Perché non riesco ad andare avanti?

Salve,
Sto davvero male...
Mesi fa ho frequentato un ragazzo, ma non è andata.
Un ragazzo diverso dal solito, con cui avrei visto un possibile futuro, in quanto bravo ragazzo.
Non so se è perché sto male per l'idea di quello che ci sarebbe potuto essere, ma ancora non riesco ad andare avanti.

Dato che è finita in maniera irrisolta, visto che lui non mi ha scritto più, e di conseguenza neanche io dato che sono orgogliosa, giorni fa gli ho scritto per dirgli cosa pensavo e che ci ero rimasta male.
E lui mi ha dato la sua versione e spiegato anche il motivo, ma questo chiarimento non mi ha aiutato a mettere un punto.
Forse inconsciamente speravo in un ritorno.

Non capisco, eppure non c è stata neanche una storia, perché ancora non l' ho rimosso?
È mancanza di autostima?
O qualche problema mentale?

Non ce la faccio più, anche perché ci penso spesso e di conseguenza sono nervosa e triste.
Persino se esco per strada, c è sempre una parte di me spera di incontrarlo.

Come posso fare?
Oltre a dirmi di parlare con uno specialista, visto che lo faccio già.

Grazie!!
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Dr.ssa Mariateresa Di Taranto Psicologo 184 19
Gentile utente,

comprendo ciò che prova; quali sono stati i motivi della rottura che le sono stati riferiti? E quanto è durata la frequentazione? Rispetto a quest'ultima domanda, credo che indipendentemente dalla durata oggettiva, per lei sia durata abbastanza per ferirla, per ingenerare dentro di lei delle speranze, dei desideri.
Infatti, il suo sembra non solo il dolore di un desiderio infranto rispetto all'aver creduto e sperato in qualcosa che non è avvenuto, ma anche quello dell'essere lasciati senza una parola, una spiegazione, un motivo.
Così è forse restata sospesa in questa condizione, aggrappata a questa rottura, nell'impossibilità di trovare un senso e quindi di andare avanti.

Probabilmente si è trattato di "Ghosting", un fenomeno che consiste nel lasciare l'altro, scivolare via dalla sua vita senza dare spiegazioni.
Comprendo che subire ciò possa fare male, soprattutto se questa rottura muta e silenziosa si innesta su questioni irrisolte, ferite pregresse, relazioni del nostro passato nelle quali siamo stati bambini non abbastanza amati o visti, o soffocati da amore e attenzioni che sono sconfinate nella simbiosi, o altro ancora.
Nell'amore i confini devono restare permeabili, non troppo duri da far male, ma neanche troppo sottili da sgretolarsi.
Le modalità nelle quali da adulti ci approcciamo alle relazioni e le viviamo, provengono da come abbiamo vissuto i nostri primi e decisivi rapporti.
Alcuni, come forse il ragazzo di cui parla, fuggono dalle relazioni, o sono immersi nell'incapacità di trovare parole per ciò che provano, o ancora non vogliono fare i conti con la sofferenza che infliggono all'altro e quindi si dileguano, eludendola.
Altri, come forse lei, ricercano le relazioni a qualunque costo e tendono ad attaccarsi a qualsiasi rapporto, anche a quelli non ancora iniziati, o finiti.

Credo che siano due modi opposti ma equivalenti di non saper stare nel legame.
E in genere le persone che fuggono dalle relazioni e quelle che le ricercano incessantemente, si incontrano, in quanto queste ultime sono forse attratte dall'indipendenza o dalla controdipendenza delle prime, che esibiscono una parvenza di sicurezza interna di cui loro si sentono prive. Invece coloro che fuggono dalle relazioni intuiscono la fragilità di chi le cerca.
Naturalmente non conoscendo né lei né il ragazzo in questione, le ho fornito solo delle ipotesi.

Tuttavia, ritengo che debba continuare il percorso psicologico intrapreso e nel caso non dovesse sentirsi meglio, può anche cambiare psicologo, fino a quando non ne troverà uno adatto alle sue esigenze.
Non rinunci alla sua serenità. Comprendo che in questo momento le interessa di più una relazione, ma la prima persona con la quale deve stare bene è lei stessa. Se ci riuscirà, come conseguenza potrà trovare anche la serenità in una coppia, quell'amore che tanto sta cercando.
Ed esso diverrà un valore aggiunto, non un ancoraggio al quale attaccarsi per un bisogno, per l'impossibilità di restare a galla da sola, o per la paura di sprofondare.

Auguri di cuore.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it