Come comportarsi con un analfabeta emotivo?
Buonasera dottori, volevo un suggerimento su una situazione in cui ho difficoltà a orientarmi.
Conosco online un ragazzo intelligente, interessante, mi colpisce sin da subito.
Lui sembra ricambiare l'interesse e iniziamo a scriverci in privato.
Non abitiamo vicini ma ciò non costituisce un problema per nessuno dei due, avendo entrambi vite già avviate e una certa indole indipendente.
Mi accorgo subito che, a dispetto del contesto più social in cui appare più loquace (specie su argomenti di politica o attualità), nel rapporto 1:1 mostra più difficoltà a lasciarsi andare o anche semplicemente a parlare, condividere, mentre scherza invece piuttosto apertamente sul sesso.
Mi specifica subito però che non è interessato a una relazione solo sessuale, che gli interesso come persona, per cui decido di proseguire questa conoscenza virtuale.
Nelle successive settimane lui si fa sentire con costanza ma sempre mantendo un atteggiamento un po' distaccato a parole, per cui cerco delicatamente di manifestargli il desiderio di una comunicazione più intima, con piccole parentesi di tenerezza.
Noto che con un po' di reticenza e difficoltà si sforza di esprimersi con qualche carineria in più, al punto che, giorno dopo giorno, sento salire notevolmente il suo livello di coinvolgimento.
Poi, una sera, inspiegabilmente, gli chiedo giocosamente una coccola e letteralmente esplode, accusandomi di essere un'insicura patologica, di volerlo rendere ridicolo inducendolo a dire frasi sdolcinate che non gli si addicono e di avere troppe aspettative.
Io mi sono sentita mortificata, ad ogni modo gli ho spiegato la leggerezza della mia richiesta, che voleva essere giocosa e non ansiosa e ci siamo più o meno chiariti.
Da quel momento però lui è più freddo e distante di prima, presente ogni giorno, ma sempre in un apprente stato di diffidenza e allerta.
Io ho smesso di fargli qualunque richiesta, per timore delle sue reazioni.
Ho provato a chiedergli se qualcosa non vada ma lui nega e dice che non è cambiato nulla: noto però che tende a evitare molti argomenti con un generico "non lo so, non ho tempo di pensarci, è troppo complicato".
Ho provato a cambiare il mio modo di comunicare, a manifestargli apprezzamento quando fa qualcosa che mi piace ma anche in quel caso non vedo nessuna reazione o piuttosto quasi fastidio, come se la vivesse come una recriminazione indiretta delle volte in cui agisce diversamente e debba per questo giustificarsi.
L'altro giorno nuovamente ha avuto una reazione esagerata prendendo per critica sarcastica una cosa bella che invece gli avevo scritto.
Inoltre, stiamo programmando da un po' di incontrarci e anche lì noto che prima cerca di stringere i tempi, non vedendo l'ora che questo incontro abbia luogo ma, all'approssimarsi della data fatidica, tende a procrastinare.
Ho la sensazione di trovarmi davanti a un alessitimico o evitante e non so in che modo è meglio comunicare con lui.
Grazie per i vostri eventuali suggerimenti.
Conosco online un ragazzo intelligente, interessante, mi colpisce sin da subito.
Lui sembra ricambiare l'interesse e iniziamo a scriverci in privato.
Non abitiamo vicini ma ciò non costituisce un problema per nessuno dei due, avendo entrambi vite già avviate e una certa indole indipendente.
Mi accorgo subito che, a dispetto del contesto più social in cui appare più loquace (specie su argomenti di politica o attualità), nel rapporto 1:1 mostra più difficoltà a lasciarsi andare o anche semplicemente a parlare, condividere, mentre scherza invece piuttosto apertamente sul sesso.
Mi specifica subito però che non è interessato a una relazione solo sessuale, che gli interesso come persona, per cui decido di proseguire questa conoscenza virtuale.
Nelle successive settimane lui si fa sentire con costanza ma sempre mantendo un atteggiamento un po' distaccato a parole, per cui cerco delicatamente di manifestargli il desiderio di una comunicazione più intima, con piccole parentesi di tenerezza.
Noto che con un po' di reticenza e difficoltà si sforza di esprimersi con qualche carineria in più, al punto che, giorno dopo giorno, sento salire notevolmente il suo livello di coinvolgimento.
