L'uomo della mia vita tornerà da me o la depressione lo ha cambiato?
Buongiorno.
4 anni fa ho conosciuto un ragazzo di 7 anni più grande.
Ci siamo innamorati subito.
Lui era in un matrimonio fallimentare.
Quando gli dicevo che avrebbe sofferto alla separazione mi diceva di no e che non vedeva l'ora di stare con me.
Viviamo a 400km di distanza, quindi ci siamo visti poco, ma abbiamo subito parlato di famiglia, figli, ecc... Il nostro rapporto era PERFETTO e lui diceva non esser mai stato così bene con nessuna.
A settembre, in accordo con la (ex) moglie, decide di divorziare.
Gli chiedevo se era sicuro di voler stare con me (ho problemi gravi di salute) e gli dicevo di cercarsi un'altra, pur amandolo molto... pensavo mi sarebbe bastato lui fosse felice.
Sapevamo sarebbe stato difficile, ma ci amavamo troppo per troncare.
A settembre divorzia, a febbraio mi chiede una pausa.
Dice che deve capire cosa vuole, che vuole stare da solo.
A marzo ancora mi diceva che mi amava, ma che lo spaventava un futuro con me.
Gli facevano piacere le mie attenzioni (che gli davo anche in questa pausa), ma aveva troppa paura del futuro.
Viene fuori che è in piena depressione.
A marzo inizia un percorso psicologico e, da poco, anche quello psichiatrico.
Ad aprile dice che non sa se mi ama ancora: mi vuole un bene infinito ma dice di volermi lasciare perchè forse non mi ama, perché quando mi parla gli fa male.
All'inizio mi sono comportata male con lui, dicendogli cose cattive non capendo, ma poi mi sono documentata, ho capito molte cose e ora cerco di essere positiva e dargli forza.
Gli ho detto che sicuramente è il momento e che secondo me mi ama ancora, solo ora non lo sente causa depressione.
E' 1 mese che non lo sento e prima lo sentivo raramente, questo perchè la psicologa gli ha detto di starmi lontano e non parlarmi.
Io gli ho detto che lo amo e che lo aspetterò per sempre, che lo supporto e che farò di tutto per lui.
Ripenso a tutto quello che abbiamo passato e mi sembra assurdo possa finire tutto così.
Mi manca tantissimo e mi fa malissimo tutto ciò.
Lui a emotività è a 0 (subito pre e post farmaci), è apatico (risposte brusche e risentimento a parte), però dice di volermi bene: gli manca la ex, ma dice che mi vuole più bene che a lei.
Potrebbe essere un buon segno?
So che i depressi allontanano chi amano, non provando più emotività... penso che alla fine mi lascerà, ma il fatto che mi voglia bene nonostante stia così male (usa trittico e xanax) mi fa sperare che quando starà bene mi amerà di nuovo.
Mi illudo?
La speranza mi fa andare (dolorosamente) avanti, pensare di chiudere mi devasta... Ho possibilità che la storia possa riprendere e lui reinnamorarsi?
Era un amore idilliaco.
Mai una litigata o una incomprensione.
Ci amavamo troppo.
Per ora allontana tutte quelle che ci provano perchè non è pronto e non ha voglia, dice, ma io ho paura questo amore così profondo e perfetto possa essere cambiato e la depressione abbia rotto qualcosa... è possibile?
Lo amo così tanto che dire che sono disperata è dire poco...Grazie per l'aiuto
4 anni fa ho conosciuto un ragazzo di 7 anni più grande.
Ci siamo innamorati subito.
Lui era in un matrimonio fallimentare.
Quando gli dicevo che avrebbe sofferto alla separazione mi diceva di no e che non vedeva l'ora di stare con me.
Viviamo a 400km di distanza, quindi ci siamo visti poco, ma abbiamo subito parlato di famiglia, figli, ecc... Il nostro rapporto era PERFETTO e lui diceva non esser mai stato così bene con nessuna.
A settembre, in accordo con la (ex) moglie, decide di divorziare.
Gli chiedevo se era sicuro di voler stare con me (ho problemi gravi di salute) e gli dicevo di cercarsi un'altra, pur amandolo molto... pensavo mi sarebbe bastato lui fosse felice.
Sapevamo sarebbe stato difficile, ma ci amavamo troppo per troncare.
A settembre divorzia, a febbraio mi chiede una pausa.
Dice che deve capire cosa vuole, che vuole stare da solo.
