Passione scoperta, ma troppo tardi per fare l'università
Buongiorno a tutti, mi presento, mi chiamo Angelo e la mia età è di 25 anni, vi scrivo questo consulto per capire come affrontare una situazione abbastanza opprimente per me.
Durante l'ultimo anno scolastico, in procinto di dover scegliere un percorso universitario, mi resi conto di provare un leggero interesse per il mondo della psicologia, ma complici vari fattori tra cui quelli personali, ossia il fatto di non provare un vero e proprio interesse, e familiari, ossia mia madre che non credeva che mi potesse interessare questo mondo ed il fatto che in quegli anni forse non ero certo della sicurezza lavorativa di quella professione, causa anche l'inesperienza della giovane età, decisi di lasciar perdere e buttarmi su altri percorsi universitari che formavano figure professionali molto più ricercate al tempo, ossia quelle scientifiche.
Inutile dirvi che è stata l'esperienza più traumatica della mia vita, di fatti anche provando nuovi percorsi in ambito scientifico mi resi conto di aver sbagliato decisamente strada.
Da circa 1-2 anni sto provando un interesse smodato per il mondo della psicologia ed anche quando esco non faccio altro che finire per parlare di tutto ciò che riguarda questo mondo, ed i miei amici rimangono spesso impietriti in quanto ammettono che ho una cultura decisamente vasta su questo campo e loro fanno fatica a controbattere.
Ora arriviamo al dunque, io mi sento molto demotivato da questa opportunità perduta, perché a 25 anni non sento affatto di voler iniziare un nuovo percorso universitario, vorrei lavorare e costruirmi una mia autonomia finanziaria.
Non so come gestire questa situazione, anche perché non mi interessa nient'altro, ho una cultura vasta ma non abbastanza da poter inserirmi in un settore anche perché di esperienze lavorative da presentare sul curriculum non ne ho.
Sono certo che quella sarebbe stata la strada giusta, ma credetemi non ho assolutamente voglia di mettermi sui libri, preparare esami e così via, quello che faccio è leggere e "studiare" questo campo ma in maniera autonoma e curiosa, cioè senza dover creare una reale figura professionale, anche perché come sapete per farlo servirebbe una laurea.
Ci chiedo dunque come gestire tale situazione decisamente opprimente
Durante l'ultimo anno scolastico, in procinto di dover scegliere un percorso universitario, mi resi conto di provare un leggero interesse per il mondo della psicologia, ma complici vari fattori tra cui quelli personali, ossia il fatto di non provare un vero e proprio interesse, e familiari, ossia mia madre che non credeva che mi potesse interessare questo mondo ed il fatto che in quegli anni forse non ero certo della sicurezza lavorativa di quella professione, causa anche l'inesperienza della giovane età, decisi di lasciar perdere e buttarmi su altri percorsi universitari che formavano figure professionali molto più ricercate al tempo, ossia quelle scientifiche.
Inutile dirvi che è stata l'esperienza più traumatica della mia vita, di fatti anche provando nuovi percorsi in ambito scientifico mi resi conto di aver sbagliato decisamente strada.
Da circa 1-2 anni sto provando un interesse smodato per il mondo della psicologia ed anche quando esco non faccio altro che finire per parlare di tutto ciò che riguarda questo mondo, ed i miei amici rimangono spesso impietriti in quanto ammettono che ho una cultura decisamente vasta su questo campo e loro fanno fatica a controbattere.
Ora arriviamo al dunque, io mi sento molto demotivato da questa opportunità perduta, perché a 25 anni non sento affatto di voler iniziare un nuovo percorso universitario, vorrei lavorare e costruirmi una mia autonomia finanziaria.
Non so come gestire questa situazione, anche perché non mi interessa nient'altro, ho una cultura vasta ma non abbastanza da poter inserirmi in un settore anche perché di esperienze lavorative da presentare sul curriculum non ne ho.
Sono certo che quella sarebbe stata la strada giusta, ma credetemi non ho assolutamente voglia di mettermi sui libri, preparare esami e così via, quello che faccio è leggere e "studiare" questo campo ma in maniera autonoma e curiosa, cioè senza dover creare una reale figura professionale, anche perché come sapete per farlo servirebbe una laurea.
