Io il mio compagno e la ex moglie

Salve,

ho intrapreso esattamente tre anni fa una relazione con un separato in casa, dopo circa un annetto è venuto a stare con con me.

Con la ex moglie ha un figlio di 13 anni e fin dagli inizi sebbene fosse separato in casa la ex moglie si è infilata nella nostra storia.

Con offese tramite il cellulare di lui nei miei confronti, davanti e non al bambino, sceneggiate in strada...senza posizioni definite e nette del mio compagno al che alla mia iniziativa mi rivolgo ad un avvocato.

Dopo un mese che lui era in casa con me litigammo e lui mi minacciò "ti spacco la faccia", ma quando poi un amico comune disse è giusto che lei (cioè io) vada avanti per la sua strada non oppose resistenza e io feci una diffida che però non contò molto perché le offese e le minacce continuarono.

Nel frattempo lui quando aveva il bambino stava qua da me facendo dormire il bambino in camera con noi (c' è solo una camera da letto) e nel frattempo le offese e le ingiurie nei miei confronti continuavano, in più il bambino faceva i capricci e lui diceva che io spalleggiavo il figlio.

Premetto che non avendo nessuna autorità su quel bambino l' unico ruolo che mi era possibile era quello scherzoso e amicale e il padre diceva che il bambino se ne approfittava di questo.

Veramente stufa dissi al padre che quando aveva il figlio di starsene dai suoi anche perché visto che le offese e le minacce continuavano non volevo ritorsioni senza fondamento da parte della moglie.

Morale dopo ho dovuto prendere un penalista inviare una secondo e ultima diffida per molestia dopodiché ci sarebbe stato il giudizio se non avesse smesso...

Io e lui nel frattempo abbiamo sempre litigato per la sua mancanza di presa di posizione nei suoi confronti è arrivata persino a dire che il figlio si era fatto male per colpa mia, che lei non lavora per colpa mia che non sono venuta incontro con suo figlio...

Premetto che è una straniera che il mio compagno ha sempre mantenuto e ora si prende pure RDC, e vuole solo soldi senza lavorare.

Che fare?

Grazie.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
abbiamo detto e scritto molte volte che tra tutte le relazioni umane, particolarmente difficili sono quelle con un partner che ha alle spalle un ex coniuge e ancor più dei figli.
In questi casi il nuovo legame è 'affollato'; le richieste del nuovo partner si scontrano con la situazione dell'altro, con i rancori e i rimpianti suoi e dell'ex, con le preoccupazioni e i sensi di colpa verso i figli.
Quasi sempre le questioni economiche sono il campo di scontro degli ex, il principale strumento per ferire l'altro, per vendicarsi del suo abbandono e del fallimento della nostra vita che attribuiamo tutto a lui (o lei) e così via.
Nel suo caso, come in tutti quelli che giungono alla nostra attenzione su questa pagina, conosciamo il punto di vista di una sola parte in causa ma non quello dei due ex coniugi e del ragazzino.
Cerco di farle vedere come si legge la sua situazione da fuori.
Lei tre anni fa conosce un uomo 'separato in casa'. Condizione ambigua: perché non era separato a tutti gli effetti, giuridici e abitativi? In ogni caso, lei ha creduto alle parole di quest'uomo e lo ha considerato libero, tanto da iniziare con lui una relazione sfociata in una convivenza.
Ma ha parlato anche con la moglie, prima di considerarlo davvero libero? Poche donne lo fanno, per cautela verso sé stesse e anche verso la moglie, dal momento che tutti gli uomini, se hanno voglia di un'avventura, iniziano con la frase: "Mia moglie non mi capisce, non andiamo d'accordo". Per credere ciecamente a questa frase si deve però essere o molto ingenue, oppure in malafede, accecate dal desiderio di avere quell'uomo a tutti i costi.
Lei non è certo una bambina e forse ha già alle spalle un matrimonio, una convivenza. Fatto sta, quando comincia a convivere con il 'separato in casa' l'ex moglie si comporta come una partner tutt'altro che ex: offese, sceneggiate in strada perfino davanti al figlio... e a tutto questo, il suo compagno non prende posizione, non la difende per nulla.
Scusi, ma non si è chiesta come mai?
Le ex mogli sono sempre tutte matte, isteriche e malvagie, nel giudizio delle nuove partner.
Tuttavia anche il silenzio del suo compagno avrebbe dovuto metterle la pulce nell'orecchio: forse non erano davvero separati, forse lui rimaneva nella casa coniugale per colpevole opportunismo, forse non aveva chiarito affatto che il loro matrimonio era finito.
Fatto sta, lei decide di tutelarsi dagli attacchi forsennati di quella che forse non si considera una ex, ma una moglie a cui è stato sottratto il marito. Come si tutela? Non chiedendo un incontro con la signora, meglio se davanti ad un mediatore, per chiarire come stanno le cose e ripartire da una base di onestà e chiarezza, ma attaccandola penalmente.
A questo punto abbiamo la prima descrizione dei modi del suo compagno. L'uomo risponde alla sua iniziativa dicendole: "ti spacco la faccia".
A molte donne questo basterebbe per metterlo alla porta, per temere reazioni analoghe in futuro e per capire che quest'uomo non è un angioletto ingiustamente martoriato da una moglie perfida.
Quest'uomo è indelicato anche verso il figlio: lo ospita nella stessa stanza in cui dormite voi due; non apprezza il tono "scherzoso e amicale" che lei giustamente adotta, sapendo di non avere alcun diritto/dovere pedagogico su questo bambino, e la rimprovera di spalleggiarlo: preferirebbe forse che lo maltrattasse?
Con lei non ha atteggiamenti di protezione e difesa: "Io e lui nel frattempo abbiamo sempre litigato per la sua mancanza di presa di posizione nei suoi confronti", mentre lei insiste nel perseguire la strada penale verso la ex. Cosa spera, che la mettano in prigione?
Una riflessione sul silenzio, forse pavido, forse consapevole, del suo compagno, e sul fatto che questa donna così piena di difetti lui l'ha sposata e ci ha fatto un figlio, non sarebbe opportuna?
Infine, tenga conto che molti procedimenti giudiziari prevedono la mediazione obbligatoria: in altre parole, lei e la ex moglie del suo compagno potreste dovervi incontrare davanti ai rispettivi avvocati in un'aula del tribunale o nella casema dei carabinieri per chiarire le reciproche posizioni.
Non sarebbe più intelligente condurre la stessa procedura prima di aver speso tanti soldi ed energie, incontrandovi nello studio di un avvocato super partes, meglio ancora di uno psicologo?
Mi sembra di rilievo il fatto che l'amico di suo marito ha detto che lei ha diritto ad andare avanti per a sua strada con la denuncia; non ha però minimamente proposto di fare da mediatore per permettere a ciascuna di voi due di dire, con sincerità, le proprie ragioni, e smorzare il conflitto, anziché esasperarlo.
In un dialogo sincero, non inquinato da urla e malevolenze, chissà quante utili verità verrebbero fuori...
Le auguro di agire per il suo meglio. Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com