Distacco emotivo
Alla Vostra cortese attenzione
Vi scrivo in merito ad una mia problematica per la quale ho iniziato da poco un percorso psicoterapico.
Sono diventata mamma 9 mesi fa ma non è come mi aspettavo, non riesco a sentire questo legame speciale con mio figlio, mi sembra di non provare nessuna emozione significativa e questa cosa mi fa sentire a disagio.
Premetto che questo figlio è stato cercato in modo quasi ossessivo e ho dovuto sottopormi a cicli di pma e infine di ovodonazione (scelta sulla quale non ho mai avuto remore), ho vissuto una gravidanza piena di angosce e ossessioni per timore di perderla (ossessioni di igiene fisica e alimentare), mi sono isolata completamente.
Alla nascita di mio figlio ha fatto seguito una depressione (attualmente assumo Fevarin, modalina, Trilafon e Protiaden) e infine la separazione da mio marito.
Da quando è accaduta quest'ultima ed io sono tornata dai miei genitori non provo più emozioni.
Non riesco a legare con mio figlio, sono sola e mi dedico tutto il tempo solo a lui non facendo altro e mi sento snervata.
Non provo quella gratificazione materna di cui tutti parlano, lo vedo solo come un'incombenza di accudimento a cui devo fare fronte.
Qualcuno mi aiuti a capire se questa situazione, coadiuvata da un supporto psicologico, tornerà alla normalità.
Il mio neurologo sostiene si tratti di una percezione distorta della realtà causata dalla gravidanza vissuta in modo terribile e dal trauma della separazione.
Attendo un vostro gentile riscontro.
Vi scrivo in merito ad una mia problematica per la quale ho iniziato da poco un percorso psicoterapico.
Sono diventata mamma 9 mesi fa ma non è come mi aspettavo, non riesco a sentire questo legame speciale con mio figlio, mi sembra di non provare nessuna emozione significativa e questa cosa mi fa sentire a disagio.
Premetto che questo figlio è stato cercato in modo quasi ossessivo e ho dovuto sottopormi a cicli di pma e infine di ovodonazione (scelta sulla quale non ho mai avuto remore), ho vissuto una gravidanza piena di angosce e ossessioni per timore di perderla (ossessioni di igiene fisica e alimentare), mi sono isolata completamente.
Alla nascita di mio figlio ha fatto seguito una depressione (attualmente assumo Fevarin, modalina, Trilafon e Protiaden) e infine la separazione da mio marito.
Da quando è accaduta quest'ultima ed io sono tornata dai miei genitori non provo più emozioni.
Non riesco a legare con mio figlio, sono sola e mi dedico tutto il tempo solo a lui non facendo altro e mi sento snervata.
Non provo quella gratificazione materna di cui tutti parlano, lo vedo solo come un'incombenza di accudimento a cui devo fare fronte.
Qualcuno mi aiuti a capire se questa situazione, coadiuvata da un supporto psicologico, tornerà alla normalità.
Il mio neurologo sostiene si tratti di una percezione distorta della realtà causata dalla gravidanza vissuta in modo terribile e dal trauma della separazione.
Attendo un vostro gentile riscontro.
[#1]
Gentile signora,
La gravidanza già di per sè può essere definita una rivoluzione copernicana, cambiano i ritmi, gli equilibri, l'immagine di sè varia, si deve accudire un bimbo, vi sono scompensi ormonali... Nella sua storia, per quello che riferisce, si è giuta a questo avvenimento già con una grande attesa e investimento emotivo e di fatiche che non terminano sicuramente con il parto. Dopo questo, riferisce che c'è stata la separazione dal marito, altro evento da metabolizzare.