A marzo ancora mi diceva che mi amava, ma che lo spaventava un futuro con me.
Gli facevano piacere le mie attenzioni (che gli davo anche in questa pausa), ma aveva troppa paura del futuro.
Viene fuori che è in piena depressione.
A marzo inizia un percorso psicologico e, da poco, anche quello psichiatrico.
Ad aprile dice che non sa se mi ama ancora: mi vuole un bene infinito ma dice di volermi lasciare perchè forse non mi ama, perché quando mi parla gli fa male.
All'inizio mi sono comportata male con lui, dicendogli cose cattive non capendo, ma poi mi sono documentata, ho capito molte cose e ora cerco di essere positiva e dargli forza.
Gli ho detto che sicuramente è il momento e che secondo me mi ama ancora, solo ora non lo sente causa depressione.
E' 1 mese che non lo sento e prima lo sentivo raramente, questo perchè la psicologa gli ha detto di starmi lontano e non parlarmi.
Io gli ho detto che lo amo e che lo aspetterò per sempre, che lo supporto e che farò di tutto per lui.
Ripenso a tutto quello che abbiamo passato e mi sembra assurdo possa finire tutto così.
Mi manca tantissimo e mi fa malissimo tutto ciò.
Lui a emotività è a 0 (subito pre e post farmaci), è apatico (risposte brusche e risentimento a parte), però dice di volermi bene: gli manca la ex, ma dice che mi vuole più bene che a lei.
Potrebbe essere un buon segno?
So che i depressi allontanano chi amano, non provando più emotività... penso che alla fine mi lascerà, ma il fatto che mi voglia bene nonostante stia così male (usa trittico e xanax) mi fa sperare che quando starà bene mi amerà di nuovo.
Mi illudo?
La speranza mi fa andare (dolorosamente) avanti, pensare di chiudere mi devasta... Ho possibilità che la storia possa riprendere e lui reinnamorarsi?
Era un amore idilliaco.
Mai una litigata o una incomprensione.
Ci amavamo troppo.
Per ora allontana tutte quelle che ci provano perchè non è pronto e non ha voglia, dice, ma io ho paura questo amore così profondo e perfetto possa essere cambiato e la depressione abbia rotto qualcosa... è possibile?
Lo amo così tanto che dire che sono disperata è dire poco...Grazie per l'aiuto
[#1]
Gentile utente,
mi colpisce la frase: "Ripenso a tutto quello che abbiamo passato e mi sembra assurdo possa finire tutto così". La capisco: vorremmo che una storia d'amore in cui abbiamo creduto fosse eterna.
Tuttavia, per darle speranza o suggerirle di andare avanti -cosa sempre opportuna, anche se un giorno doveste tornare insieme- sappiamo troppo poco.
Mi aiuti a capire, prendendo in considerazione queste mie domande.
Lei conosce un uomo quattro anni fa. Come? Di persona o col solito strumento ingannevole delle chat? Lui le racconta che vive in un matrimonio "fallimentare". Aveva anche figli? Si è separato subito, quattro anni fa? E che genere di relazione avete intrapreso? Solo a distanza, o avete convissuto per periodi abbastanza lunghi?
Lei scrive: "abbiamo subito parlato di famiglia, figli".
Questo mi fa pensare che i suoi problemi gravi di salute non compromettono la sfera riproduttiva. Limitano tuttavia in qualche modo la sua qualità di vita e di lavoro?
Perché se è così, e lui non ne era adeguatamente informato, si spiegano certi comportamenti di lui e certe sue frasi sibilline: "lo spaventava un futuro con me"; "quando mi parla gli fa male".
Del resto lei scrive che "All'inizio mi sono comportata male con lui, dicendogli cose cattive".
Depressione o no, non si incoraggia nessuno ad amarci dicendogli frasi cattive. Non a caso "la psicologa gli ha detto di starmi lontano e non parlarmi".
In poche parole, quello che della sua storia non conosciamo potrebbe non essere una relazione realistica (condotta nella frequentazione quasi quotidiana, non per messaggini) e fondata sulla conoscenza reciproca.
In quest'ottica, anche la depressione di lui fa nascere delle perplessità. Lei dice che chi è depresso allontana le persone che ama. Non sempre.
Ci scriva ancora, se se la sente, e intanto pensi a costruire la sua vita, nella speranza e nel realismo.
mi colpisce la frase: "Ripenso a tutto quello che abbiamo passato e mi sembra assurdo possa finire tutto così". La capisco: vorremmo che una storia d'amore in cui abbiamo creduto fosse eterna.