Ci chiedo dunque come gestire tale situazione decisamente opprimente
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Gentile utente,
dovrebbe conciliare due esigenze opposte che si agitano in lei.
Ci scrive: "a 25 anni non sento affatto di voler iniziare un nuovo percorso universitario, vorrei lavorare e costruirmi una mia autonomia finanziaria" e ancora: "non ho assolutamente voglia di mettermi sui libri, preparare esami e così via".
Ora, l'età sarebbe anche idonea (abbiamo colleghi che si sono laureati oltre i cinquanta e io stessa ho preso la seconda laurea a settantaquattro) ma se non c'è la volontà di sottostare ad un percorso universitario, inutile pensare a qualunque laurea.
D'altro canto lei aggiunge: "non mi interessa nient'altro, ho una cultura vasta ma non abbastanza da poter inserirmi in un settore anche perché di esperienze lavorative da presentare sul curriculum non ne ho".
In poche parole, lei coltiva un interesse generico che non diventa né uno studio organico e nemmeno un lavoro.
Se ha letto qualche serio manuale di psicologia, non quei libretti scritti da non professionisti pieni di fantasiose interpretazioni sul funzionamento della mente, lei sa di essere a rischio di non costruire proprio nulla, anzi di crearsi continui alibi per eludere la qualità che tutti dovremmo coltivare, quella che il grande Bandura chiamava "agenticità".
Ovviamente esistono scorciatoie per lavorare nel campo della psicologia in veste di pseudo-professionisti, counselor, coach, maestri-di-vita e altre fantasiose maniere per usare infarinature di conoscenze e presunte capacità innate. Ci sono anche corsi che costano molto più di una laurea ma non danno titoli riconosciuti, anzi spesso si finisce in tribunale con l'accusa di abuso di professione e anche di danneggiamento personale dei pazienti.
Il problema, caro ragazzo, è che non esiste nessun campo che non richieda percorsi specifici; anche per fare il muratore si devono apprendere precise nozioni.
Provi a fare un esercizio di psicologia che forse conosce, il "sogno da svegli", per capire come vede sé stesso di qui ad un anno, di qui a dieci anni, di qui a vent'anni, e ci faccia sapere.
Buone cose.
dovrebbe conciliare due esigenze opposte che si agitano in lei.
Ci scrive: "a 25 anni non sento affatto di voler iniziare un nuovo percorso universitario, vorrei lavorare e costruirmi una mia autonomia finanziaria" e ancora: "non ho assolutamente voglia di mettermi sui libri, preparare esami e così via".
Ora, l'età sarebbe anche idonea (abbiamo colleghi che si sono laureati oltre i cinquanta e io stessa ho preso la seconda laurea a settantaquattro) ma se non c'è la volontà di sottostare ad un percorso universitario, inutile pensare a qualunque laurea.
D'altro canto lei aggiunge: "non mi interessa nient'altro, ho una cultura vasta ma non abbastanza da poter inserirmi in un settore anche perché di esperienze lavorative da presentare sul curriculum non ne ho".
In poche parole, lei coltiva un interesse generico che non diventa né uno studio organico e nemmeno un lavoro.
Se ha letto qualche serio manuale di psicologia, non quei libretti scritti da non professionisti pieni di fantasiose interpretazioni sul funzionamento della mente, lei sa di essere a rischio di non costruire proprio nulla, anzi di crearsi continui alibi per eludere la qualità che tutti dovremmo coltivare, quella che il grande Bandura chiamava "agenticità".
Ovviamente esistono scorciatoie per lavorare nel campo della psicologia in veste di pseudo-professionisti, counselor, coach, maestri-di-vita e altre fantasiose maniere per usare infarinature di conoscenze e presunte capacità innate. Ci sono anche corsi che costano molto più di una laurea ma non danno titoli riconosciuti, anzi spesso si finisce in tribunale con l'accusa di abuso di professione e anche di danneggiamento personale dei pazienti.
Il problema, caro ragazzo, è che non esiste nessun campo che non richieda percorsi specifici; anche per fare il muratore si devono apprendere precise nozioni.
Provi a fare un esercizio di psicologia che forse conosce, il "sogno da svegli", per capire come vede sé stesso di qui ad un anno, di qui a dieci anni, di qui a vent'anni, e ci faccia sapere.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.2k visite dal 10/06/2023.
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