Questi fattori sicuramente non aiutano lo stabilirsi di una relazione con il bambino che ha però tutto il tempo di creare e consolidare nel corso del tempo. Ha fatto bene a chiedere aiuto, se questo era necessario, ora si prenda del tempo per sè e vedrà che nel corso del suo percorso terapeutico avrà modo di ritrovare il suo equilibrio che le permetterà di vivere meglio, per se stessa, e di conseguenza di poter creare un buon legame con il bambino.
Le auguro il meglio.
Cordialità
La gravidanza già di per sè può essere definita una rivoluzione copernicana, cambiano i ritmi, gli equilibri, l'immagine di sè varia, si deve accudire un bimbo, vi sono scompensi ormonali... Nella sua storia, per quello che riferisce, si è giuta a questo avvenimento già con una grande attesa e investimento emotivo e di fatiche che non terminano sicuramente con il parto. Dopo questo, riferisce che c'è stata la separazione dal marito, altro evento da metabolizzare.
Questi fattori sicuramente non aiutano lo stabilirsi di una relazione con il bambino che ha però tutto il tempo di creare e consolidare nel corso del tempo. Ha fatto bene a chiedere aiuto, se questo era necessario, ora si prenda del tempo per sè e vedrà che nel corso del suo percorso terapeutico avrà modo di ritrovare il suo equilibrio che le permetterà di vivere meglio, per se stessa, e di conseguenza di poter creare un buon legame con il bambino.
Le auguro il meglio.
Cordialità
Dr. Marco Santini
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicologosestosangiovanni.com
[#2]
Gentile signora,
voglio offrirle prima di tutto la mia solidarietà per il momento che sta attraversando, con l'augurio che possa risolverlo al più presto, per il bene suo e di suo figlio.
Sono d'accordo col suo neurologo sul fatto che la gravidanza da lei vissuta e il trauma della separazione abbiano provocato l'attuale stato emotivo. Che si tratti di una sorta di analgesia funzionale, una qualche forma di dissociazione, oppure la strada d'ingresso di una depressione, l'importante è che lei si affidi ad un* psicolog*.
In casi come il suo si ha bisogno di comprendere a poco a poco, con dolcezza, gli elementi della propria vita, di poterne parlare -o tacere- in ambiente protetto, e nello stesso tempo di essere guidati in alcune scelte, valutando momento per momento le cose più favorevoli per lo sviluppo di suo figlio e per il vostro legame, in un momento così particolare per lui e anche per lei, sia pure per ragioni diverse.
Mi sorprende che gli psicologi che l'hanno seguita nella PMA non abbiano previsto e consigliato di differire la sua separazione.
Tenga conto che può trovare supporto anche alle ASL o fare terapia in rete.
Le consiglio vivamente un aiuto a lei dedicato, ma in ogni caso, noi siamo qui.
Auguri.
voglio offrirle prima di tutto la mia solidarietà per il momento che sta attraversando, con l'augurio che possa risolverlo al più presto, per il bene suo e di suo figlio.
Sono d'accordo col suo neurologo sul fatto che la gravidanza da lei vissuta e il trauma della separazione abbiano provocato l'attuale stato emotivo. Che si tratti di una sorta di analgesia funzionale, una qualche forma di dissociazione, oppure la strada d'ingresso di una depressione, l'importante è che lei si affidi ad un* psicolog*.
In casi come il suo si ha bisogno di comprendere a poco a poco, con dolcezza, gli elementi della propria vita, di poterne parlare -o tacere- in ambiente protetto, e nello stesso tempo di essere guidati in alcune scelte, valutando momento per momento le cose più favorevoli per lo sviluppo di suo figlio e per il vostro legame, in un momento così particolare per lui e anche per lei, sia pure per ragioni diverse.
Mi sorprende che gli psicologi che l'hanno seguita nella PMA non abbiano previsto e consigliato di differire la sua separazione.
Tenga conto che può trovare supporto anche alle ASL o fare terapia in rete.
Le consiglio vivamente un aiuto a lei dedicato, ma in ogni caso, noi siamo qui.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.5k visite dal 22/05/2023.
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