Non avere vita sociale
Buongiorno dottori, inizio subito col dire che vorrei qualche consiglio sulla mia situazione.
Il problema è che io non ho una vita sociale e questo mi devasta psicologicamente, quando sono a scuola in classe sento sempre i miei compagni parlare di cosa faranno nel weekend oppure che si sono fidanzati... Mentre invece io non faccio mai niente, passo tutto il tempo in casa a non fare nulla il weekend al posto di uscire come fanno i miei coetanei me ne sto in camera solo, mentre guardo le storie di quei miei compagni che si divertono, loro hanno delle vite fantastiche, frenetiche e mai noiose, mentre la mia è l'esatto opposto, il problema è che io non mi capacito di cosa sia andato male nella mia vita ho sempre cercato di essere un buon amico, paziente, acculturato divertente ma non è servito, c'è anche da dire che io sono una persona timida e questo può aver influenzato, infatti molte volte aspetto che siano gli altri a fare il primo passo ma comunque io non credo sia tutta colpa della timidezza.
In più sempre in classe sento che parlano di altre persone/amici che più di una persona conosce mentre io mi rendo conto di conoscere pochissime persone...
La mia domanda è se avete qualche consiglio sulla mia situazione...
Vi ringrazio
Il problema è che io non ho una vita sociale e questo mi devasta psicologicamente, quando sono a scuola in classe sento sempre i miei compagni parlare di cosa faranno nel weekend oppure che si sono fidanzati... Mentre invece io non faccio mai niente, passo tutto il tempo in casa a non fare nulla il weekend al posto di uscire come fanno i miei coetanei me ne sto in camera solo, mentre guardo le storie di quei miei compagni che si divertono, loro hanno delle vite fantastiche, frenetiche e mai noiose, mentre la mia è l'esatto opposto, il problema è che io non mi capacito di cosa sia andato male nella mia vita ho sempre cercato di essere un buon amico, paziente, acculturato divertente ma non è servito, c'è anche da dire che io sono una persona timida e questo può aver influenzato, infatti molte volte aspetto che siano gli altri a fare il primo passo ma comunque io non credo sia tutta colpa della timidezza.
In più sempre in classe sento che parlano di altre persone/amici che più di una persona conosce mentre io mi rendo conto di conoscere pochissime persone...
La mia domanda è se avete qualche consiglio sulla mia situazione...
Vi ringrazio
[#1]
Gentile utente,
mi limiterò per ora al minimo, tenendo conto delle sue frasi: "molte volte aspetto che siano gli altri a fare il primo passo ma comunque io non credo sia tutta colpa della timidezza".
Caro ragazzo, la prima prescrizione è questa: in classe, nei corridoi, durante l'intervallo o prima di entrare a scuola, osservi i suoi compagni.
Si accorgerà che la proposta che porta all'uscita pomeridiana non è un invito formale, ma qualcosa di generico, tipo: "Chi c'è oggi in piazza?"; "Andiamo al bar?" etc.
Se lei negli anni non si è mai aggregato a queste uscite spontanee capisco che adesso può essere meno facile cominciare, semplicemente perché può incontrare la disabitudine e quindi la sorpresa degli altri, ma non è impossibile.
Provi a dire: "Vengo anch'io. Dove vi vedete?" oppure a proporre lei di andare insieme ad una partita di pallavolo, in un nuovo bar etc., o infine a passare come per caso nei luoghi di aggregazione degli altri ragazzi e a fermarsi con loro.
Ma negli anni non ha mai invitato i compagni di scuola alla sua festa di compleanno?
Per un attacco ancora più soft, cominci a a parlare dei suoi hobby col compagno di banco o con un altro che le sia simpatico.
In poche parole, si tratta di 'rompere il ghiaccio'.
Si accerti naturalmente di essere sempre pulito anche negli indumenti e fresco di doccia: molti adolescenti si precludono i rapporti umani perché hanno i capelli unti, inoltre puzzano di sudore e di scarpe da ginnastica troppo usate.
Ci faccia sapere.
mi limiterò per ora al minimo, tenendo conto delle sue frasi: "molte volte aspetto che siano gli altri a fare il primo passo ma comunque io non credo sia tutta colpa della timidezza".
