Angoscia e somatizzazioni
Buonasera dottori, scrivo a voi perchè da mesi ormai mi sento in un periodo di sconforto e non riesco a trovare le giuste risposte forse nemmeno dal mio psicoterapeuta (cognitivo comportamentale).
Per farla breve ho sempre sofferto d'ansia, la mia diagnosi è stata di insicurezza, poca autonomia, troppa dipendenza accompagnata da forti somatizzazioni praticamente ovunque...ho cambiato diversi professionisti prima di arrivare a quello giusto e ho fatto anche cicli di benzodiazepine nei periodi più critici in cui avevo ripetuti attacchi di panico.
Oltre questo problema ho un lieve doc che si manifesta in periodi di forti stress e ansia e soprattutto sono da sempre stata una grande fobica delle malattie.
Nella vita sono studentessa universitaria, ho delle amicizie e occupo il mio tempo facendo del volontariato.
Purtroppo è molto triste da dire ma sono felice e trovo rassicurazione solo con le visite mediche, a differenza delle ragazze della mia età che reputo più spensierate io non riesco a spostare il pensiero dal mio corpo, sono perennemente angosciata e ansiosa... difficilmente riesco a rilassarmi o svagarmi...ogni volta che esco non vedo l'ora di rientrare ed "assecondare queste mie ossessioni ipocondriache".
Di recente ho fatto diverse analisi del sangue poichè non stavo bene, sono seguita anche da due specialisti, ma nulla mi rassicura... penso sempre a visite ancora più approfondite, qualcosa che elimini questi miei sospetti...la verità è che ho sempre sintomi nuovi e non so se siano causati dalle somatizzazioni oppure c è qualcosa che devo ancora scovare...fin'ora se non un lieve scompenso alla tiroide e qualche problema intestinale per cui sono in cura non c è nulla che possa far allarmare.
So gia come devo comportarmi per non cadere nel meccanismo dell'ipocondria ma non riesco dottori... riconosco di essere troppo negativa e catastrofica e mi rattrista il non riuscire ad essere più spensierata, ma sento che smettere di fare controlli equivale ad ignorare un segnale corporeo di malessere...voi cosa ne pensate?
Vi ringrazio in anticipo
Per farla breve ho sempre sofferto d'ansia, la mia diagnosi è stata di insicurezza, poca autonomia, troppa dipendenza accompagnata da forti somatizzazioni praticamente ovunque...ho cambiato diversi professionisti prima di arrivare a quello giusto e ho fatto anche cicli di benzodiazepine nei periodi più critici in cui avevo ripetuti attacchi di panico.
Oltre questo problema ho un lieve doc che si manifesta in periodi di forti stress e ansia e soprattutto sono da sempre stata una grande fobica delle malattie.
Nella vita sono studentessa universitaria, ho delle amicizie e occupo il mio tempo facendo del volontariato.
Purtroppo è molto triste da dire ma sono felice e trovo rassicurazione solo con le visite mediche, a differenza delle ragazze della mia età che reputo più spensierate io non riesco a spostare il pensiero dal mio corpo, sono perennemente angosciata e ansiosa... difficilmente riesco a rilassarmi o svagarmi...ogni volta che esco non vedo l'ora di rientrare ed "assecondare queste mie ossessioni ipocondriache".
Di recente ho fatto diverse analisi del sangue poichè non stavo bene, sono seguita anche da due specialisti, ma nulla mi rassicura... penso sempre a visite ancora più approfondite, qualcosa che elimini questi miei sospetti...la verità è che ho sempre sintomi nuovi e non so se siano causati dalle somatizzazioni oppure c è qualcosa che devo ancora scovare...fin'ora se non un lieve scompenso alla tiroide e qualche problema intestinale per cui sono in cura non c è nulla che possa far allarmare.
So gia come devo comportarmi per non cadere nel meccanismo dell'ipocondria ma non riesco dottori... riconosco di essere troppo negativa e catastrofica e mi rattrista il non riuscire ad essere più spensierata, ma sento che smettere di fare controlli equivale ad ignorare un segnale corporeo di malessere...voi cosa ne pensate?
Vi ringrazio in anticipo
[#1]
Gentile utente,
Lei ci chiede cosa ne pensiamo.
Ad una utente che è già seguita da mesi da uno "psicoterapeuta cognitivo comportamentale" che dire che già non sia stato detto in seduta? Eppure, nonostante ciò, lei afferma di non sentirsi bene, e di ricadere costantemente in comportamenti ipocondriaci.
E' certa di applicare pedissequamente tutte le indicazioni che le vengono fornite? Tenga conto che intraprendere una psicoterapia senza la volontà precisa di mettersi in gioco non serve a nulla.
Altre volte, nella fase acuta, quel certo disturbo mentale è talmente presente e ingombrante da rendere difficile la psicoterapia stessa, e - a mio parere - in questi casi il temporaneo abbinamento farmacologico può risultare produttivo per la psicoterapia stessa. Oltre che per la qualità della vita, naturalmente.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Lei ci chiede cosa ne pensiamo.
Ad una utente che è già seguita da mesi da uno "psicoterapeuta cognitivo comportamentale" che dire che già non sia stato detto in seduta? Eppure, nonostante ciò, lei afferma di non sentirsi bene, e di ricadere costantemente in comportamenti ipocondriaci.
E' certa di applicare pedissequamente tutte le indicazioni che le vengono fornite? Tenga conto che intraprendere una psicoterapia senza la volontà precisa di mettersi in gioco non serve a nulla.
Altre volte, nella fase acuta, quel certo disturbo mentale è talmente presente e ingombrante da rendere difficile la psicoterapia stessa, e - a mio parere - in questi casi il temporaneo abbinamento farmacologico può risultare produttivo per la psicoterapia stessa. Oltre che per la qualità della vita, naturalmente.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.2k visite dal 25/05/2023.
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