Devo accettare un lavoro con raccomandazione?

Salve, sono una ragazza di 28 anni, che da poche settimane è disoccupata; ho lavorato per quasi un anno per un famoso ufficio come front office per una sostituzionw di maternità che ora è tornata ed è un lavoro che ho trovato da sola la scorsa estate, dopo averne lasciato un altro come segretaria presso una casa di riposo, lavoro che invece mi era stato trovato da un parente.
Purtroppo in questa RSA mi sono trovata abbastanza male e quindi appena ho potuto sono andata via; ora che sono senza lavoro lo stesso familiare mi ha scritto dicendomi che avrebbe un posto x me (non si capisce bene nemmeno di cosa si tratti, dice amministrativo ma non si sa) ma se accetto poi non esiste che me ne vado, perché a lui questa raccomandazione costa la faccia e non solo... Inoltre mi ha rinfacciato più volte il fatto che la scorsa volta gli ho fatto fare una pessima figura (e non è vero) e stavolta non posso pensare di fare lo stesso.
Io ho detto che lo ringrazio ma che ci penso da sola, visto che non voglio avere la '' spada di Damocle'' sulla testa e che queste raccomandazioni sporche non mi piacciono, perché non sono dei semplici passaparola.
Ho fatto bene?
Sto facendo molti colloqui, e spero che presto o tardi ritornerò a lavorare, ma sento anche che devo farcela da sola...
Valentina
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
se le parole del suo familiare sono state quelle che riferisce, fa bene a chiarire che preferisce fare a meno del suo aiuto.
Se ci sarà occasione, gli faccia notare con garbo che il passaparola per i lavori lo fanno tutti, non lo considerano una raccomandazione e non fanno pesare assurde responsabilità sulla persona che hanno segnalato, se si è avuta l'accortezza di presentarla per quello che è: un/a giovane con un certo titolo di studio, con o senza competenze e esperienze, insomma nella maniera più sincera possibile.
Auguri per il suo futuro lavoro. Non si lasci demoralizzare dai tempi lunghi della ricerca e non si faccia offendere da strane pretese.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio dottoressa per la sua attenta risposta... Sa, ieri mio questo mio zio mi ha scritto facendo leva sui miei sensi di colpa e dicendomi che lui vuole solo aiutare e non è un nemico; io questo lo comprendo ma questo genere di aiuti non lo voglio e gli è stato detto da me chiaro e tondo. E Ha pure telefonato a mia madre, chiedendo che contratto avessi (in quanto io per zittirlo gli ho detto che a breve inizierò un altro lavoro e lui ha avuto da ridire sul contratto). Vabbè, pazienza, stavolta sono decisa a fare di testa mia, magari mettendoci il triplo del tempo e della fatica.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
noi da qui dobbiamo attenerci alle sue parole, e prendendole alla lettera sembrerebbe che suo zio abbia una pericolosa tendenza all'intrusione e al dirigismo.
Tanto più è bene tenerlo fuori dalle sue scelte, evitare sia i sensi di colpa sia l'impressione che da sola ci metterà più tempo e fatica: da sola imparerà tante cose, tutto fa esperienza.
Inoltre ognuno ha il diritto di sbagliare da solo, e una persona che vuole dirigere e intrufolarsi per sapere i fatti altrui non è scomoda soltanto per chi subisce questo trattamento, ma per sé stessa.
Suo zio forse non ha figli, altrimenti saprebbe che nemmeno con un figlio si può agire così.
Di nuovo tanti auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Invece pensi che ha anche figli che sono piccolini e tratta alla stessa maniera purtroppo... Ad esempio è un fanatico dello scii e ha preteso che già a 3 anni il figlio imparasse questo sport pur manifestando un netto rifiuto, poi urla sempre contro la compagna, contro i figli, ha un pessimo carattere davvero, pur non essendo di animo cattivo.
Certo che ognuno è fatto a modo proprio ma anche tra parenti non è scontato andare d'accordo ed ed essere compatibili.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
ad ognuno di noi compete tutelarsi dalle persone invadenti e in generale da tutto ciò che finisce per nuocerci.
Se ne siamo capaci possiamo anche aiutare chi sbaglia, segnalando con costante gentilezza che certi modi non sono i più idonei per dare consigli che possano essere ascoltati, e così via. Suo zio è a rischio di alienarsi gli affetti, come capisce lei stessa.
So che se non si possiede la giusta tecnica assertiva questo è difficile, ma si può prendere atto che certi modi ci fanno male e respingerli con fermezza, dicendo per esempio: "Caro zio, comprendo che la tua intenzione è buona, ma a me fa più male che bene, quindi se vuoi davvero aiutarmi lasciami sbagliare da sola, che è certamente meno doloroso. Grazie".
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com