Atteggiamenti negativi degli altri nei confronti della mia coppia con differenza di età

Salve a tutti,

sono una donna di 30 anni, impegnata da diversi anni con un uomo molto più grande. Abbiamo anche un figlio insieme.

Lui è l'amore della mia vita, la mia prima vera famiglia.
Insieme stiamo benissimo ed entrambi adoriamo il nostro bambino.


Il mio problema risiede nella difficoltà con cui gestisco le reazioni negative degli altri nei confronti della nostra differenza di età.
Gli "altri" a cui mi riferisco sono perlopiù uomini estranei o conoscenti alla lontana.


Sin dall'inizio della mia relazione, infatti, sono stata vittima di diversi episodi negativi, in cui venivo trattata negativamente e/o senza rispetto solo per via del fatto che ero impegnata con un uomo più grande.


Esempi:
- siamo stati costretti a cambiare un operaio, in quanto mi trattava senza il minimo rispetto.
Entrava in casa senza salutarmi, mi rivolgeva a fatica la parola e, quando lo faceva, era con atteggiamento irrisorio.
Peggio ancora i suoi aiutanti più giovani;
- ho vissuto una vera e propria esperienza traumatica durante la gravidanza.
In ospedale, avevo svolto una visita con un medico che mi era piaciuto molto.
L'avevo scelto anche per le altre visite da fare in via privata.
Non appena, però, ha conosciuto mio marito, il suo atteggiamento è cambiato del tutto.
Mi ha trattata male ad ogni singola visita, non mi rivolgeva la parola se non che per prendermi in giro/provocarmi.
Non ha creduto, finché non l'ha visto in sala parto, che io e marito stessimo davvero insieme, pensava fossimo "amanti casuali", ma non aveva mai espresso questa sua convinzione;
- anni fa, un relatore mi ha gentilmente chiesto di ritirirare la mia partecipazione ad un suo seminario.
Mi ha spiegato che, per motivi lavorativi, aveva conosciuto mio marito (niente di che, l'aveva solo incrociato sul luogo di lavoro), e che non riusciva a vedermi in modo "oggettivo".
Non mi ha mancato di rispetto, ma questa cosa mi ha lasciato molto amaro in bocca.
Ho, comunque, partecipato al seminario, ma lui mi ha completamente ignorata ogni singolo giorno;
- un'infinità di esperienza simili alle precedenti, seppur meno dolorose.


Siamo due persone normali, lavoriamo, viviamo una vita tranquillissima.
Siamo entrambi timidi, riservati e cerchiamo sempre di essere gentili e pazienti verso tutti.


Mio marito dice che mi dovrei fare scivolare tutto addosso e basta.
Sono d'accordo, ma non è facile, anche perché tutto ciò mi riempie di amarezza e rabbia.

Altre coppie mi suggeriscono di avere una risposta pronta e a tono, ma non è una cosa che sono in grado di fare, non appartiene al mio carattere.


Cosa sto sbagliando?
Come posso "uscire" velocemente (con una frase, con l'atteggiamento, ecc... ) da certe dinamiche, non appena le riconosco?
O devo solo ignorare il tutto, cercando di allontanarmi il prima possibile?


Grazie molte per aver letto tutto questo.
[#1]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
lei ci scrive dal 2021. Per dare una risposta al suo quesito, che in verità mi è subito apparso alquanto anomalo, ho riletto i suoi quesiti precedenti.
Di una relazione stabile da lei iniziata a diciotto anni con un uomo di vent'anni maggiore, lei non parla mai; al contrario cita varie esperienze con diverse persone, non sempre maggiori di lei, anche se è presente la tematica della "ricerca di un padre".
Nelle varie email ci parla delle sue ossessioni, cita le diagnosi di borderline e poi di Asperger.
Non risponde quando i miei colleghi le chiedono di essere più precisa sull'uso di farmaci e sul genere di terapia che sta affrontando, e meno ancora quando viene invitata a definire la diagnosi e l'idonea terapia mediante un approccio psichiatrico.
Ora io le chiedo, prima di qualunque risposta, una serie di cose:
1) Lei vuole davvero superare i suoi disagi mentali, desidera davvero attuare un cambiamento?
2) Qual è stata negli ultimi quindici anni la sua situazione relazionale con i partner, e qual è attualmente?
3) Le è stata prospettata la diagnosi di disturbo bipolare?
Per poterla aiutare, restiamo in attesa della sua risposta.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
Utente
Utente
Salve, dottoressa,
La ringrazio per la risposta.

