Problemi di coppia
Buongiorno a tutti.
Ho già aperto una discussione più o meno simile, ma è sorto un altro problema che vorrei condividere con voi.
Sono una ragazza di 25 anni e fidanzata da 3 e mezzo.
Fino a poco tempo fa, la domanda ''lo amo ancora o no'' non è mai sorta.
Mi sono fatta questa domanda per diverse cose che sono accadute, che hanno scaturito in me una certa freddezza nei sui confronti.
Lui è senza un lavoro stabile da ormai più di un anno, lavora la giornata diciamo e lo stipendio dunque non è mai fisso.
Ha cercato in tutti i modi di trovare un occupazione ma niente non se ne trova.
Ha una casa in affitto, paga poco in realtà, ma comunque accumulando affitto, bollette, spesa ecc è diventato pesante superare il mese.
Io abito a distanza di 30 km da lui e vado solo il fine settimana che sono libera.
La distanza è poca eppure io non ho mai voluto andare a vivere lì.
Semplicemente perché non mi sento pronta di spendere il mio stipendio (basso perché lavoro 6 ore al giorno) per una casa in affitto, ho altri progetti come studiare, e frequentare l'università che anche quella richiede un impegno economico.
Lui da un paio di giorni ha tirato fuori questo discorso, che potevamo prenderci una casetta più vicino anche a dove abito io, per stare insieme sempre, ma a me ancora non mi va di fare questo passo adesso.
Lui dice che dunque non sono innamorata abbastanza da fare questo passo, che non lo voglio davvero sennò farei di tutto per stare con lui.
Inoltre tempo fa mi ha proposto di partire fuori a lavorare e io ho sempre detto di no, in primis perché sono molto legata alla mia famiglia, non voglio andare lontano da loro, perché so che non sono eterni e vorrei vivermeli più che posso.
So che comunque è la mia vita e devo costruirmi un futuro e non posso rimanere per sempre legata a casa mia.
Lui invece partirebbe, anche solo per poco tempo in modo da farsi qualche soldino in più e poi tornare qua.
Io ho sempre avuto paura, perché per quanto abbia un lavoro di 6 ore poco retribuito non posso lamentarmi, inoltre se mi licenziassi perderei l'opportunità, in futuro, di fare davvero il lavoro che vorrei fare una volta laureata.
Siamo molto diversi caratterialmente, discutiamo spesso anche per piccolezze visto il carattere opposto, ma ci amiamo, o almeno credevo di amarlo...ora non lo so più, so solo che ci tengo tanto, troppo da non riuscire a rompere la relazione.
So che soffrirebbe ma così facendo è controproducente per tutti e due.
Ho senso di colpa perché ho paura di sbagliare, ho paura di perdere una persona davvero buona e che mi voglia bene, ho paura di pentirmi, di non partire e chi lo sa magari mi avrebbe fatto bene anche a me.
Ho già aperto una discussione più o meno simile, ma è sorto un altro problema che vorrei condividere con voi.
Sono una ragazza di 25 anni e fidanzata da 3 e mezzo.
Fino a poco tempo fa, la domanda ''lo amo ancora o no'' non è mai sorta.
Mi sono fatta questa domanda per diverse cose che sono accadute, che hanno scaturito in me una certa freddezza nei sui confronti.
Lui è senza un lavoro stabile da ormai più di un anno, lavora la giornata diciamo e lo stipendio dunque non è mai fisso.
Ha cercato in tutti i modi di trovare un occupazione ma niente non se ne trova.
Ha una casa in affitto, paga poco in realtà, ma comunque accumulando affitto, bollette, spesa ecc è diventato pesante superare il mese.
Io abito a distanza di 30 km da lui e vado solo il fine settimana che sono libera.
La distanza è poca eppure io non ho mai voluto andare a vivere lì.
Semplicemente perché non mi sento pronta di spendere il mio stipendio (basso perché lavoro 6 ore al giorno) per una casa in affitto, ho altri progetti come studiare, e frequentare l'università che anche quella richiede un impegno economico.
Lui da un paio di giorni ha tirato fuori questo discorso, che potevamo prenderci una casetta più vicino anche a dove abito io, per stare insieme sempre, ma a me ancora non mi va di fare questo passo adesso.