Tuttavia, per darle speranza o suggerirle di andare avanti -cosa sempre opportuna, anche se un giorno doveste tornare insieme- sappiamo troppo poco.
Mi aiuti a capire, prendendo in considerazione queste mie domande.
Lei conosce un uomo quattro anni fa. Come? Di persona o col solito strumento ingannevole delle chat? Lui le racconta che vive in un matrimonio "fallimentare". Aveva anche figli? Si è separato subito, quattro anni fa? E che genere di relazione avete intrapreso? Solo a distanza, o avete convissuto per periodi abbastanza lunghi?
Lei scrive: "abbiamo subito parlato di famiglia, figli".
Questo mi fa pensare che i suoi problemi gravi di salute non compromettono la sfera riproduttiva. Limitano tuttavia in qualche modo la sua qualità di vita e di lavoro?
Perché se è così, e lui non ne era adeguatamente informato, si spiegano certi comportamenti di lui e certe sue frasi sibilline: "lo spaventava un futuro con me"; "quando mi parla gli fa male".
Del resto lei scrive che "All'inizio mi sono comportata male con lui, dicendogli cose cattive".
Depressione o no, non si incoraggia nessuno ad amarci dicendogli frasi cattive. Non a caso "la psicologa gli ha detto di starmi lontano e non parlarmi".
In poche parole, quello che della sua storia non conosciamo potrebbe non essere una relazione realistica (condotta nella frequentazione quasi quotidiana, non per messaggini) e fondata sulla conoscenza reciproca.
In quest'ottica, anche la depressione di lui fa nascere delle perplessità. Lei dice che chi è depresso allontana le persone che ama. Non sempre.
Ci scriva ancora, se se la sente, e intanto pensi a costruire la sua vita, nella speranza e nel realismo.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Innanzitutto la ringrazio per la risposta. E' stata gentilissima.
L'ho conosciuto tramite internet ma abbiamo poi concordato di vederci alcune volte (a seconda delle possibilità, circa 1 volta ogni mese/2 mesi, se possibile più spesso, per un totale di circa 30/40 volte considerando tutto). Le giornate passate insieme erano tranquille e spensierate. Non aveva figli perchè la moglie non voleva alcun tipo di rapporto fisico con lui fin dal matrimonio (e lui non voleva figli con lei, ancor prima di conoscermi. Non hanno divorziato subito perchè lei lo ricattava dicendo che si sarebbe ammazzata e lui era spaventato da ciò). Hanno deciso di divorziare a settembre scorso (2022). Non abbiamo mai convissuto. La mia salute mi rende difficile avere figli ma non impossibile, tanto che ne abbiamo parlato ampiamente. Non ci siamo mai nascosti nulla e abbiamo sempre parlato di tutto (dei pro e dei contro della nostra relazione, delle difficoltà, della salute, del futuro, ecc). La mia qualità di vita/lavorativa è attualmente ridotta, ma mi sto curando e ho ovviamente intenzione di migliorarla (e sapeva anche questo ed è sempre stato molto orgoglioso del mio impegno per cercare un futuro migliore). Ultimamente c'è stato un periodo molto stressante nella mia vita e gli avevo detto che avevo paura di non vedere più un futuro insieme (paura che spariva quando ci vedevamo), ma di amarlo molto ugualmente. Quando mi ha chiesto la pausa ho capito quanto lo amassi e cosa stessi perdendo, e gliel'ho detto: che era stato un periodo duro ma che non volevo perderlo perchè credo in noi. Lui mi ha detto, fino a inizio aprile, di amarmi e poi, dubitando di amarmi ancora (era già in depressione), che mi vuole molto bene come a nessuno.
Ha sempre avuto paura del futuro insieme (sapendo che vorrei stare vicino poter aiutare i miei nonni, che non hanno nessuno se non me), ma si è sempre fatto coraggio e siamo lo stesso andati avanti con l'idea di un futuro insieme. Questa paura incontrollata (che lo porta al panico) è nata dopo la depressione.