Nei miei precedenti consulti ho sempre cercato di essere quanto più possibile fedele alla realtà. Devo dire, però, che sono all'interno di uno percorso di psicoterapia da quando avevo 21 anni (ho cambiato due psicoterapeute perché una era del consultorio, l'attuale è stata scelta da me e non la cambierò). Su questo sito, parlo di "spezzoni" di me, faccio riferimento a problematiche varie per avere spunti da approfondire in psicoterapia. Mi dispiace se ne è venuto fuori un quadro sconnesso. Tutto ciò di cui ho parlato sono diversi "pezzi" della mia vita reale.

La "diagnosi" borderline era stata ipotizzata, con poca convinzione, dalla mia prima psicoterapeuta. Non la riteneva, comunque, importante, cercava di spiegare i miei forti sbalzi d'umore adolescenziali e la mia forte instabilità nelle amicizie e nei rapporti "amorosi" ("fidanzatino" tossico del tempo).

Tale diagnosi è stata totalmente smentita dalla psicoterapeuta attuale (molto più formata sulla questione) e sostituita con quella di Asperger. Di nuovo, non mi ha consigliato di approfondire troppo il tutto (ossia di non fissarmici sopra come spiegazione a qualsiasi cosa), continuo a fare ricerche per desiderio mio. I miei problemi riguardano soprattutto il mio non saper comunicare e non saper riconoscere i miei sentimenti, soprattutto quando molto coinvolta emotivamente. Quando non sono eccessivamente coinvolta, "funziono" bene, comunico efficamente, sono sufficientemente assertiva.

Ho perso un carissimo amico, per questo, morto precocemente per un tumore. Ho sprecato tutti gli anni che avremmo potuto passare insieme, perché non ero stata in grado di comunicargli il mio affetto e lui lo stesso. Non c'era coinvolgimento amoroso, tra noi, solo amicizia (eravamo entrambi impegnati, lui aveva già una figlia piccola). L'ho cercato in un altro e ho combinato un disastro relazionale, perché, tutt'ora, non mi do pace.

In adolescenza e giovane età adulta, ho vissuto molte esperienze relazionali negative, soprattutto per colpa mia. Mi sono avvicinata ad alcune figure autorevoli, alla ricerca di "padri" e "madri". Non realizzavo quanto tutto ciò fosse sbagliato, e mi ritrovavo in compagnia di qualcuno che cercava altro, da me. Spesso, presa dalla confusione, mi sono chiesta se il sesso non fosse l'unico modo a mia dispozione per trovare qualcuno che mi volesse bene (nonostante fossi già impegnata). Fortunatamente, sono rinsavita prima di commettere qualsiasi errore e mi sono sempre allontanata da quelle situazioni, anche se mai abbastanza in fretta per non soffrirne.

La mia relazione di coppia c'è sempre stata, così come le problematiche sociali che ci crea. I primi anni sono stati composti da alti e bassi, per poi stabilizzarsi. Mi sono spesso chiesta se avessi scelto mio marito perché in lui vedevo un padre. Forse, gli altri mi mancano di rispetto perché pensano questo. Io, però, sono davvero sicura di non aver mai visto una figura genitoriale, in lui, e di averlo sempre considerato mio "pari", seppur più grande.