Caro ragazzo, la prima prescrizione è questa: in classe, nei corridoi, durante l'intervallo o prima di entrare a scuola, osservi i suoi compagni.
Si accorgerà che la proposta che porta all'uscita pomeridiana non è un invito formale, ma qualcosa di generico, tipo: "Chi c'è oggi in piazza?"; "Andiamo al bar?" etc.
Se lei negli anni non si è mai aggregato a queste uscite spontanee capisco che adesso può essere meno facile cominciare, semplicemente perché può incontrare la disabitudine e quindi la sorpresa degli altri, ma non è impossibile.
Provi a dire: "Vengo anch'io. Dove vi vedete?" oppure a proporre lei di andare insieme ad una partita di pallavolo, in un nuovo bar etc., o infine a passare come per caso nei luoghi di aggregazione degli altri ragazzi e a fermarsi con loro.
Ma negli anni non ha mai invitato i compagni di scuola alla sua festa di compleanno?
Per un attacco ancora più soft, cominci a a parlare dei suoi hobby col compagno di banco o con un altro che le sia simpatico.
In poche parole, si tratta di 'rompere il ghiaccio'.
Si accerti naturalmente di essere sempre pulito anche negli indumenti e fresco di doccia: molti adolescenti si precludono i rapporti umani perché hanno i capelli unti, inoltre puzzano di sudore e di scarpe da ginnastica troppo usate.
Ci faccia sapere.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Ex utente
Buongiorno dottoressa, la ringrazio innanzitutto per la sua risposta e volevo anche rispondere alle domande che mi ha posto.
In primis riguardo alla sua affermazione che la proposta che porta all'uscita pomeridiana non è un invito formale ma generico le devo dare ragione, infatti io ho sempre aspettato questi invito formale anche se so che ho sbagliato. Anche se le devo riferire che in quest'anni non mi sono aggregato a queste uscite anche perché a me queste proposte tipo "cosa facciamo oggi..." anche se sentivo che ne parlavano in classe, non erano indirizzate a me, e questo perché dall'idea che mi sono fatto è dovuto ad un'altro fatto che secondo me sono in qualche modo collegati, il fatto è che sono una persona che va bene a scuola, quello che viene definito il tipico secchione, e quindi molte volte queste proposte secondo me non me le facevano perché per loro era strano che accettavo le loro proposte oppure pensavano che io avevo di meglio da fare (cosa che non è vero, ho provato a farglielo capire indirettamente ma non hanno mai capito) oppure l'ultima opzione secondo il mio punto di vista e che non vogliono uscire con un secchione...
Sulla questione di proporre io lo fatto poche volte anche perché la maggior parte delle volte venivo rifiutato e questo un po' mi faceva male essere rifiutato e quindi con il tempo ho preferito non proporre più, sulla domanda se non ho mai invitato i miei compagni di classe al mio compleanno, la riposta è si, ma solo quando ero un po' più piccolo anche perché sono nato ad agosto e quindi in quel mese sono sempre tutti via in vacanza e quindi non c'era mai nessuno e alla fine ho preferito non festeggiarlo con gli amici ma solo con la famiglia.
Sul suo consiglio di rompere il ghiaccio con il compagno di banco o qualcuno che mi sembra simpatico, ci ho provato e sembrava che avesse funzionato ma poi non è successo nulla, anche perché loro(quelli con cui avevo cercato di rompere il ghiaccio) avevano già il loro gruppo di amici con cui uscire e sinceramente a me non mi hanno mai invitato ad unirmi a loro e invece con altre persone sempre della classe e l'attuale compagno di banco le cose sono andate peggio, anzi malissimo infatti sono finiti col chiedermi i compiti o aiutarli a passare il compito in classe... Quindi diciamo che mi tengono come amico solo per utilità perché sanno che posso aiutarli a passare l'anno.