Poi, una sera, inspiegabilmente, gli chiedo giocosamente una coccola e letteralmente esplode, accusandomi di essere un'insicura patologica, di volerlo rendere ridicolo inducendolo a dire frasi sdolcinate che non gli si addicono e di avere troppe aspettative.
Io mi sono sentita mortificata, ad ogni modo gli ho spiegato la leggerezza della mia richiesta, che voleva essere giocosa e non ansiosa e ci siamo più o meno chiariti.
Da quel momento però lui è più freddo e distante di prima, presente ogni giorno, ma sempre in un apprente stato di diffidenza e allerta.
Io ho smesso di fargli qualunque richiesta, per timore delle sue reazioni.
Ho provato a chiedergli se qualcosa non vada ma lui nega e dice che non è cambiato nulla: noto però che tende a evitare molti argomenti con un generico "non lo so, non ho tempo di pensarci, è troppo complicato".
Ho provato a cambiare il mio modo di comunicare, a manifestargli apprezzamento quando fa qualcosa che mi piace ma anche in quel caso non vedo nessuna reazione o piuttosto quasi fastidio, come se la vivesse come una recriminazione indiretta delle volte in cui agisce diversamente e debba per questo giustificarsi.
L'altro giorno nuovamente ha avuto una reazione esagerata prendendo per critica sarcastica una cosa bella che invece gli avevo scritto.
Inoltre, stiamo programmando da un po' di incontrarci e anche lì noto che prima cerca di stringere i tempi, non vedendo l'ora che questo incontro abbia luogo ma, all'approssimarsi della data fatidica, tende a procrastinare.
Ho la sensazione di trovarmi davanti a un alessitimico o evitante e non so in che modo è meglio comunicare con lui.
Grazie per i vostri eventuali suggerimenti.
[#1]
Gentile utente,
stando al suo racconto, lei gli ha fatto presente le sue esigenze, ma lui non ha raccolto.
Che ciò sia dovuto ad una difficoltà di quello che Lei definisce un ragazzo, oppure ad una scelta deliberata, questo non risulta chiaro.
D'altra parte noi qui non ci occupiamo di terze persone. In altre parole ci interessiamo unicamente di chi ci scrive.
E dunque rispetto a lei ci chiediamo come mai abbia investito tanto su una relazione virtuale, nella quale l’aspetto emozionale appare piuttosto ridotto.
Cosa la fa rimanere tuttora in questa situazione?
Cosa le fa pensare che qualche strategia comunicativa possa *bucare* quella che lei definisce alessitimia?
Dott. Brunialti
stando al suo racconto, lei gli ha fatto presente le sue esigenze, ma lui non ha raccolto.
Che ciò sia dovuto ad una difficoltà di quello che Lei definisce un ragazzo, oppure ad una scelta deliberata, questo non risulta chiaro.
D'altra parte noi qui non ci occupiamo di terze persone. In altre parole ci interessiamo unicamente di chi ci scrive.
E dunque rispetto a lei ci chiediamo come mai abbia investito tanto su una relazione virtuale, nella quale l’aspetto emozionale appare piuttosto ridotto.
Cosa la fa rimanere tuttora in questa situazione?
Cosa le fa pensare che qualche strategia comunicativa possa *bucare* quella che lei definisce alessitimia?
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Grazie del riscontro dottoressa. Vorrei conoscerlo di persona perché l'esperienza (ho avuto una relazione con un uomo simile sotto molti aspetti) mi ha insegnato che con queste persone il contatto fisico dice più di molte parole. In quel caso col tempo qualche miglioramento c'è stato imparando a parlare il "suo" linguaggio, ovvio che il carattere non cambia ma qualche spiraglio c'è.
[#3]
Le consiglierei di riflettere sulla conclusione della precedente "relazione con un uomo simile sotto molti aspetti", e sugli elementi di fallimento della relazione.
Non sempre "repetita iuvant" (le cose ripetute giovano); delle volte si rischia solo di ripetere gli stessi errori che nella precedente, con i medesimi esiti.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Non sempre "repetita iuvant" (le cose ripetute giovano); delle volte si rischia solo di ripetere gli stessi errori che nella precedente, con i medesimi esiti.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.1k visite dal 28/05/2023.
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