Mi sento innamorata e felice, ma certe esperienze mi fanno stare così male da spingermi a cercare "soluzioni" altamente disfunzionali.

Ora, le cose vanno meglio. Non cerco più figure genitoriali, non cerco più comprensione in figure "autorevoli" che mi confermino che "sono ok". Sto bene con la mia famiglia, ma resta il problema di base del sentire la mia coppia come "sbagliata", come motivo di vergogna.

Mi scuso di nuovo per il quadro non connesso che ho fornito. I miei dati anagrafici sono reali, in alcuni consulti (tipo questo) ho arrotondato un po' l'età.

Non ho mai assunto terapie farmacologiche. Funziono discretamente nella vita (studi conclusi, lavoro stabile e a me gradito), ma soffro troppo per rimpianti, occasioni perse in termini di amicizia, solitudine ed episodi di mancanza di rispetto per "diversità" evidenti (coppia con differenza di età, forte timidezza, ecc...)
[#3]
Utente
Utente
Mi rendo conto ora di non aver sempre replicato alle risposte. Scrivo su questo sito, su alcuni forum, seguo una psicoterapia individuale e, occasionalmente, partecipo a qualche gruppo di aiuto nella mia città. È probabile che mi riempia di troppe cose
[#4]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
il fatto che non sia stata in grado di rispondere alle mie tre domande, unitamente alle sue divagazioni, mi fanno concludere che una diagnosi fatta con rigore, tramite test, le sarebbe di giovamento ai fini di una cura realmente efficace.
Lei continua a sfuggire la realtà attraverso richieste di consulti su vari forum e una terapia che sembrerebbe solo di sostegno, e coltiva la fantasia di avere in pugno una situazione che invece le sfugge.
Per lei stessa e per chi le è caro sarebbe opportuno affrontare diagnosi e terapia idonee, compresa la rielaborazione del trauma.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#5]
Utente
Utente
Ero convinta di aver risposto alle sue domande in modo adeguato.

Ci riprovo, per capire dove sbaglio. Ho descritto praticamente tutta la mia vita, non capisco cosa mi sia sfuggito.

1) Certo, desidero cambiare, desidero risolvere i miei problemi. Definisco i miei problemi:
- esperienze passate irrisolte (amicizie perse, tempo sprecato in relazioni illusorie e sbagliate sia con pari che con figure "autorevoli");
- comunicazione non efficace quando sono troppo coinvolta emotivamente (non riesco ad esprimere affetto quando è troppo intenso e rischio di passare per indifferente);
- atteggiamento totalmente passivo di fronte a mancanze di rispetto nella vita privata (sul lavoro tutto ok);

2) fino ai 23/24 anni, la mia relazione ha passato alti e bassi. Ero ancora immatura, non sapevo se fossi pronta per una relazione. Mio marito, essendo più grande, alle spalle aveva ovviamente altre relazioni. Anche lui ci ha messo del tempo a distaccarsi da un rapporto non meraviglioso. Siamo il primo partner "di lunga durata" per entrambi. Dai miei 25 anni, abbiamo deciso di fare sul serio. In quell'anno, ci siamo sposati e concepito nostro figlio. Da allora, non abbiamo mai avuto problemi. Soprattutto lui sembra davvero sereno e contento della nostra vita, ha fatto pace con ogni aspetto del suo passato (anche lui famiglia difficile). Come genitori, per il momento, non abbiamo attraversato alcuna problematica importante. Io mi sento innamorata, sto molto bene e questa è la mia prima vera famiglia. Continuo, però, a vivere molto "dentro alla mia testa" (analizzo sempre il passato, i miei errori, sono ossessionata dalla paura di non essere all'altezza di mio marito), sono ancora molto sola (pochissime amicizie, tutte mamme più grandi di me) e molto vulnerabile (non so come reagire se qualcuno mi addita come "diversa");

