Esiste uno come me? (inetto, inadeguato, disagiato, asociale, poco sveglio)

Salve,
Al netto delle varie patologie mentali, che fanno sì parte di me ma non sono me (DOC e disturbo schizoaffettivo), mi sono sempre chiesto se in un qualsiasi buco del mondo e nel corso della storia della vita esistesse o sia mai esistito un tipo come me, con tutte queste "qualità" presenti contemporaneamente.

Vorrei diventare un essere sociale, per me non c'è cosa più bella nella vita che dominare un discorso, fare battute divertenti, riuscire a parlare di tante cose: purtroppo non sto descrivendo me stesso, ma la persona che vorrei essere e non sono mai stata.
Invece mi devo accontentare di capire a stento solo i concetti semplici, inoltre sono abbastanza "ignorante", nel senso che non ho una buona conoscenza da poter parlare molto con una persona: infatti dopo poco, la conversazione scema.

Quando si inizia a parlare va tutto bene, il problema è quando si va a finire più nello specifico e in conversazioni sempre più difficili e articolate: per evitare momenti imbarazzanti di silenzio e non mettere l'altro in disagio, faccio sempre finta di dire di aver capito.

Poi c'è la questione asocialità: a quasi 25 anni provo estremo disagio a frequentare ed interagire col prossimo perché non so mai cosa fare o cosa dire.
Anche trattasi della scelta più semplice, non so mai qual è la decisione da prendere.
Anche nei movimenti risulto goffo e imbranato.

Chissà quanto sia dovuto a non avere conoscenza del mondo esterno, avendo passato la maggior parte del periodo adolescenziale (pre e post) chiuso nella cameretta, impegni scolastici esclusi.

Poi un'altra cosa: mi viene spesso detto esplicitamente o fatto notare che sono "poco sveglio", ma non so cosa significa precisamente.
Voi lo sapete?
Forse che non sono un ragazzo attivo, in gamba?
Che non sa "muoversi" autonomamente?

Spero di non aver omesso troppe cose importanti.

Potrebbe essere tutto conseguenza di un grave ritardo mentale oppure tutto sviluppatosi in seguito al fatto che non sono praticamente mai uscito fuori di casa e quindi un tratto patologico più personale che cognitivo?

Ora voi certamente e giustamente mi direte che devo richiedere un consulto psicologico per intraprendere un percorso psicoterapeutico, però la mia percezione è che queste cose non si acquisiscono semplicemente con un supporto che ti dia maggiore autostima o sicurezza, oppure in alternativa "inizia ad uscire di casa, piano piano, piccoli passi".

Spero di non aver omesso troppe cose importanti.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
ho letto tutti i suoi consulti fin qui.
Sono d'accordo con il collega che le ha risposto la volta scorsa: deve intraprendere un nuovo percorso psicologico con un curante che le faccia da trainer, o da coach se preferisce, per uscire davvero dalle abitudini fisiche e mentali disfunzionali.
In un precedente consulto ha scritto di aver raccontato tutto di sé al terapeuta. Benissimo, ma non è questo che a lei serve.
Prenda atto della situazione reale: lei è convinto che le persone apprezzabili siano quelle che sanno tutto e hanno una vivace parlantina. Forse è un errore, e con esercizi specifici un* psicolog* le farà comprendere che saper ascoltare e saper fare le domande giuste è molto più importante.
Lei è consapevoe di ignorare tante cose. Tutti siamo ignoranti, in un campo o nell'altro. Per interessare un interlocutore, oltre, ripeto, ad ascoltarlo, può essere utile coltivare un argomento che ci appassiona e che conosciamo, o anche svariati argomenti che non ci appassionano ma sono di attualità.
Infine, lei ha passato l'adolescenza chiuso in camera. L* psicolog* che può aiutarla non si limiterà a dire "inizia ad uscire di casa, piano piano, piccoli passi", ma stabilirà con lei un programma di incontri, visite guidate, esperienze di uscite, da solo o in gruppo. Sfruttando la primavera, anche le uscite nella natura in un gruppo terapeutico.
Mi sembra che lei si trovi nella condizione favorevole di voler cambiare: non si lasci avvolgere di nuovo dall'inerzia. Cerchi subito vicino a lei chi può aiutarla.
Coraggio. Ci faccia sapere.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com