Mi sento spesso a disagio e ho timore per il futuro
Gentili dottori,
sono una ragazza di quasi 18 anni, vorrei esporvi una situazione che da un po' di tempo si sta rivelando opprimente, e vi ringrazio anticipatamente per eventuali risposte.
Premetto che quando ero piccola ho manifestato un'alta sensibilità, maturità e intuizione che mi accompagnano tutt'ora e che già ai tempi dell'asilo mi causavano un po' di problemi.
In genere ho sempre preferito stare con gli adulti, non perchè mi sento superiore ai miei coetanei e non provo nemmeno a relazionarmi con loro, anzi.
Ma è da quando ho fatto un ulteriore salto di maturità, un paio di anni fa, che non riesco più a sentirmi a mio agio con i coetanei del mio paese che prima frequentavo (il cui comportamento nei miei confronti, in alcuni casi, è stato molto discutibile) così mi sono del tutto isolata, perchè questa situazione mi faceva stare male.
Mi sento più "nel mio habitat" quando sto con persone dai 30 anni in su (e che comunque hanno anche quell'età mentale, il che non è scontato, penso), fatta eccezione per un ragazzo della mia età che è molto maturo, con il quale mi trovo bene, anche se lui è molto riservato come me, quindi a volte si creano silenzi imbarazzanti.
Ebbene, sto riscontrando da qualche mese dei problemi a relazionarmi con gli altri, che siano i miei compagni di classe, persone che conosco da una vita o che conosco da poco, perchè mi sento spesso a disagio, come un pesce fuor d'acqua, e so di essere raramente me stessa (in realtà ancora sto cercando di conoscere e di costruire la mia vera identità, ma penso sia piuttosto comune nell'adolescenza).
Spesso non riesco a inserirmi nelle conversazioni, mi limito ad essere una spettatrice invisibile, anche perchè, per sfortuna, nella maggior parte dei casi ho incontrato persone più introverse di me che non erano troppo interessate a coinvolgermi nei discorsi di qualche gruppetto.
Il problema è che quando vedo un gruppo di amici, o comunque delle persone che potrei conoscere, anche con qualche anno in più di me, il mio primissimo pensiero/la mia preoccupazione è che questo possa accadere anche con loro, oppure che nel rapporto con un altra persona io non riesca a mandare avanti la conversazione.
Con questo disagio, che chiaramente viene percepito, non mi sento tranquilla e libera.
Inoltre, sebbene abbia un ottimo senso dell'ironia che gli altri apprezzano, non ho la risata facile, quindi potrei essere vista come una persona distaccata o anche antipatica.
Se analizzo questa situazione dal punto di vista di uno spettatore esterno, so che molto probabilmente in futuro il mio carattere cambierà in positivo (proprio perché, come ho già detto, ancora la mia personalità è in fase di "costruzione"), e che magari troverò persone estroverse e simili a me, però ad oggi prevale la paura che, anche in un futuro non molto lontano, come all'università o a lavoro, questo non avvenga e io possa sentirmi ancora così.
Spero che qualcuno possa darmi un consiglio su come allontanare questa mia preoccupazione e vivere più serenamente le relazioni sociali, grazie ancora.
sono una ragazza di quasi 18 anni, vorrei esporvi una situazione che da un po' di tempo si sta rivelando opprimente, e vi ringrazio anticipatamente per eventuali risposte.
Premetto che quando ero piccola ho manifestato un'alta sensibilità, maturità e intuizione che mi accompagnano tutt'ora e che già ai tempi dell'asilo mi causavano un po' di problemi.
In genere ho sempre preferito stare con gli adulti, non perchè mi sento superiore ai miei coetanei e non provo nemmeno a relazionarmi con loro, anzi.
Ma è da quando ho fatto un ulteriore salto di maturità, un paio di anni fa, che non riesco più a sentirmi a mio agio con i coetanei del mio paese che prima frequentavo (il cui comportamento nei miei confronti, in alcuni casi, è stato molto discutibile) così mi sono del tutto isolata, perchè questa situazione mi faceva stare male.
Mi sento più "nel mio habitat" quando sto con persone dai 30 anni in su (e che comunque hanno anche quell'età mentale, il che non è scontato, penso), fatta eccezione per un ragazzo della mia età che è molto maturo, con il quale mi trovo bene, anche se lui è molto riservato come me, quindi a volte si creano silenzi imbarazzanti.
