Pensieri che mi tormentano
Premetto che mi imbarazza terribilmente scrivere qui, però non sapevo che pesci prendere.
Parto dicendo che sono già andata da una terapeuta per due-tre anni (pre e durante pandemia) per problemi riguardanti la mia difficoltà ad interagire e avere rapporti con le persone (quasi nessun amico) e i pensieri suicidari scaturiti da ciò.
Ancora ho problemi a comunicare con le persone.
Mi sento spesso a disagio, come se gli altri non facessero altro che osservarmi e giudicarmi, anche se razionalmente so che non è così.
Una cosa che mi ha lasciato la terapia è un forte aumento dell'aggressività.
Sono stata sempre una persona molto calma, pacifica, che si arrabbia difficilmente e si fa mettere i piedi in testa da tutti.
Forse la frustrazione che ho accumulato negli anni è emersa tutta insieme appena ho iniziato a scavare più a fondo, chissà.
Fatto sta che non so come sfogarla in modo sano.
Spesso mi capita di arrabbiarmi in maniera improvvisa e molto intensa, tanto che faccio mi sforzo per controllarmi.
La rabbia generalmente dura pochi secondi o un paio di minuti, di rado qualche ora.
Giusto il tempo di tirare un oggetto, sbattere una porta o dire una frase passivo-aggressiva e già sono di nuovo calma (seppur ancora un po' agitata).
Spesso questi sfoghi accadono con i miei genitori, con cui ultimamente ho degli attriti per quanto riguarda le mie scelte di vita.
Quando sono così arrabbiata ho pensieri violenti, mi immagino di prendere a schiaffi, accoltellare, o far sbattere ripetutamente la testa contro il tavolo alla persona dall'altra parte.
Lì per lì non mi disturba la cosa, mi aiuta a calmarmi.
Ma dopo ci ripenso e ci sto parecchio male, mi sento in colpa, amo la mia famiglia e non vorrei mai e poi mai che accadesse loro qualcosa.
So che sono solo pensieri e non succede nulla finché sono nella mia testa, ma temo che continuando così finirò per far del male a qualcuno.
Quando non sto così ho comunque la testa piena di pensieri di ogni tipo, in ogni momento.
Spesso mi distraggo quando le persone mi parlano proprio perché penso ad altro.
Altri pensieri piuttosto preoccupanti sono quelli a sfondo sessuale.
Penso al sesso quando sono annoiata o triste (quindi sempre).
Mi capita di m//turbarmi in pieno giorno, quando sono tutti svegli e qualsiasi persona potrebbe entrare e vedermi.
Non so che fare, non mi riconosco più e non so come fare a trovare un nuovo terapeuta.
Vi sarei molto grata se poteste dirmi cosa pensate di tutto ciò.
Come mai ha terminato la terapia? Ha ricevuto una diagnosi? Che cosa ha potuto concludere di sé stessa?
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Da dove deriva la vergogna relativa ai pensieri sessuali? Qui lei scrive in anonimo, provi almeno in questo contesto a parlarne
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Per quanto riguarda il sesso non provo vergogna per i pensieri in sé e per sé, non credo di essere particolarmente puritana. E' solo imbarazzante parlarne a voce alta con qualcuno, soprattutto del fatto che mi capita di m//turbarmi quando ci sono altre persone in casa, sveglie e che potrebbero vedermi. Non è proprio il massimo, ecco. Tra l'altro con i miei questi discorsi non si fanno, tutto quello che so sul sesso l'ho dovuto scoprire per conto mio su Internet e nella vita reale.
Dice di aver scoperto sul sesso per conto suo con internet e con la vita reale, quel che dice e fa tuttavia esclude attivamente l'esistenza di altre fonti informative; parlandone con un professionista le arriverebbero informazioni da una fonte ben più affidabile e sarebbero più applicabili al suo specifico caso, che non è riducibile a quello degli altri
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una curiosità professionale come sessuologa clinica riguardo a queste Sue affermazioni:
- "Mi capita di m//turbarmi in pieno giorno, quando sono tutti svegli e qualsiasi persona potrebbe entrare e vedermi." (consulto)
- " ..mi capita di m//turbarmi quando ci sono altre persone in casa, sveglie e che potrebbero vedermi..." (#4).
Mi chiedo:
la porta della Sua stanza, o del bagno, o del luogo in cui si masturba, non ha la chiave? Oppure c'è ma non la gira nella toppa?
Oppure il poter essere scoperta Le provoca eccitazione? O che altro?
Il fatto di precisare ripetutamente qui tale comportamento e contesto, quale significato ha per Lei?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Oppure al non pensare di mettersi sotto le lenzuola, nella sua stanza, nel corso dell'attività masturbarbatoria.
L'ansia è un sintomo piuttosto pesante, e dunque, quando essa è legata a certi determinati comportamenti, generalmente si cerca una modifica/scappatoia dei comportamenti stessi per evitare di mettersi a rischio di ansia.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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concordo con quanto già detto dai colleghi che mi hanno preceduto.
La rabbia è un sentimento primordiale ed ha una funzione adattativa... determinata dall'istinto di difendersi per sopravvivere nell'ambiente in cui ci si trova e si presenta quando percepiamo un’ingiustizia nei nostri confronti, (rispetto a qualcosa a cui teniamo o rispetto a valori per noi importanti).
Molto spesso inoltre la rabbia si presenta come copertura di altre emozioni che ci fanno sentire più deboli, come la tristezza, la paura, la vergogna...
Questo è un consulto online, che presenta dei limiti. Un approccio bio-psico-sociale, che consideri quindi molti aspetti della sua vita attuale, potrebbe di certo aiutarla.
Si rivolga ad un altro professionista.
È normale provare imbarazzo nel raccontare esperienze private o della sfera sessuale, ma come già saprà, siamo vincolati dal segreto professionale, (sia medici che psicologi)
Dott. Salvatore Valenti
Medico Odontoiatra, Psicologo - Agopuntura e Ipnosi
Prof. a c. Università di Roma
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