In primis riguardo alla sua affermazione che la proposta che porta all'uscita pomeridiana non è un invito formale ma generico le devo dare ragione, infatti io ho sempre aspettato questi invito formale anche se so che ho sbagliato. Anche se le devo riferire che in quest'anni non mi sono aggregato a queste uscite anche perché a me queste proposte tipo "cosa facciamo oggi..." anche se sentivo che ne parlavano in classe, non erano indirizzate a me, e questo perché dall'idea che mi sono fatto è dovuto ad un'altro fatto che secondo me sono in qualche modo collegati, il fatto è che sono una persona che va bene a scuola, quello che viene definito il tipico secchione, e quindi molte volte queste proposte secondo me non me le facevano perché per loro era strano che accettavo le loro proposte oppure pensavano che io avevo di meglio da fare (cosa che non è vero, ho provato a farglielo capire indirettamente ma non hanno mai capito) oppure l'ultima opzione secondo il mio punto di vista e che non vogliono uscire con un secchione...
Sulla questione di proporre io lo fatto poche volte anche perché la maggior parte delle volte venivo rifiutato e questo un po' mi faceva male essere rifiutato e quindi con il tempo ho preferito non proporre più, sulla domanda se non ho mai invitato i miei compagni di classe al mio compleanno, la riposta è si, ma solo quando ero un po' più piccolo anche perché sono nato ad agosto e quindi in quel mese sono sempre tutti via in vacanza e quindi non c'era mai nessuno e alla fine ho preferito non festeggiarlo con gli amici ma solo con la famiglia.
Sul suo consiglio di rompere il ghiaccio con il compagno di banco o qualcuno che mi sembra simpatico, ci ho provato e sembrava che avesse funzionato ma poi non è successo nulla, anche perché loro(quelli con cui avevo cercato di rompere il ghiaccio) avevano già il loro gruppo di amici con cui uscire e sinceramente a me non mi hanno mai invitato ad unirmi a loro e invece con altre persone sempre della classe e l'attuale compagno di banco le cose sono andate peggio, anzi malissimo infatti sono finiti col chiedermi i compiti o aiutarli a passare il compito in classe... Quindi diciamo che mi tengono come amico solo per utilità perché sanno che posso aiutarli a passare l'anno.
[#3]
Gentile ragazzo,
delle mie proposte ha eluso la più semplice, quella di provare a passare come per caso nei luoghi di aggregazione degli altri ragazzi e a fermarsi con loro.
La prima cosa infatti è uscire di casa, trovarsi all'aria aperta, che siano strade o parchi poco importa, insomma non rimanere chiuso nella sua stanzetta.
Le varie torture mentali che si fa (non voglio usare altri termini) sulle ragioni che secondo lei spingono gli altri ad evitarla, oltre ad essere non verificate hanno il limite di paralizzare tutte le sue iniziative.
Parlare con alcuni compagni ha prodotto la richiesta di passare i compiti. Capisco che può essere seccante, ma questa richiesta è il segno che la stimano, non solo che la considerano un secchione. Potrebbe proporre: "Vieni piuttosto a casa mia e facciamo i compiti insieme".
Poi c'è la strada maestra della sincerità. Dire a due tre compagne (le ragazze sono più sensibili a queste cose): "E' un periodo che mi sento un po' giù. Che cosa mi consigliate per svagarmi?".
Probabilmente nella sua scuola c'è lo sportello di ascolto psicologico. Ne sta già usufruendo?
Ci tenga aggiornati.
delle mie proposte ha eluso la più semplice, quella di provare a passare come per caso nei luoghi di aggregazione degli altri ragazzi e a fermarsi con loro.
La prima cosa infatti è uscire di casa, trovarsi all'aria aperta, che siano strade o parchi poco importa, insomma non rimanere chiuso nella sua stanzetta.
Le varie torture mentali che si fa (non voglio usare altri termini) sulle ragioni che secondo lei spingono gli altri ad evitarla, oltre ad essere non verificate hanno il limite di paralizzare tutte le sue iniziative.
Parlare con alcuni compagni ha prodotto la richiesta di passare i compiti. Capisco che può essere seccante, ma questa richiesta è il segno che la stimano, non solo che la considerano un secchione. Potrebbe proporre: "Vieni piuttosto a casa mia e facciamo i compiti insieme".
Poi c'è la strada maestra della sincerità. Dire a due tre compagne (le ragazze sono più sensibili a queste cose): "E' un periodo che mi sento un po' giù. Che cosa mi consigliate per svagarmi?".
Probabilmente nella sua scuola c'è lo sportello di ascolto psicologico. Ne sta già usufruendo?
Ci tenga aggiornati.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5.4k visite dal 31/05/2023.
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