Per la scarsità di caratteri usabili nella spiegazione mi sono espressa male: quando mi ha detto che voleva lasciarmi perchè forse non mi amava più ma non ne era sicuro, gli ho detto cose come che non mi aveva mai amata o che lo odiavo, ma avevo immediatamente ritrattato dicendo che mi dispiaceva e che erano state parole dettate dalla sofferenza. Gli ho chiesto quindi di aspettare di star meglio e vedere se mi avrebbe amato ancora o no in quel momento. Per il resto ho sempre cercato di fargli forza e di dirgli che sono al suo fianco, che sono molto orgogliosa di lui e che ci sarò sempre per lui. La psicologa gli ha suggerito di non sentirmi più perchè lui andava in ansia e soffriva ogni volta che mi sentiva (anche per una semplice chat tranquilla). E' una cosa peggiorata nel tempo, infatti non ha mai avuto di questi problemi e prima mi scriveva in ogni suo minuto libero, a casa e a lavoro. Ora si comporta in modo strano: si sente in amicizia con la ex moglie, è diventato morboso cn i genitori, evita gli amici e in generale si fa sentire poco da tutti. Esce solo con due sue amici e si è tuffato nel lavoro a capofitto. Per il resto respinge tutte quelle che ci provano. E' un mese che prende psicofarmaci ed è in cura con una nuova psicologa e so da amici comuni che sta ancora male. Io mi rendo conto che il suo comportamento lo prendo "sul personale" e quindi ci sto male, anche se mi sforzo di andare avanti normalmente... però non riesco ad abbandonare la speranza di un futuro insieme e ci sto male al pensiero lui in futuro non mi voglia più. Lui mi ha chiesto di non scrivergli e io sto rispettando i suoi spazi (anche se è doloroso e difficile).
Mi rendo conto che la nostra relazione non è canonica, ma facevamo videochiamate e chiamate ogni volta possibile, anche ogni sera. Sono convinta dicesse il vero dicendo che non aveva mai desiderato figli se non con me e che non era mai stato bene con nessuna come con me.
Ora ho paura che la sua depressione copra un motivo per allontanarmi, ma mi avrebbe detto subito che non mi ama più e mi avrebbe lasciato, non avrebbe detto che non è sicuro e che mi vuole bene. No?
Io comunque gli ho detto che voglio fare di più per lui e che affronterò anche le mie paure per lui (come convivere almeno nei week end, o cose così) e mi ha detto che questo lo ha leggermente tranquillizzato, anche se continua ad avere paura del futuro. E che sia strano in questo periodo lo so: gli ho fatto un piccolo pensiero e, per quanto felice, non mi ha risposto benissimo.
Spero di non star sperando in un futuro impossibile... è il momento più doloroso della mia vita fino ad ora...
La ringrazio tantissimo per la risposta. Spero di aver detto tutto.
L'ho conosciuto tramite internet ma abbiamo poi concordato di vederci alcune volte (a seconda delle possibilità, circa 1 volta ogni mese/2 mesi, se possibile più spesso, per un totale di circa 30/40 volte considerando tutto). Le giornate passate insieme erano tranquille e spensierate. Non aveva figli perchè la moglie non voleva alcun tipo di rapporto fisico con lui fin dal matrimonio (e lui non voleva figli con lei, ancor prima di conoscermi. Non hanno divorziato subito perchè lei lo ricattava dicendo che si sarebbe ammazzata e lui era spaventato da ciò). Hanno deciso di divorziare a settembre scorso (2022). Non abbiamo mai convissuto. La mia salute mi rende difficile avere figli ma non impossibile, tanto che ne abbiamo parlato ampiamente. Non ci siamo mai nascosti nulla e abbiamo sempre parlato di tutto (dei pro e dei contro della nostra relazione, delle difficoltà, della salute, del futuro, ecc). La mia qualità di vita/lavorativa è attualmente ridotta, ma mi sto curando e ho ovviamente intenzione di migliorarla (e sapeva anche questo ed è sempre stato molto orgoglioso del mio impegno per cercare un futuro migliore). Ultimamente c'è stato un periodo molto stressante nella mia vita e gli avevo detto che avevo paura di non vedere più un futuro insieme (paura che spariva quando ci vedevamo), ma di amarlo molto ugualmente. Quando mi ha chiesto la pausa ho capito quanto lo amassi e cosa stessi perdendo, e gliel'ho detto: che era stato un periodo duro ma che non volevo perderlo perchè credo in noi. Lui mi ha detto, fino a inizio aprile, di amarmi e poi, dubitando di amarmi ancora (era già in depressione), che mi vuole molto bene come a nessuno.
Ha sempre avuto paura del futuro insieme (sapendo che vorrei stare vicino poter aiutare i miei nonni, che non hanno nessuno se non me), ma si è sempre fatto coraggio e siamo lo stesso andati avanti con l'idea di un futuro insieme. Questa paura incontrollata (che lo porta al panico) è nata dopo la depressione.
