Come relazionarsi con una figlia di 14 anni
Buongiorno,
sono il papà di una ragazzina che compirà 14 anni a giugno.
Mia figlia, è sempre stata molto insicura, sin da quando era piccola.
Ricordo ancora quando a 5 anni, ad un saggio di pattinaggio artistico, rimase ferma al centro dell’area in cui si sarebbe dovuta esibire, e non ci fu modo di farla pattinare.
Unica bambina, in mezzo ad almeno altre venti bambine della sua età.
Credo che la sua insicurezza l’abbia poi portata a cambiare continuamente sport.
Ha praticato (senza mai impegnarsi veramente), pattinaggio, ginnastica artistica, tennis, nuoto, pallavolo, basket, Hokey, pattinaggio veloce sui rollerblade, e adesso è iscritta nuovamente a pallavolo.
L’abbiamo sempre invogliata a fare sport, ma adesso quasi la dobbiamo obbligare.
Ha ricevuto il cellulare (come la maggior parte degli altri ragazzini della sua generazione), quando ha cominciato la prima media e purtroppo quel periodo ha coinciso con la chiusura delle scuole, per cui ha cominciato la prima media (ed ha finito la quinta elementare), senza poter andare a scuola.
In quel periodo, un po' perché serviva la didattica a distanza, un po' perché abbiamo mollato la presa, nostra figlia si è rifugiata in un mondo costruito unicamente online.
Si è fatta degli amici online, con i quali giocava al pc, chattava al telefono e con i quali si confrontava e si confidava (e continua a farlo tuttora).
In quel periodo ha cominciato a prendere peso, ad andare molto male a scuola, e ad avere come unico scopo di vita, il collegamento ad internet, per poter giocare e comunicare con i suoi amici virtuali.
Da un anno circa, ho installato l’app famiglia sul mio e sul suo cellulare, in modo da poter controllare il tempo di utilizzo e da poterglielo limitare.
Purtroppo non riesco a limitarlo come vorrei, perché per lei è troppo importante più di ogni altra cosa.
Lei continua ad usarlo in media circa 6 ore al giorno.
Io le imposto un’ora al giorno, ma quando finisce lei comincia a chiamare con insistenza, incurante di quello che sto facendo, fino a quando non ottiene il suo scopo.
Se sono presente, si rivolge a me o a sua madre con aggressività, anche se ci sono persone davanti, familiari o amici, tira fuori il peggio della sua aggressività.
Credo che la situazione sia per noi fuori controllo, ed ho paura di quello che potrà succedere quando comincerà ad avere maggiore libertà, e comincerà ad andar fuori con gli amici, comincerà ad andare alle feste e sarà praticamente incontrollabile.
Ha già fatto un percorso con una psicologa, durante la pandemia, durato circa 6 mesi, poi non ci è voluta più andare.
Non credo che quel percorso sia servito a tanto, nè a noi nè a lei.
Io e mia moglie vorremmo capire come relazionarci con lei, per farle superare la sua insicurezza e per portarla ad avere fiducia in se stessa e nelle sue potenzialità.
Quale potrebbe essere una guida nella nostra situazione?
Neuropsichiatrica?
Psicologica?
Psicoterapeutica?
Grazie per l’attenzione.
sono il papà di una ragazzina che compirà 14 anni a giugno.
Mia figlia, è sempre stata molto insicura, sin da quando era piccola.
Ricordo ancora quando a 5 anni, ad un saggio di pattinaggio artistico, rimase ferma al centro dell’area in cui si sarebbe dovuta esibire, e non ci fu modo di farla pattinare.
Unica bambina, in mezzo ad almeno altre venti bambine della sua età.
Credo che la sua insicurezza l’abbia poi portata a cambiare continuamente sport.
Ha praticato (senza mai impegnarsi veramente), pattinaggio, ginnastica artistica, tennis, nuoto, pallavolo, basket, Hokey, pattinaggio veloce sui rollerblade, e adesso è iscritta nuovamente a pallavolo.
L’abbiamo sempre invogliata a fare sport, ma adesso quasi la dobbiamo obbligare.
Ha ricevuto il cellulare (come la maggior parte degli altri ragazzini della sua generazione), quando ha cominciato la prima media e purtroppo quel periodo ha coinciso con la chiusura delle scuole, per cui ha cominciato la prima media (ed ha finito la quinta elementare), senza poter andare a scuola.
In quel periodo, un po' perché serviva la didattica a distanza, un po' perché abbiamo mollato la presa, nostra figlia si è rifugiata in un mondo costruito unicamente online.
Si è fatta degli amici online, con i quali giocava al pc, chattava al telefono e con i quali si confrontava e si confidava (e continua a farlo tuttora).
