Alcool e disturbi personalita
Mia mamma ha 58 anni soffre di depressione e negli ultimi 2 ha aggravato il suo problema. Mangia poco(pesa 50kg su 170cm) e male (solitamente solo grandi quantità di formaggio).E' stata in cura per anoressia dovuta alla morte di sua suocera per circa 6 mesi e le cose erano notevolmente migliorate ma da un paio d'anni ha interrotto le sedute.Ora non rinuncia mai al suo litro di vino giornaliero (quando va bene) oltre a superalcolici che si tiene nascosti.Inolte fuma circa 20 sigarette al giorno.Un paio di volte a settimana la troviamo ubriaca di notte e lei non se ne rende neanche conto ma imputa tutto alla stanchezza.Va a letto raramente prima delle 2 di notte e di conseguenza si alza la mattina verso le 10 spesso con vomito e mal di testa.Comunque se si alza per pranzo beve sempre vino nonostante il malore.Ha crisi di nervi e/o pianto e sempre un atteggiamento vittimistico soprattutto dal pomeriggio in avanti.A ns avviso peggiora la situazione il fatto che col suo carattere non abbia amiche ed è sempre gelosa di tutti e tutto (infatti il suo matrimonio è seriamente compromesso per le sue paranoie).Come cure prende 3/4 di Lexotan compresse da 3 mg al giorno,il Nouvelle e le gocce di Minias da 2.5 mg per dormire.Il medico di famiglia concorda sulla necessita di una cura ma non amettendo il suo problema non può prescrivergliela.Abbiamo saputo che esistono delle gocce da mettere nelle bevande non alcoliche apposta per inibire la voglia di alcool,è vero?
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Gentile utente,
la terapia effettuata da sua madre non e' indicata, in quanto gia' il suo atteggiamento da 'dipendente' comporta una tendenza a dipendere anche dai farmaci in uso.
Inoltre, la prescrizione di farmaci richiede una attenta valutazione clinica. Il fatto che sua madre vomiti tutte le mattine o quasi deve indurre il suo medico di famiglia ad indirizzarla verso accertamenti clinici che escludano le patologie tipiche dei soggetti alcolisti.
Inoltre, l'alimentazione di sua madre non e' adeguata e possono crearsi delle carenze vitaminiche importanti che innescano circoli viziosi e compromissione cerebrale.
Inizierei con gli accertamenti, nel frattempo sarebbe il caso di inserire della vitamina B12 o della tiamina nella dieta di sua madre.
Dopo gli accertamenti dovuti e i risultati degli stessi si puo' anche prendere in considerazione una cura.
Le faccio notare come il suo medico di famiglia non prescrive dei farmaci, ma sua madre e' in grado di procurarsi il Lexotan ed il Minias con quale prescrizione?
Tali farmaci non possono essere rilasciati senza prescrizione medica.
Cordiali Saluti
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
la terapia effettuata da sua madre non e' indicata, in quanto gia' il suo atteggiamento da 'dipendente' comporta una tendenza a dipendere anche dai farmaci in uso.
Inoltre, la prescrizione di farmaci richiede una attenta valutazione clinica. Il fatto che sua madre vomiti tutte le mattine o quasi deve indurre il suo medico di famiglia ad indirizzarla verso accertamenti clinici che escludano le patologie tipiche dei soggetti alcolisti.
Inoltre, l'alimentazione di sua madre non e' adeguata e possono crearsi delle carenze vitaminiche importanti che innescano circoli viziosi e compromissione cerebrale.
Inizierei con gli accertamenti, nel frattempo sarebbe il caso di inserire della vitamina B12 o della tiamina nella dieta di sua madre.
Dopo gli accertamenti dovuti e i risultati degli stessi si puo' anche prendere in considerazione una cura.
Le faccio notare come il suo medico di famiglia non prescrive dei farmaci, ma sua madre e' in grado di procurarsi il Lexotan ed il Minias con quale prescrizione?
Tali farmaci non possono essere rilasciati senza prescrizione medica.
Cordiali Saluti
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Gentile utente,
gli approfondimenti medici indicati dal collega sono assolutamente consigliati, a seguire una visita psichiatrica specialistica che approfondisca la sintomatologia, componga il quadro picodiagnostico e valuti la possibilità e i termini di una terapia sia farmacologica che psicoterapeutica, scegliendo opprtunamente tra le diverse opzioni considerarndo la specificità del caso . Inutile dire che data l'elevata comorbità il quadro si presenta già di per sè molto complesso ed è improbabile che possa risolversi senza un lavoro concomitante psicologico e psicoterapeutico. Qualche colloquio sostegno psicologico potrebbe risultare utile infine anche a voi familiari.
Con i migliori auguri
F.I Passoni
studiopsicologia@hotmail.it
gli approfondimenti medici indicati dal collega sono assolutamente consigliati, a seguire una visita psichiatrica specialistica che approfondisca la sintomatologia, componga il quadro picodiagnostico e valuti la possibilità e i termini di una terapia sia farmacologica che psicoterapeutica, scegliendo opprtunamente tra le diverse opzioni considerarndo la specificità del caso . Inutile dire che data l'elevata comorbità il quadro si presenta già di per sè molto complesso ed è improbabile che possa risolversi senza un lavoro concomitante psicologico e psicoterapeutico. Qualche colloquio sostegno psicologico potrebbe risultare utile infine anche a voi familiari.