Per la scarsità di caratteri usabili nella spiegazione mi sono espressa male: quando mi ha detto che voleva lasciarmi perchè forse non mi amava più ma non ne era sicuro, gli ho detto cose come che non mi aveva mai amata o che lo odiavo, ma avevo immediatamente ritrattato dicendo che mi dispiaceva e che erano state parole dettate dalla sofferenza. Gli ho chiesto quindi di aspettare di star meglio e vedere se mi avrebbe amato ancora o no in quel momento. Per il resto ho sempre cercato di fargli forza e di dirgli che sono al suo fianco, che sono molto orgogliosa di lui e che ci sarò sempre per lui. La psicologa gli ha suggerito di non sentirmi più perchè lui andava in ansia e soffriva ogni volta che mi sentiva (anche per una semplice chat tranquilla). E' una cosa peggiorata nel tempo, infatti non ha mai avuto di questi problemi e prima mi scriveva in ogni suo minuto libero, a casa e a lavoro. Ora si comporta in modo strano: si sente in amicizia con la ex moglie, è diventato morboso cn i genitori, evita gli amici e in generale si fa sentire poco da tutti. Esce solo con due sue amici e si è tuffato nel lavoro a capofitto. Per il resto respinge tutte quelle che ci provano. E' un mese che prende psicofarmaci ed è in cura con una nuova psicologa e so da amici comuni che sta ancora male. Io mi rendo conto che il suo comportamento lo prendo "sul personale" e quindi ci sto male, anche se mi sforzo di andare avanti normalmente... però non riesco ad abbandonare la speranza di un futuro insieme e ci sto male al pensiero lui in futuro non mi voglia più. Lui mi ha chiesto di non scrivergli e io sto rispettando i suoi spazi (anche se è doloroso e difficile).
Mi rendo conto che la nostra relazione non è canonica, ma facevamo videochiamate e chiamate ogni volta possibile, anche ogni sera. Sono convinta dicesse il vero dicendo che non aveva mai desiderato figli se non con me e che non era mai stato bene con nessuna come con me.
Ora ho paura che la sua depressione copra un motivo per allontanarmi, ma mi avrebbe detto subito che non mi ama più e mi avrebbe lasciato, non avrebbe detto che non è sicuro e che mi vuole bene. No?
Io comunque gli ho detto che voglio fare di più per lui e che affronterò anche le mie paure per lui (come convivere almeno nei week end, o cose così) e mi ha detto che questo lo ha leggermente tranquillizzato, anche se continua ad avere paura del futuro. E che sia strano in questo periodo lo so: gli ho fatto un piccolo pensiero e, per quanto felice, non mi ha risposto benissimo.
Spero di non star sperando in un futuro impossibile... è il momento più doloroso della mia vita fino ad ora...
La ringrazio tantissimo per la risposta. Spero di aver detto tutto.
[#3]
Gentile utente,
dalla sua nuova email emerge un quadro più chiaro.
La invito a considerare che forse l'amore idilliaco e senza nubi, la relazione senza mai una lite il cui rimpianto la fa soffrire, nasce da un’idealizzazione del suo compagno, da lei non conosciuto nella vita di tutti i giorni, avendolo incontrato nelle circostanze particolari di poche e brevi vacanze.
Inoltre, come capita a molti che vivono nella bolla di sapone dell’adulterio, il matrimonio a lui ha fatto da schermo contro ogni decisione circa il futuro.
La vita di quest’uomo ha incontrato circostanze avverse: prima la malattia della moglie (l'impossibilità di avere rapporti è un disturbo grave); il tormentoso attaccamento reciproco; il fatto che la moglie, sentendosi abbandonare, come molte che si sentono "donne a metà" a causa della loro malattia, minacciava il suicidio.
Dall’altra parte c’era lei, pronta ad offrire un bel sogno d’amore, ma negata alla concreta realizzazione di una vita insieme: malattia grave, difficoltà ad avere figli, limiti di vita e di lavoro, e in più un meccanismo mentale per cui pare non possa staccarsi dai suoi nonni nemmeno per un week end.
Può ben capire che caduto il baluardo del matrimonio, l’idea di chiudersi in un’altra condizione costrittiva sarà sembrata a quest’uomo una specie di tagliola pronta ancora una volta a catturarlo.