In quel periodo ha cominciato a prendere peso, ad andare molto male a scuola, e ad avere come unico scopo di vita, il collegamento ad internet, per poter giocare e comunicare con i suoi amici virtuali.
Da un anno circa, ho installato l’app famiglia sul mio e sul suo cellulare, in modo da poter controllare il tempo di utilizzo e da poterglielo limitare.
Purtroppo non riesco a limitarlo come vorrei, perché per lei è troppo importante più di ogni altra cosa.
Lei continua ad usarlo in media circa 6 ore al giorno.
Io le imposto un’ora al giorno, ma quando finisce lei comincia a chiamare con insistenza, incurante di quello che sto facendo, fino a quando non ottiene il suo scopo.
Se sono presente, si rivolge a me o a sua madre con aggressività, anche se ci sono persone davanti, familiari o amici, tira fuori il peggio della sua aggressività.
Credo che la situazione sia per noi fuori controllo, ed ho paura di quello che potrà succedere quando comincerà ad avere maggiore libertà, e comincerà ad andar fuori con gli amici, comincerà ad andare alle feste e sarà praticamente incontrollabile.
Ha già fatto un percorso con una psicologa, durante la pandemia, durato circa 6 mesi, poi non ci è voluta più andare.
Non credo che quel percorso sia servito a tanto, nè a noi nè a lei.
Io e mia moglie vorremmo capire come relazionarci con lei, per farle superare la sua insicurezza e per portarla ad avere fiducia in se stessa e nelle sue potenzialità.
Quale potrebbe essere una guida nella nostra situazione?
Neuropsichiatrica?
Psicologica?
Psicoterapeutica?
Grazie per l’attenzione.
[#1]
Gentile utente,
relazionarsi con una figlia 14enne è sempre abbastanza difficile, preadolesenza e adolescenza rappresentano il primo vero distanziamento tra figli e genitori, allo scopo - da parte del figlio/a - di darsi prova della propria indipendenza ed autosufficienza; talvolta del proprio potere in famiglia.
Ed infatti, la 14enne ce la fa:
.è lei che comanda,
.è lei che fa fare a voi genitori quello che non vorreste (6 ore sullo smartphone sono veramente troppe),
.lei riesce addirittura a farvi trasgredire le regole fissate da voi stessi ...
Lei che ci scrive ci dice della fallimentare esperienza di psicoterapia; manca però qualsiasi riferimento concreto: cadenza delle sedute, tipo di specializzazione del/la professionista, obiettivi. Si tenga conto che per poter curare l* specialista deve essere anche psicoterapeuta.
"..Non credo che quel percorso sia servito a tanto, nè a noi nè a lei", Lei osserva.
In quale modo avrebbe dovuto/potuto servire a voi genitori?
"..Io e mia moglie vorremmo capire come relazionarci con lei..".
Esigenza corretta e centrata.
Solamente attraverso un vostro percorso genitoriale con un/a Psicolog* competente in terapia familiare (importante!) potrete capire:
.in che modo dare regole,
.quali regole dare,
.come riuscire a mantenerle,
.come farlo senza entrare in un conflitto che avveleni la relazione genitori-figli,
.e riuscire a mettere in atto tutto ciò attraverso i vostri concreti comportamenti.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
relazionarsi con una figlia 14enne è sempre abbastanza difficile, preadolesenza e adolescenza rappresentano il primo vero distanziamento tra figli e genitori, allo scopo - da parte del figlio/a - di darsi prova della propria indipendenza ed autosufficienza; talvolta del proprio potere in famiglia.
Ed infatti, la 14enne ce la fa:
.è lei che comanda,
.è lei che fa fare a voi genitori quello che non vorreste (6 ore sullo smartphone sono veramente troppe),
.lei riesce addirittura a farvi trasgredire le regole fissate da voi stessi ...
Lei che ci scrive ci dice della fallimentare esperienza di psicoterapia; manca però qualsiasi riferimento concreto: cadenza delle sedute, tipo di specializzazione del/la professionista, obiettivi. Si tenga conto che per poter curare l* specialista deve essere anche psicoterapeuta.
"..Non credo che quel percorso sia servito a tanto, nè a noi nè a lei", Lei osserva.
In quale modo avrebbe dovuto/potuto servire a voi genitori?
"..Io e mia moglie vorremmo capire come relazionarci con lei..".
Esigenza corretta e centrata.
Solamente attraverso un vostro percorso genitoriale con un/a Psicolog* competente in terapia familiare (importante!) potrete capire:
.in che modo dare regole,
.quali regole dare,
.come riuscire a mantenerle,
.come farlo senza entrare in un conflitto che avveleni la relazione genitori-figli,
.e riuscire a mettere in atto tutto ciò attraverso i vostri concreti comportamenti.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.1k visite dal 01/05/2023.
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