Con i migliori auguri
F.I Passoni
studiopsicologia@hotmail.it
F.I.Passoni
Dir. di SYNESIS, Centro di Consulenza Psicologica, Psicoterapia & Ipnosi Clinica
studiopsicologia@hotmail.it
[#3]
Gentile utente,
sono d'accordo con il parere espresso precedentemente dai colleghi.
Per quanto riguarda le gocce alle quali lei accenna a fine lettera, possono essere un metodo per creare quello che si chiama "condizionamento avversivo". Danno cioè un'associaizone sgradevole di sapore che lentamente fa associare l'alcool a sensazioni spiacevoli. Questa metodologia a dir la verità è piuttosto antiquata e non con tutti funziona, specie se la persona non è collaborante e disposta ad applicare tale strumento.
Cordialmente,
Dr. Chiara Cimbro.
sono d'accordo con il parere espresso precedentemente dai colleghi.
Per quanto riguarda le gocce alle quali lei accenna a fine lettera, possono essere un metodo per creare quello che si chiama "condizionamento avversivo". Danno cioè un'associaizone sgradevole di sapore che lentamente fa associare l'alcool a sensazioni spiacevoli. Questa metodologia a dir la verità è piuttosto antiquata e non con tutti funziona, specie se la persona non è collaborante e disposta ad applicare tale strumento.
Cordialmente,
Dr. Chiara Cimbro.
Dott.ssa Chiara Cimbro
Psicologa Psicoterapeuta
[#4]
Gentile Utente,
oltre a sottolineare l'importanza del seguire i consigli indicati dal Collega Ruggiero, vorrei aggiungere che fondamentale nella gestione di un paziente che abusi di alcool è la collaborazione di un familiare molto stretto (solitamente coniuge o figli).
personalmente ho avuto esperienza estremamente positive con familiari di pazienti da me inviati a gruppi di auto-aiuto, come possono essere gli Alcolisti Anonimi, nello specifico i gruppi dei familiari dell'alcolista, detti Alanon.
La prima reazione del familiare è di solito: "ma perchè Dottore dovrei andarci io?", reazione piuttosto comprensibile. Ma nella mia esperienza non ho mai visto un fallimento in questa strategia, soprattutto per le informazioni comportamentali che questi gruppi possono dare al familiare, informazioni che nella maggioranza dei casi determinano un immediato effetto nel comportamento del congiunto con dipendenza da alcool.
Provi a chiedere al Suo medico curante eventualmente se esistono e cosa fanno nella vostra zona questi gruppi di auto-aiuto.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it
oltre a sottolineare l'importanza del seguire i consigli indicati dal Collega Ruggiero, vorrei aggiungere che fondamentale nella gestione di un paziente che abusi di alcool è la collaborazione di un familiare molto stretto (solitamente coniuge o figli).
personalmente ho avuto esperienza estremamente positive con familiari di pazienti da me inviati a gruppi di auto-aiuto, come possono essere gli Alcolisti Anonimi, nello specifico i gruppi dei familiari dell'alcolista, detti Alanon.
La prima reazione del familiare è di solito: "ma perchè Dottore dovrei andarci io?", reazione piuttosto comprensibile. Ma nella mia esperienza non ho mai visto un fallimento in questa strategia, soprattutto per le informazioni comportamentali che questi gruppi possono dare al familiare, informazioni che nella maggioranza dei casi determinano un immediato effetto nel comportamento del congiunto con dipendenza da alcool.
Provi a chiedere al Suo medico curante eventualmente se esistono e cosa fanno nella vostra zona questi gruppi di auto-aiuto.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it
[#5]
Gentile Utente,
in questi casi gli accertamenti clinici sono d'obbligo dal momento che spesso l'abuso di alcool si associa a disturbi madici di vario genere.
Concordo completamente con quanto le è stato proposto dal collega Bulla, anche nella mia esperienza il sostegno che queste associazioni forniscono ai familiari dell'alcolista hanno dato sempre buoni risultati.
Per ora non penserei alla psicoterapia che probabilmente in questo caso si rivelerebbe inutile dal momento che richiede la piena collaborazione del paziente.
Cordialmente
Ilenia Sussarellu
i.sussarellu@libero.it
in questi casi gli accertamenti clinici sono d'obbligo dal momento che spesso l'abuso di alcool si associa a disturbi madici di vario genere.
Concordo completamente con quanto le è stato proposto dal collega Bulla, anche nella mia esperienza il sostegno che queste associazioni forniscono ai familiari dell'alcolista hanno dato sempre buoni risultati.
Per ora non penserei alla psicoterapia che probabilmente in questo caso si rivelerebbe inutile dal momento che richiede la piena collaborazione del paziente.
Cordialmente
Ilenia Sussarellu
i.sussarellu@libero.it
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.3k visite dal 05/01/2007.
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