Lei scrive più volte che lui continua ad aver paura di un futuro insieme, fino ad avere attacchi di panico. Se di depressione non ha già sofferto in passato, la situazione presente potrebbe avergliela provocata. Inoltre i suoi rimproveri lo hanno fatto sentire in colpa, incapace di tener fede alle promesse, inidoneo a farsi carico di quelli che ama.
Gli lasci il tempo di elaborare il lutto per aver perduto, col divorzio, la donna che ha amato al punto da sposarla. Lei ha parlato di matrimonio fallimentare : ma forse si trattava di malattia, che come tale è curabile, e adesso lui se ne rende conto.
Cosa può fare intanto lei, cara utente? Scrivergli un’ultima lettera di solidarietà e comprensione, se crede. Ma poi deve lasciarlo stare, e deve assolutamente recuperare la sua salute, la sua vita, gli studi, il lavoro: in una parola, il suo benessere psico-fisico e relazionale.
Tenga conto di una regola aurea: gli esseri umani vengono attratti per breve tempo da chi ha bisogno di aiuto, e solo in circostanze particolari. Poi scelgono l’energia, la positività, il coraggio.
Lei ha adottato lo pseudonimo di Cindarella , forse alludendo alla Cinderella della favola. Io uso sempre questo personaggio nei miei corsi sulla Seduzione Gentile, perché rappresenta il piacere di amare e di farsi amare, la capacità di godersi la vita e di costruirsi uno splendido futuro anche in circostanze avverse.
Costruisca tutto questo per offrirlo a lui, se tornerà, e a tanti altri sul suo cammino. Auguri.
dalla sua nuova email emerge un quadro più chiaro.
La invito a considerare che forse l'amore idilliaco e senza nubi, la relazione senza mai una lite il cui rimpianto la fa soffrire, nasce da un’idealizzazione del suo compagno, da lei non conosciuto nella vita di tutti i giorni, avendolo incontrato nelle circostanze particolari di poche e brevi vacanze.
Inoltre, come capita a molti che vivono nella bolla di sapone dell’adulterio, il matrimonio a lui ha fatto da schermo contro ogni decisione circa il futuro.
La vita di quest’uomo ha incontrato circostanze avverse: prima la malattia della moglie (l'impossibilità di avere rapporti è un disturbo grave); il tormentoso attaccamento reciproco; il fatto che la moglie, sentendosi abbandonare, come molte che si sentono "donne a metà" a causa della loro malattia, minacciava il suicidio.
Dall’altra parte c’era lei, pronta ad offrire un bel sogno d’amore, ma negata alla concreta realizzazione di una vita insieme: malattia grave, difficoltà ad avere figli, limiti di vita e di lavoro, e in più un meccanismo mentale per cui pare non possa staccarsi dai suoi nonni nemmeno per un week end.
Può ben capire che caduto il baluardo del matrimonio, l’idea di chiudersi in un’altra condizione costrittiva sarà sembrata a quest’uomo una specie di tagliola pronta ancora una volta a catturarlo.
Lei scrive più volte che lui continua ad aver paura di un futuro insieme, fino ad avere attacchi di panico. Se di depressione non ha già sofferto in passato, la situazione presente potrebbe avergliela provocata. Inoltre i suoi rimproveri lo hanno fatto sentire in colpa, incapace di tener fede alle promesse, inidoneo a farsi carico di quelli che ama.
Gli lasci il tempo di elaborare il lutto per aver perduto, col divorzio, la donna che ha amato al punto da sposarla. Lei ha parlato di matrimonio fallimentare : ma forse si trattava di malattia, che come tale è curabile, e adesso lui se ne rende conto.
Cosa può fare intanto lei, cara utente? Scrivergli un’ultima lettera di solidarietà e comprensione, se crede. Ma poi deve lasciarlo stare, e deve assolutamente recuperare la sua salute, la sua vita, gli studi, il lavoro: in una parola, il suo benessere psico-fisico e relazionale.
Tenga conto di una regola aurea: gli esseri umani vengono attratti per breve tempo da chi ha bisogno di aiuto, e solo in circostanze particolari. Poi scelgono l’energia, la positività, il coraggio.
Lei ha adottato lo pseudonimo di Cindarella , forse alludendo alla Cinderella della favola. Io uso sempre questo personaggio nei miei corsi sulla Seduzione Gentile, perché rappresenta il piacere di amare e di farsi amare, la capacità di godersi la vita e di costruirsi uno splendido futuro anche in circostanze avverse.