Lui dice che dunque non sono innamorata abbastanza da fare questo passo, che non lo voglio davvero sennò farei di tutto per stare con lui.
Inoltre tempo fa mi ha proposto di partire fuori a lavorare e io ho sempre detto di no, in primis perché sono molto legata alla mia famiglia, non voglio andare lontano da loro, perché so che non sono eterni e vorrei vivermeli più che posso.
So che comunque è la mia vita e devo costruirmi un futuro e non posso rimanere per sempre legata a casa mia.
Lui invece partirebbe, anche solo per poco tempo in modo da farsi qualche soldino in più e poi tornare qua.
Io ho sempre avuto paura, perché per quanto abbia un lavoro di 6 ore poco retribuito non posso lamentarmi, inoltre se mi licenziassi perderei l'opportunità, in futuro, di fare davvero il lavoro che vorrei fare una volta laureata.
Siamo molto diversi caratterialmente, discutiamo spesso anche per piccolezze visto il carattere opposto, ma ci amiamo, o almeno credevo di amarlo...ora non lo so più, so solo che ci tengo tanto, troppo da non riuscire a rompere la relazione.
So che soffrirebbe ma così facendo è controproducente per tutti e due.
Ho senso di colpa perché ho paura di sbagliare, ho paura di perdere una persona davvero buona e che mi voglia bene, ho paura di pentirmi, di non partire e chi lo sa magari mi avrebbe fatto bene anche a me.
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Gentile utente,
il motivo conduttore della sua vita sembra essere nelle parole: "Io ho sempre avuto paura"; "Ho senso di colpa perché ho paura di sbagliare".
Ma lei ha presente che se lei non si muove, la vita scorre lo stesso, portandole via tante cose, mentre lei non fa un solo gesto per costruire?
Tempo fa ci chiese notizie delle università telematiche: le ha guardate online? Ha scelto la facoltà che le interessa? Si è iscritta?
Un mese fa ha posto un consulto analogo a questo, è le è stato ampiamente risposto.
Animo, ragazza, non la morde nessuno, e rimanere chiusa nella tana non l'aiuterà a realizzare proprio nulla, anzi le farà seminare inutili illusioni e amare delusioni attorno a sé.
Lei mi ricorda il personaggio di Grazia Deledda "Elias Portolu", che col suo immobilismo camuffato da "senso di colpa" finì per rendere infelici sé e tutti gli altri.
Faccia un atto di coraggio leggendo il libro, non i soliti riassunti online, e vedrà che la vera colpa, imperdonabile, è il non essere sinceri con sé stessi, con i propri desideri.
Un altro atto di coraggio indispensabile è usare un suo account la prossima volta che ci scrive, oppure correggere i dati sulla scheda, se li ha scritti falsi: dalla sua scheda non risulta che lei abbia 25 anni.
Forza, decida. E' necessario per vivere.
il motivo conduttore della sua vita sembra essere nelle parole: "Io ho sempre avuto paura"; "Ho senso di colpa perché ho paura di sbagliare".
Ma lei ha presente che se lei non si muove, la vita scorre lo stesso, portandole via tante cose, mentre lei non fa un solo gesto per costruire?
Tempo fa ci chiese notizie delle università telematiche: le ha guardate online? Ha scelto la facoltà che le interessa? Si è iscritta?
Un mese fa ha posto un consulto analogo a questo, è le è stato ampiamente risposto.
Animo, ragazza, non la morde nessuno, e rimanere chiusa nella tana non l'aiuterà a realizzare proprio nulla, anzi le farà seminare inutili illusioni e amare delusioni attorno a sé.
Lei mi ricorda il personaggio di Grazia Deledda "Elias Portolu", che col suo immobilismo camuffato da "senso di colpa" finì per rendere infelici sé e tutti gli altri.
Faccia un atto di coraggio leggendo il libro, non i soliti riassunti online, e vedrà che la vera colpa, imperdonabile, è il non essere sinceri con sé stessi, con i propri desideri.
Un altro atto di coraggio indispensabile è usare un suo account la prossima volta che ci scrive, oppure correggere i dati sulla scheda, se li ha scritti falsi: dalla sua scheda non risulta che lei abbia 25 anni.
Forza, decida. E' necessario per vivere.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 859 visite dal 02/06/2023.
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