Ebbene, sto riscontrando da qualche mese dei problemi a relazionarmi con gli altri, che siano i miei compagni di classe, persone che conosco da una vita o che conosco da poco, perchè mi sento spesso a disagio, come un pesce fuor d'acqua, e so di essere raramente me stessa (in realtà ancora sto cercando di conoscere e di costruire la mia vera identità, ma penso sia piuttosto comune nell'adolescenza).
Spesso non riesco a inserirmi nelle conversazioni, mi limito ad essere una spettatrice invisibile, anche perchè, per sfortuna, nella maggior parte dei casi ho incontrato persone più introverse di me che non erano troppo interessate a coinvolgermi nei discorsi di qualche gruppetto.
Il problema è che quando vedo un gruppo di amici, o comunque delle persone che potrei conoscere, anche con qualche anno in più di me, il mio primissimo pensiero/la mia preoccupazione è che questo possa accadere anche con loro, oppure che nel rapporto con un altra persona io non riesca a mandare avanti la conversazione.
Con questo disagio, che chiaramente viene percepito, non mi sento tranquilla e libera.
Inoltre, sebbene abbia un ottimo senso dell'ironia che gli altri apprezzano, non ho la risata facile, quindi potrei essere vista come una persona distaccata o anche antipatica.
Se analizzo questa situazione dal punto di vista di uno spettatore esterno, so che molto probabilmente in futuro il mio carattere cambierà in positivo (proprio perché, come ho già detto, ancora la mia personalità è in fase di "costruzione"), e che magari troverò persone estroverse e simili a me, però ad oggi prevale la paura che, anche in un futuro non molto lontano, come all'università o a lavoro, questo non avvenga e io possa sentirmi ancora così.
Spero che qualcuno possa darmi un consiglio su come allontanare questa mia preoccupazione e vivere più serenamente le relazioni sociali, grazie ancora.
[#1]
Gentile utente,
come lei stessa rileva molte sue caratteristiche sono transitorie, essendo tipiche dell'adolescenza: "la mia personalità è in fase di "costruzione"".
Proprio così.
Dialogando con persone che le vogliono bene (genitori, nonni, zii) oppure consultando esperti del ramo (gli psicologi del centro di ascolto della sua scuola o del Consultorio Giovani) potrà favorire il processo di passaggio all'età adulta temprando il suo carattere, correggendo le sue fragilità e potenziando le sue risorse.
Anche la lettura di qualche libro sull'adolescenza, da scegliere in libreria o in rete, l'aiuterà a capire di non essere un caso singolo e scoprirà che nell'adolescenza le incertezze sono diffuse.
Lei sembra preoccupata di parlare e ridere poco, e di legare poco coi suoi coetanei.
Due osservazioni: nessuno di noi è fatto per piacere a tutti; inoltre saper tacere e ascoltare si rivela spesso una dote molto apprezzabile.
Le nostre linee-guida non permettono di rispondere a minorenni oltre a questi elementi generali, che spero lei riuscirà ad usare al meglio.
Buone cose.
come lei stessa rileva molte sue caratteristiche sono transitorie, essendo tipiche dell'adolescenza: "la mia personalità è in fase di "costruzione"".
Proprio così.
Dialogando con persone che le vogliono bene (genitori, nonni, zii) oppure consultando esperti del ramo (gli psicologi del centro di ascolto della sua scuola o del Consultorio Giovani) potrà favorire il processo di passaggio all'età adulta temprando il suo carattere, correggendo le sue fragilità e potenziando le sue risorse.
Anche la lettura di qualche libro sull'adolescenza, da scegliere in libreria o in rete, l'aiuterà a capire di non essere un caso singolo e scoprirà che nell'adolescenza le incertezze sono diffuse.
Lei sembra preoccupata di parlare e ridere poco, e di legare poco coi suoi coetanei.
Due osservazioni: nessuno di noi è fatto per piacere a tutti; inoltre saper tacere e ascoltare si rivela spesso una dote molto apprezzabile.
Le nostre linee-guida non permettono di rispondere a minorenni oltre a questi elementi generali, che spero lei riuscirà ad usare al meglio.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 978 visite dal 30/04/2023.
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