Costruisca tutto questo per offrirlo a lui, se tornerà, e a tanti altri sul suo cammino. Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#4]
Utente
La ringrazio per la nuova risposta.
L'amore idilliaco non era solo un'idealizzazione, infatti ci siamo sempre confrontati su tutto e, anche nei momenti difficili, riuscivamo a chiarirci e a venirne a capo. Sicuramente convivere è diverso e gli screzi naturali, ma abbiamo affrontato anche momenti difficili ma insieme li abbiamo superati.
La mia malattia è insorta durante la frequentazione, ma non gliel'ho mai fatta pesare anzi, ero sempre energica e ricca di energie con lui. È capitato non potessimo vederci causa il mio malessere, ma successivamente abbiamo trovato il modo di vederci lo stesso.
Gli sto lasciando tutto lo spazio possibile e, come giustamente lei dice, gli ho detto che mi sarei aperta con lui, che avrei lottato contro le mie stesse paure per andargli incontro e rendere migliore la vita insieme (e appunto non dargli l'impressione di entrare in una nuova tagliola).
Il matrimonio lo definisco fallimentare perché lo definiva lui così. Non sto qui a spiegare il perché solo perché mi ha sempre chiesto di non dirlo a nessuno mai. Però era nato male e lui si era sposato pensando di aiutare lei con i suoi problemi. Però i problemi di lei non solo non sono risolvibili, ma non li voleva risolvere (e non precludevano i rapporti, era lei stessa che non li voleva). Lui mi ha giurato che non vuole tornare insieme a lei.
Mi sono fin da subito chiesta se questo uomo mi prendesse in giro o no, essendo sposato, se fossi solo una scappatoia dal suo matrimonio, insomma le solite cose che si sentono in giro... ma lui mi ha sempre giurato di no, infatti la nostra non era una relazione facilissima anche vista la distanza (poteva avere ogni ragazza della città in cui abita, ma non le voleva perché amava me). Mi sono quindi fidata e lui me lo ha ampiamente dimostrato.
Non ho problemi ad aspettare stia meglio (per quanto faccia male), ma sono una persona che tende a pensare troppo e quindi mi sono ritrovata a pensare, come ho già scritto, se non mi stesse solo usando... quindi ho deciso di chiedere aiuto a voi, giusto per avere un pensiero esterno. E come ho detto, se mi stesse usando agirebbe diversamente o mi avrebbe già lasciata, invece ha acconsentito a vederci quando starà bene (anche per poter chiarire se mi ama ancora o no).
Nella mia testa c'è un gran caos.
Ora volevo scrivergli, per sapere come sta e rinnovargli il mio aiuto, come lei dice. Poi tornerò ancora nel silenzio, in attesa stia meglio. Sto in sostanza aspettando gli psicofarmaci agiscano e lui stia meglio... ho visto anche delle foto e ha proprio il viso cambiato, quasi sofferente, anche mentre è con gli amici (quelle rare volte). Sto aspettando stia meglio per potermi avvicinare in punta di piedi e ricominciare, se possibile. Ricominciare come amica, almeno all'inizio.
Posso quindi chiederle se secondo lei potrei vagamente avere qualche speranza? Farò ogni cosa per lui, mi sono già ripromessa (e gli ho promesso) di fare del mio meglio per me e per lui e per un eventuale nostro futuro insieme. Gli ho già detto che lo aspetterò e che non serve si preoccupi per me (lui non vuole farmi del male, diceva che non sopportava l'idea che soffrissi per lui) e che gli sono accanto.
La psicologa gli ha ventilato l'idea lui si sia avvicinato a me "per salvarmi", ma come ho detto ho iniziato a stare male solo dopo l'inizio della frequentazione e in qualsiasi caso lui ha detto che si è "sentito morire" all'idea... spero tanto il suo subconscio non abbia agito così, anche perché lui si era invaghito di me ancor prima di conoscermi davvero... e anzi, più volte ultimamente gli ho chiesto se era sicuro di voler continuare con me e lui mi ha sempre detto che mi amava troppo per lasciarmi.
In qualsiasi caso, grazie mille per i suoi pensieri e i suoi consigli! Li seguirò. Continuerò ad attendere pazientemente che lui stia meglio e migliorerò come persona. Grazie mille per tutto
L'amore idilliaco non era solo un'idealizzazione, infatti ci siamo sempre confrontati su tutto e, anche nei momenti difficili, riuscivamo a chiarirci e a venirne a capo. Sicuramente convivere è diverso e gli screzi naturali, ma abbiamo affrontato anche momenti difficili ma insieme li abbiamo superati.