3) per quanto riguarda il disturbo bipolare, entrambe le mie psicoterapeute non hanno condiviso il mio dubbio. Cercavo di spiegare i miei sbalzi d'umore (umore generalmente sereno, ma interrotto da episodi depressivi accompagnati da pensieri ossessivi riguardanti, ovviamente, il passato). L'incontro con una ginecologa ha dato un po' di senso alla questione: soffro di una sindrome premestruale molto forte. L'umore negativo ed i pensieri ossessivi compaiono in quei giorni. Tenendo traccia dei sintomi del mio ciclo mestruale, è tutto molto più prevedibile e riesco ad organizzare le mie giornate in modo più efficace (es: evitare troppi impegni in quei giorni o troppi eventi sociali, che aumentano stanchezza e frustrazione per non riuscire a fare tutto).

Nelle mie risposte, ho cercato di chiarire il quadro sconnesso che avevo fornito. Credevo anche di aver risposto alle prime due domande, mi era sfuggita quella sul disturbo bipolare
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
la cosa principale è voler guarire, accettando il proprio cambiamento e anche il rischio di scoprire i traumi del passato.
Se la sua psicoterapeuta le ha fatto tutti i test idonei, e dichiara di poterla supportare validamente nel percorso, continui la sua terapia con impegno.
Tenga conto che essere sposata con un uomo molto più grande non è di per sé motivo di scarso rispetto da parte degli altri uomini, e valuti con attenzione se non è lei stessa a lanciare dei segnali equivocabili.
Per questo sarà utile riferire i suoi pensieri, i suoi comportamenti, le sue emozioni alla psicologa che la cura, senza usare metafore, descrizioni parziali e così via.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#7]
Utente
Utente
Dott.ssa Potenza, la ringrazio per il tempo che mi ha dedicato.

Il fatto, comunque, che il mio consulto sia sembrato "anomalo" (l'ho visto ora) anche su un sito come questo la dice lunga su come mi possano percepire le persone che incontro nella vita di tutti i giorni. Ciò mi spaventa un po'.

Credo di non essere più in grado di distinguere la normalità dalla totale assurdità nelle reazioni degli altri (mi riferisco sempre alle interazioni quotidiane). Ormai, abbasso la testa di fronte a qualsiasi cosa, anche quando, forse, mi ritrovo coinvolta in dinamiche quasi "da denuncia" (me lo devono sempre fare notare gli altri, è pazzesco).

Mi rincuora sapere che la semplice differenza d'età non è sufficiente per scatenare tutti questi episodi e che ci deve essere anche altro. Forse, seppur in modo diverso, mi ritroverei coinvolta in certe cose anche senza il fattore coppia. Carattere troppo remissivo? Famiglia di origine che mi ha esposta alla qualunque, senza alcun riguardo? Indagherò ulteriormente.

Nell'intento di scoprire cosa sia questo altro, la speranza è di non cadere più in strani meccanismi che mi spingono a cercare un affetto genitoriale in chi mio genitore non è.

Forse, come mi dicono molti amici, presto eccessiva attenzione alle reazioni altrui, e resto bloccata per mesi in ogni episodio di "rifiuto"/giudizio negativo. Vorrei semplicemente potermi godere la serenità della mia vita privata. Ormai, però, ne ho passate troppe e sono sempre pronta al peggio.

Non sono, comunque, depressa. Sto bene, svolgo con piacere ogni attività quotidiana. In questo consulto, come al solito, ho parlato del mio lato sociale, quello che mi crea problemi. Spero di non aver dato un'immagine catastrofica della situazione generale, perché non è proprio così.

Buona giornata
[#8]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
anche da quest'ultima sua email lei dà l'impressione di non essere, o di non sentirsi, adeguatamente supportata da un/a curante.
Ne parli con lo specialista che la segue: è veramente essenziale.
Io le auguro il meglio. Ritengo che da qui non possiamo fare altro.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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