di riferimento anche nella mia comitiva. Ho lavorato molto su questo nella mia vita perché sono tremendamente insicuro. Molte volte ho però avuto bisogno del parere degli altri per credere davvero nelle mie capacità. Se poi si riferisce a come mi percepisco in relazione alla sessualità fino a 'ieri' non ci avevo mai neanche pensato. Le ragazze mi piacciono (o piacevano?) di istinto, senza pensarci troppo. Ora quello che mi spaventa è l'assenza di desiderio e questo comportamento di osservare i ragazzi, dove non capisco se sento paura e ansia oppure attrazione reale che ho represso.
[#3]
Essendo un tema delicato le consiglierei di parlarne con uno Psicologo durante una seduta, quel che descrive è un sentimento che può dipendere da diverse cause, sembra infatti descrivere uno stato di ansia e questa è un sintomo aspecifico. Il problema dell'ansia è che appunto attrae tutta la sua attenzione e da qui in poi non è facile iniziare a scavare per comprendere le reali motivazioni del suo malessere
Un buon primo passo è comprendere meglio le dinamiche precedenti e contemporanee quell'evento che le ha scatenato il sintomo: ha parlato di stress legato al lavoro, cosa è successo?
Un buon primo passo è comprendere meglio le dinamiche precedenti e contemporanee quell'evento che le ha scatenato il sintomo: ha parlato di stress legato al lavoro, cosa è successo?
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[#4]
Utente
La ringrazio. Ho seguito il suo consiglio e prenotato un incontro con uno psicologo psicoterapeuta della mia zona per la settimana prossima. Per quanto riguarda il lavoro sono in una condizione di precariato con guadagni irrisori ma tanto lavoro da fare. Lavoro all'università. È quello che ho sempre voluto fare ma l'ambiente è diventato malsano, con superiori che mi schiacciano e al minimo errore succede un casino. Nonostante ciò non trovo il coraggio di mollare. Negli ultimi 4 anni ho vissuto così. Non so se ci può essere una correlazione diretta con la sfera sessuale e quello che mi è successo. In generale anche prima dell'episodio scatenante non me la passavo bene e mi stavo un po' alienando.
[#5]
Quello che noi osserviamo oggi non è l'orientamento sessuale in sé bensì un meccanismo di difesa; possiamo dire che la situazione è arrivata a superare una soglia di tollerabilità per lei, lo stress può averla portata alla necessità di attuare questa reazione. Il lavoro può avere contribuito nella misura in cui l'ha esasperata, e la serata con quella donna ha fatto traboccare il vaso; in ogni caso le sue ossessioni hanno trovato nella sessualità il tema centrale e non è probabile che sia un caso (pur potendolo essere in linea di principio; sarà da approfondire durante il percorso)
Cosa ricorda della sera con quella donna in cui perse l'erezione?
Cosa ricorda della sera con quella donna in cui perse l'erezione?
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[#6]
Utente
Grazie ancora. Ricordo di aver riposto molte aspettative nella nostra serata insieme, sentendo anche una certa pressione. Volevo quasi allontanare il ricordo della vecchia relazione che durante gli ultimi incontri mi aveva provocato molta sofferenza. Forse volendo essere onesti ho reso questa ragazza la mia ancora di salvezza, che dopo il fallimento mi ha tirato a fondo. Ricordo un senso di vuoto dopo laamcata erezione, un senso di inadeguatezza, di incapacità e di rabbia perché non riuscivo a capirne il motivo. Poi un'ansia crescente fino a raggiungere un punto di rottura dentro di me. Non ho cominciato subito a dubitare del mio orientamento. Questo è successo il giorno dopo. Poi ho dei vuoti di memoria e non riesco a ricordare cosa ho pensato ritornando a casa. Solo tanto dolore.
[#7]
I vuoti di memoria ed in generale le difficoltà a ricordare sono comuni quando è presente l'ansia come sintomo. La sua risposta dimostra ulteriormente la necessità di scavare per comprendere le cause del suo malessere, per cui è necessaria la consulenza di uno Psicologo che possa darle la dovuta attenzione durante una regolare seduta. Qui su Medicitalia potrà trovarne che lavorino online od in presenza
Gli ultimi incontri le avevano provocato sofferenza; voleva allontanare il ricordo della vecchia relazione dunque?
Gli ultimi incontri le avevano provocato sofferenza; voleva allontanare il ricordo della vecchia relazione dunque?
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[#8]
Utente
Si quella relazione mi aveva molto turbato. Lei era fidanzata e ci vedevamo di nascosto. La cosa è andata avanti per due anni tra tira e molla e promesse di chiudere con il ragazzo. Siamo stati molto bene a volte. Altre è stata una tortura, forse anche per la competizione tra noi due sul posto di lavoro. C'è stato un forte senso di possesso reciproco. Alla fine ha preferito rimanere con il ragazzo dicendomi che io ero un'incognita e preferiva una relazione poco entusiasmante ma stabile e da cui sapeva cosa aspettarsi. Ora che sono più tranquillo riesco a fare questa analisi ma quando sto male l'ansia mi tormenta e comincio addirittura a pensare di non aver interpretato correttamente nessuno dei miei fallimenti amorosi, tutti sintomi di una omosessualità repressa.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 4.2k visite dal 12/06/2023.
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