La mia malattia è insorta durante la frequentazione, ma non gliel'ho mai fatta pesare anzi, ero sempre energica e ricca di energie con lui. È capitato non potessimo vederci causa il mio malessere, ma successivamente abbiamo trovato il modo di vederci lo stesso.
Gli sto lasciando tutto lo spazio possibile e, come giustamente lei dice, gli ho detto che mi sarei aperta con lui, che avrei lottato contro le mie stesse paure per andargli incontro e rendere migliore la vita insieme (e appunto non dargli l'impressione di entrare in una nuova tagliola).
Il matrimonio lo definisco fallimentare perché lo definiva lui così. Non sto qui a spiegare il perché solo perché mi ha sempre chiesto di non dirlo a nessuno mai. Però era nato male e lui si era sposato pensando di aiutare lei con i suoi problemi. Però i problemi di lei non solo non sono risolvibili, ma non li voleva risolvere (e non precludevano i rapporti, era lei stessa che non li voleva). Lui mi ha giurato che non vuole tornare insieme a lei.
Mi sono fin da subito chiesta se questo uomo mi prendesse in giro o no, essendo sposato, se fossi solo una scappatoia dal suo matrimonio, insomma le solite cose che si sentono in giro... ma lui mi ha sempre giurato di no, infatti la nostra non era una relazione facilissima anche vista la distanza (poteva avere ogni ragazza della città in cui abita, ma non le voleva perché amava me). Mi sono quindi fidata e lui me lo ha ampiamente dimostrato.
Non ho problemi ad aspettare stia meglio (per quanto faccia male), ma sono una persona che tende a pensare troppo e quindi mi sono ritrovata a pensare, come ho già scritto, se non mi stesse solo usando... quindi ho deciso di chiedere aiuto a voi, giusto per avere un pensiero esterno. E come ho detto, se mi stesse usando agirebbe diversamente o mi avrebbe già lasciata, invece ha acconsentito a vederci quando starà bene (anche per poter chiarire se mi ama ancora o no).
Nella mia testa c'è un gran caos.
Ora volevo scrivergli, per sapere come sta e rinnovargli il mio aiuto, come lei dice. Poi tornerò ancora nel silenzio, in attesa stia meglio. Sto in sostanza aspettando gli psicofarmaci agiscano e lui stia meglio... ho visto anche delle foto e ha proprio il viso cambiato, quasi sofferente, anche mentre è con gli amici (quelle rare volte). Sto aspettando stia meglio per potermi avvicinare in punta di piedi e ricominciare, se possibile. Ricominciare come amica, almeno all'inizio.
Posso quindi chiederle se secondo lei potrei vagamente avere qualche speranza? Farò ogni cosa per lui, mi sono già ripromessa (e gli ho promesso) di fare del mio meglio per me e per lui e per un eventuale nostro futuro insieme. Gli ho già detto che lo aspetterò e che non serve si preoccupi per me (lui non vuole farmi del male, diceva che non sopportava l'idea che soffrissi per lui) e che gli sono accanto.
La psicologa gli ha ventilato l'idea lui si sia avvicinato a me "per salvarmi", ma come ho detto ho iniziato a stare male solo dopo l'inizio della frequentazione e in qualsiasi caso lui ha detto che si è "sentito morire" all'idea... spero tanto il suo subconscio non abbia agito così, anche perché lui si era invaghito di me ancor prima di conoscermi davvero... e anzi, più volte ultimamente gli ho chiesto se era sicuro di voler continuare con me e lui mi ha sempre detto che mi amava troppo per lasciarmi.
In qualsiasi caso, grazie mille per i suoi pensieri e i suoi consigli! Li seguirò. Continuerò ad attendere pazientemente che lui stia meglio e migliorerò come persona. Grazie mille per tutto
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Spero che le mie parole riescano davvero a condurla verso la migliore realizzazione di sé, gentile utente.
Se in certi momenti si sentisse sopraffatta dal dolore, tenga conto che un* psicolog* è il migliore e più qualificato sostegno, e ne trova anche nell'ospedale in cui è seguita per la sua malattia.
Le faccio ancora molti auguri.
Se in certi momenti si sentisse sopraffatta dal dolore, tenga conto che un* psicolog* è il migliore e più qualificato sostegno, e ne trova anche nell'ospedale in cui è seguita per la sua malattia.
Le faccio ancora molti auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.5k visite dal 29/05/2023.
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